Schermo nero. Frenata d'arresto di un camion con il caratteristico rilascio d'aria compressa.
1 CABINA DI GUIDA DI UN CAMION. PIAZZALE DI UN RISTORANTE. ESTERNO NOTTE.
Un uomo scende dal suo camion. Ha capelli neri ondulati,
spalle larghe, indossa una camicia di felpa grigia a quadratoni rossi e
jeans scoloriti.
Chiude il portello. Si incammina con i suoi polacchi
sformati verso il ristorante, attraverso un ampio piazzale di sosta.
Tre autotreni in lontananza riprendono la marcia in
fila indiana.
È un'ora tarda; nell'improvviso silenzio del
piazzale ormai quasi vuoto s'ode il calpestio dei passi sull'asfalto.
2 TOILETTE DEL RISTORANTE. INTERNO NOTTE.
L'uomo si insapona le mani e le braccia al getto di
un rubinetto a sensori; l'acqua cade e corre sporca verso il buco del lavandino.
Con un forte sospiro di sollievo, egli si terge il
viso ed il collo bagnando e tirando all'indietro i capelli. Sotto un'intensa
luce al neon, vediamo finalmente il volto di Enrico, un bell'uomo sulla
quarantina dai luminosi occhi azzurri.
3 BAR DEL RISTORANTE CON BILIARDO. SALA RISTORO. INTERNO NOTTE.
Due camionisti con grossi ventri gonfi giocano al biliardo urlando e ridendo, sotto una densa nuvola di fumo. Uno dei due, con un sederone enorme sta per colpire di stecca.
Enrico uscendo dal bagno getta loro uno sguardo assonnato.
Passa davanti al bancone del bar al di là del quale il barista,
un ragazzo in camicia bianca e cravattino nero, guarda incantato il Maurizio
Costanzo Show con gli occhi levati verso un televisore.
Stropicciandosi gli occhi, Enrico si ritrova nel locale
dove sono sistemati i tavolini. L'ambiente, dai pesanti tendaggi alle pareti,
è desolatamente vuoto. Getta uno sguardo intorno.
In un angolo un vecchio seduto al tavolo dorme stringendo
a sé una bottiglia; nella parte opposta, tre uomini dalle guance
macilente e barba ricresciuta trincano mestamente.
4 AL TAVOLO. INTERNO NOTTE.
Seduto al suo tavolo, Enrico sbadiglia alla grossa, grattandosi il capo. Intorno a lui non ci sono inservienti. Le sue palpebre si abbassano pesantemente sugli occhi.
5 AL TAVOLO. INTERNO NOTTE.
Con il mento poggiato sul dorso delle mani, Enrico
dorme col viso di chi sta sognando qualcosa di piacevole. Sopracciglia
inarcate buffamente, un sorrisetto lieve sulle labbra.
La cameriera vicina al tavolo, vestita d'una leggera
camicia rossa a maniche corte ed un grembiule bianco legato intorno
ai fianchi, lo osserva divertita con due grandi occhi verdi in un volto
dalla carnagione scura.
Ha all'incirca trent'anni, un corpo longilineo e ben
fatto, lineamenti primitivi, quasi selvaggi con alti zigomi tondi e guance
affilate, folti capelli neri fermati sul capo da decine di forcine.
Enrico annusa nell'aria il profumo della donna, apre
gli occhi.
6 AL TAVOLO. CREDENZA DEL RISTORANTE. INTERNO NOTTE.
Enrico ha davanti un piatto ricolmo di fettuccine al
sugo. Sul tavolo poche altre cose; un bicchiere ripieno a metà di
vino, una brocca, un paniere.
Mangia a piccoli bocconi osservando la cameriera.
La donna sta impilando vassoi sporchi sul pianale
di una grossa credenza tirandoli fuori da un espositore di cristallo del
self-service. Sono le ultime operazioni della sua giornata prima della
chiusura; appare stanca ed affaticata, con una ciocca di capelli che le
sta per cadere sulla fronte.
Enrico solleva un braccio per richiamarla.
Davanti all'uomo, la donna con la ciocca che le penzola
libera sulla fronte appare bella ed aggressiva come una gatta randagia
con i suoi splendenti occhi felini.
La donna indugia poi obbedisce sedendosi di fronte.
Lei sorride.
Stefania si rialza; Enrico la trattiene per un braccio, poi la lascia andar via gelato dal suo sguardo.
7 TAVOLO. CREDENZA DEL RISTORANTE. INTERNO NOTTE.
L'uomo taglia a pezzettini la bistecca che ha davanti e la mangia con appetito fissando intensamente la cameriera. Stefania alla credenza è tornata ad armeggiare coi piatti ma ora osserva Enrico con sguardi torvi. Si carica di un'enorme pila di vassoi e scompare oltre il varco della cucina. Torna subito dopo con un panno intriso d'acqua, lo strofina sulla credenza. Il camionista alza di nuovo il braccio.
Stefania lascia lo strofinaccio sul pianale, si asciuga le mani sul grembiule e a labbra serrate e sguardo imbronciato è davanti all'uomo con una penna tra le dita che batte nervosamente sul taccuino.
Stefania sorride, arrossendo.
Ripete e scrive sul taccuino.
La donna torna seria in volto.
Lei si allontana.
8 AL TAVOLO. INTERNO NOTTE.
Enrico alza gli occhi dal suo piatto vuoto. Stefania sta tornando con una coppa da dessert. Dritta come un fuso, avanza verso di lui con uno sguardo imperscrutabile. Toglie il piatto, pone il calice con le sue lunghe, aggraziate dita.
Sorride con uno sguardo dolce, pieno di promesse e sottintesi.
S'allontana ancheggiando lasciando Enrico a fissarla con la bocca aperta
e gli occhi lucidi.
Pensieroso e a lungo immobile, torna a guardarsi intorno.
Il vecchietto non c'è più, al suo posto solo una bottiglia
vuota, così come i tre avventori, sedie scomposte e bicchieri sul
tavolo.
Cala gli occhi sul foglio del conto, poi guarda mestamente
la sua fragola, enorme davvero, la prende tra le dita, la solleva, ne aspira
l'odore socchiudendo gli occhi, esclama accigliato
La ripone nella coppa. Si alza bruscamente. I piedi della sedia stridono sul pavimento. Dritto con le mani sul tavolo, indugia con lo sguardo ancora sulla fragola, la prende di nuovo tra le dita. Nei suoi occhi la delusione e l'accettazione d'una amara sconfitta, la ingoia con un sol boccone ma qualcosa punge il palato e lo fa tossire. Tira fuori dalla bocca un minuscolo rotolino di carta, lo srotola, legge la piccola scritta rotondeggiante
9 PIAZZALE DEL RISTORANTE. ESTERNO NOTTE.
In campo lungo il ristorante con le luci che vengono spente una ad una. Poi il rumore di una saracinesca tirata giù. Due ombre abbracciate nella penombra si avviano verso l'unico camion del piazzale sul fianco del quale balugina la scritta PRIMIZIE D'ITALIA con la gigantografia di una fragola imperlata d'acqua.
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