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Il Movimento di Cooperazione Educativa sostenitore e divulgatore
dei valori della <<pedagogia popolare>>.
di Barbara Romeo |
6 Lutopia politica supera ben presto la pratica didattica
Tra
il 1968 e il 1969 i contrasti iniziati nel periodo della <<fiammata
scientifica>> si estesero ad un ulteriore ambito che fu quello politico.
In
questi due anni i due gruppi erano rappresentanti di due diversi modi di intendere il
ruolo sociale e politico del Movimento.
Nello
statuto legale del MCE del 1957 veniva rivendicato il principio delle <<lotte
parallele>> secondo il quale il Movimento non si sarebbe mai schierato con nessun
partito politico e non avrebbe mai accettato sovvenzioni provenienti da sindacati e
partiti politici ; tale linea di condotta venne adottata per non incorrere in nessun
tipo di strumentalizzazione, in modo tale che il MCE sarebbe sempre stato libero di
operare al rinnovamento democratico della scuola e della società, con i suoi strumenti,
in modo totalmente autonomo e libero.
La
vera scuola democratica doveva essere condotta come comunità ; i suoi caratteri
distintivi secondo Raffaele Laporta
A
tali caratteri distintivi si associava inevitabilmente che tale tipo di scuola era la
scuola di Stato ; la scuola di Stato a differenza di quella privata doveva essere di
interesse pubblico e non particolaristico, doveva nascere da un dovere sociale e non da un
diritto individuale ; perché essa potesse assolvere al suo compito, dovrebbe essere
stata capace di liberarsi da ogni tipo di autoritarismo e burocratizzazione che avrebbe
portato poi allisolamento dellinsegnante.
Fino
al 1968 il MCE interessandosi della società nella sua globalità e parlando di
democratizzazione della scuola e dellinsegnamento assunse un proprio ruolo politico
che attirava a sé simpatie, da parte dei partiti politici di sinistra, e antipatie, da
parte dei partiti politici cattolici ; ciò che, però, differenziò il ruolo
politico assunto dai <<vecchi>> e quello assunto dai <<giovani>>
fu che il primo accettando la realtà sociale e politica esterna la studiava e la
assimilava per poter, poi, capire quali potenzialità dovessero essere sviluppate nel
bambino per poterlo porre in condizioni di, una volta inserito nella società,
contrastarla e viverla criticamente e creativamente, a differenza dei
<<giovani>> che la rinnegavano e la combattevano con le sole parole.
Dal
1952 al 1968 educazione e democrazia nella didattica MCE sono stati due termini
strettamente correlati tra loro che interagendo con lambiente sociale subiscono un
processo continuo di rinnovamento ed evoluzione ; il luogo dove questi due termini si
incontrano e dove avviene il processo di rinnovamento è la scuola, una scuola che,
ovviamente, segua le tecniche Freinet.
Leducazione
secondo il MCE è un processo e come tale ha un punto di partenza che è leducando e
una meta che si esplica nella formazione della coscienza democratica
dellalunno ; partendo da questa idea di educazione si possono individuare tutti
quegli aspetti didattici tramite i quali gli insegnanti MCE, cercano di sviluppare abiti
democratici nei loro alunni.
Di
primaria importanza vi è il perfezionamento dello strumento linguistico tramite
lautocorrezione e lesercizio ; si deve fornire a tutti la capacità di
discussione e comprensione, solo così sarà possibile la liberazione dellindividuo
e la sua trasformazione in un cittadino a tutti gli effetti ; didatticamente, nelle
classi MCE, il perfezionamento della lingua avviene tramite la comunicazione di esperienze
vissute dallalunno.
