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La "Escuela Moderna" di Francisco Ferrer y Guardia
di Maria Assunta Romaniello |
3.
I movimenti pedagogici nel periodo tra i due secoli
Tra
i due secoli, in Spagna, si è avuta una gran fioritura pedagogica che ha costituito il
movimento più rilevante nellambito della pedagogia spagnola e che ha raggiunto il
suo punto di maturità critica nella breve tappa repubblicana. Benché nei primi anni
della Restaurazione gli unici impulsi innovatori siano venuti dalla minoranza
istituzionista,
ben presto la convergenza tra alcune impostazioni degli esponenti dellIstitución
Libre de Enseñanza e i governi liberali, alla quale seguì la reazione
rigenerazionista, avvicineranno culturalmente la Spagna allEuropa. Saranno di
seguito analizzate le principali correnti pedagogiche, attorno alle quali si sono
costituite la pedagogia e la modernizzazione della scuola spagnola.
3.1
LIstitución Libre de Enseñanza
La
corrente intellettuale e pedagogica più rivelante dellepoca è stata certamente LIstitución Libre de Enseñanza, che ha
costituito un movimento istituzionalistico, i cui appartenenti sono stati considerati
dagli storiografi come i riformatori della Spagna contemporanea. Le idee di
questi ultimi influirono in profondità su tutti gli ambiti dellinnovazione
culturale, scientifica e pedagogica. Inoltre, la loro azione riformatrice incise non solo
a livello intellettuale, ma anche sullazione sociale e sulla ricostruzione morale
del Paese. Il movimento nacque nel 1876 con
Francisco Giner
e rappresentò una minaccia per il dominio dei clericali sullistituzione pubblica.
Il clericalismo aveva rappresentato, secondo De Madariaga, un momento di caduta della
vita religiosa in quanto i clericali trasformarono la Chiesa da organo di salvezza
spirituale in strumento di potere e di dominio nella società. Leducazione impartita
dalla Chiesa in Spagna, specie dal 1800 in poi, fu negativa ad ogni livello, avendo
costituito una scuola dintolleranza e dapatia mentale, dimpedimenti allo
sviluppo di un pensiero indipendente. La Spagna, bloccata nel suo individualismo, ribelle
alla solidarietà e isolata dal resto dEuropa, aveva bisogno, secondo Mazzetti,
di essere sollecitata con leducazione per permettere levoluzione degli
uomini e con lo sviluppo economico per consentire levoluzione delle cose. A
queste sollecitazioni educative provvidero il Krausismo e, come si è detto, Giner de los
Ríos. Questultimo conobbe allUniversità di Madrid Sanz del Río, che aveva
introdotto in Spagna le dottrine pedagogiche e filosofiche divulgate da Krause in
Germania.
I
professori Krausisti che si erano formati sotto linfluenza di Sanz del Río, negli
ideali del laicismo, della libertà scientifica e del riformismo morale, furono in seguito
accorpati da Giner nellInsitución Libre de Enseñanza. Il movimento
raccoglieva filosofi, economisti, teologi, politici e letterati che avevano in comune il
principio della libertà di coscienza. Essi sostenevano lemancipazione della donna,
labolizione della schiavitù nelle colonie della Spagna e lestensione del
magistero universitario agli uomini del popolo (operai, artigiani, impiegati).
LIstituzione si rifaceva allo spirito e alle attese della borghesia liberale e
progressista del paese e si poneva lobiettivo di modernizzare e moralizzare la
società, modificando gli atteggiamenti e la coscienza degli uomini di fronte alla vita e
alla cultura. Il processo che condusse Giner a formare lIstituzione può essere
compreso facendo riferimento alle idee che lui espresse sulleducazione, che assumeva
per lautore un ruolo fondamentale di riforma. La pedagogia era considerata da Giner
una disciplina che doveva migliorare tecnicamente e moralmente gli individui e la scuola.
