POLITICA
Il giornale elettronico dei liberalcomunisti
n°1 del 28-5-2000
Elenco degli articoli
pubblicati in questo numero:
1. "I
REFERENDUM DEL 21/5/2000" di Massimo Cogliandro
2. "IDEALI COMUNISTI: x MAXIMUSMAGNUS" di
Joeyscreek
3. "IMPUGNARE LA RIFORMA DI
MEDICINA DI FRONTE AI TRIBUNALI EUROPEI?" di Massimo Cogliandro
4. "LA VERITA' SUL TERZO MISTERO DI FATIMA" di
Tigellino
I REFERENDUM DEL 21/5/2000
di
Massimo Cogliandro
L’astensione dal voto nei
referendum del 21/5/2000 non è stata causata solo dagli inviti in tal senso
fatti dagli on. Berlusconi e Bertinotti, ma soprattutto dal fatto che le classi
sociali subalterne non hanno sentito più il referendum come uno strumento di
lotta contro la burocrazia politica dotato di una qualche
efficacia.
Il
proletariato italiano, infatti, ha fatto tesoro della esperienza del recente
passato, quando si è visto a più riprese, che la burocrazia politica, subito
dopo i referendum, ha stravolto la volontà popolare per come era stata espressa
nella consultazione referendaria: ricordo il caso esemplare del referendum
sull’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti per cui si è votato
qualche anno fa…
Non ha perso, quindi, il
referendum in sé come strumento di democrazia diretta, ma il referendum inteso
come uno degli strumenti con cui il proletariato italiano esercita la lotta di
classe contro i gerarchi della burocrazia politica.
Questi referendum, però, un
significato lo hanno avuto lo stesso, perché quella parte del popolo italiano,
sia pure minoritaria, che ha scelto di continuare ad usare il referendum come
grimaldello scardinatore delle istituzioni poliarchiche, ha dimostrato di saper
usare con grande intelligenza questo strumento. I risultati dei singoli
referendum, infatti, hanno dimostrato il mantenimento di una forte coscienza di
classe tra le masse lavoratrici.
In primo luogo, è importante
mettere in rilievo la differenza di risultati tra il referendum sui
licenziamenti e il referendum sulle trattenute sindacali: nel primo hanno vinto
i no ( con più del 60%), nel secondo hanno vinti i sì (sempre con più del 60%).
La burocrazia sindacale, però, aveva detto di votare no ad entrambi i
referendum! L’autonomia con cui i lavoratori hanno agito rispetto alle
indicazioni di voto di CGIL-CISL-UIL nel segreto dell’urna ci ha mostrato che la
burocrazia sindacale e la peculiare forma di ideologia burocratica che essa
esprime stanno perdendo gradualmente la presa che avevano sulla coscienza dei
lavoratori.
I
risultati del voto fotografano il rifiuto diffuso della demagogia sindacale e
soprattutto il rifiuto da parte dei lavoratori della borghesia di Stato nel suo
complesso: se ci fosse stato il quorum, infatti, avrebbero vinto i referendum
contro la borghesia burocratica giudiziaria, i referendum contro la burocrazia
politica dei partiti - in particolare quello sul finanziamento pubblico, l’unico
realmente anti-partitocratico -, i referendum contro le burocrazie sindacali
(referendum sulle trattenute sindacali), cioè i referendum contro le tre classi
sociali che costituiscono la borghesia di Stato.
La borghesia politica di Stato
pensa di aver vinto per il fatto che è mancato il quorum, ma in realtà
l’astensione ha rappresentato solo un rifiuto minaccioso, tra i più radicali,
della attività della borghesia politica di Stato e ha mostrato, per certi versi,
il disorientamento delle masse che non sanno ancora trovare le forme più adatte
per esercitare nel modo più efficace la lotta di classe in una società come la
nostra.
In
conclusione, il referendum è uno strumento che in questa fase non appare avere
una qualche efficacia come strumento di lotta contro le classi sociali
dominanti, ciò non toglie, però, che esso, dopo gli attacchi subiti negli ultimi
anni dalla burocrazia politica, vada difeso strenuamente e, anzi, rafforzato.
Noi liberalcomunisti, in particolare, dobbiamo lottare per l'abolizione del
quorum del 50% + 1 e dobbiamo rivendicare l'introduzione del referendum
propositivo. Si tratta, insomma, di creare in Italia nuovi strumenti di
democrazia diretta e non di eliminare quelli già esistenti: l'alternativa è
rafforzare ulteriormente il carattere poliarchico delle nostre
istituzioni.