Ampio
spazio è anche dato alle tecniche espressive le quali favoriscono lo sviluppo di
comportamenti creativi ; lo sviluppo della creatività, o comunque di un
atteggiamento attivo, fa sì che lindividuo non accetti passivamente lambiente
ma lo trasformi secondo il suo modo di pensare, diventando così un elemento decisivo per
lintero progresso sociale ; lentusiasmo, dei maestri MCE, per la tecnica
espressiva scaturisce dal fatto che finalmente si può costruire quello speciale rapporto
tra maestro e bambino, basilare per levolversi della classe in una
classe-comunità ; ciò è possibile, solo ed esclusivamente, con il rispetto dei
bisogni di ogni alunno che scaturiscono da composizioni artistiche spontanee, le quali
grazie alla loro semplicità forniscono numerosi indizi su come il bambino si relaziona
alla scuola e alla società.
Le
ricerche di tipo scientifico su fenomeni naturali, invece, sono ritenute importanti per
lacquisizione dellabito scientifico il quale consente lo sviluppo delle
capacità di osservare, scegliere, valutare e criticare non solo tali fenomeni, ma anche
rapporti di interazione del mondo naturale.
Anche
lorganizzazione della classe ha una sua valenza educativa ; sotto la guida
dellinsegnante il bambino sarà aiutato ad organizzare il lavoro della
classe-comunità arrivando, così, alla consapevolezza di sé e degli altri mediante un
processo di trasformazione dellambiente naturale.
Infine
vi è lesplorazione ambientale elemento basilare della didattica MCE ; il
maestro partendo dalla conoscenza e dal rispetto dellambiente conosciuto dal bambino
gli fornisce la materia tramite la quale egli scoprirà le categorie spazio-tempo ;
studiare lambiente, per gli insegnanti MCE, non è la realtà vista
dallesterno , ma la possibilità di imparare da fatti e avvenimenti dei quali il
bambino è protagonista.
Il
1968, periodo di grandi cambiamenti sociali e politici, periodo di lotte e conflitti con
le strutture sociali vigenti, vide la nascita del Movimento studentesco, e una serie di
cambiamenti strutturali allinterno del Movimento di Cooperazione Educativa. Essendo
il MCE un Movimento strettamente legato alla realtà scolastica concreta, inevitabilmente
si ritrovò a fare i conti con la voglia di cambiamento portata avanti dai numerosi uomini
di scuola che la costituivano.
La
fase del <<radicalismo politico>>, scatenatosi negli ultimi mesi del 1967,
rappresenta quel particolare momento, vissuto dal MCE, nel quale le forze giovani del
Movimento chiedono che si attui un processo di politicizzazione che possa far esprimere
lintenzionalità politica rimasta, per tutti gli anni precedenti, latente nelle file
del Movimento ; ora la mancanza di dialogo era totale, perché da una parte vi erano
coloro che non volevano cedere alle richieste dei <<nuovi>>, ora chiamati
giovani, di trasformare il Movimento di Cooperazione Educativa in un movimento interessato
più alla politica, che in poco tempo divenne <<utopia>> politica, che alla
didattica, volendo mantenere la linea delle lotte parallele, dallaltra parte vi
erano coloro che, dopo aver stretto rapporti con il Movimento studentesco e le
organizzazioni operaie, esigevano una radicale trasformazione dello Statuto del MCE per
conferirgli un attivo ruolo politico nella società :
<<Quando
undici anni fa fu stipulata la dichiarazione di finalità del Movimento, i suoi estensori
ebbero chiaro che le finalità stesse non sarebbero state attuate pienamente se
allopera di rinnovamento educativo non si fosse accompagnata una parallela
trasformazione organica delle strutture che attualmente condizionano le scelte e la durata
dei corsi di studi. Tuttavia essi vollero sollevare il Movimento dalloccuparsi di
questultimo compito e ne indicarono il campo dazione nel rinnovamento
dellopera educativa svolta da ciascuno insegnante. A distanza di undici anni è
lecito domandarsi se è ancora possibile porre questo limite alla nostra attività,
qualora essa voglia veramente perseguire il rinnovamento della vita scolastica italiana.
