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Riflessioni sul recente libro di Rossella Certini: Jessie White Mario
personaggio dimenticato
di Carlotta Padroni |
1. Riflessioni sul recente libro di Rossella Certini: Jessie White Mario
personaggio dimenticato
Nella
collana "La ricerca educativa / Teoria, storia, prassi" promossa dal
Dipartimento di Scienze dellEducazione dellUniversità di Firenze, che ha
lobiettivo di promuovere un nuovo filone di ricerca storico-educativa, compare un
profilo, firmato da Rossella Certini, di unesemplare figura di donna: Jessie White
Mario. (1)
Nellambito
della revisione sistemativa, cui è stata sottoposta la storia del Risorgimento e più in
generale dellItalia a partire dal secondo dopoguerra, uno studio sul personaggio
della White Mario che assuma le dimensioni di una vera e propria monografia, trova una
fondata giustificazione.
Di
quel complesso processo il Risorgimento che ha contribuito a definire il
volto della Nazione, le diverse scuole storiografiche dal 45 in poi hanno dato
interpretazioni e letture diversificate sottolineando di volta in volta aspetti,
strutture, caratteri disomogenei, anche se fondamentali del processo storico. Comunque,
come segnala Franco Cambi nella Presentazione dellefficace studio dal titolo Jessie
White Mario una giornalista educatrice: "Limmagine dellItalia
moderna emersa da questa mole (veramente imponente) di studi è non solo non-lineare,
contraddittoria e problematica, ma anche centrifuga e dismorfica, carica di tensioni
irrisolte, di arretratezze endemiche, di lunghe durate pressanti e incombenti;
è quella di unItalia che compie la sua modernizzazione con grande travaglio, con
sviamenti e cadute, però anche con rilanci, riprese, rinnovate conquiste" (in R.
Certini, Jessie White Mario una giornalista educatrice, Firenze, Casa Editrice Le
Lettere, 1998, p. 7).
Nellattuale
congiuntura storiografica, che ha favorito una nuova immagine della storia meno lineare e
più pluralistica, si sono quindi recuperati una serie di ambiti, di personaggi cosiddetti
"invisibili", di paradigmi, di chiaroscuri e contrasti che la tradizione storica
aveva rimosso così da alimentare una storia "intera" che si avvale certamente
del pluralismo dialettico dei suoi ambiti, ma anche dei propri "silenzi".
In
particolare non vi è dubbio che la storia delleducazione nel corso degli anni ha
avuto un deciso sviluppo, fino ad assumere nei primi anni ottanta una fisionomia più
marcata e autonoma aprendosi progressivamente ad eventi meno studiati. Nel caso del
personaggio presentato dalla Certini lo studio spazia in settori meno frequentati della
ricerca storica: come quello della storia delle donne (un ambito trascurato non soltanto
in rapporto a temi ed aspetti ma anche in rapporto a protagonisti storici ritenuti deboli)
e in quello dellimmaginario settore ormai sviluppato in altre aree della
ricerca storica, come quella medievale inteso come storia di miti e di ideali che
in un contesto educativo si muove dai processi di inculturazione alla formazione delle
mentalità.
Il
caso della scrittrice White Mario, eroina risorgimentale, si pone come un caso simbolo di
figura dimenticata dalla storiografia ufficiale e solo in tempi recenti riscoperta
soprattutto nella sua "coscienza critica che legge lItalia unita (e
dellunificazione) secondo un modello di vita sociale e politica nutrito della
cultura inglese, legata al liberalismo democratico di Stuart Mill, di cui sentì
costantemente il fascino e che scelse come guida. Per giudicare lItalia,
per spronarla, per educarla. Per fissarne le carenze e le contraddizioni, per
indicarne i compiti. Per formare la coscienza attraverso interventi che
fossero capaci di fissare modelli vissuti ai quali richiamarsi come a propri ideali"
(F. Cambi, Presentazione in R. Certini, Op. cit., p. 8).
La
figura di giornalista e scrittrice inglese, interessata al Risorgimento italiano da
Garibaldi e avvicinatasi a Londra a Mazzini al quale dedicò un culto devoto, è al centro
del saggio della Certini che interpreta lattività della White Mario, soprattutto in
una chiave pedagogico-educativa .
Nelle
due parti iniziali del volume, si trova unampia trattazione in cui si ripercorrono
le tappe del pensiero e dellattività della scrittrice inglese in rapporto ai
protagonisti e agli ideali del nostro Risorgimento, e locchio attento e sensibile
della giornalista è messo in risalto dalle analisi delle realtà del nuovo Regno
dItalia compiute dalla White Mario allindomani dellUnità.
Le
sue pubblicazioni a sfondo sociale intendono nel contempo proporre "problemi
aperti" al fine di sollevare domande nellimpossibilità di proporre soluzioni.
"La questione sociale, la questione meridionale, le condizioni di abbandono
dellinfanzia, lo scarso sviluppo industriale ed economico, leducazione
popolare, che stenta a trovare una reale applicazione, e la condizione femminile sono le
problematiche più urgenti sulle quali [
] si concentrerà linteresse della
Mario" (R. Certini, Op. cit., p. 61).
