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Cavallera Hervé A., Ugo Spirito. La ricerca
dellincontrovertibile, Formello, Edizioni SEAM, 2000.
Spirito Ugo, La vita come ricerca, con prefazione di F. Perfetti e introduzione
di H. A. Cavallera, Milano-Trento, Luni Editrice, 2000.
di Furio Pesci |
Il
gruppo di studiosi raccolto attorno alla Fondazione Ugo Spirito, tra i quali Hervé A.
Cavallera è uno dei più attivi, ha recentemente intrapreso il progetto di pubblicare
presso leditore Luni le opere più significative di Ugo Spirito, una delle coscienze
più lucide ed inquiete della filosofia contemporanea italiana ed europea.
Liniziativa
si inserisce organicamente in una ripresa degli studi sulla tradizione filosofica
novecentesca del nostro Paese, fortemente segnata dalla parabola del neoidealismo nella
prima metà del secolo, una corrente che, dopo il tramonto del regime fascista, è caduta
nel dimenticatoio, a causa delle tumultuose trasformazioni del dopoguerra e le ansie
innovatrici, talvolta alquanto velleitarie, dei tempi più recenti.
E
certo che sul neoidealismo è piombata una cappa di disinteresse, di sufficienza che alla
resa dei conti appare ingenerosa nei confronti di una filosofia che non si può
semplicemente bollare di provincialità o di asservimento al regime fascista e, in genere,
agli interessi politici delle fazioni conservatrici. Il neoidealismo italiano è stato
senza dubbio anche questo ed ha intriso la cultura italiana di luoghi comuni di
retroguardia che nella prima metà del secolo hanno sostanzialmente tagliato fuori il
mondo intellettuale italiano dalle correnti più vive della cultura del nostro tempo
fatte salve eccezioni del resto note a tutti e che successivamente hanno
appesantito, con la loro sopravvivenza, prolungatasi fin quasi ad oggi, il rinnovamento
sostanziale della vita filosofica e letteraria del nostro paese. Resta, tuttavia, il fatto
che le massime espressioni del neoidealismo, Croce, per un verso, e Gentile, per un altro,
sono figure di grande spessore e vigore speculativo, non meri parolai e retori.
Le
recenti riedizioni delle opere dei due filosofi hanno dimostrato che esiste ancora un
interesse verso il loro pensiero, che certamente si pone principalmente in una prospettiva
storico-critica, non senza qualche aspetto di attualità derivante dalla considerazione
dei pochi epigoni di quella stagione che hanno mantenuto viva, pur nelle diversità dei
percorsi individuali, la consapevolezza dellorigine neoidealistica di figure e
posizioni filosofiche del dopoguerra e di anni vicini.
Lesistenza
e lattività delle fondazioni che hanno tenuto vivi gli studi su questa stagione
della filosofia italiana può essere, dunque, valutata positivamente, non come un
nostalgico anacronismo, ma come un valido contributo allo studio di un periodo tra i più
complessi della storia filosofica e culturale italiana, non privo di echi nemmeno
allestero.
Ma
oltre ai due maggiori esponenti del neoidealismo, in realtà così diversi fra loro, non
bisogna dimenticare che soprattutto lattualismo gentiliano assunse i caratteri di
una vera e propria scuola di pensiero, nella quale il Gentile "coltivò" un
gruppo di giovani studiosi destinato a giungere alla maturità dopo la fine tragica del
fascismo e dello stesso loro maestro, prendendo strade talvolta antitetiche, ma
conservando tratti della loro origine che hanno in larga misura esercitato una positiva
influenza negli studi filosofici dellItalia del dopoguerra.
Ugo
Spirito, insieme a Guido Calogero, è stato lallievo di Gentile più originale e
vivace sul piano teoretico e speculativo. Tipico della sua personalità è stato
laver sviluppato, un po come il suo maestro, un cenacolo di seguaci che ne
hanno mantenuto viva la memoria; dopo la sua morte, infatti, anche a Spirito è stata
intitolata una fondazione molto attiva, che recentemente ha intrapreso un progetto
editoriale di vasta portata, analogo a quello già a buon punto delledizione
completa delle opere di Gentile presso la casa editrice Le Lettere di Firenze, di cui la
pubblicazione di La vita come ricerca è il punto davvio.
