La Mediazione PedagogicaLiber Liber

Roberto Trinchero – Patrizia Todaro, Nuovi media per apprendere. Principi di formazione a distanza in rete, Torino, Tirrenia Stampatori, 2000.
di  Furio Pesci

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Il denso volume di Roberto Trinchero, ricercatore in pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione di Torino, e di Patrizia Todaro, pedagogista specializzata in tecnologia e comunicazione multimediale e in museologia didattica presso il Politecnico torinese, illustra sul piano teorico e su quello sperimentale-applicativo le nuove prospettive della formazione a distanza in rete, partendo dalla constatazione che uno dei maggiori sforzi compiuti in questi ultimissimi tempi si può dire da tutti i centri di ricerca e d’istruzione superiore, non solo in Italia, sia quello di allestire strumenti e percorsi di formazione che privilegiano la creazione di "ambienti di apprendimento telematici fruibili a distanza e in presenza" incentrati sull’uso delle più avanzate tecnologie di comunicazione e interazione uomo-computer.

Nonostante i vantaggi che le nuove tecnologie potenzialmente offrono alla formazione, Trinchero e Todaro analizzano criticamente la tendenza prevalente a immettere nella rete grandi masse di materiali senza un’adeguata pianificazione didattica. In sostanza, secondo i due ricercatori, la rete è concepita di solito come un serbatoio di dimensioni immense che può essere "caricato" di enormi quantità di informazioni connesse a possibili percorsi formativi.

La rete non deve, tuttavia, limitarsi ad essere questo, potendo consentire a tutti i suoi possibili fruitori risorse direttamente adattabili a contesti e contenuti didattici. Gli autori si riferiscono in particolare alla possibilità, oggi messa a disposizione da strumenti come l’ipertesto, di adattare contenuti e percorsi di assimilazione intelligente alle potenzialità soggettive dei singoli allievi. Si può ben dire che dai tempi di Skinner l’evoluzione tecnologica consente di superare il determinismo e il meccanicismo delle prime "teaching-machines", realizzando prodotti flessibili che consentono una "autentica" interazione formativa.

Un merito dei due autori è, inoltre, la presentazione di una prospettiva d’insegnamento della pedagogia sperimentale attraverso un percorso di formazione a distanza e in presenza che, in un tempo di sostanziale stasi nell’elaborazione metodologica di questa disciplina, che forse troppo enfaticamente si propone da alcune parti come la "grande frontiera" delle scienze dell’educazione o, addirittura, di tutta la pedagogia, rappresenta una realizzazione di sicuro interesse, "esportabile" in vari settori, anche profondamente diversi, aprendo una prospettiva di ricerca di effettivo vantaggio sul piano pratico-applicativo.

 

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