Politica

Il giornale elettronico dei liberalcomunisti

 
N° 11 del 15/10/2000


 

Elenco degli articoli pubblicati in questo numero:

1)               “IL DRAMMA KURDO” di Massimo Cogliandro

2)               “MENO BUROCRAZIA E PIU’ AUTOGOVERNO NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE” di Titti.

 



IL DRAMMA KURDO

 

di

 

Massimo Cogliandro

 

 

Il Kurdistan è piombato in una ferocissima guerra civile tra le forze filo-turke del P.U.K. e le forze del P.K.K..
La responsabilità è in gran parte da attribuire alle forze del P.U.K., che non hanno accettato la tregua unilaterale del P.K.K. e hanno intensificato i loro attacchi nel tentativo di cancellare il P.K.K. dalla scena politica del medio oriente.
Noi liberalcomunisti riteniamo che il precipitare degli eventi in Kurdistan e l’alto bilancio in termini di vittime sia tra i militari di ambo le parti che tra i civili impongano un intervento immediato dell’O.N.U.. Pensiamo in particolare che sia necessario che l’O.N.U. inviti ufficialmente le parti ad un cessate il fuoco ed invii in Kurdistan una forza di interposizione costituita da alcune migliaia di caschi blu.
La forza d’interposizione dovrebbe essere costituita da militari provenienti da nazioni che non fanno parte della N.A.T.O., dal momento che una delle parti in causa – la Turchia – fa parte di questa alleanza.
Una volta raggiunto il cessate il fuoco e inviata la forza di pace a nostro giudizio dovrebbe essere avviata una conferenza di pace internazionale sotto l’egida dell’O.N.U. a cui dovrebbero essere invitate tutte le parti in causa, cioè i rappresentanti del governo turco, del P.U.K. e del P.K.K..
Le difficoltà risiedono prevalentemente nel fatto che nessuna delle parti in causa, a parte il P.K.K., sembra intenzionato ad una soluzione pacifica del problema e che l’unico organo in grado di imporre delle sanzioni alla Turchia, cioè il Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U., è dominato da paesi che fanno parte della N.A.T.O..
Noi liberalcomunisti però riteniamo che sia necessario continuare a rivendicare comunque un rilancio dell’intervento dell’O.N.U., come massimo organo rappresentativo della comunità internazionale, nella risoluzione delle controversie internazionali e in particolare di quella kurda.

 

 

 


 


MENO BUROCRAZIA E PIU’ AUTOGOVERNO NELLE SCUOLE ITALIANE

 

di

 

Titti

 

 

Sono un insegnante e sono sconvolta per la deformazione che le nuove leggi sulla autonomia scolastica hanno subito nel momento della loro attuazione pratica soprattutto ad opera dei Presidi.
Penso che la riforma tenda a burocratizzare eccessivamente le istituzione scolastiche e a limitarne di fatto il corretto funzionamento nel contesto dell’autonomia.
A cosa serve ad esempio il proliferare di “figure obbiettive” e di “progetti” dalla natura non ben definita che servono unicamente a creare confusione e privilegi soprattutto tra i “beniamini” dei Presidi, che nella maggior parte dei casi sono persone che non hanno nessuna voglia di lavorare in classe?
Il bello è che le burocrazie politico-rivendicative dei sindacati confederali vorrebbero addirittura premiare con aumenti di stipendio proprio queste persone che dovrebbero diventare dei “superprof.” Nullafacenti con il compito di “coordinare” la propria inettitudine e di dare fastidio agli altri insegnanti, che invece fanno regolarmente il proprio dovere in classe.
Mi preme ricordare anche che questi cosiddetti “progetti” per come sono realizzati risultano essere una perdita tempo oltre che una spesa inutile: quando  ci sono 3-4 insegnanti a svolgere attività didattica frontale contemporaneamente nella stessa classe evidentemente si crea confusione nelle giovani menti dei fanciulli, che invece hanno bisogno di saldi punti di riferimento.
I bambini rischiano di disperdersi in mezzo ad una Babele di argomenti e di docenti.
Spero vivamente che il ministro voglia intervenire ignorando i sindacati confederali e le loro richieste spesso orientate unicamente a sistemare i propri raccomandati in posizioni privilegiate all’interno delle istituzioni scolastiche.

 



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