La Mediazione PedagogicaLiber Liber

Silvia Marcucci, La scuola tra XIII e XV secolo. Figure esemplari di maestri , Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2002..
di  Furio Pesci

Il recente volume di Silvia Marcucci rappresenta una positiva iniziativa di ricerca in un settore, come rileva Luciana Bellatalla nella sua prefazione, non particolarmente coltivato degli studi storico-educativi. Non che manchino le ricerche sull’educazione nel Medioevo e agli inizi dell’età moderna, ma non si può certamente negare la consistenza di lacune considerevoli e l’esigenza di un impegno maggiore, se possibile, da parte degli studiosi di area pedagogica (per quanto ridotte siano le forze del settore storico a fronte del proliferare di ricerche e ricercatori dalla prospettiva “generalista” o “sperimentalista”).

Il lavoro di Silvia Marcucci giunge, quindi, come un segno di una possibile ripresa di slancio per studi che, tra l’altro, si inserirebbero organicamente in un contesto molto ricco a livello internazionale e si situa, peraltro, in un filone che ha una sua tradizione di grande rilievo: come dimenticare, per esempio, il grande lavoro documentario svolto negli anni Cinquanta e Sessanta nell’ambito della pubblicazione delle coedizioni Giunti-Santoni dei “Classici della Pedagogia”, che proprio per il periodo Trecento-Cinquecento proposero i lavori più organici e ricchi, ancora oggi fondamentali per il lavoro degli specialisti.

Sembra interessante e ben documentato l’intento della studiosa toscana di offrire un quadro della varietà di “atteggiamenti educativi” presente anche in periodi così lontani, in fondo, dal nostro e così diversi per sensibilità pedagogica e per concezione del mondo. Anche in autori ed educatori imbevuti di cultura medievale, nella quale in senso dell’autorità spiccava come uno dei fondamenti, Marcucci coglie una profondità e una problematicità che veramente documenta sia il passaggio da un’epoca all’altra sia la necessità di rivedere la mappa concettuale sulla quale si regge la visione storiografica complessiva del periodo tra Medioevo ed età moderna.

Soffermandosi in particolare su quattro autori (Bonvesin de la Riva, Domenico da Peccioli e i due Barzizza) l’Autrice offre un quadro convincente della varietà dei rapporti educativi e della problematica identità del “maestro” e del “discepolo” tra scuola pubblica, scuola ecclesiastica e vita quotidiana dei precettori a corte o presso famiglie di rango, ricorrendo ad un’ampia selezione di documenti e testi e presentando un apparato bibliografico molto accurato, certamente utile per qualsiasi lettore interessato ad approfondire lo studio delle questioni e delle figure (di grande rilievo non solo “pedagogico”) trattate.

 

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