La Mediazione PedagogicaLiber Liber

IL RAPPORTO INDIVIDUO-AMBIENTE NELL'OPERA DI JOHN DEWEY
di  Giordana Szpunar

1. Introduzione

Questa ricerca si muove all’interno dell’opera di John Dewey ruotando attorno a due temi: il rapporto individuo-ambiente e la teoria della biografia. Perché questi due temi? Qual è la loro connessione?

L’importanza del primo tema, forse anche la sua cogenza, emerge dall’intero panorama della filosofia contemporanea. Anche solo sulla base di un semplice sguardo fuggevole, è evidente come la riflessione filosofica contemporanea trovi nella questione del rapporto tra l’individuo e l’ambiente un tratto qualificante. «Comunità della comunicazione», «essere-nel-mondo», «fusione di orizzonti», «forma di vita», ma anche «programma di ricerca» e «paradigma», non sono altro che dei titoli sotto cui filosofi appartenenti a diverse tradizioni hanno tentato di pensare lo stesso: l’unità inscindibile dell’individuo e dell’ambiente che gli appartiene.

Ebbene, Dewey non solo non si sottrae al compito di meditare sul legame tra l’individuo e l’ambiente, ma addirittura ne fa il fondamento della sua «ricostruzione filosofica». La filosofia, infatti, può recuperare la propria autentica natura di pensiero responsabile e fattivo solo dopo aver abbandonato l’impostazione metafisica tradizionale, incentrata sull’idea di uomo come soggetto teoretico, sguardo contemplativo, mente computazionale, ente astorico, meccanismo asettico. Dewey, dunque, si colloca all’interno dell’andamento di fondo proprio del pensiero contemporaneo, restituendone in modo esemplare lo sforzo di superare quei fraintendimenti che minacciano di continuo di mutare la filosofia in metafisica. Nel far ciò, il filosofo americano elabora una soluzione del problema della relazione individuo-ambiente complessa e convincente, creando un tessuto concettuale in cui vengono fuse insieme “verità” acquisite, contenuti innovativi, intuizioni profonde che solo in seguito verranno approfondite da altri filosofi.

Veniamo ora al secondo tema e alla sua connessione con il primo. L’importanza della biografia del singolo è una conseguenza diretta del ripensamento operato da Dewey sulla figura del soggetto, a seguito di cui l’ente astratto della tradizione metafisica cede il posto all’individuo concreto in carne e ossa. La tematizzazione del nuovo ruolo che viene conferito, nella prospettiva deweyana, alle storie di vita, allora, non è altro che un approfondimento del primo tema, il rapporto individuo-ambiente, condotto da un angolo visuale peculiare e suggestivo. Non è un caso, d’altra parte, che le trattazioni del rapporto individuo-ambiente siano sempre ricche di riferimenti significativi, utili per costruire una teoria della biografia completa e articolata.

Al fine di sviluppare i suddetti temi, tenendo comunque sullo sfondo l’intera opera del filosofo, sono stati scelti, come oggetto di analisi diretta alcuni scritti teoretici nei quali il rapporto individuo-ambiente viene svolto in modo esplicito ed esauriente. Riportiamo di seguito tali testi, esponendone le peculiarità e spiegandone la pertinenza rispetto alla ricerca:

a) The Influence of Darwinism on Philosophy del 1910. Nell’articolo Dewey espone, come recita il titolo, l’influenza che la teoria darwiniana ha avuto sulla filosofia.