Lobiettivo delleducazione era non istruire, ma formare uomini nel senso più
ampio del termine. Tutto ciò comportava attenzione alla dimensione corporale,
intellettuale, estetica e morale della formazione stessa. Negli scritti di Giner sono
presenti le idee di Rousseau, Pestalozzi,
Fröebel,
sebbene utilizzate in modo personale e nazionale. Egli rivendicava unorganizzazione
educativa promotrice dumanità, chiedeva una scuola che stimolasse le energie
psicofisiche e che fosse maestra universale di libertà, di pace, di tolleranza e di
rispetto. Giner non accettava la pratica utilizzata dalla sua nazione ed in molte parti
dEuropa, di stabilire scuole particolari secondo le diverse professioni religiose,
perché da sempre aveva diviso i fanciulli in caste. Alla scuola si richiedeva perciò
neutralità e tolleranza nei confronti di qualsiasi azione religiosa. Essa inoltre, doveva
favorire liniziativa dei fanciulli, appellandosi alle loro energie e favorendo lo
sviluppo di questi nel gioco. Giner difendeva lintuizione, faceva appello
alladozione di metodi intuitivi nella scuola di primo e di secondo grado,
allintroduzione della ginnastica, del disegno, del canto, dei lavori manuali, delle
escursioni e della pratica del risparmio. Giner ed i suoi colleghi Krausisti guardavano
con simpatia alle organizzazioni educative dellInghilterra e degli Stati Uniti, dove
vigeva il principio dellautonomia e di autocontrollo e dove si dava importanza
alliniziativa dei giovani e dei fanciulli. In Inghilterra inoltre, esisteva il
sistema scolastico del mutuo insegnamento e un singolare connubio tra lesecuzione
fisica e sportiva. Nel momento stesso in cui Giner stava coltivando nel suo animo le
suddette idee, fu richiamato bruscamente alla realtà. Il marchese di Orovio, lo stesso
che aveva sospeso nel 1867 Sanz del Río, aveva emesso un decreto che stabiliva
lobbligo per i professori delle università e delle scuole superiori di utilizzare
libri di testo approvati dalle autorità superiori e di sottomettere a censura, da parte
dei rettori delle università, un compendio delle loro lezioni, onde evitare discrepanze
con il dogma cattolico. Riemerse in questo modo il conflitto tra controllo politico
e controllo ecclesiastico della cultura e della scuola e la libertà della
scienza. Giner a causa delle sue proteste, fu mandato alle isole Canarie e poi
imprigionato a Cadice. Fu qui che gli venne lidea di costituire lIstitución
Libre de Enseñanza. Se, infatti, non era possibile rinnovare la cultura spagnola
attraverso le pubbliche università , si poteva farlo ricorrendo alle università private.
LIstitución
rappresentò in un primo momento un laboratorio di riforme pedagogiche. Giner e i suoi
collaboratori sentirono la necessità di organizzare delle classi preparatorie, prima con
una scuola elementare, poi con una scuola media e successivamente con laggiunta di
un giardino dinfanzia. Sebbene alla sua origine lIstituzione fosse sorta come
un centro destinato alleducazione superiore, presto si trasformò in un centro
integrato, in cui sinserivano gli insegnamenti di tutti i livelli. La nuova scuola
si configurava come un laboratorio dove verificare i progetti educativi. Essa si manteneva
con le quote degli iscritti e non accoglieva né sussidi, né sovvenzioni, per evitare la
sua dipendenza dallo Stato e dalla Chiesa. Il tipo di educazione della nuova scuola doveva
mirare a liberare il popolo dalla miseria, dallignoranza e dallintolleranza e
formare una nuova classe dirigente preparata culturalmente, politicamente ed
economicamente. Tutto ciò doveva avvenire mettendo da parte le lezioni cattedratiche,
superando il distacco tra maestri e scolari e instaurando un vero e proprio sistema di
ricerche culturali. Gli esami annuali erano aboliti e il gioco si aggiungeva al lavoro e
allo studio. LIstitución pubblicò, dal 1877 al 1936 un periodico: El
Boletín de la Istitución Libre de Enseñanza, nel quale si seguivano gli
orientamenti pedagogici internazionali e si elaboravano i principi della scuola. Il
periodico rappresentò un organo di propaganda della fondazione per mezzo del quale si
diffusero le idee e le tecniche pedagogiche di Giner e dei suoi collaboratori.
Quando
Giner morì, Listitución Libre si era già da tempo consolidata come
lorganizzazione esemplare del rinnovamento educativo spagnolo. A garantire la
continuità e lo sviluppo dellistituzione fu un allievo di Giner cresciuto alla sua
scuola. Manuel Bartolomé Cossío. Questi oltre a dirigere
listituzione divenne direttore del Museo pedagogico nazionale che prestò
particolare attenzione alla diffusione dei metodi e materiali di Fröebel. Nel 1908 egli
fissava i principi pedagogici cui ci si doveva attenere:
a)
lavoro intellettuale e sobrio;
b)
intenso gioco corporale allaria libera;
c)
larga e frequente intimità con la natura e con larte;
d)
assoluta protesta contro il sistema corruttore degli esami e dei premi e dei castighi;
e)
vita di relazioni familiari e convivenza tra i maestri e gli alunni.