IDEALI COMUNISTI: x
MAXIMUSMAGNUS
di
Joeyscreek
"Il comunismo continuerà ad
esistere fino a che ci sarà chi è contrario allo sfruttamento dell'uomo
sull'uomo.
Il comunismo non è un modello statuale predefinito e, quindi, non
si può dire che il modello dei Paesi dell'Est fosse "comunismo"...
Il
comunismo è il movimento delle masse verso la loro autonoma liberazione e non un
qualsiasi modello di dittatura: i regimi dell'Est erano solo una variante del
sistema capitalistico.
Se ti interessa avere un'idea più precisa su come la
penso sul comunismo puoi visitare il mio sito internet:
http://digilander.iol.it/maximusmagnus" - frasi tratte da un
articolo pubblicato da Massimo Cogliandro (Maximusmagnus) sul Forum di Digiland.
Ciao
Maximusmagnus,
rifondazione...un sogno per noi giovani. Io per l'età che ho
sento stretta il contesto in cui vivo. E' difficile per me poter parlare
liberamente dei miei ideali comunisti in una scuola decisamente della
controparte. E' difficile sentire quel bisogno di partecipare attivamente in
quest'ambito ( cosa impossibile alla mia età, cosa impossibile in una società
come questa di Bergamo) senza poterlo fare. Ma fortunatamente qui, a pochi passi
da casa mia, ci sono ragazzi, giovani, adulti che ancora ci credono, ancora
hanno la voglia di combattere la megalomania di Berlusconi al solo scopo
dell'arricchimento personale. C'è ancora gente come me che detesta il razzismo
che subiamo perchè siamo "terroni" dai saputelli leghisti. Siamo stufi di
questo. Il nostro punto di riferimento è pensare che c'è ancora qualcuno (e ci
sarà sempre ci metto la mano sul fuoco) come Rifondazione Comunista.. c'è
bisogno di voi davvero. L'altra sera ho visto "Circus" e non avevo mai provata
tanta ammirazione per un uomo politico come Bertinotti; purtroppo non ho seguito
che la parte conclusiva del programma ma quello che ho sentito mi è più che
bastato (a dir la verità mi sarebbe bastato vedere la faccia della Bonino quando
Bertinotti l'ha fatta azzittire buttandogli la verità in faccia...). Ricordate
solo una cosa: avete dalla vostra parte milioni di giovani in tutt'italia che vi
appoggiano che crescono con i tuoi stessi ideali. Se potessimo andare anche noi
al voto...dai, cmq pensa che davvero ci date la speranza che al mondo non ci
sono solo persone come Berlusconi e compagnia bella ma che si può sperare in un
cambiamento. Un cambiamento per noi giovani che tanto ci teniamo a tenere in
alto il nome del buon Comunismo.
Grazie di tutto.
Joeyscreek
La risposta di Massimo Cogliandro:
Ciao, Joeyscreek ,
ti
ringrazio per tutto quello che mi hai scritto: nella tua lettera ho ritrovato
pienamente i motivi della mia scelta politica, una scelta in difesa dell'Uomo
inteso come valore universale sempre e comunque contro una società, che ha
mantenuto pienamente il carattere di una società fondata sullo sfruttamento
dell'uomo sull'uomo, anche se le forme dello sfruttamento sono cambiate
(lo sviluppo tecnologico non elimina lo sfruttamento, ma lo occulta e lo rende
più sofisticato).
La demagogia dei nemici dell'essere umano non potrà
vincere finchè ci sarà anche solo un'uomo che dirà: non ci sto!
Ed è con
questo messaggio di speranza che ti saluto...
Ciao,
Massimo
Cogliandro
IMPUGNARE LA RIFORMA
DI MEDICINA DI FRONTE AI TRIBUNALI EUROPEI?
Appello agli studenti di
Medicina
di
Massimo
Cogliandro
La riforma Zecchino, che pure non
dispenserà vantaggi a nessun corso di laurea per via della generalizzazione del
numero chiuso e della frequenza obbligatoria, colpirà anche Medicina, dal
momento che confermerà l'attuale struttura del corso di laurea e non prevederà,
al contrario di quanto avviene negli altri paesi europei, titoli di primo
livello al termine del primo triennio generalista bio-medico del corso di
laurea. E' evidente che questo fatto avrà una ricaduta pesantissima su quegli
studenti fuori corso di Medicina, che, pur avendo fatto molti esami, non
riescono a conseguire la laurea di sei anni. La introduzione di un titolo di
primo livello all'interno del corso di laurea avrebbe permesso loro di uscire
con un titolo che fornisse almeno competenze da paramedico e, quindi,
direttamente spendibile sul mercato del lavoro. Ma, invece, per la resistenza
dei baroni, non sarà così...
