La Mediazione PedagogicaLiber Liber

La scuola Waldorf e la Pedagogia Steineriana
di  Mariangela Costa

5. I dodici sensi dell'uomo

Fin ora abbiamo appreso che secondo il pensiero antroposofico l’uomo è un essere tripartito, costituito di corpo, anima e spirito, ma ciò non è che una piccolissima parte di ciò che si potrebbe dire riguardo all’essere dell’uomo. Infatti la scienza dello spirito ci permette di considerare l’uomo in modo completamente nuovo: ciò richiede chiaramente di abbandonare le nostre vecchie certezze e concezioni per accogliere ciò che ancora ci è sconosciuto. Ciò vale anche per la teoria dei dodici sensi. Questa concezione è apparentemente in contrasto con la visione della scienza contemporanea e con il pensare comune, che ne individuano solo cinque, ossia il senso della vista, del tatto, dell’udito, dell’olfatto e del gusto, ma può anche essere vista come un’integrazione piuttosto che una contraddizione. Infatti se mettiamo da parte per un attimo tutti i nostri pregiudizi e le conoscenze che già possediamo in proposito, ci possiamo facilmente rendere conto che una concezione puramente materialistica e basata unicamente sull’osservazione empirica, non è in grado di fornire una descrizione completa dell’uomo. La concezione “dei cinque sensi” non prende infatti in considerazione tutto l’essere umano né tanto meno il modo in cui esso entra in rapporto con la realtà esterna o con la propria interiorità. L’uomo entra in relazione con se stesso, con gli altri e con il mondo circostante in mille modi e appunto una tale complessità di rapporti deve poter essere descritta in modo completo. Nel momento in cui l’uomo entra in relazione con la realtà circostante egli impara qualcosa di più su se stesso e sugli altri: egli non si limita a guardare il mondo con gli occhi, a gustarlo nel momento in cui mangia, a sentire suoni con le orecchie, a tastare cose con le mani, o a sentire profumi con il naso, ma tutto ciò che gli arriva sotto forma di sensazione o sentimento contribuisce in qualche modo alla formazione dei suoi organi di senso. Così il senso del ritmo o del colore si affinano nel bambino nel momento in cui egli entra in contatto con la musica o con la pittura; oppure il suo senso del linguaggio ha modo di svilupparsi armoniosamente se egli ha la possibilità di ascoltare adulti che parlino in modo consapevole, tale che nelle espressioni parlate vi sia una giusta corrispondenza fra le parole scelte, l’intonazione, e il reale significato delle parole. La Scienza dello Spirito ci fornisce anche in questo caso un mezzo per indagare più in profondità ciò che viene normalmente trascurato da un pensiero materialista e basato esclusivamente sull’osservazione empirica.

Steiner individua dunque dodici sensi nell’uomo, i quali vengono suddivisi in tre gruppi: il primo è costituito dai quattro sensi inferiori, il secondo dai quattro sensi intermedi e il quarto dai quattro sensi superiori.

I sensi inferiori, o sensi della volontà, sono quello del tatto, dell’equilibrio, del proprio movimento e della vita. Essi si sviluppano nel bambino dall’età dell’allattamento fino alla seconda dentizione e di conseguenza richiedono una particolare attenzione da parte dell’educatore proprio durante questo periodo.

Nei primi anni grazie al senso del tatto il bambino entra direttamente in contatto con il mondo esterno e con la natura; un ottimo esercizio per sperimentare in modo attivo tale senso è quello di modellare alla cieca, rinunziando coscientemente al senso della vista. In tal modo la sensazione sarà tanto più attiva, poiché mette in moto nel bambino la facoltà del volere. Il senso dell’equilibrio può essere descritto come uno stato di calma interiore, di intima fiducia e sicurezza, grazie alla quale ci sperimentiamo come esseri spirituali, al di là dei limiti dello spazio e del tempo. La musica e il disegno di forme sono molto indicate per questo senso; mentre la musica è capace di creare quasi un ponte con il mondo spirituale, il fare delle forme disegnando o guardare il disegno di forme simmetriche sono ottimi esercizi per acquisire compostezza e armonia interiore. Il senso del proprio movimento è particolarmente risvegliato dai giochi all’aperto e da tutte quelle attività basate sul ritmo, quali per esempio la musica, la recitazione, l’euritmia, la poesia, e così via. Lo stesso ritmo della settimana scolastica, e l’alternarsi delle regolari attività che si compiono ogni giorno a scuola contribuiscono ad apportare il giusto ritmo nella vita del bambino e quindi ad educare il suo senso del movimento. Inoltre è proprio grazie al senso del movimento, come può essere sperimentato attraverso una corsa all’aperto, che il bambino sperimenta il senso della libertà, anche se in modo ancora non cosciente. La vera e propria coscienza della libertà potrà essere sperimentata solo nel terzo settennio,quando si svilupperà il senso dell’Io. Il senso della vita, che ci dà la giusta consapevolezza della salute del nostro corpo, è nel bambino naturalmente desto e in quanto educatori bisogna accertarsi che si sviluppi in modo naturale, tramite una giusta educazione che assecondi i suoi naturali bisogni e desideri. Un bambino, se non eccessivamente viziato, sa istintivamente ciò di cui il suo corpo ha bisogno. Per esempio, per quanto riguarda la nutrizione Steiner invita ad una particolare cura e attenzione:

Si può sovranutrire il bambino con cose tali da fargli perdere del tutto i suoi sani istinti della nutrizione, mentre, grazie ad una giusta alimentazione, glieli si possono mantenere in modo che, sino al bicchiere d’acqua, egli richieda tutto quello che in determinate circostanze gli giova, e rifiuta tutto quello che può essergli nocivo. (R. Steiner, Educazione del bambino ecc., cit. p. 28)

I sensi intermedi sono quello dell’olfatto, del gusto, della vista e del calore. Essi sono direttamente collegati al sentire e per questo si sviluppano nel bambino soprattutto durante il secondo settennio, ossia dai sette anni alla pubertà. Essi possono venire coltivati tramite attività artistiche, quali per esempio l’acquarello e la pittura. Tramite la pittura, infatti, si può affinare il senso non solo della vista, ma anche del calore e dell’olfatto, poiché l’esperienza del colore è qualcosa di molto complesso e intimo che arriva fine nelle più recondite profondità del nostro essere. Proprio come di fronte ad un magnifico panorama o durante una passeggiata nel bosco, tutto il nostro essere viene afferrato, e sperimentiamo una molteplicità di sensazioni, che ci arrivano attraverso il senso della vista, dell’olfatto, del calore…così nel dipingere possiamo sperimentare il calore che emana da un rosso vivo, o la freschezza e la calma che ci vengono trasmesse da un azzurro, o ancora la gioia e la spensieratezza che emanano da un giallo limone.

Per avvicinarsi in tal modo al mondo dei colori, dobbiamo abbracciare la Teoria dei Colori di Goethe, che Steiner stesso ha ritenuto di grande valore. In breve, secondo la tale teoria l’uomo può penetrare nella natura dei colori in modi diversi: partendo dalla manifestazione fisica, chimica e fisiologica, si può arrivare fino alla esperienza sensibile-morale si essi. E ciò perché il colore può essere sperimentato tramite il sentimento oltre che tramite la vista.

Un tale approccio al mondo del colore, fa si che esso possa essere utilizzato anche in modo terapeutico, in modo da indirizzare o correggere sentimenti e stati d’animo. Tramite il colore si può, per esempio, agire su un temperamento eccessivamente collerico o su uno stato di nervosismo: infatti, ogni colore viene vissuto a livello interiore in modo da risvegliare il colore complementare. Facendo lavorare un bambino nervoso con il colore rosso, si può effettivamente calmarlo: lo sforzo di suscitare il colore complementare del rosso, in questo caso il verde, ha l’effetto di calmare e tranquillizzare il bambino.

Oltre alla pittura, anche il ricamo è una materia artistica d’insegnamento, in quanto svolge un’azione benefica nell’armonizza i sensi inferiori e quelli intermedi.

I sensi superiori, o sensi del pensare, sono il senso dell’udito o timbro, del linguaggio o della parola, del pensiero o della rappresentazione, e il senso dell’Io. La chiave per l’educazione dei sensi superiori è l’esempio: infatti l’unico modo in cui il bambino può sviluppare i suoi sensi quattro superiori è attraverso l’esempio dell’uomo stesso. Secondo quello che sono le persone che del suo ambiente, secondo il modo in cui esse manifestano la loro parte veramente umana e umanitaria nel loro atteggiamento, nel suono della loro voce, nel loro parlare, pensare e agire, secondo ciò si forma nel bambino l’organismo dei sensi superiori. Ed in effetti, poiché il bambino deve stare a sentire il maestro per almeno quattro ore al giorno, egli viene influenzato direttamente nello sviluppo e formazione dei sensi superiori: tono, linguaggio, pensiero, e senso dell’io si plasmano secondo l’esempio dell’educatore. Per questo il maestro si deve sforzare di avere una pronunzia chiara, distinta, armoniosa. Chiarezza e confusione del pensare del maestro, i suoi pensieri veri, veri a metà, distorti, del tutto falsi, rappresentazioni meschine, unilaterali, multilaterali, tutto percepisce lo scolaro e secondo essi egli forma l’organo del suo senso di rappresentazione.

È interessante per l’educatore sapere poi che ogni cosa si intreccia con l’altra: per esempio, coltivare i sensi inferiori, nella prima fase della crescita del bambino, costituisce una premessa fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo dei sensi superiori, che ne sono una metamorfosi: infatti il senso dell’Io si sviluppa in modo rigoglioso e sano dal senso del tatto (immaginiamo per un attimo un bambino che non sia stato mai preso in braccio e che non abbia egli stesso sperimentato con oggetti variati e naturali tutte le sfumature del tatto: egli non potrà logicamente sperimentare quel sottile tatto che ci fa sentire come individualità); quello del pensiero, per tutto ciò che è stato descritto fin ora non può che nascere da un sano senso della vita; quello del linguaggio da un arricchimento del senso del movimento, e infine quello dell’udito dal senso dell’equilibrio.

 

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