Linteresse
della giornalista si è presto focalizzato sulla realtà meridionale che poneva alla
collettività italiana il problema sociale più pesante fin dai primi decenni
dellUnità dItalia. Jessie White Mario aveva infatti una conoscenza diretta
dei problemi relativi alle aree meridionali per aver partecipato alle imprese garibaldine,
e lesperienza maturata e le opportunità colte con prontezza le hanno concesso di
utilizzare dati di prima mano alla luce di una sensibilità che aveva come riferimento un
profilo culturale europeo.
Le
sue notazioni e le sue riserve sono scevre da quello che lo stesso Renato Fucini bollò
come "pietismo consolatorio" e la sua ricerca non ebbe certamente
unaccoglienza tranquilla poiché molte furono le voci irritate che si levarono a
tentare di coprire uno status quo indifendibile. La scrittrice era invece assai
determinata a denunciare con coraggio la gravità della situazione censurando quelle
ipocrisie che con unespressione odierna potrebbero definirsi un falso ideologico.
Sembra di poter dire che questo atteggiamento derivava direttamente dalla formazione
anglosassone nella quale i valori della democrazia e del pensiero liberale costituivano,
storicamente, una gran parte.
"La
Mario è figlia, se così possiamo dire, del liberalismo britannico prima e di quello
italiano/mazziniano poi. [
] Lideologia inglese ha attinto
dallespressione politica concreta, da appassionati dibattiti pubblicistici e
dallelaborazione dottrinaria di insigni pensatori, le sue varie e diverse
componenti. La tradizione liberale crede fermamente nellindividualismo, nel
mantenere e confermare uno stretto legame tra politica e coscienza morale, nella libertà
religiosa e civile, nellavversione allassolutismo regio,
nellutilitarismo in economia e nel libero scambismo. Gran parte dellideologia
mazziniana ricalca le leggi basilari dei costrutti milliani e benthamiani e questo spiega
perché la Mario apprezzasse in maniera entusiastica il programma repubblicano di Mazzini,
poiché le apparve come la naturale continuazione degli insegnamenti democratici ricevuti
in gioventù" (R. Certini, Op. cit., p. 51). Oggetto delle sue riserve era
anche la mentalità e la condotta dei ceti dominanti del Sud ma anche di alcune aree del
Nord-Italia. Il lavoro della White Mario viene elaborato in un periodo cruciale della
storia della nascente nazione; la prospettiva della scrittrice si allarga, fino a
distinguere, al di là delle cronache giornalistiche, la reale congiuntura che ha prodotto
lunità del paese. Evidenti sono le contraddizioni rappresentate dalla presenza
decisiva della classe dirigente del Regno di Sardegna e dei suoi modi angusti, miopi e
antiquati della gestione del potere; una presenza sostanzialmente incapace di intendere le
ragioni dellarretratezza endemica connaturata alla storia delle aree meridionali. Il
riferimento polemico preciso era mirato alla destra storica e alla sua politica.
Rossella
Certini, che tende a enucleare lelemento pedagogico insito nella prospezione della
White Mario, sottolinea quanto in quelle stagioni fosse necessaria uneducazione
civile e morale esemplare ma soprattutto stimolante diretta a tutte le generazioni e le
categorie sociali. A questo proposito figura il riferimento pertinente alla delinquenza
assai radicata in Sicilia, causata soprattutto dalle carenze nellapplicazione della
legge "uguale per tutti".
La
visione riformista di Jessie White Mario, alla quale non è estraneo il modello pedagogico
positivista, sottolinea lurgenza di un nuovo modo di "fare educazione"
necessariamente connotato da una lucida attenzione nei confronti della questione sociale e
dalla consapevolezza del valore fondamentale dellistruzione come veicolo di
risanamento morale e civile di un popolo. La matrice democratico-liberale del pensiero
della giornalista inglese, alla quale non è estranea lideologia milliana e
post-milliana, incide direttamente nella valutazione della situazione italiana, non solo
educativa, fortemente compromessa da legislazioni inadeguate e da uomini impreparati,
provocando in lei delusione e inevitabilmente ribellione.
Lestensione
della legge Casati a tutto il territorio del Regno, accentuando il divario tra Nord e Sud,
è un esempio adatto a spiegare linadeguatezza e la demagogia dei nuovi
provvedimenti governativi; infatti essa sancisce tanto lobbligo scolastico, senza
prevedere una distribuzione capillare delle scuole su tutto il territorio, quanto
letà scolare, ben definita ma senza controlli sulleffettiva attività
didattica, complice unalta mortalità infantile sintomo che "la miseria è
molto più forte della sete di cultura".
