La Mediazione PedagogicaLiber Liber

La famiglia di fronte all'handicap .
di   Enzo Magazzini

6. Figlio disabile e rapporto di coppia

La nascita, o comunque la presenza di un bambino handicappato non può non influenzare il rapporto di coppia dei suoi genitori. Molto spesso il partner diviene il bersaglio dell'aggressività all'interno della coppia, con conseguenti tensioni.

Spesso, scrive Gargiulo: "Le due famiglie si accusano a vicenda di avere sangue cattivo e queste recriminazioni compromettono la stabilità del matrimonio." Frequentemente infatti, spiega anche Enrico Montobbio in un saggio molto interessante: "si cerca di individuare negli ascendenti e nei collaterali le cause organiche della menomazione del figlio, alleggerendo la propria coscienza dal tema della colpa in un doloroso e vano tentativo di attribuirla al coniuge."

Montobbio, nella sua esperienza decennale con i bambini "subnormali" e con le loro famiglie, ha riscontrato che la coppia, in un numero molto ridotto di casi risulta come "cementata" dalla presenza di un figlio handicappato, ma questa maggiore unione è in genere accompagnata ad una riduzione dei contenuti della comunicazione: il figlio disabile "rappresenta il tema quasi unico e costante del dialogo fra genitori".

Talvolta il bambino handicappato può assumere il ruolo di "capro espiatorio", viene cioè accusato di far riemergere vecchie ferite e ansie, rimaste latenti da molti anni nei genitori, è ritenuto dunque responsabile delle difficoltà emerse nella vita coniugale del padre e della madre. Il bambino può altresì diventare il legame negativo e vincolante che, scrive Gargiulo: "deve continuare ad ogni costo perché sarebbe impensabile, dal punto di vista sociale e morale, lasciare il partner o rompere il matrimonio".

Tuttavia, non sempre la nascita di un bambino handicappato rappresenta una minaccia all'equilibrio della coppia, lo stress infatti, può talvolta far sentire più uniti i genitori e può portarli a rafforzare il legame. Gargiulo riporta le parole di una madre: "La coppia spesso risulta sensibilmente condizionata a livello del problema di nuovi concepimenti, spesso i coniugi si trovano in posizioni divergenti: la madre è sicuramente portatrice delle angosce più profonde, esprime in sé contemporaneamente sia fortissimi desideri sia grandi paure." La vita sessuale, scrive Montobbio, è sensibilmente compromessa "con molteplicità di meccanismi e con dinamiche complesse ed incerte su cui non si ritiene né possibile né legittimo al momento proporre interpretazioni o analisi motivazionali".

Anche la vita sociale è compromessa : gli svaghi, le vacanze, le relazioni con il gruppo sociale e, più genericamente, l'uso del tempo libero, sono gravemente limitati. Per questo aspetto vengono evidenziate dai coniugi sia comprensibili difficoltà pratiche che un'evidente caduta delle motivazioni o, ancora, il comparire di una "logica masochistica di tipo espiatorio".

Se consideriamo la famiglia come un "sistema interdipendente i cui bisogni e obiettivi comuni trovano risposta nell'interazione dei singoli comportamenti", allora i problemi legati all'handicap si devono necessariamente trattare come problemi che coinvolgono l'intero nucleo familiare.

 

wpeD.jpg (2693 bytes)