Il
programma non prevedeva una separazione tra scuola primaria e quella secondaria, ma una
loro continuità. Gli alunni dovevano utilizzare i libri, ma non quelli di testo e,
tramite lazione animatrice e coordinatrice dei docenti, dovevano essere sollecitati
a redigere studi personali adatti alle varie età. La classe doveva servire non per dare e
per prendere lezioni, ma per insegnare ad apprendere a lavorare con sforzo personale e
riflessivo. Questi principi non contenevano delle teorie astratte, ma derivavano dalla
sperimentazione dellIstitución Libre, la quale fin dalle sue origini ha dato
importanza allescursione scolastica. Questultima si articolava nelle forme
più diverse (studio dellarte, della pedagogia, dellindustria, ecc.).
LIstituzione dimostrò che lesame generava un mutamento di tutta la
metodologia dello studio; infatti gli esami costringevano lalunno a studiare non per
il gusto dimparare, ma per mostrare agli altri di sapere.Tenendo presente queste
considerazioni la Institución cercò di trasformare lesame da strumento di
eteronomia, di controllo e di pressione in uno strumento di autonomia e di autocontrollo.
Il
più valido contributo dato da Cossío alla pedagogia deriva dallimportanza
dellarte delleducazione da lui promossa, sperimentata e teorizzata.
Lautore mirava a rappresentare il gioco e lattività estetica come base
delleducazione. Secondo Cossío luso dellarte e della prassi a fini
educativi equivaleva a colpire il moralismo e lintellettualismo. Il gioco libero era
una prerogativa dogni bambino sano, attraverso il quale egli diventava
unartista e un creatore per eccellenza, in quanto in qualsiasi lavoro artistico
cè un elemento di bellezza; Cossío osservò che larte popolare (la più
vicina al bambino) al pari del linguaggio, incarnava i più profondi elementi e i dati
primitivi dellanima della moltitudine. A suo parere bisognava ricorrere, oltre che
alle arti plastiche anche ai poeti come Omero, Platone, Virgilio, Aristotele. Ne derivava
lamore per le belle parole, per il ritmo e larmonia comera già avvenuto
nelleducazione classica greca. Cossío si chiese come si ponevano le scuole urbane e
quelle rurali nei confronti dei principi da lui esposti, constatando che nelle prime si
erano avuti molteplici movimenti e beni di cultura che invece mancarono nelle scuole
rurali. Lautore però non si addentrò nel dramma economico e sociale dei rapporti
tra città e campagna, tra proletariato e borghesia. Nonostante tutto Cossío pose il
problema della scuola rurale e indicò nella sua trasformazione il superamento degli
elementi negativi. In questo modo egli arricchì ed umanizzò lispirazione di Sanz
del Río e di Giner, recando un apporto personale allo sviluppo dellIstituzione, le
cui tradizioni furono considerate dalla seconda Repubblica spagnola (1931-1936), strumenti
utili per operare un rinnovamento culturale e scolastico. Questultimo aveva previsto
la distinzione fra i compiti della Chiesa e quelli dello Stato e lo sviluppo della scuola
nazionale come scuola laica.
Su
un piano più a sinistra di quello dellIstitución Libre si pose
il movimento educativo con ispirazione anarchica, promosso da Francisco Ferrer Y Guardia
con la Escuela Moderna e gli Atenei popolari. Dei principi
educativi, che animarono Francisco Ferrer e Anselmo Lorenzo, si ritornerà a parlare alla
fine del presente capitolo e in quelli successivi. Prima è necessario analizzare altre
correnti pedagogiche presenti nel periodo tra i due secoli.
3.2
Rigenerazionismo e educazione
Il
movimento rigenerazionista è da ritenere, secondo Augustin,
completamentare dellistituzionismo. Infatti, molti autori dellIstituzione si
integrarono pienamente nella corrente della rigenerazione nazionale della Spagna tra i due
secoli. Pedagogicamente il movimento rigenerazionista si basò su diversi principi
riformatori, principalmente su quelli derivanti dal Krausismo e si avvicinò a molte
correnti europee, allinterno delle quali lethos educativo si strutturò su
unidea fondamentale ossia la rigenerazione.
