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Terry Malloy, Montessori e il vostro bambino.
Un manuale per i genitori. trad. ital. a cura di Elena Dompè, presentazione di
Renato Dulbecco, Roma, Edizioni Opera Nazionale Montessori, 1999, pp. 103.
di Paola Trabalzini |
Come
è veramente il vostro bambino? Di che cosa ha bisogno? Come è possibile aiutarlo? E come
il metodo Montessori può contribuire alla sua crescita? A queste ed altre domande cerca
di rispondere Terry Malloy nel libro Montessori e il vostro bambino. Un manuale per i
genitori, tradotto in italiano a cura di Elena Dompè e pubblicato dalle Edizioni
Opera Nazionale Montessori.
Il
libro, edito negli Stati Uniti nel 1974, è stato già tradotto in molte lingue: spagnolo,
tedesco, russo, cinese, ebraico, arabo, e appare in italiano con una curata veste grafica,
mantenendo delledizione originale la scelta dellA. di adottare a pagine
alterne la connotazione di genere maschile e femminile, "nel rispetto di ogni
bambino, maschio o femmina che sia" (p.18), scelta che non viene conservata dalla
curatrice del testo nellultima parte e nellAppendice. Nella versione italiana
il piccolo volume è arricchito da numerose illustrazioni che ben commentano quanto
lA. va progressivamente esponendo. Esse ritraggono bambini impegnati nelle attività
caratteristiche delle "Case dei Bambini": esercizi di vita pratica ed esercizi
sensoriali, ma anche intenti ad esplorare lambiente che li circonda.
Il
libro, che ha la forma e la praticità del tascabile, si prefigge lo scopo di introdurre i
genitori alla filosofia educativa montessoriana con lo stile semplice e diretto del
discorso colloquiale, reso ancora più efficace dalla struttura del testo organizzato per
brevi domande e risposte e secondo argomenti che lA. affronta con chiarimenti e
suggerimenti.
Terry
Malloy, insegnante americana con una ricca esperienza acquisita in anni di insegnamento in
scuole che adottano il metodo Montessori, con questo libro si rivolge in particolare ai
genitori di bambini dai 2 anni e mezzo ai 6 anni di età. La lettura del testo può
risultare piacevole e stimolante anche per i genitori di bambini più grandi e per tutti
coloro, insegnanti, nonni e adulti in genere, che definiscono relazioni con i più
piccoli. Il libro mira, infatti, ad essere uno strumento utile agli adulti per meglio
comprendere i bambini e ai genitori suggerisce, come scrive nell Introduzione la
curatrice del testo, "una bussola per orientarsi nel mare piuttosto mosso dei
rapporti tra genitori e figli", senza la presunzione "di avere già le risposte
giuste, di "credere di sapere"" (p.12).
La
relazione educativa genitore-figlio si caratterizza per la sua dinamicità in quanto
relazione da costruire attraverso il confronto tra più voci in un processo di
co-educazione e autoeducazione.
Il
bambino animato da una prorompente vitalità, dal desiderio, scrive lA., "di
crescere, di espandersi e si svilupparsi" (p.28), scopre attraverso esperienze
percettivo- sensoriali lambiente che lo circonda, le molte cose "che lo aiutano
a diventare adulto"; afferrare, manipolare, camminare, spostare gli oggetti, correre,
sono tutte attività essenziali alla sua crescita e che richiedono uno spazio, in casa o
fuori, in cui non siano presenti ostacoli o oggetti che possano rivelarsi pericolosi se
utilizzati dal bambino "che ha un a gran voglia di essere indipendente, cioè di fare
il più possibile da sé e per sé" (p.21).