Ci sembra infatti che più di una spiacevole esperienza, di cui molti di noi siano stati
protagonisti, renda necessario un ripensamento critico sulle finalità che ci siamo
posti>>
Nellanno
cruciale della Contestazione (1968) la prima generazione non riuscì a trovare punti
daccordo con la seconda generazione e ciò determinò lespulsione di Giuseppe
Tamagnini, il quale si oppose con tutte le sue forze alla nuova linea politica assunta dal
Movimento che rendeva questultimo uno strumento nelle mani di partiti e gruppi
politici che avevano capito limportanza dello strumento didattico per
lattuazione della <<rivoluzione sociale>>.
Dalle
stesse pagine della rivista emerge chiaramente la svolta politica del MCE, ciò emerge sia
nelluso massiccio di parole quali lotta, rivoluzione, capitalista, padrone, ecc.,
sia negli stessi contenuti degli articoli; i contenuti degli articoli non vertevano quasi
più sulle esperienze didattiche vissute dai maestri, ma erano per lo più cronache di
Convegni e riunioni nellambito dei quali si discuteva sia delle difficoltà
incontrate dai maestri nelle loro attività sindacale, sia dalle difficoltà incontrate
dai maestri nella loro attività didattiche nel momento in cui venivano ostacolati dal
Direttore scolastico considerato, il più delle volte, <<capitalista>> o
<<padrone>>.
La
rottura tra la prima generazione e la seconda avvenne in seguito al rifiuto totale dei
<<nuovi>> della politica di base del MCE che consisteva in una totalizzante
apertura verso tutti coloro che volevano aderire al Movimento, per cui non bisognava
attuare mai e poi mai nessuna discriminazione ideologica.
Tale
apertura ideologica avrebbe conferito alla pedagogia una posizione autonoma e non
subordinata a nessun tipo di condizionamento.
Ciò
che determinò la svolta politica del Movimento fu un importante incontro svoltosi a
Lignan in Valle dAosta nella piena estate del 1968 ; nelle <<quattro
giornate di Lignan>> vennero focalizzati alcuni punti importanti per il rinnovamento
politico del Movimento. Innanzitutto si doveva partire da unanalisi socio-economica
della funzione della scuola. Tale indagine avrebbe poi portato alla formazione di una
coscienza politica dellintero corpo insegnante.
Le
conseguenze delle <<quattro giornate di Lignan>> furono : allontanamento
e rottura del MCE con dei promotori del Movimento, in special modo Giuseppe Tamagnini e
Bruno Ciari, ; crisi della strategia delle <<lotte parallele>> nata dalla
convinzione che sindacati e partiti politici non si interessavano delleffettivo
cambiamento della scuola ; necessaria analisi socio-economica della funzione della
scuola.
Nellassemblea
straordinaria del 1969 il tema ricorrente fu quello della selezione ; vennero
individuati alcuni punti che la scuola moderna doveva rispettare : 1) potenziamento
della capacità di comunicazione per unautonoma partecipazione popolare nella
società ; 2) promozione di azioni politiche, allinterno del sistema didattico,
per il rifiuto di schemi culturali e di comportamenti imposti ; 3) corretto sviluppo
delle capacità logiche ; 4) studio delle scienze e della storia per poter
estrapolare valori alternativi alla cultura attuale ; 5) sviluppo della creatività
come sviluppo delle capacità logiche, mentali e comunicative.
I
lettori di <<Cooperazione educativa>> vennero invitati a partecipare ai corsi
estivi organizzati a Lignan (Nus, Val dAosta) ; le giornate di Lignan
inizialmente erano destinate allapprofondimento teorico dellinsegnamento della
matematica e delle scienze, analizzate sulla base di relazioni di esperienze, per la
definizione del programma delle attività didattiche ; tale corso iniziò con
propositi tuttaltro che rivoluzionari, ma ben presto dalla discussione inerente
lattività didattica si passò allanalisi della società, per
linserimento di tali attività, e ciò causò lemergere di tutte le
contraddizioni esistenti nella società moderna.
