La Mediazione PedagogicaLiber Liber

La scuola Waldorf e la Pedagogia Steineriana
di  Mariangela Costa

6. La memoria e il suo sviluppo nel bambino

La memoria è direttamente collegata al corpo eterico, il quale, come sappiamo, fino ai sette anni è ancora avvolto dall’involucro eterico protettivo, il che impedisce qualsiasi intervento diretto su di essa durante il primo settennio. Infatti, se consideriamo la memoria del bambino piccolo, ci possiamo facilmente rendere conto che essa funziona in maniera diversa e non può venire influenzata dall’esterno. Il bambino è soprattutto attratto da ciò che lo circonda nel momento presente e difficilmente , se interrogato, ricorda un’azione passata. La memoria,infatti, fino ai sette anni ha un funzionamento diverso e sarebbe più corretto dire che non si è ancora formata, poiché non può essere paragonata a quella che si presenta negli adulti. Solo dopo la seconda dentizione essa comincia a svilupparsi e solo allora sarà possibile e anzi doveroso intervenire sul suo sviluppo dall’esterno. Infatti, in questo periodo ciò che si conquista di capacità mnemoniche è quello che ci porteremo per tutta la vita e al contrario ciò che non si è fatto non potrà venire recuperato.

La memoria avrà durevolmente un valore minore di quello che avrebbe potuto avere per il soggetto in questione, se in questo periodo si tralascia di fare il necessario. Quanto si omette non potrà in seguito venir recuperato. (R. Steiner, Educazione del bambino ecc., cit. p. 34)

La base migliore per un giusto sviluppo della memoria è plasmare artisticamente tutto l’insegnamento. I concetti astratti, razionalistici, l’intellettualità affaticano la memoria, mentre le immagini plastico pittoriche risvegliano le forze che fanno sviluppare giustamente le memoria fin nel corpo fisico. L’approccio artistico all’insegnamento ha il vantaggio di coinvolgere il bambino con tutto il suo essere, poiché egli partecipa attivamente in ciò che viene imparando: se facciamo sì che il bambino sia lui stesso attivo artisticamente, se siamo in grado di mettere il bambino artisticamente in movimento, in attività, in modo che quanto egli fa mentre disegna, mentre scrive, mentre dipinge, durante l’insegnamento musicale, metta sempre in attività il corporeo insieme con lo spirituale allora sviluppiamo in giusta maniera ciò che per la memoria deve entrare nel corpo fisico attraverso l’educazione animica.

Steiner inoltre afferma che la memoria viene esercitata nel modo giusto, se si fanno imparare al bambino cose di cui ancora non comprende il significato: non è di aiuto sovraccaricare la memoria di nozioni da ricordare perché ciò non fa che indebolirla. È d’altronde importante che il bambino possa avvicinarsi in maniera diretta ad alcuni argomenti, senza la mediazione dell’intelletto, e che li sperimenti tramite il sentimento, poiché in questo modo è possibile trasmettere al bambino anche insegnamenti morali e fare in modo che eserciti la memoria attraverso l’apprendimento di cose che sarà in grado di comprendere solo in futuro.

Il giovane, per esercitare la memoria, deve imparare cose di cui acquisterà soltanto più tardi la comprensione […] L’intelletto è una forza dell’anima che nasce solo con la pubertà […] Fino alla pubertà il giovane deve acquistare, mediante la memoria, i tesori sopra i quali l’umanità ha pensato; dopo è il tempo di compenetrare di concetti quanto prima ha ben impresso nella memoria. In un certo senso ogni comprensione concettuale dovrebbe venir presa dai tesori accumulati nella memoria. (R. Steiner, Educazione del bambino ecc., cit. p. 36-37)

Il modo in cui si deve far esercitare la memoria al bambino, si può riassumere in quelle che Steiner definisce le tre regole d’oro per lo sviluppo della memoria: la prima consiste nella consapevolezza che i concetti sovraccaricano la memoria; la seconda afferma che quanto è artisticamente evidente forma la memoria; la terza che lo sforzo, l’attività della volontà rafforza la memoria.

La vita del sentimento, fatta di gioie, dolori, piaceri, dispiaceri, tensioni e distensioni, è la vera e propria portatrice dell’aspetto duraturo della rappresentazione dalla quale attinge il ricordo. Si aiuta il ragazzo a sviluppare la memoria se si cerca di accompagnare l’insegnamento con un certo slancio, con una passione interiore, piena di sentimento; unendovi tali moti di sentimento, senza restare mai aderenti solo all’elemento intellettuale, si fa sì che il ragazzo si avvicini ai diversi argomenti in modo da viverli anche a livello emotivo, cioè con gioia o dolore, entusiasmo o amarezza, con umorismo e ironia. Inoltre l’aspettativa e la distensione che possiamo portare nell’ascolto sono altri aiuti affinché il giovane possa fare propria la conoscenza che gli viene portata incontro.

 

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