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La famiglia di fronte all'handicap .
di Enzo Magazzini |
2. Il mito del figlio perfetto
Per
tutti i futuri genitori sono almeno tre i neonati che vengono alla luce al momento della
nascita: "Il bambino immaginario dei loro sogni e delle loro fantasie e il feto
invisibile ma reale (
) si confondono con il neonato vero e proprio visto, udito e
infine tenuto stretto".
I
motivi che spingono una coppia ad avere un figlio possono essere molteplici, tra i
principali il pediatra Berry Brazelton lo psichiatra Bertrand Cramer, includono
l'identificazione, l'appagamento di alcuni bisogni narcisisti e il tentativo di ricreare
vecchi legami nella nuova relazione con il figlio o la figlia.
L'identificazione
si ha in quanto tutti, donne e uomini, hanno sperimentato qualche forma di cura materna.
Come scrivono i due medici: "Quando una bambina viene nutrita e allevata, è
possibile che in lei si generi la fantasia di diventare la nutrice invece che la
nutrita."
Fra
i motivi narcisisti che alimentano il desiderio di avere un figlio possiamo annoverare il
desiderio di mantenere un'opinione di sé come di un individuo perfetto e onnipotente, il
desiderio di "riprodursi" o di "rispecchiarsi" e quello di appagare i
propri ideali. Il desiderio di perfezione è appagato dalla condizione di gravidanza, in
quanto essa offre l'opportunità di essere "piene", perfette, di sperimentare il
proprio corpo come potente, produttivo. La gravidanza si sostituisce così alle sensazioni
di "vuoto" e alle preoccupazioni legate alle imperfezioni del proprio corpo.
Insieme al desiderio di perfezione possiamo includere quello di "fusione", di
simbiosi del proprio io con il figlio; a questo è strettamente correlato il desiderio di
tornare all'unità con la propria madre.
Un
altro desiderio riguarda il rispecchiamento dei genitori nel bambino. Il desiderio di
avere un figlio comprende la speranza di riuscire a riprodursi: "Questa speranza
mantiene in vita una sensazione di immortalità: il bambino sarà la testimonianza vivente
del prolungarsi della propria esistenza. Questo desiderio di un'immagine speculare si
estende agli ideali e alle tradizioni di famiglia: il bambino rappresenta una promessa di
continuazione, l'incarnazione dei propri valori".
I
genitori tendono inoltre ad immaginare che il loro figlio avrà successo proprio là dove
loro hanno fallito. Il bambino immaginario contiene in sé l'io ideale del genitore; non
è solo l'estensione del corpo della madre, ma anche l'estensione di quella che Heinz
Kohut ha definito la sua "grandiosa immagine di sé"
Anche
se è facile dimostrare come questi desideri narcisisti possono interferire nello sviluppo
di un bambino, essi sono tuttavia indispensabili perché preparano la madre
all'attaccamento, essa infatti deve considerare il proprio figlio come unico, come la cosa
più preziosa della sua vita. Se tali desideri non esistessero la madre non potrebbe
sviluppare la "preoccupazione materna primaria" cioè quella condizione
psicologica particolare illustrata da Donald Winnicott in questi termini:.
Non
credo che si possa comprendere la funzione della madre all'inizio della vita del bambino
senza ammettere che essa deve essere capace di raggiungere questo stato di elevata
sensibilità, quasi una malattia, e di guarire. (Uso il termine "malattia"
perché una donna deve essere sana per poter sia raggiungere questo stato, sia uscirne
quando il bambino la lascia libera. Se il bambino morisse lo stato della madre si
rivelerebbe immediatamente patologico. E' il pericolo che la madre corre). (
).Solo
una madre sensibile può mettersi al posto del suo bambino e rispondere ai bisogni di
quest'ultimo.
I
genitori inoltre possono individuare nel futuro figlio una possibilità di far rivivere
affetti che possono essere rimasti inattivi per anni, egli può fornire l'occasione per
rielaborarli. Il figlio può così essere descritto come "rimedio", in quanto
porta con sé la promessa di ricreare relazioni disattivate che in passato hanno procurato
gratificazioni.
Nel
desiderio di avere un bambino, una donna può inoltre sperimentare una "doppia
identificazione"; con la propria madre e con il bambino che sta aspettando.
Partorendo un figlio può realizzare il sogno di diventare come la propria madre, facendo
suoi i "magici e invidiati attributi della creatività".
I
sentimenti di due futuri genitori sono comunque fortemente ambivalenti: da una parte si
considerano assolutamente in grado di allevare il figlio e completamente sicuri e pronti a
creare un bambino perfetto, dall'altra si presenta loro il timore di poter far male al
figlio, di generarlo con qualche difetto. Brazelton e Cramer scrivono: "Durante la
gravidanza verrà loro in mente qualsiasi pericolo per il feto di cui possono aver letto o
di cui hanno sentito parlare".
Per
far fronte a questi timori i futuri genitori mobilitano una quantità sempre maggiore di
difese, cominciando ad idealizzare il figlio vedendolo come un essere perfetto e
assolutamente desiderato. |