In
occasione di questi primi stages estivi non emersero spinte rivoluzionarie, infatti
parole come lotta e rivoluzione ancora non comparivano, ma se tali incontri furono
organizzati per affrontare argomenti matematico-scientifici alla fine rappresentarono il
luogo entro il quale iniziarono a germogliare i primi malcontenti e le prime strategie di
lotta politica.
Se
si vanno ad analizzare le relazioni e i documenti di Lignan emerge chiaramente che si era
venuta a creare quella coscienza di classe, fra gli insegnanti, tanto voluta dalle forze
giovani del Movimento ; infatti si arrivò alla conclusione che limpegno
politico non si poteva esaurire nellattività didattica ; venne chiesto agli
insegnanti, in quanto membri del MCE, di uscire allo scoperto e di prendere coscienza
della loro funzione allinterno della scuola sia per cercare nuove forme di lotta sia
per contestare e rifiutare il ruolo impostogli dalla società ; la tanto sospirata
coscienza di classe poteva essere conquistata tramite la lotta per far rispettare la legge
in scuole impostate tradizionalmente e il prendere iniziative non vietate dalla legge, ma
che si scontrano con labituale modo do fare scuola.
Le
rivendicazioni concernevano sia il diritto degli insegnanti di intervenire nella
formazione delle classi sia il diritto alla libertà dinsegnamento.
Nel
punto 5 del documento di Lignan
La
scuola doveva trasformarsi in centro culturale aperto a tutti e quindi in un vero e
proprio servizio sociale ; linsegnante doveva, per raggiungere il suo
obiettivo, coinvolgere nellazione rivoluzionaria tutte le persone che direttamente
interagivano con la scuola come per esempio famiglie, studenti, partiti, sindacati e leghe
operaie.
Le
varie iniziative proposte a Lignan riguardavano soprattutto
la nuova formazione dellinsegnante, il quale doveva essere preparato non solo
tecnicamente ma anche socialmente e culturalmente ; ciò che si doveva poi combattere
era lisolamento dei maestri, i quali dovevano promuovere assemblee per conquistare
una funzione decisionale sui temi della scuola ricercando contatti e collegamenti
operativi con altre forze sociali.
A
differenza del Movimento italiano che non riuscì, a causa della scissione interna dove i
<<vecchi>> rappresentanti vennero allontanati, a rimanere intatto, il
Movimento francese non perse la sua identità, ma riuscì a riproporre la figura di
Freinet nel suo aspetto rivoluzionario ; fu proprio con lutilizzo della figura
di Célestin Freinet, messa a disposizione di studenti e operai, che Elise Freinet
<<Più
che mai faremo delle nostre scuole dei cantieri viventi di lavoro in unione con il popolo.
Più che mai apriremo le nostre scuole ad insegnanti da iniziare, a genitori da
sensibilizzare, ad artigiani, operai, contadini che possano recarci i diversi aspetti
dellambiente sociale, ad ingegneri e tecnici suscettibili di aprirci gli orizzonti
di una civilizzazione polivalente. Più che mai continueremo a promuovere il rinnovamento
delleducazione, nato nella piccola scuola di Bar-sur-Loup nel 1920 e che anima oggi
il vasto movimento internazionale della Scuola Moderna che opera per il suo
perfezionamento e la sua divulgazione fra le masse magistrali. Più che mai ci dedicheremo
a completare uneducazione della personalità del bambino nella quale la sensibilità
e limmaginazione saranno fattori decisivi di una cultura che già sotto i nostri
occhi prende lavvio nelle nostre umili scuole : la poesia e larte vi
porteranno gli echi di forze ignorate che si rivelano, finora soffocate, ma che porteranno
molto lontano il messaggio di un nuovo modo di vedere e di sentire>>
La
risposta del Movimento francese, alle richieste di quello studentesco, fu una riconferma
delle proprie scelte ideologiche e operative adattate al nuovo contesto, ma anche la
promessa di un continuo rinnovamento delleducazione in senso creativo e cooperativo.