Al
centro di entrambi questi progetti editoriali di vasto respiro è Hervé A. Cavallera,
componente delle commissioni scientifiche sia della Fondazione Giovanni Gentile per gli
Studi Filosofici sia della Fondazione Ugo Spirito, nonché curatore delledizioni
delle opere complete di Gentile, sopra menzionata. Docente di storia della pedagogia
nellUniversità di Lecce e direttore del Dipartimento di Scienze pedagogiche,
psicologiche e didattiche di quella Università, Cavallera è oggi lispiratore di
una rinascita di studi su Gentile e Spirito che costituisce uno degli aspetti salienti
della vita filosofica italiana contemporanea.
Queste
nuove edizioni si caratterizzano non solo per limpegno filologico, seguendo criteri
di precisione documentaria indiscutibili, ma anche per laccuratezza con la quale si
sono voluti ricostruire genesi e significato del pensiero di questi autori, non senza
indicare, almeno implicitamente, allattenzione dei lettori la consistenza
speculativa e lattualità del pensiero attualistico e problematicistico.
In
effetti, la rivisitazione dellopera di Ugo Spirito suscita notevole interesse anche
nei lettori più lontani, o per ragioni teoretiche, o per ragioni politiche, dal pensiero
di questa figura decisamente sui generis. Uomo e pensatore aristocraticamente
rigoroso, si deve riconoscere a Spirito la dignitosa coerenza con la quale, ben
diversamente da altri, si mantenne fedele alle proprie origini, senza rinnegarle, né
minimizzare la portata della sua partecipazione alla vicenda attualistica, anche nei suoi
risvolti politici. Ed occorre ricordare anche la lunga attività di Spirito come docente
universitario, nella quale tentò di perseguire un ideale di alti studi, selezionando i
propri allievi tra i migliori iscritti al Magistero di Roma.
Spirito
fu, insieme, allievo fedele e ribelle di Gentile. Il rapporto ambivalente che lo legò al
suo maestro è scandagliato in profondità da Cavallera sia nella monografia dedicata a
ricostruire la figura di questo importante filosofo, ricordato al momento della sua morte
come lultimo grande filosofo speculativo italiano, sia nellintroduzione a La
vita come ricerca.
Di
grande rilievo risulta lanalisi del momento cruciale che segnò il distacco di
Spirito dallattualismo per cercare vie nuove, momento individuato nella
"persecuzione" subita da Spirito proprio nel momento dellavvio della sua
carriera universitaria, ostacolata da quanti non perdonavano allallievo forse
"prediletto" di Gentile le sue vedute sulla corporazione proprietaria,
oggettivamente pericolose per gli interessi degli imprenditori sui quali si poggiava la
solidità economica dellItalia fascista e lo stesso consenso al regime. Spirito si
fece banditore di un fascismo di sinistra controcorrente e destinato ad una crescente
marginalizzazione, senza giungere, tuttavia, ad una vera e propria rottura col regime
nemmeno negli anni della guerra.
Spirito,
in realtà, fu fin dallinizio un intellettuale legato a figure anomale
dellItalia fascista; si pensi, ad esempio, al suo rapporto certamente non
occasionale con Giuseppe Lombardo Radice, giunto al rifiuto del fascismo già al suo
nascere. Il giovane Spirito rimane legato politicamente al regime e intellettualmente a
Gentile, divenendone anzi il principale collaboratore in imprese culturali grandiose come
lEnciclopedia Italiana. La sua attività filosofica, il procedere della sua
riflessione sono testimonianza, del resto, della grande vitalità che lattualismo,
soprattutto i giovani seguaci del Gentile, manifestarono in un dialogo a distanza con le
grandi correnti della cultura contemporanea; in Spirito, ad esempio, non è da
sottovalutare la presenza di elementi dissolvitori della stessa intelaiatura
dellattualismo sotto linfluenza di altri paradigmi filosofici. La
ricostruzione delle interpretazioni dellopera di Spirito, dei legami che questo
filosofo coltivò con altri grandi esponenti della cultura italiana e delle critiche,
simpatetiche o distruttive, alle quali fu sottoposto il suo pensiero (si veda la preziosa
antologia della critica contenuta nel volume di Cavallera pubblicato da SEAM), nella sua
minuziosa precisione rende conto dellampiezza delle risonanze e della consistenza
delle posizioni assunte da Spirito, pensatore che mantenne sempre viva la consapevolezza
della dimensione di "ricerca" insita nellesistenza e quindi nella
riflessione, anche al prezzo di andare controcorrente. Gli studi di Cavallera rendono
conto con lucidità e completezza delle molteplici direttrici della ricerca intrapresa da
Ugo Spirito nella sua vita e nella sua opera. |