In
Spagna, in particolar modo, il rigenerazionismo ebbe origine dalle critiche che gli
intellettuali, precursori del98, mossero alla società della Restaurazione. Essi
denunciavano la prostrazione economica della nazione iberica, il ritardo nella
modernizzazione delle sue strutture agrarie ed industriali, le tradizioni oligarchiche e
da «cacichi» della società, gli alti tassi danalfabetismo.
Il
discorso dei rigenerazionisti si articolava intorno a due parametri: recuperare le radici
nazionali della Spagna e ricostruire su di essa una nuova nazione e lurgenza di
modernizzare le sue strutture economiche, sociali e culturali, al fine di europeizzare il
Paese. Lideologia dei rigenerazionisti, fondata sulla ricostruzione della Spagna,
costituì il comune denominatore dei rigenerazionisti indipendenti e della generazione del
'98, sotto la quale si enfatizzarono atteggiamenti nazionalisti ed europeizzanti.
Per
Unamuno, a parere di Augustin, europeizzare la nazione
non significava imitare acriticamente la cultura estera, mettendo in discussione
completamente la propria, poteva accadere che lEuropa imitasse la Spagna. Ortega y
Gasset e Costa, sempre secondo Augustin, erano invece,
dellavviso che leuropeizzazione fosse lunica strada da intraprendere per
la rigenerazione nazionale. Leducazione occupava a tal fine un posto centrale e il
riformismo pedagogico che seguì alla crisi del '98 fu una conseguenza dei programmi
rigenerazionisti a cui si erano ispirati i governi liberali, i conservatori e la
Dittatura. I rigenerazionisti diedero unimmagine desolante della scuola e
delleducazione della fine del XIX secolo, quando le scuole elementari erano scarse
ed insufficienti a soddisfare le necessità locali e scadente era la loro qualità.
Inoltre, lanalfabetismo che colpì i due terzi della popolazione frenò ogni
progetto rigenerativo. I maestri erano mal formati, sopportavano una condizione
socioeconomica precaria ed erano sottoposti ad innumerevoli condizionamenti da
«cacichi».
Linsegnamento
secondario rispondeva agli schemi di un tradizionalismo pedagogico premoderno. Le analisi
dei rigenerazionisti miravano alla formulazione dei programmi di promozione sociale e
pedagogica, necessari per uscire dalla crisi.
Costa
riteneva che la rigenerazione della Spagna fosse un problema pedagogico ed economico.
Bisognava a suo parere modernizzare lagricoltura, promuovere la politica idrica,
influenzare il commercio estero, ma soprattutto riformare leducazione e ossigenare
la cultura spagnola con aria europea. Nei programmi di Costa si possono riscontrare molte
idee innovatrici, alcune delle quali erano di carattere generale, perché si riferivano ad
una politica di rigenerazione del sistema. Esse riguardarono ad esempio: la rivendicazione
dellautonomia universitaria, la creazione e il rinnovamento dei collegi
maggiori, la dotazione di borse di studio allestero, la creazione di progetti
di ricerca. Altre proposte erano di natura più specifica e si riferivano a questioni di
tipo metodologico, ad esempio alla difesa dellintuizione e dellinsegnamento
globalizzato, alla soppressione degli esami per discipline, alla riforma pedagogica della
formazione dei maestri. Molti progetti riformatori del primo terzo del XX secolo furono
influenzati dalle tematiche di Costa. Anche nel periodo della Dittatura e della II
Repubblica, infatti, il messaggio rigenerazionista mantenne la sua validità e la sua
funzionalità per gruppi politici di varia tendenza.
Molti
storici considerano il rigenerazionismo come una rivoluzione dallalto ad opera di
una minoranza piccolo borghese, che influì come intelligencija culturale sulla
classe politica. Oltre a Costa vanno annoverati altri pedagogisti rigenerazionisti:Morote,
Isern, Azcárate, Altamira, Alvarez Buylla, Posada e Sela, che indicarono interventi
pedagogici per guarire la nazione dallanemia e dallabulia in cui versava.
Arenal compì un lavoro di sensibilizzazione a favore delleducazione degli operai,
dei prigionieri, delle donne, degli emarginati.
