Politica
Il giornale elettronico dei liberalcomunisti
N° 13 del 12/11/2000
Elenco degli articoli pubblicati in questo numero:
1)
1)
“LETTERA APERTA AL
SEGRETARIO DEI DS VELTRONI” di Massimo Cogliandro
2)
“CARLO ROSSELLI ED IL
SOCIALISMO LIBERALE” di Nuvola Rossa
Massimo Cogliandro
Il
sondaggio su cui si basa la lettera:
Data/ora apertura di questo sondaggio: 1/11/2000 13:53
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Compagno Veltroni,
come puoi notare da questo sondaggio, molti italiani
condividono le idee dei liberalcomunisti.
Io penso che se tu desideri realmente unire la sinistra
socialista e comunista in un grande partito del socialismo liberale non puoi
non tenere conto di questo dato di fatto e dovresti fare un passo verso di noi,
magari offrendo agli italiani che sostengono le idee dei liberalcomunisti di
vedere rappresentate in Parlamento le proprie idee.
Non che io desideri a tutti i costi una poltrona a cui non
tengo, ma, dal momento che nessun altro nel nostro Paese lotta per gli ideali
di un nuovo tipo di società fondata sulla democrazia economica, non mi tirerei
indietro se mi venisse offerta dall'Ulivo la possibilità di una candidatura in
un collegio più o meno "sicuro".
Spero di avere tue notizie.
Saluti,
Massimo Cogliandro
Nuvola Rossa
Carlo
ROSSELLI, mazziniano, nel suo saggio scritto nel confino all'Isola di Lipari,
tradotto in Francia nel 1930, attacco' duramente il determinismo del socialismo
cosiddetto scientifico di fronte all'avvento del fascismo, ma non accetto' la
logica rassegnata dell'Aventino (oggi rappresentato da milioni di cittadini che
non si recano a votare).
Rifiuto' di lodare il liberalismo giolittiano e considero' insufficienti
le capacita' di movimento del socialismo riformista insieme alla polemica con
la tradizione marxista quale unica presunta traccia da seguire nell'ambito
della sinistra.
Si ebbe con lui la nascita di quel pensiero "eretico"
del socialismo liberale di matrice mazziniana che coincide per moltissimi punti
con la socialdemocrazia e che "penso'" in sintonia con la sua
simpatia per i partiti socialisti scandinavi e i laburisti inglesi.
L'intellettuale fiorentino fu quindi antesignano di questo
"filone" sociale che nulla puo' avere a che spartire con il
"marxismo".
Ritengo lodevole, comunque, il tuo tentativo che, in questo
piatto panorama politico italiano, nell'ambito di una sinistra sempre piu' tesa
ad ambire posizioni di potere, mette in movimento energie potenzialmente
feconde.
L'appello a Veltroni non sara' raccolto perche' pochi sono i
"collegi" sicuri superando i pretendenti il numero degli stessi.
Non ti dolere dunque se rimarrai fuori
dal "palazzo"....sara' un bene per te avere maggior
tempo da dedicare ad affinare le tue idee che, dichiarate da te
liberalcomuniste, vanno invece inquadrate in un solco gia' tracciato da un filo
conduttore riconoscibile fra il pensiero azionista e socialista, democratico e
repubblicano.
Auguri, comunque, di nuovo per il tuo impegno.
Il commento di
Massimo Cogliandro:
Il liberalcomunismo si
differenzia dal socialismo liberale perché non mette da parte il metodo
marxista, ma lo trasforma radicalmente adattandolo alle esigenze della società
contemporanea. Il liberalcomunismo, inoltre, non rinuncia alla prospettiva di
una rivoluzione non violenta, che conduca al progressivo superamento dei modi
di produzione capitalistico e capitalistico di Stato.
Sono d’accordo però sul
fatto che esistono notevoli somiglianze tra il socialismo liberale di matrice
mazziniana di Carlo Rosselli ed il liberalcomunismo. In effetti, Mazzini
propugnava una società in cui la maggior parte delle aziende fossero trasformate
in cooperative, cioè in imprese più o meno autogestite, proprio come i
liberalcomunisti.
La differenza però sta nel
fatto che per i liberalcomunisti le imprese autogestite devono essere di
proprietà sociale, cioè di tutto il popolo, e non di proprietà dei lavoratori
che vi lavorano.
I lavoratori delle aziende
dovranno imparare ad autogestire le imprese in cui lavorano in nome e per conto
di tutta la società e non solo pensando al proprio personale interesse.