POLITICA
Il giornale elettronico dei liberalcomunisti
n°8 del 3-9-2000
Elenco degli articoli pubblicati in questo
numero:
1. “LETTERA APERTA AL
MINISTRO TULLIO DE MAURO” di Titti
2. "NUOVE
REGOLE PER LA NOMINA DEI PRESIDI NELLE FACOLTA’ ITALIANE" di
Titti
2. "NO ALLA
PRIVATIZZAZIONE DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO DEL COMUNE DI ROMA" di Massimo
Cogliandro
LETTERA
APERTA AL MINISTRO TULLIO DE MAURO
di
Titti
Onorevole
Ministro,
si sono
appena conclusi i concorsi nella scuola pubblica per il reclutamento dei nuovi
insegnanti e si sta verificando ancora una volta lo scandaloso fenomeno di uno
squilibrio eccessivo tra uomini e donne nel reclutamento del nuovo corpo
docente.
Si
parla spesso di pari opportunità, il che penso voglia dire che in settori
delicati, come quello della scuola appunto, che interessa la formazione del
bambino per il quale è importante essere a contatto anche con la figura
maschile, si debba avere l’assunzione di un egual numero di donne e di
uomini.
Le
vostre pari opportunità – e ve lo dice una donna, una femminista umiliata da
quello che sta avvenendo – si stanno risolvendo invece nella assunzione di sole
donne nei settori più importanti e delicati. Questa non è una svolta a sinistra
della politica italiana, ma semplicemente una destabilizzazione del tessuto
sociale. La struttura familiare, infatti, resta quella tradizionale e la
mancanza di lavoro per gli uomini causa automaticamente una riduzione dei
matrimoni e delle coppie di fatto, accresce l’esercito dei single ed è la causa
fondamentale del crollo demografico. Anche quando si formano nuovi nuclei
familiari, per il fatto che a lavorare spesso è solo la donna, nella famiglia si
crea un clima di tensione perché non esiste un clima di parità, ma la
sottomissione completa dell’uomo nei confronti della propria donna, che spesso
conduce dritto al divorzio con la creazione di problemi psicologici nei
figli.
Ora,
nelle scuole – in particolare nella scuola elementare e materna -, più del 90%
dei docenti sono di sesso femminile; penso che sarebbe opportuno, che per i
concorsi appena conclusi vengano preparate due graduatorie, una per i maschi e
una per le femmine, e che i posti disponibili siano suddivisi esattamente a metà
tra queste due graduatorie.
NUOVE
REGOLE PER LA NOMINA DEI PRESIDI NELLE FACOLTA’ ITALIANE
di
Titti
Le recenti
pressioni dei presidi delle Facoltà Mediche contro le riforme del Ministro
Zecchino hanno reso evidente che anche all’università il Preside deve essere
assunto per concorso e controllato dal Ministro se si vuole stroncare
l’iperpotere baronale e se si vuole garantire il buon andamento dell’università
italiana.
Attualmente i presidi delle Facoltà italiane sono nominati dal
corpo docente e, proprio per questo motivo, gli studenti non si sentono protetti
da questa figura che dovrebbe essere innanzitutto una figura di garanzia.
I
professori universitari italiani, per il fatto stesso di costituire una classe
istituzionale dominante (la burocrazia docente) con interessi specifici, tendono
a dimenticare facilmente, che il loro dovere fondamentale nei confronti della
società è quello di curare la formazione dei giovani e si dedicano unicamente
alle bocciature di massa in sede di esame.
Ritengo, inoltre, che per
distruggere le baronie universitarie vadano introdotte forme di flessibilità
molto spinta per i docenti universitari di tutti i livelli.
NO
ALLA PRIVATIZZAZIONE DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO DEL COMUNE DI
ROMA
di
Massimo
Cogliandro
Da
luglio l’ingresso nelle biblioteche del Comune di Roma è condizionato
all’acquisto di un tesserino (la bibliocard) del costo di 5000
£.
Questa
è stata la prima conseguenza della privatizzazione parziale del sistema
bibliotecario del Comune di Roma e ci dà pienamente il senso di quello che è
l’attacco scatenato in questi anni dalla borghesia politica ulivista contro
l’istruzione di massa.
E’
evidente che la privatizzazione delle biblioteche conduce direttamente ad una
mercificazione del sapere. Il sapere diventa qualche cosa che si compra o si
vende e non più un diritto garantito a tutta la popolazione.
Noi
liberalcomunisti ci ribelliamo all’idea di una privatizzazione delle
biblioteche, così come dell’università e della scuola, che conduca al ritorno ad
una cultura di élite. Riteniamo piuttosto che debba cambiare il loro sistema di
gestione: sarebbe opportuno che gli organi di gestione del sistema bibliotecario
vengano eletti paritariamente dai lavoratori e dagli utenti iscritti alle
biblioteche.
Chiediamo,
quindi, al sindaco Rutelli di rivedere le proprie decisioni in merito, di
interrompere il processo di privatizzazione del sistema bibliotecario e
soprattutto di abolire immediatamente la bibliocard a pagamento, che rappresenta
un vero e proprio insulto alla cultura.