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Rosa Corrado, Lungo i sentieri della fantasia, Roma, Aracne
Editore, 2002.
di Carlotta Padroni |
Lungo
i sentieri della fantasia è il titolo dellultimo libro di Rosa Corrado (Aracne
Editore); in esso lautrice ripercorre i non facili sentieri della letteratura
infantile dalle sue origini (tra i precursori di questo filone si citano addirittura
Lutero con le Favole Sopiane e il Pentamerone di Giambattista Basile
pubblicato nel 1634 e poi riscoperto e tradotto, dal dialetto napoletano, da Benedetto
Croce nel 1925) fino ai classici della tradizione letteraria del nostro ieri come Pinocchio
(1883) o Cuore (1886) tuttora letti ed apprezzati nonostante gli ingenerosi
attacchi mossi dalle proposte massmediatiche.
Questi
testi e i loro autori sono qui analizzati nella loro complessità dalla studiosa che ne
ripercorre la fortuna in termini di critica e giudizio storico, indugiando in modo
organico sul messaggio che propongono e sulla portata etico-pedagogica e letteraria dei
contenuti.
Tra
i classici della letteratura infantile, trova posto, con un ruolo tutto suo, in
unanalisi puntuale Luigi Bertelli, ovvero Vamba, con lindimenticato
Giornalino della Domenica e con il personaggio di Giamburrasca, assieme a
tante altre storie meno note prive di retorica ma animate, dinamiche e ricche di
suggestioni e sentimenti positivi; esse danno corpo a una narrativa non edulcorata, in
grado di catturare linteresse dei giovani lettori e di divertire: lontano dai
modelli tipici di quel periodo eccessivamente carichi di insegnamenti
pedagogici e moralistici, il divertimento era assicurato.
Emerge
un dato su tutti scorrendo le pagine del bel libro della Corrado: la necessità, sempre
attuale, di veicolare il valore della lettura anche e soprattutto nel mondo della prima
infanzia. La lettura, dunque, come pratica indispensabile per la formazione di specifiche
capacità della mente come lelaborazione della dimensione del fantastico e la
costruzione di procedure logico-sintattiche del pensiero - e ancora per potenziare, nel
soggetto, gli strumenti fondamentali atti a ordinare e dominare la realtà come
linteriorizzazione dei sentimenti, delle emozioni, dellimmaginario, il senso
di autonomia e la consapevolezza di sé.
Solo
il linguaggio come scrittura fa entrare nelluniverso della cultura e permette di
attraversarla nella sua molteplicità di direzioni e discorsi
Solo da bambini
anzi tra infanzia e adolescenza si impara a leggere e ad amare la lettura; dopo è
troppo tardi ricorda Giacomo Cives nellapprezzatissimo libro scritto a quattro
mani con Franco Cambi Il bambino e la lettura (Pisa, Edizioni ETS, 1996, p. 12) che
disamina gli aspetti significativi delliniziazione alla lettura attraverso diverse e
anche distanti prospettive (culturale, motivazionale, educativa) identificando nel libro
scolastico ed extrascolastico, e dunque nella letteratura infantile, uno strumento
fondamentale per la formazione.
Le
osservazioni di Cives, che in questo approccio allinsegna della libertà del leggere
si avvale anche delle innovative annotazioni di Daniel Pennac, muovono dunque nella
direzione della necessità di promuovere, a scuola e fuori, il gusto, il piacere di
leggere, di un leggere libero, gioioso e gratificante inteso non come obbligo
alienante ma come risposta autentica allinteresse e alle motivazioni del bambino.
Dal
piacere di leggere Giacomo Cives indica il potenziamento della letteratura per
linfanzia attraverso lanalisi del doppio registro che la governa
(la superficie e la profondità: il testo e il suo significato) proponendola in una
duplice chiave formativa: cognitiva ed etico-sociale.
Tornando
al testo della Corrado proprio in linea con questa funzione di potenziamento
dellimmaginazione senza trascurare gli obiettivi formativi in senso stretto
lautrice propone la sua lettura-analisi della fiaba dalle sue origini
storiche fino alle indagini novecentesche sulla struttura del testo narrativo. In Appendice
inoltre la Corrado riporta una serie di significativi e gradevoli brani tratti da autori
esaminati nel testo o non manca una ricca e puntuale bibliografia che spazia da Gramsci a
Propp, da Andersen a Rodari, da Piaget a Bettelheim. |