La
pedagogia della quale parla Elise Freinet era una pedagogia dellazione rivolta agli
uomini del popolo e nata dallinsegnamento di Célestin Freinet, il quale per primo,
fin dallinizio dellattività didattica, cercò in tutti i modi di creare una
nuova forma di educazione da elargire a tutto il popolo, trovando il suo campo vitale
nella grande fraternità e umanità di lavoro.
Accanto
alla rivoluzione politica e sociale, in atto nel paese, si allineò una rivoluzione
pedagogica, la quale solo analizzando la situazione della scuola pubblica si rese conto
dei problemi sociali esistenti ; limpegno rivoluzionario venne ritenuto valido
in base alla risoluzione di questi ultimi problemi, i quali potranno essere risolti solo
con lallargamento e lapprofondimento della didattica operativa usata fino ad
adesso ; si prese coscienza del fatto che lattività didattica che sembrava,
fino al giorno prima, funzionale al soddisfacimento dei bisogni sociali ora non lo era
più, ma necessitava di un totale rinnovamento da attuare nel breve tempo possibile.
Il
Movimento francese trovandosi proiettato dagli avvenimenti nel vasto movimento sociale ed
umano diventava consapevole della necessità di approfondire lattivismo pedagogico e
sociale, in modo tale che il corpo insegnante poteva portare maggiore aiuto dove lo
esigeva lazione sociale, culturale e politica ; uno dei compiti di questa nuova
classe sociale in azione fu quello di denunciare le false gerarchie culturali,
intellettuali e amministrative.
Lazione
educativa, per poter essere chiamata rivoluzionaria, doveva estendersi a tutte quelle
realtà sociali che interagivano con la scuola ; essa doveva, quindi, dimostrare, in
ogni sua attività, il rispetto per le nuove esigenze sociali e politiche del paese ;
tale azione educativa-politica cercava di creare un filo conduttore che potesse unire la
scuola con i genitori, con gli insegnanti e con le nuove forze rivoluzionarie.
Il
Movimento francese orientò la propria azione educativa verso le diverse sfere della
società che potevano, tramite un processo di sensibilizzazione, concorrere alla
rivoluzione sociale e pedagogica ; i primi gruppi ai quali esso si rivolse furono gli
studenti universitari che occupavano gli atenei ; lapproccio iniziale non fu
facile in quanto essi, preoccupati dei loro problemi, non riuscirono, almeno
allinizio, ad instaurare un dialogo profondo, ma nel momento in cui captarono la
fratellanza di pensiero che li univa al Movimento <<dell Ecole moderne>>
iniziarono a stabilire contatti fruttuosi che permisero di pensare ed agire in comune per
la risoluzione dei problemi delleducazione in una concezione unitaria della
personalità.
Lessere
riusciti ad instaurare questa serie di dialoghi che coinvolsero diverse fasce sociali
rappresentò, in un periodo dove la maggior parte dei gruppi politici e sociali non
riuscivano a creare niente di concreto, una tappa molto importante per il Movimento
francese che, finalmente, poté far conoscere le tecniche Freinet a tutti coloro che
ignoravano la sua pedagogia popolare e far sì che questultimo risultasse
concretamente funzionale ai nuovi e rivoluzionari bisogni sociali.
La
mancanza di cooperazione e dialogo allinterno del Movimento italiano, in questo
delicato momento storico, fece sì che esso non riuscì a portare avanti su uno stesso
livello lattività politica e lattività didattica a differenza del Movimento
francese che, senza tanti traumi, riuscì a mantenere la sua struttura originaria e nello
stesso tempo a contribuire attivamente al rinnovamento sociale.
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