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ESSMOI-Ente per la Storia del Socialismo e del Movimento operaio Italiano- Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani , Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano 1983-1990, Roma, Edizioni ESSMOI, 1999.
di Furio Pesci

L’imponente Bibliografia del socialismo, che costituisce da anni uno dei principali impegni di ricerca della Fondazione Modigliani, si arricchisce di un altro volume d’aggiornamento, che testimonia la serietà e la costanza del lavoro che la Fondazione conduce nel nostro Paese. Curata da Valerio Marucci, Elisabetta Colla, M. Gabriella D’Amore, M. Vittoria Gusella e Viviana Simonelli, il volume è il dodicesimo della serie (il terzo, come supplemento) e raccoglie complessivamente 16mila voci, comprendenti: scritti di autori italiani comunque interessanti il socialismo italiano; scritti di autori stranieri parimenti legati alla storia del socialismo e del movimento operaio italiano; testi “classici” del socialismo e scritti di autori stranieri tradotti in lingua italiana e pubblicati nel nostro Paese e, talvolta, anche all’estero; scritti sul socialismo in lingua straniera pubblicati in Italia. Nel suo insieme, la Bibliografia raccoglie attualmente circa 100mila voci.

Come si vede, quest’opera rappresenta un punto di riferimento prioritario e insostituibile per lo studio e la conoscenza della cultura socialista e, in quanto tale, uno dei migliori esempi di ricerca bibliografica nel nostro Paese (e anche in campo internazionale).

Dedicata alla memoria dei Modigliani (cfr. il bell’intervento di Gaetano Arfè, attuale Presidente della Fondazione), la Bibliografia costituisce veramente, com’era nelle sue intenzioni, il degno tributo per ricordare due figure di socialisti che hanno fatto grande non solo la “fortuna” politica del socialismo italiano, ma anche, forse soprattutto, la “cultura” socialista nel nostro Paese, al di là dell’impegno politico quotidiano che ne assorbì la gran parte dell’esistenza.

La Bibliografia è, nel suo complesso, frutto dell’impegno di Fernanda Ascarelli, per anni alla guida della ricerca condotta dalla Fondazione, la cui recentemente scomparsa è ricordata da Arfè con affetto. Il gruppo di studiose che ne ha proseguito gli sforzi continua effettivamente e degnamente una tradizione della “Modigliani” che vede, caso quasi unico nel nostro paese, le donne protagoniste, “in netta maggioranza” (p. VII), di una ricerca scientifica di alto livello.

In un periodo di crisi delle Fondazioni culturali, dovuto soprattutto alle ristrettezze economiche, l’opera della “Modigliani” testimonia il valore di queste istituzioni, e in particolare di alcune fra esse, ed è auspicabile che la sua attività possa continuare come nel passato, con il sostegno convinto non solo degli studiosi che ne conoscono ampiamente il valore, ma anche dello Stato, a cui spetta il compito di incentivare e incrementare le attività che contribuiscono alla crescita della cultura nel nostro Paese.

 

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