Dal
riconoscimento dellesistenza di una vita psico-fisica del bambino sin dalla nascita,
di un continuo lavorio interiore che lo condurrà a divenire adulto e di bisogni
affettivi, emotivi, sociali, ne consegue per i genitori limportanza di percorrere la
strada del dialogo, della discussione, della persuasione rispetto a quella
dellimposizione, del precetto e del comando che spesso nel ruolo di figli hanno già
percorso con i loro genitori. Affinché ciò sia possibile alladulto è richiesto di
impegnarsi in un radicale rinnovamento di sé, divenendo sensibile nei confronti dei
bisogni del bambino, sensibilità che ha il suo fondamento nella fiducia verso il bambino
stesso, nella sua capacità "di insegnare a se stesso" (p.73) in quanto egli ha
i mezzi per apprendere, si tratta solo di aiutarlo ad esprimerli ed esercitarli, come
sottolinea Renato Dulbecco nella presentazione del libro. Ladulto è impegnato a
contraccambiare linfinita fiducia che il bambino ha nei suoi confronti con
altrettanta fiducia e comprensione, le stesse che riconoscerebbe ad una persona adulta.
Il
bambino, afferma Terry Malloy, ha bisogno di essere trattato con rispetto, "questo
non significa che debba sempre "averla vinta"; il vostro bambino non vuole
dominare, vuole partecipare [...]. Ha bisogno di vedere che i suoi sentimenti e le sue
idee sono importanti e degni di considerazione. Anche se forse non siete sempre
daccordo con lui, il vostro bambino ha bisogno di sentire che lo capite. Dedicare
tempo -continua lA.- ad ascoltare e a meditare i suoi sentimenti e le sue idee e
magari anche a modificare i propri atteggiamenti in risposta ad essi lo aiuta a costruire
sentimenti di autostima e accresce il suo amore e il suo rispetto per voi"
(pp.39-40).
Ladulto
abbandoni il timore che il bambino con le sue richieste gli rechi danno, fastidio, che il
suo desiderio di condividere le attività delladulto rappresenti una perdita di
tempo in quanto si ritiene che il bambino "non sappia fare", "non possa
fare". Egli è invece in grado di dedicarsi ad attività impegnative che richiedono
grande concentrazione; il bambino sta costruendo la sua personalità attraverso luso
del corpo e della mente e ciò richiede tempi ed attività adeguati. Ladulto
acquisisca nei confronti del bambino quello che Montessori nel libro dal titolo Il
bambino in famiglia (raccolta di conferenze tenute dalla pedagogista nel 1923 a
Bruxelles, edita la prima volta a Todi, Tip. Tuderte, 1936; I edizione Garzanti, 1956)
definisce lo "spirito di ospitalità", che si sostanzia della capacità
delladulto di farsi osservatore ed interprete dei comportamenti del bambino per
capirne le motivazioni e costruire un ambiente stimolante nel quale egli possa fare
esperienze idonee alla sua età e fondamentali per la sua formazione. Alladulto
spetta di far proprio labito di un agire indiretto e comunque sempre partecipato,
nel senso che mai deve venire meno nel bambino la certezza che ladulto sia fonte di
comprensione, rassicurazione e incoraggiamento.
Terry
Malloy consiglia, a questo proposito, di non usare frasi come "non fare",
"non puoi", "è sbagliato" in quanto le parole negative fanno sentire
il bambino "scontento di sé mentre le reazioni positive lo aiutano a sentirsi
indipendente e capace" (p.61). Si tratta di elogiare i successi del bambino e
ignorare gli insuccessi, di offrire occasioni di apprendimento attraverso attività che
ladulto sa che saranno gradite ed evitare compiti ancora troppo difficili che
demotiverebbero il bambino, pregiudicando la possibilità di successive acquisizioni.
"Alla bambina -sottolinea lA.- non serve una gran quantità di lodi o di finti
entusiasmi: questi possono addirittura danneggiarla. Ma poche parole schiette e piene di
calore e qualche gesto di apprezzamento per i suoi sforzi e per le sue qualità personali
sono molto importanti per lei" (p.47).