Giner
e Cossìo sidentificarono anchessi con le preoccupazioni della rigenerazione
nazionale. Molti politici riformatori, nei primi trentanni del XX secolo, fecero
propria lideologia e i programmi formulati dai rigenerazionisti.
3.3
Leducazione cattolica
Alla
fine del XIX secolo, nella società spagnola sopravvisse, dopo cento anni di liberalismo,
uno stato ufficialmente cattolico. La Chiesa spagnola infatti deteneva nelle sue mani
unimportante quota del potere scolastico e aveva la possibilità di modellare le
coscienze e la mentalità collettiva della maggior parte della popolazione. Essa insieme
alla borghesia conservatrice, alloligarchia latifondista, agli apparati dello Stato,
ai quali si associò, pose sempre un freno ai progressi del liberalismo e condannò la
modernità. Le congregazioni religiose furono facilitate dalla politica educativa della
Restaurazione che, riconoscendo la libertà dinsegnamento, consentiva loro di
operare un controllo su buona parte dellistruzione elementare e sul settore della
secondaria. Questultimo esercitava una forte influenza sulla società, in quanto
formò per molti anni, la borghesia e le classi medie. La Chiesa riuscì a contribuire al
consolidamento delle tradizioni pedagogiche nelle scuole, negli istituti e nei collegi
privati di tutta la nazione. Infatti alla gerarchia ecclesiastica fu riconosciuto il
diritto di controllare ed ispezionare linsegnamento per tutti gli aspetti
riguardanti lortodossia dottrinale. La Chiesa spagnola era presente a livello
formativo in molti ambiti della vita pubblica e privata, tramite ad esempio, i sermoni, la
catechesi, lassistenza spirituale agli individui. Essa poté esercitare una forte
influenza sulla società spagnola caratterizzata da forme ancora molto arcaiche. La Chiesa
spagnola però non seppe rispondere in modo creativo ai problemi sociali, culturali,
educativi che si vennero a creare nellepoca di transizione, anzi, in molti casi,
condannò le iniziative liberali e qualsiasi movimento progressista .
Anche
i cattolici dovettero affrontare i problemi derivanti dalla questione sociale, che
cominciò a farsi sentire nel momento in cui lindustrialismo iniziò a condizionare
le forme di vita e le scelte ideologiche dei lavoratori. La pubblicazione da parte di
Leone XIII, dellenciclica Rerum Novarum, nel 1891, favorì il decollo del
cattolicesimo sociale. Questultimo fu un movimento che cercò di dare risposte ai
problemi suscitati dalla società industriale, dal punto di vista della Chiesa, nel
momento in cui i rivoluzionari liberali chiudevano i rapporti con le corporazioni di
categorie. Su di esse, infatti, il cattolicesimo aveva esercitato la sua influenza nella
società dellancien régime. Il cattolicesimo sociale promuoveva
uneducazione di tipo rigenerazionista, attraverso la quale cercava di legittimare le
relazioni tra lordine religioso-morale e quello di natura economico-sociale. Secondo
Augustín[32], i programmi educativi promossi
da P. Manjón nelle scuole dellAve Maria (sorte nel 1889) si rifacevano a questa
mentalità rigenerazionista. Essi cercavano di offrire ai figli degli strati più
sfavoriti nuove opportunità di redenzione sociale con un orientamento pedagogico
rinnovato. Andrés Manjón fu un nemico dichiarato delleducazione laica e
materialistica sostenuta da Giner de los Riòs. Secondo Volpicelli[33] la pedagogia di Manjón partiva da
una critica del sistema sociale esistente perché lo riteneva corrotto, mentre Peretti[34] ha proposto un primo timido
accenno ai rapporti fra lIstitución Libre de Enseñanza e la Escuela del
Ave Maria.
Passando
ad analizzare il pensiero di Manjón si può affermare che questi
considerasse la cultura come frutto di esperienza personale attinta dal laboratorio della
vita, piuttosto che da unintrospezione solitaria.
Lautore,
criticava il naturalismo che spiegava la natura e luomo senza far ricorso a Dio. Per
Manjón il mistero centrale del cristianesimo era lincarnazione e con essa
lopera di Maria.
Pertanto
rivendicava la sovranità della Chiesa come un suo diritto irrinunciabile, per mezzo del
quale si opponeva all'assolutismo e alla tirannide dello Stato. Inoltre, egli condannava
il clericalismo considerandolo un nemico della libertà. Altri aspetti del pensiero di
Manjón sono: la polemica contro il laicismo, il liberalismo, lo Stato accentratore e
liberticida. Le sue concezioni della scuola in campagna, dellinfanzia come innocenza
gioiosa, del gioco come azione dominante nei bambini lo hanno avvicinato a Decroly.
