8 feriti, tre donne gravi
per l' incidente alla
Zanussi di Susegana:
responsabile la priorità
della produzione.
Gli otto
dipendenti coinvolti sono ancora in gravi condizioni e tre lavoratrici hanno
ustioni su gran parte del corpo e pesanti lesioni interne.
Dalle
cronache dei media le gravi lesioni colpose del 12 novembre sono scomparse.
Lunedì
mattina, ad inizio turno, nonostante "forte odore di gas",
"perdite nei giorni precedenti", "tracce di umidità in terra
riconducibile a fuga di gas" la linea è stata fatta partire lo stesso.
L'azienda sostiene la tesi della fuga "importante e imprevedibile".
Decine di litri di gas hanno raggiunto la linea 3, dove una fiamma ossidrica
usata da un operaio ha innescato l'esplosione. Ancora una volta la
responsabilità rischia di essere scaricata sull'ultimo lavoratore.
In molti,
troppi casi ogni giorno lavoratori e lavoratrici perdono la vita o vengono
colpiti da danni permanenti alla propria salute. L'Italia è al primo posto per
infortuni e mortalità dal lavoro. Ciononostante in genere ci si affida a
commissioni, a riunioni inconcludenti; anche quando si potrebbero accertare le
responsabilità sindacati e lavoratori in prima persona non si muovono con la
necessaria coerenza per andare fino in fondo.
Quanti sono
nelle fabbriche gli impianti obsoleti, carenti di manutenzione preventiva,
ordinaria e straordinaria?? Probabilmente molti, ma la manutenzione viene
sempre dopo la produzione ed in molte aziende viene fatta male e in ritardo,
non per scelte del lavoratore della manutenzione bensì per carenza di organici
e di investimenti. Nella maggioranza dei casi esiste una scelta economica delle
direzioni aziendali che mette in secondo piano la vita e la sicurezza. Nel caso
della Zanussi i lavoratori pagano con
la cassaintegrazione e con la salute le
scelte della direzione.
I
lavoratori, le lavoratrici a partire da questo grave episodio debbono
riflettere e discutere collettivamente per trovare gli strumenti di intervento
per migliorare l'ambiente di lavoro, le condizioni di lavoro e rendere le
fabbriche più sicure. La formazione e l'informazione prevista dalle
leggi è stata fatta sulla carta ma "forse" non è stata realizzata in
modo da dare piena coscienza e conoscenza dei rischi sul posto di lavoro. Ad
esempio, le schede tecniche del gas esploso erano conosciute dagli addetti
anche quelli che a rotazione vengono impiegati in postazioni "pericolose"?
I rilevatori perdite di gas erano presenti e adeguati? Oppure mancavano, erano
superati tecnologicamente o disposti in posizioni non funzionali?
E'
possibile promuovere assemblee, inchieste sulle carenze nella sicurezza e
denunciare con gli RLS ma anche in forme autonome, dirette, con l'appoggio del
sindacato Flmuniti-Cub e tentare così di mettere le premesse per evitare che
altri incidenti si ripetano.
L'inchiesta
potrebbe chiarire le responsabilità, altre istituzioni possono essere
coinvolte.
Ma solo la prevenzione
ed un atteggiamento che metta al primo posto la salute e la sicurezza potranno
evitare in futuro altre tragedie come questa.
La CUB, ha
da tempo assunto come prioritaria la difesa della salute sui luoghi di lavoro e
si è costituita parte civile nel processo contro i dirigenti del Petrolchimico
di Porto Marghera. Malgrado la scandalosa sentenza del tribunale, intende con
altre associazioni portare avanti tutte
le iniziative necessarie affinché chi ha causato 220 morti accertati e provocato
un disastro ambientale paghi per le sue responsabilità e per il tipo di
sviluppo produttivo che ha imposto.
Ma anche i
lavoratori hanno spazi e diritti per difendere la propria salute.
L'art 14
della legge 626 consente ai lavoratori di non prestare la propria attività in
caso di pericolo e di ottenere la retribuzione intera. In caso di grave
pericolo ci si può astenere da ogni attività nel pieno rispetto della legge
per la salvaguardia della salute.
Art. 14
legge 626/94
Diritti
dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato
1.
il
lavoratore che, in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere
evitato, si allontana dal posto di lavoro ovvero da una zona pericolosa, non
può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenze
dannosa.
2.
Il
lavoratore che, in caso di pericolo grave e immediato è nell'impossibilità di
contattare il competente superiore gerarchico, prende misure per evitare le
conseguenze di tale pericolo, non può subire pregiudizio per tale azione, a
meno che non abbia commesso grave negligenza.
Si tratta
di riaffermare la promozione della salute in prima persona e questo è possibile
anche con l'uso dell'art. 9 dello statuto dei lavoratori .
Art. 9
legge 300/70
Tutela
della salute e della integrità fisica. - I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno
diritto di controllare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli
infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca,
l'elaborazione e l'attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro
salute e la loro integrità fisica.
La salute non è una merce.
Prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro.
Perché la vita nel lavoro non sia più una guerra
che conta ogni giorno i propri morti e i propri feriti.
Petrolchimico: inizio processo 149 morti ricontati alla
fine del processo 220! "il fatto non sussiste, non costituisce reato"
Lanciamo un appello affinchè ognuno faccia
concretamente qualcosa a favore dei lavoratori colpiti! Per saperne di più: www.cub.it oppure medicinademocratica@libero.it