L’analisi del saggio ha fornito il punto di partenza e il quadro teorico di fondo all’interno del quale è stato possibile muoversi nel corso dell’ulteriore indagine. L’accettazione del darwinismo e la sua applicazione alla filosofia, infatti, hanno reso necessario ripensare e riformulare il rapporto che sussiste tra l’organismo e l’ambiente che lo circonda, sia in termini strettamente biologici, sia in termini sociali e culturali.

b) Come pensiamo del 1910. Nel volume, che costituisce una delle opere più importanti del filosofo, viene esposto in modo sistematico lo strumentalismo deweyano. La concezione deweyana del pensiero può essere considerata una trasposizione del concetto di adattamento dall’ambito biologico, che rende conto delle sole funzioni organiche, all’ambito sociale e culturale, che prende in considerazione invece il meccanismo dell’acquisizione e della trasmissione della conoscenza.

c) Intelligenza creativa del 1917. Nel saggio Dewey applica la teoria evoluzionista ai tradizionali concetti di soggetto ed oggetto, rivoluzionando così lo statuto di entrambi. Soggetto ed oggetto non sono due esistenze precostituite, isolate e contrapposte come vuole la filosofia tradizionale, ma sono elementi inscindibili in continua e reciproca interazione fra loro. La vita dell’individuo va dunque pensata come una dialettica continua di azione e passione, in modo da restituire all’uomo la ricchezza e la complessità della sua vita quotidiana.

d) Logica, teoria dell’indagine del 1938. Con l’ampia trattazione delle due matrici della ricerca (matrice biologica e matrice culturale), Dewey rende conto del modo in cui le operazioni di indagine, considerate come la modalità specifica di adattamento deliberato ed intenzionale dell’uomo al proprio ambiente, si sviluppino, senza soluzione di continuità, a partire da operazioni biologiche.

In tale analisi emerge che l’uomo agisce all’interno di un contesto storicamente determinato, così che le sue azioni diventano interpretabili solo alla luce delle categorie storico-culturali che costituiscono il mondo cui egli appartiene. D’altra parte è anche vero, al tempo stesso, che tali categorie possono essere comprese solo in relazione alle azioni dei singoli, in quanto queste sono le uniche depositarie delle strutture culturali e sociali.

e) Conoscenza e transazione del 1949. In quest’ultima grande opera Dewey propone in modo esplicito e sistematico quello che è sempre stato il fondamento teorico del suo pensiero: il concetto di transazione.

Assumendo il punto di vista transazionale soggetto ed oggetto, organismo ed ambiente, uomo e mondo, vanno considerati come un sistema unico in cui i due componenti si determinano vicendevolmente senza posa.

Dato conto dei testi analizzati, veniamo ora a presentare le due considerazioni decisive relative alla teoria della biografia, formulate sulla base del concetto chiave di transazione, emerso come il filo rosso di tutta la meditazione deweyana sul rapporto individuo-ambiente.

La prima considerazione è di ordine teorico. Il punto di vista transazionale, inteso come ripensamento del tradizionale rapporto organismo-ambiente, costituisce la condizione di possibilità di una teoria della biografia. Infatti, a partire dal riconoscimento che l’individuo non è più il soggetto fuori del mondo della tradizione, ma è costitutivamente in un rapporto di determinazione reciproca con esso, si fa chiaro che, nell’intraprendere lo studio dell’individuale, non si può più fare a meno di richiamarsi contemporaneamente al momento dell’universale, rendendo conto della loro reciproca influenza.

Ciò significa che la biografia deve essere intesa come la ricostruzione della vita del singolo che lasci emergere la sua individualità irripetibile collocandola sullo sfondo di categorie sociali e culturali storicamente universali.

La seconda è, invece, una considerazione di ordine metodologico. Giacché l’individuo non può essere in nessun modo considerato come un’esistenza isolata e indipendente dall’ambiente che lo circonda, nella ricostruzione della storia di vita osservatore e osservato stanno tra loro in un rapporto di tipo transazionale. Da ciò discende che colui che scrive intorno ad un soggetto non può pretendere una impossibile oggettività come negazione della propria individualità, ma deve fondare la scientificità della sua indagine nello sforzo di rendere coscienti i presupposti che la informano.

Infine, un'ultima precisazione relativa alla struttura del testo.

Ogni capitolo è dedicato all’analisi di una delle opere sopra elencate ed è compendiato da un ampio corpo di note, alcune delle quali centrate sulla ricostruzione della teoria deweyana della biografia, altre dedicate alle convergenze della filosofia di Dewey con altre correnti di pensiero.

 

wpeD.jpg (2693 bytes)