Manjón, considerando il fanciullo come il soggetto principale delleducazione, lo
presentava come centro iniziatore di vita, come attiva speranza e preparazione di società
e cultura, al quale impartire uneducazione religiosa, finalizzata a perfezionare la
società e la natura. Collaborando con la provvidenza divina leducazione permetteva
di raggiungere la santità, quella bontà che nasce dalla buona volontà. Per
quanto riguardava la crisi della società spagnola di fine '800, lautore vedeva
nella collaborazione tra maestri, parroci, genitori e nellunità tra Chiesa e Stato
(garantita dal Concordato), delle possibili soluzioni per risanare la nazione.
Per
Manjón era importante lobbligatorietà della pratica dellinsegnamento
religioso in ogni ordine di scuola.
Le
scuole dellAve Maria avevano, infatti, come punto di partenza unispirazione
etico- religiosa di tipo cattolico, che le differenziava da quelle di Giner, che si
basavano invece su una coscienza etico-politica. Le scuole dell Ave Maria si
ponevano i seguenti obiettivi: promuovere lattitudine ad un lavoro razionale e
costante, rispettare la natura del fanciullo, evitando uneducazione artificiale,
rimediare al vizio della vanità e del comando. Il gioco e il lavoro, lo studio e la
religione assumevano un ruolo centrale in queste scuole. Esse, non potendo da sole
riuscire a far rinascere la Spagna, richiedevano la collaborazione dellopera della
Chiesa e del clero. A questultimo andava impartita una formazione che doveva
abbinare alla pratica e allo studio religioso, quella del lavoro.
Oltre
alle iniziative educative di Manjón il cattolicesimo sociale promosse altre attività:
lapertura di scuole notturne e domenicali e di alcune biblioteche, tenne corsi e
conferenze di diffusione culturale. Queste iniziative assunsero un ruolo molto importante,
fino a quando le nuove idee del sindacalismo, alimentate dal socialismo e
dallanarchismo, rivelarono le loro insufficienze.
3.4
IL rinnovamento pedagogico anarchico
In
Spagna le idee del socialismo utopico e dellanarchismo libertario sono state
introdotte molto tempo prima del 1879, quando nacque il Partito Socialista Operaio
spagnolo. Esse però sono state presenti nei dibattiti educativi solo nel XX secolo
inoltrato. Le idee di Fourier (1772-1837), filosofo ed economista francese, relative
alleducazione armonica, intellettuale e manuale degli operai e al modello pedagogico
della scuola laboratorio, si diffusero già nel periodo isabelliano. Dagli anni quaranta
del secolo XIX, nelle aree di Madrid, della Catalogna e dellAndalusia, i circoli e
gli atenei si trasformarono in centri in cui tenere dibattiti sulle idee degli operai.
Nello stesso periodo sorsero scuole ed istituti di insegnamento in linea con le nuove
ideologie. Ne fu un esempio la Scuola del Lavoratore di Antonio Cervera, la quale oltre ad
impartire lezioni di lingua, di disegno, di matematica, mirava a far sviluppare una
coscienza di classe. Ad essa si aggiungevano altre scuole che si diffusero in molte parti
del paese, ad esempio il centro sostegno delle arti di Madrid (1847) e lAteneo
catalano della classe operaia (1861). Come si è già detto nel precedente capitolo,
durante il sessennio rivoluzionario, i gruppi anarchici incominciarono ad
avere una presenza attiva in tutta la nazione.
Nei
congressi operai che si tennero a Barcellona (1876), Saragozza (1872), e Cordova
(1872-1873) leducazione delle classi operaie era considerata uno strumento valido
per promuovere nel proletariato la coscienza di classe. Nel congresso di Barcellona si
difese il diritto all«insegnamento integrale», sostenuto da Proudhon
, Bakuninche
vedevano in esso un modello di formazione del nuovo cittadino, a cui spettava promuovere
la rivoluzione e la costruzione della società. I vari raggruppamenti anarchici locali
crearono scuole, laboratori, biblioteche, musei per la formazione dei lavoratori. I
progetti di questi gruppi erano incentrati maggiormente sul dibattito teorico, politico-
pedagogico e sulla denuncia della situazione culturale degli operai, dei bambini e delle
donne.
