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Maria Montessori: un itinerario biografico e
intellettuale (1870-1909)
di Paola Trabalzini |
11. La
partecipazione al Congresso di Londra
Maria Montessori nominata quale rappresentante dellItalia al Congresso
Internazionale delle donne, tenuto a Londra nel 1899, vi si recò
insieme a Olga Lodi, inviata questultima in qualità di osservatrice[1].
La scelta venne fatta dal ministro Baccelli e dalla contessa Lavinia
Taverna, presidente del comitato provvisorio per la costituzione del
Consiglio Nazionale delle donne italiane[2].
Montessori portava al Congresso di Londra il saluto particolare del
ministro Baccelli e quello di tutte le donne, ribadendo che fondamentale
per la vittoria della causa femminile fosse la loro unità: «siate
socialiste o monarchiche, siate libere pensatrici o clericali, la vostra
idea non conta». Unico partito, per la studiosa, era «il benessere
e la pace universale, il progresso assoluto, che può essere
raggiunto solo quando lumanità intiera sarà cosciente dei suoi veri
diritti e dei propri doveri, lavorerà compatta per il bene
universale»[3].
Il lavoro femminile e le sue condizioni furono oggetto del primo
intervento della studiosa a Londra. In esso colpisce laffermazione
secondo la quale: «Potrebbe essere giustamente affermato che in Italia
non sono tanto luomo o le leggi che sono contro il progresso della
donna quanto la donna stessa. Infatti ci sono leggi favorevoli alla
donna da cui essa non trae vantaggio. Per esempio, potrebbe essere un
membro degli importanti consigli di amministrazione degli istituti di
carità; ma le signore si limitano a raccogliere denaro durante le
feste, affidandone lamministrazione agli uomini». E riguardo al
lavoro delle medichesse rilevava che anche là dove le donne potevano
scegliere il proprio medico chiamavano comunque «gli uomini a curarle,
così come sono state sempre abituate a fare, limitando la loro
attenzione alla critica della vita privata della professionista,
ricacciandola verso i numerosi gruppi del proletariato intellettuale»[4].
Se il tono del discorso appare troppo trionfalistico quando Montessori
afferma che le leggi in Italia erano favorevoli alla donna, pur
bilanciato poi dalla constatazione delle condizioni spesso tristissime
delle donne lavoratrici, interessante è la riflessione secondo la quale
il movimento delle donne non doveva combattere solo i preconcetti degli
uomini, ma anche quelli delle donne stesse che, non essendo state
educate alla vita sociale, rimanevano schiacciate sotto il peso del
pregiudizio, in una sorta di oblio delle proprie capacità. Cera da
combattere una battaglia interna rivolta allelaborazione della
consapevolezza femminile affinché le donne potessero essere solidali
tra loro e consce di poter assumere responsabilità famigliari, sociali
e politiche. E dunque a coloro, uomini e donne, che consideravano il
femminismo dissolutore della famiglia la dottoressa rispondeva che la
donna lavoratrice, membro di una umanità che riconosceva diritti e
doveri ad ognuno, sarebbe stata compagna e madre più consapevole. Ella
«tenderà ad elevarsi in un grado sempre più alto nella dignità
materna»[5],
aiutando con il suo lavoro luomo a mantenere lagiatezza della
famiglia mostrandogli «una intelligenza colta e capace di comprenderlo,
un cuore alto a seguirlo nelle sue passioni sociali e politiche»[6]. Ancora nel 1902, nello
scritto dal titolo La via e lorizzonte del femminismo,
Montessori precisa che la donna: «con la conquista dellindipendenza
economica, con la esperienza e la coscienza conquistate nelle lotte
sociali, non solo sarà libera nella scelta delluomo; ma diverrà
anche la vera compagna di lui, la collaboratrice, lamica, la sorella
sociale. Il matrimonio, se non avrà più nessun lato utilitario, ne
nobiliterà nel vero amore, completo, che unisce cuore e intelletto»[7].
Il matrimonio dunque come legame tra due persone libere e la maternità
come scelta, si è detto, cosciente. E nella direzione di tutelare la
maternità, la salute delle donne e quella dei loro figli, è da
considerarsi la critica al sovralavoro femminile che Montessori svolse
sempre nel primo intervento al Congresso di Londra, nel quale sembra
anche suggerire interventi legislativi per proteggere il lavoro
femminile[8],
così come nel terzo intervento difende la legge in discussione al
Parlamento che proibiva limpiego nelle miniere dei bambini al di
sotto dei 14 anni.
La denuncia delle condizioni del lavoro femminile è presente anche nel
secondo intervento nel quale Montessori definisce le maestre,
soprattutto quelle che lavoravano in zone impervie, dove mai insegnante
sarebbe voluto andare, i «paria» della civiltà sia da un punto di
vista economico, in quanto percepivano stipendi dimezzati rispetto agli
uomini, sia da un punto di vista intellettuale, in quanto lisolamento
le condannava allinedia mentale. Ed ancora la voce di Montessori
vibra con intensità quando nel terzo intervento sottolinea le
condizioni disumane di lavoro dei bambini nelle solfare, condizioni che
ne pregiudicavano il futuro di uomini sani nel corpo e nello spirito.
La dottoressa dopo aver sostenuto al Congresso di Torino il diritto di
tutti i bambini allistruzione con lintervento al Congresso di
Londra affermò il diritto dei bambini a veder salvaguardata la propria
infanzia dalla quale lo sfruttamento a cui erano sottoposti allontanava
ogni serenità.
Il contributo positivo che la donna portava nella vita sociale assumeva
anche la forma dellassistenza e difesa dei bambini in difficoltà;
una sorta di maternità sociale, espressione del diverso modo da
parte delle donne di percepire i problemi sociali. Molte daltronde
erano le associazioni e i comitati organizzati da gruppi di
emancipazioniste in difesa di quelle categorie di persone che vivevano
ai margini della comunità civile, rivendicando in tal modo un nuovo
sentimento della maternità che poteva però anche incorrere in ambiguità
e fraintendimenti, divenendo funzionale a quelle forze conservatrici che
consideravano la donna unicamente nel ruolo di madre.
Il binomio donna-bambino è costante negli interventi della pedagogista al
Congresso di Londra e lo ritroviamo anche allinterno di Il metodo,
successivamente un altro tema si affiancherà a quello del bambino: la
pace. Attraverso la lettura della conferenza La donna nuova e
dellarticolo La questione femminile e il Congresso di Londra,
ci è parso di cogliere, anche in questa prima fase dellattività di
Maria Montessori, unattenzione al tema della pace in stretta
connessione al rinnovamento di cui la donna era protagonista nella
società e allottimismo positivistico verso il contributo dei
risultati delle scienze al progresso sociale e al bene universale.
Daltronde la battaglia in difesa della pace era fatta propria dai
movimenti femministi di fine secolo e la «Società per la donna», di
cui Montessori insieme a Rosa Amadori e Adele Albani era segretaria,
svolse unintensa campagna contro limpresa coloniale in Africa,
mentre lo stesso Congresso di Londra dedicò al tema della pace la sua
ultima giornata[9].
Diverso sarà il tono delle conferenze sulla pace che Montessori terrà
negli anni 30; ci interessava però qui sottolineare come nel periodo
della sua formazione la pedagogista non si mostrasse insensibile ad un
tema per lei in seguito fondamentale e che nel periodo della sua attività
preso ora in esame era argomento della vita politica e culturale del
tempo
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