Purtroppo, a Medicina non è stato possibile
organizzare nulla in termini di assemblee e di dibattiti, perché la frequenza
obbligatoria delle lezioni costringe gli studenti a scegliere tra la firma a
lezione, senza la quale si rischia di non essere ammessi all'esame, e
l'assemblea studentesca, in secondo luogo per lunghi mesi il Ministero ha tenuto
il silenzio più assoluto sulla riforma che si stava preparando per Medicina, per
evitare la residua possibilità, che si aprisse un qualsiasi dibattito tra gli
studenti e ha lasciato che a decidere fossero solo i baroni.
Così, mentre
nelle altre facoltà avremo il 3+2 (3 anni di laurea generalista + 2 anni di
laurea specialistica), noi a Medicina continueremo ad avere il 6+1+5 (6 anni di
laurea generalista + 1 anno di tirocinio post-laurea + 5 anni di
specializzazione, che sarà necessaria persino per fare il medico della Mutua),
che più che a prepararci con l'attività pratica in clinica a fare i medici, ci
preparano - a causa della notevole selettività degli esami a Medicina, che
rendono persino il 6+1+5 un 10+1+5 - alla pensione, oltre a insegnarci tutte le
più deteriori metodologie didattiche di tipo cattedratico, che fanno
"disimparare" persino le poche conoscenze in campo medico che una persona aveva
all'inizio degli studi universitari, mentre negli USA dopo 4 anni di laurea di
primo livello ci si indirizza già verso attività di tipo specialistico con i
risultati che tutti conosciamo.
Ma non dobbiamo arrenderci: quando la riforma
sarà legge, quelli tra noi - studenti di Medicina fuori corso e in corso - , che
vogliono una struttura diversa del corso di laurea strutturata su due livelli,
con il 2° livello già specialistico, dovranno unirsi ed impugnare la riforma di
Medicina di fronte ai tribunali europei.
Ci sono notevoli possibilità di
vincere, dal momento che esiste il precedente verificatosi qualche anno fa di un
ragazzo che aveva fatto ricorso alla giustizia europea per essere ammesso ad una
scuola di specializzazione senza avere ancora terminato il corso di 6 anni e si
è visto dare ragione.
Se vogliamo ottenere dei risultati, però dovremo unire
la nostra lotta con quella degli studenti che sono stati esclusi dal corso di
laurea in Medicina per via del numero chiuso, o, in quanto studenti lavoratori,
per via della frequenza obbligatoria. Le forze potenziali per avviare una lotta
decisa e non minoritaria a partire già dall'autunno ci sono tutte: dobbiamo solo
saperci organizzare.
LA VERITA' SUL TERZO MISTERO DI FATIMA
di
Tigellino
Ho saputo da una persona che
riveste un ruolo molto importante in Vaticano, che del documento originario su
cui era riportato il 3° segreto di Fatima non si hanno più tracce in Vaticano
sin dai tempi di Giovanni XXIII e che il documento il cui contenuto è stato reso
pubblico recentemente da Giovanni Paolo II è stato messo per iscritto solo di
recente dall'unica sopravvissuta dei tre bambini che dicono di aver visto la
Madonna. Giovanni Paolo, quindi, può tranquillamente arrotolare questo documento
e metterselo in tasca!
Il Cristianesimo non ha bisogno
di questo genere di fantasie.
Le considerazioni di Massimo Cogliandro:
L'autore di questo articolo di
cui si è deciso di mantenere strettamente l'anonimato (Tigellino è solo uno
pseudonimo) è una fonte particolarmente attendibile, dal momento che è un
professore universitario di una delle università pontificie di Roma. Tigellino
ci dice, in pratica, che il testo del terzo mistero di Fatima è stato messo per
iscritto dopo l'attentato al Papa del 1981 e che il suo contenuto non può avere
alcun fondamento...
Il motivo per cui il 3° Mistero
di Fatima non è stato reso noto prima va evidentemente cercato nel fatto che non
si trovava più il testo scritto originario contenente la rivelazione.