La
Federazione Regionale Spagnola dellAssociazione Internazionale, attraverso il Boletín,
invitava gli operai ad unirsi, al fine di condurre unistruzione
rivoluzionaria socialista per superare lignoranza.
Allinizio
il movimento operaio, come si sa, subì una forte repressione e fu condannato alla
clandestinità. In seguito (dal 1881), la corrente anarchica si presentò in un contesto
socialmente diverso. Nel 1901 fu fondata da Francisco Ferrer Y Guardia la Escuela Moderna,
che costituisce forse, lesperienza pedagogica anarchica più conosciuta.
Questultima va analizzata da due punti di vista: pedagogico e socio- politico.
A)
Sotto il profilo pedagogico, il pensiero anarchico promosse molte innovazioni. Il <>Boletín
pubblicato dalla Escuela Moderna, diffuse i suoi metodi, che univano i criteri
appartenenti alla tradizione socialista a quelli del movimento funzionalista. La
tradizione socialista considerava leducazione come strumento della classe dirigente
per dominare quella subalterna. I funzionalisti invece ritenevano che leducazione
servisse allordine sociale.
Didatticamente
la scuola proponeva : la coeducazione dei sessi, il contatto con la realtà sociale
(frequenti furono le visite degli alunni della scuola presso le fabbriche), i viaggi.
B)
Sotto il profilo socio-politico, la Escuela Moderna ha rappresentato
unesperienza di laicismo, demancipazione, dopposizione ad
uneducazione alienante e manipolatrice.
Ferrer
lottava contro lerrore e il pregiudizio, rivendicava la ragione naturale basata
sulla spontaneità dei fanciulli. Egli considerava la scienza uno strumento base per
leducazione emancipatrice, liberata dai ricorsi allautorità,
allirrazionalismo e alla rivelazione.
Dopo
le vicende che portarono alla chiusura della scuola e alla fucilazione di Ferrer, accusato
di essere un cospiratore anarchico della Semana tràgica di Barcellona , le sue
idee si diffusero nella Catalogna, in diversi punti della Spagna e in Europa. Oltre alle
scuole di Ferrer, sono da annoverare altre correnti di rinnovamento pedagogico legate ai
movimenti operai e che si rifacevano al Partito Socialista Spagnolo. Questultimo,
insieme allUnione Generale dei Lavoratori (UGT), mostrò un marcato interesse per
leducazione, che doveva essere estesa ad entrambi i sessi, superare le
disuguaglianze causate dalla divisione del lavoro e doveva servire ad emancipare la classe
lavoratrice.
Una
nuova tappa del socialismo spagnolo si ebbe con la creazione, nel 1910, della Scuola Nuova
fondata da M.Núñaz dé Arenas, che era insieme centro di educazione popolare e scuola di
socialismo. La Scuola Nuova rese possibile la comunicazione tra gli ideologi del
socialismo e alcuni settori istituzionistici. Faceva parte di questi ultimi Luzuriaga, il
quale presentò una relazione che poi costituì la base del programma educativo approvato
dal Partito Socialista Operaio Spagnolo nel suo XI Congresso, tenutosi nel 1918. Il
programma proponeva: linsegnamento gratuito e laico, lobbligatorietà
delleducazione di base, luguaglianza dei diritti di fronte alla formazione, il
modello di scuola unificata e lintegrazione delleducazione primaria e
secondaria, unampia autonomia per linsegnamento universitario e la creazione
di un unico corpo docente.
Nel
periodo tra i due secoli si è andata, quindi, strutturando a poco a poco anche in Spagna
una sorta di pedagogia scientifica, in seguito anche alle tendenze
sperimentalistiche generate nei diversi campi delle scienze umane. La Spagna non solo non
rimase ai margini di questa corrente che mirava a rinnovare la scuola, ma in alcuni casi
lanticipò promuovendo i metodi attivi. Con questi si cercava di coinvolgere i
giovani nel processo di apprendimento e di soddisfare i bisogni concreti sulla base di
alcuni progetti operativi. Ferrer, in particolar modo, affermando che gli uomini devono
essere capaci di trasformare attivamente la realtà e il contesto in cui vivono, si
avvicinò a questimpostazione pedagogica, anticipando in molti casi le idee di
Decroly, Montessori e Dewey.
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