Alla
giornalista inglese non sfugge nulla di tutto questo: il suo pensiero pedagogico si snoda
infatti attraverso tre direttrici fondamentali: analfabetismo, dualismo Nord-Sud,
questione femminile (l800 è il secolo della conferma del valore
"simbolico della maternità", valore incoraggiato dalla Chiesa Cattolica che ha
contribuito ad allontanare bambine e ragazze dalla scuola).
Comunque
il modello pedagogico della scrittrice fu, alla fine, più "vissuto" che
"scritto", come anche il suo appoggio al femminismo; la sua azione era sostenuta
dalla convinzione che i problemi sociali (delinquenza, prostituzione, povertà) fossero
risolvibili dapprincipio attraverso unadeguata formazione scolastica e
professionale. Lottò inoltre per divulgare nuovi intenti pedagogici in grado di
combattere posizioni reazionarie e demagogiche, convinta che chi dimentica "gli
errori e gli orrori del passato, è condannato a ripeterli".
Nella
sua attività fu positivamente incoraggiata e stimolata da Pasquale Villari; entrambi
erano collaboratori del famoso quotidiano di Napoli "Il Pungolo" dal quale
prende corpo La miseria in Napoli (1877) ma anche le Lettere
Meridionali dell eminente studioso napoletano, il libro più famoso di
tutta la produzione a sfondo sociale della Mario. Nella elaborazione di questopera
la scrittrice visitò carceri , tuguri, fondaci, ospedali, di cui descrisse le condizioni;
la prima stesura apparve, come spesso accadeva, sotto la specie di una serie di articoli
ospitati dal quotidiano napoletano.
Villari
condivise molte delle prospezioni della Mario; egli infatti aveva già messo a fuoco
attentamente il delicato rapporto tra riflessione pedagogica e questione sociale
evidenziando come il progresso morale e civile di una collettività si potesse realizzare
soprattutto attraverso listruzione.
Due
figure, quella di Villari e della Mario, lontane per formazione e impostazione
intellettuale ma assolutamente vicine nelle risposte da suggerire di fronte ai problemi
urgenti della nascente nazione: tanto da far dire alla Certini, a questo proposito, che
"quando al Villari fu chiesto perché avesse esortato una donna inglese a scendere
tra i bassifondi napoletani e perché avesse raccontato le nostre miserie a costei che
sempre aveva militato in un partito assai distante dal suo (Villari era notoriamente
monarchico e Jessie veniva accorpata allideologia repubblicana mazziniana), egli
rispose che tutti gli onesti appartengono ad un solo partito" (R. Certini, Op.
cit., p. 63).
Nella
terza parte del corposo saggio Rossella Certini presenta le biografie storiche che Jessie
White Mario ha dedicato a Mazzini, a Garibaldi, ad Agostino Bertani e ad Alberto Mario;
attraverso i contributi biografici la giornalista fornisce un efficace strumento culturale
ed ideologico attinente a un periodo di trasformazioni tanto grandi da potere essere
identificato come "rivoluzione italiana".
Ad
essere protagonista di questi studi biografici non è il singolo personaggio ma la
temporalità storica presentata nella sua complessità che attira linteresse del
lettore: in questo caso il XIX secolo con le sue profonde, spesso drammatiche
contraddizioni. Le vite di Mazzini o di Garibaldi rappresentano loccasione per
sollecitare la memoria collettiva e dare una nuova fisionomia ad eventi storici
determinanti. La tecnica biografica adottata consente alla scrittrice di studiare e quindi
rappresentare anche gli eventi storici dellepoca in cui vive il personaggio; sullo
sfondo saranno così in rilievo affreschi sociale e politici dellItalia
risorgimentale e post-risorgimentale. Il complesso del materiale storiografico è
corredato da frequenti citazioni di documenti inediti tratti da carteggi e scritti
personali e da numerose testimonianze di contemporanei in modo da presentare la realtà
dellepoca con gli occhi del protagonista che risulta così collocato in una luce
positiva. E da apprezzare nel volume della Certini la presenza di una preziosa
Appendice che propone Lettere e documenti inediti.
Lindagine
di Rossella Certini su questa esemplare figura di donna risulta convincente per
compiutezza e particolarmente stimolante. Per quelli che sono gli specifici interessi de
"La Mediazione Pedagogica" è bene precisare che il giornalismo
"pedagogico" della White Mario emerge in tutta la sua complessità, lontano e
più alto rispetto ai modelli di educazione e istruzione tradizionali; esso risulta
infatti più legato al pensiero britannico-liberale per il quale il processo di crescita
di una nazione è il risultato della capacità di scelta e di giudizio dei cittadini.
E fondamentale dunque la conoscenza dei fatti e, in un contesto democratico, lo
stimolo alla identificazione del vero e dellutile affinando gli strumenti necessari.
Se con la sua attività di giornalista, scrittrice, intellettuale Jessie White Mario ha
cercato di orientare verso questi obiettivi, Rossella Certini studiosa attenta e sensibile
ha letto in tutta la sua generosità e ricchezza lesperienza umana e professionale
della scrittrice.
(1)Rossella Certini, Jessie White Mario una
giornalista educatrice, Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1998. |