Sino
dalle prime pagine di Montessori e il vostro bambino. Un manuale per i genitori
emerge limportanza che nelleducazione infantile riveste la figura
delladulto come fonte di sicurezza affettiva, di sostegno, di protezione, ma anche
quale modello di comportamento. Il bambino impara ad interagire con le persone che lo
circondano osservando ed imitando ladulto il cui impegno risiede nel riflettere sui
comportamenti che vorrebbe il bambino acquisisse e comportasi poi di conseguenza, ossia
ladulto non può rimproverare continuamente il bambino, essere con lui sgarbato,
ingannarlo con false promesse e aspettarsi poi comportamenti affettuosi, gentilezza e
sincerità. I bambini sono attenti al comportamento degli adulti che "dovrebbero
essere consapevoli del grande potere che hanno di plasmare la vita e la personalità dei
propri figli" (p.64).
Scorrendo
le pagine del libro è progressivamente più evidente la delicatezza, complessità,
ricchezza e molteplicità di aspetti del ruolo di genitore che richiede autocontrollo,
coerenza, apertura, disponibilità allascolto e al dialogo comprensivi, capacità di
riflettere sui propri atti, di rivedere le proprie posizioni di fronte alle richieste e
agli stimoli che vengono dal bambino. Flessibilità e comprensione costituiscono alcune
delle direzioni dellagire educativo dei genitori anche sul delicato e spinoso tema
delle regole che spesso vede in conflitto genitori e figli.
Se
il ruolo di guida che ladulto riveste nei confronti del bambino si costruisce sul
rispetto e la fiducia che il figlio ha verso i genitore ne sono anche parte importante le
norme, utili a regolare la giornata, a scandire il succedersi delle attività, le
relazioni con gli altri. Il bambino che sta costruendo la propria conoscenza del mondo
trae dalle indicazioni delladulto sicurezza, ma è importante che regole e limiti
siano ragionevoli e condivisi, ossia vengano spiegati al bambino e poi fatti rispettare
con regolarità e giustizia, solo così, osserva lA., il bambino le accetterà senza
problemi. Lefficacia delle regole dipende perciò dallessere state prima
meditate dalladulto e successivamente presentate al bambino, dal corrispondere ad
esigenze reali e sentite da tutti i membri della famiglia, non frutto dellarbitrio
di una persona sullaltra, non atto impulsivo e immotivato. Anche la modificazione di
una regola, qualora i genitori la ritengano oramai inopportuna, deve esser fatta in
comune, ad esempio, suggerisce lA., attraverso un consiglio di famiglia.
La
relazione educativa genitori-figli si caratterizza per la continua costruttività in
quanto i bambini crescono rapidamente e mutano i bisogni, le richieste e aumentano gli
spazi di autonomia, il che comporta sia una ridefinizione delle regole sia un diverso modo
di essere accanto ai figli. Se compito del genitore è, infatti, di soddisfare i bisogni
del bambino, ciò non significa, sottolinea lA., sostituirsi a lui nello svolgimento
delle sue occupazioni, in questo caso si può parlare piuttosto di interferenza nelle
attività liberamente scelte dal bambino che di aiuto alla sua crescita fisica e mentale
affinché conquisti sempre più ampi spazi di movimento, autocontrollo e fiducia nelle sue
capacità di giudizio e di scelta.
Ladulto
spesso incorre nellerrore di confondere la difesa e il sostegno che sono parte del
suo ruolo educativo con liperprotezione, impedendo al bambino di misurare le proprie
forze rispetto alle difficoltà insite nel portare a termine lattività intrapresa,
sottraendogli in tal modo una fondamentale occasione per conoscersi ed imparare ad
autovalutarsi. Vi è un limite allintervento delladulto: il bisogno del
bambino di imparare facendo, di ricevere laiuto giusto per la sua età allo scopo di
imparare a fare da solo. Lattività corrispondente agli interessi del bambino
produce in lui soddisfazione, gioia, lo aiuta a costruire lordine interiore e
qualora si tratti di una attività che coinvolge altre persone rappresenta anche
lopportunità per imparare a collaborare con loro, a risolvere i conflitti, a
rispettare le esigenze altrui.
