La Mediazione PedagogicaLiber Liber

L’Edizione critica di Il Metodo della Pedagogia Scientifica: un assai utile strumento di lavoro
di  Carlotta Padroni

La vicenda editoriale di un testo pedagogico fondamentale come quello montessoriano – Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini – che si tende nell’arco temporale di oltre un quarantennio, si identifica con la storia dell’autrice, del suo pensiero e delle sue realizzazioni; esso, con i suoi meriti e i suoi motivi di interesse è, a tutt’oggi, uno dei più meditati riferimenti nel panorama della pedagogia mondiale, la quale gli riconosce un credito lusinghiero.

Il metodo elaborato da Maria Montessori, esposto e messo a punto in quest’opera, esibisce una elevata valenza scientifica tanto nell’impostazione teorica che nella pratica organizzativa dell’attività didattica; è solo il caso di accennare all’utilizzo programmato del “materiale di sviluppo” o all’ambiente elaborato per la Casa dei Bambini costruito a loro misura. Un confronto puntuale delle cinque edizioni dell’opera, dal 1909 al 1950, si volge in primo luogo al servizio di un’esatta comprensione letterale dei testi e rappresenta il presupposto fondamentale di altri livelli di lettura.

Intanto, nel dettaglio, si pensi ad esempio, alle tavole relative agli Indici dei nomi compresi in questa Edizione critica: la mappa degli autori citati od omessi nel corso delle diverse edizioni è una traccia interessante per la lettura in filigrana del panorama culturale dell’autrice, delle fonti del suo pensiero, fino alla identificazione dei riferimenti concreti dominanti nel periodo che ha visto l’evoluzione e l’affermazione del suo sistema pedagogico.

Un esempio eloquente attinto al corpo del testo è rappresentato dai riferimenti al tema della ginnastica, molto caro all’autrice; il loro complesso viene definito con una cura particolare per l’esposizione. Nella successione delle edizioni si nota una reale evoluzione della materia nella formulazione dei paragrafi e nell’articolazione di questi, di volta in volta, nel capitolo dedicato allo specifico argomento. Ad esempio si nota che nell’edizione del 1909 e del 1913 il termine ginnastica, privo di ulteriori connotazioni, è il titolo del paragrafo più importante del capitolo Educazione muscolare; a partire dalla terza edizione, il termine, nei titoli dei paragrafi del nuovo capitolo dedicato a questo tema, sarà disaggregato e sempre integrato in una molteplicità di interessi quasi ad esplicitare la complessità dell’argomento.

Nel contempo, con una lettura comparata delle diverse edizioni, è interessante fare riferimento alla materia trattata, allo spessore scientifico dell’approccio montessoriano, alle sollecitazioni e agli stimoli di cui esso si fa portatore, alla modernità delle esaurienti risposte che la studiosa formula, progressivamente, a questo proposito. In questo quadro i riferimenti alla fisiologia del bambino sono sempre numerosi e puntuali ed è evidente come questo tema, nella sua complessità, sia stato affrontato, con intenzione, nel corso degli anni.

Il tenace lavoro di raffronto critico ha, quindi, a mio avviso aperto nella lettura dell’opera montessoriana una nuova prospettiva di studio, offrendosi come strumento scientifico fondamentale per il lavoro dello storico e parimenti come vivo stimolo per la formazione critica del ruolo del pedagogista.

 

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