Il
lavoro appagante e liberamente scelto aiuta il bambino a liberare le sue potenzialità e
possibilità, a divenire disciplinato e responsabile del suo operato, ad acquisire il
senso della dignità personale. LA. riprende qui un tema tipicamente montessoriano:
quello della normalizzazione, ossia del ristabilirsi, attraverso lapplicazione ad un
lavoro serio e appagante, di un equilibrato sviluppo, alterato dallincomprensione
delladulto.
Al
genitore consapevole dei bisogni del bambino, impegnato a promuovere attività che guidino
il figlio verso lautonoma costruzione di sé e lo educhino allindipendenza,
lA. offre, nellAppendice al libro, alcuni suggerimenti per
lorganizzazione degli ambienti familiari affinché il bambino possa agevolmente
muoversi, raggiungere gli oggetti posti su mensole fissate alla sua altezza, vestirsi e
spogliarsi da solo, disporre di strumenti per pulire la sua camera, ma anche per curare
animali o piante, attività questultima che sviluppa il senso di responsabilità del
bambino.
Le
indicazioni e gli spunti di riflesione che il libro offre hanno la finalità di sostenere
i genitori in un ruolo, quello di educatori, tanto complesso quanto essenziale e rispetto
al quale è talvolta forte il senso di inadeguatezza o incertezza, soprattutto oggi che
listituzione familiare è attraversata da profondi mutamenti.
"Non
è assolutamente necessario -scriveva Maria Montessori nel 1923 (Il bambino in famiglia,
p.113)- che noi appariamo perfetti agli occhi dei bambini; invece è necessario
riconoscere i nostri difetti ed accettare pazientemente le loro giuste osservazioni".
Essere
modello del comportamento dei figli non equivale ad essere un modello di perfezione,
quanto piuttosto a vivere con impegno, serietà ed onestà il proprio ruolo di genitori.
Un ruolo che ognuno elabora con il tempo in seguito alle esperienze di vita personali,
alla relazione quotidiana con i figli, al confronto rispettoso dellindividualità
dellaltro.
Il
rapporto educativo genitore-figlio non può svilupparsi e crescere, riteneva Montessori e
Malloy condivide questa opinione, attraverso losservazione rigida di un decalogo
quanto piuttosto nellosservazione comprensiva e partecipata del progressivo
svilupparsi della vita del bambino che richiede la disponibilità delladulto a
ritirarsi nel ruolo di "regista", lasciando la scena alle forze operose del
bambino.
Se
non è corretto parlare di un elenco di norme per leducazione familiare, alcuni
punti cardinali la proposta educativa montessoriana, che Terry Malloy illustra e commenta,
mostrando profonda sensibilità per un tema più volte affrontato da Montessori, li
definisce: rispettare la dignità del bambino; accogliere il suo desiderio di fare,
indirizzandolo verso occupazioni che favoriscano lo sviluppo intellettuale, morale e
psicologico; non temere di interrompere le attività caotiche nelle quali non si manifesta
una direzione nellazione, ma soprattutto corrispondere ai bisogni del bambino,
bisogni che possiamo leggere anche come ineludibili diritti. Diritto alla lentezza
in quanto il bambino ha una percezione del tempo differente da quella delladulto:
vive nel tempo presente; diritto ad apprendere secondo i suoi ritmi naturali e non
adattandosi a quelli degli adulti; diritto ad essere rispettato nella sua integrità
fisica e morale; diritto a spazi propri in cui poter esprimere la sua esigenza di fare, in
cui potersi muovere senza incorrere in pericoli e concentrarsi su ciò che più lo
interessa; diritto ad essere apprezzato ed incoraggiato per quanto di nuovo crescendo
conquista, ma anche per ciò che ancora non riesce a fare; diritto alla comprensione,
allascolto, al riconoscimento del proprio sé in evoluzione. |