Rassegna Stampa sul seminario del 22 ottobre 2001




·        Da Repubblica del 23 Ottobre

 

Sospetti sulla Piana
"Fermate l'inceneritore"

Medicina democratica: "A Baciocavallo troppi tumori, cause da chiarire"

ILARIA CIUTI


LA Piana tra Firenze, Sesto e Calenzano rischia. Almeno secondo Medicina democratica ieri riunita a convegno. Perché è il punto di concentrazione, si dice, di una serie di strutture, come discarica, futuro inceneritore, aeroporto e autostrade, di cui non si conoscono ancora gli effetti a livello epidemiologico ma su cui gravano fondati sospetti di inquinamento. Quanto si sa non incoraggia. Per esempio non è ancora provato perché, ma si sa che intorno all'impianto pratese di depurazione delle acque di Baciocavallo, dotato anche di inceneritore per i fanghi, il cancro al polmone è del 20% più frequente che nel resto della città. Si sa anche che in prossimità di grandi aeroporti come quelli di New York, Monaco, Los Angeles o Londra si è provato che il rumore attenta alle capacità di apprendimento dei bambini e che l'ultima indagine inglese sostiene che nei 4 chilometri intorno a tutte le discariche della Gran Bretagna si verifica un aumento del rischio di malformazioni congenite. Quanto ai moderni inceneritori, il cui limite nelle emissioni di diossine è stato abbassato a 0,1 nanogrammi per metro cubo d'aria, c'è chi sostiene che comunque il rischio esiste, basta che vengano emessi 100mila metri cubi di aria all'ora.
Nel dubbio, meglio rinunciare ad aggiungere, nella Piana, un inceneritore alla discarica e a sviluppare ancora l'aeroporto accanto all'autostrada, si dice nel convegno guidato dal responsabile dell'organizzazione a Firenze, Beppe Bianchi, e dal veterano degli studi epidemiologici, professor Benedetto Terracini. Mentre il professor Annibale Biggeri, titolare di statistica medica all'Università di Firenze, insieme alla dottoressa Elisabetta Chellini del Centro di prevenzione oncologica parlano dell'impianto di Baciocavallo. «L'indagine fatta da noi con l'Università - spiega Chellini - è stata resa nota al Comune nel ‘98. Solo adesso stiamo per concludere una convenzione con il Comune, che ci permetterà di approfondire le cause per cui, divisa Prato in tanti settori concentrici a partire da Baciocavallo, si è visto che in quello entro 1.500 metri dall'impianto c'era il 20% in più di casi di cancro al polmone di quanti avrebbero dovuto essercene se i 700 casi individuati a Prato dall'84 al ‘96 fossero stati divisi equamente».
Intanto il direttore delle aree tecniche di Peretola, ingegner Umberto Preziosa, controbatte all'accusa lanciata dai medici di base della Piana per cui ogni giorno gli aerei in decollo consumerebbero 60 tonnellate di carburante, pari a quello che brucerebbero mezzo milione di auto. «Il carburante consumato quotidianamente - spiega Preziosa - è al massimo 1012 tonnellate. Ed ha caratteristiche diverse dalla benzina. Per esempio, il 20% di idrocarburi aromatici in meno. Oltretutto la realizzazione della pista di rullaggio permetterebbe di ridurre il consumo di carburante a terra».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

·        Da La Nazione del 23 Ottobre

 

Aria malata, da tumore

 

Un'area pattumiera o forse sarebbe meglio dire un'aria da pattumiera.
Aeroporti, autostrade, discariche e inceneritori, oltre all'impatto ambientale, sono un forte rischio anche per la salute.
La Piana fiorentina, area che comprende le zone Nord-ovest di Firenze (Peretola, Brozzi San Donnino), Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio in questo senso ha fatto un vero e proprio 'en plein' e rischia addirittura di rilanciare con il raddoppio dell'aeroporto, la terza corsia autostradale, il nuovo inceneritore e i nuovi insediamenti industriali dell'Osmannoro.
Il convegno nazionale su 'Rischi e danni per la salute nelle aree metropolitane', organizzato ieri da Medicina Democratica a villa Pozzolini, ha centrato la sua attenzione proprio su questa zona disastrata.
In una statistica sull'incidenza del tumore maligno ai polmoni, alla trachea e ai bronchi, tratta da 'Atlante della mortalità in Toscana' di Vigotti, Biggeri, Dreassi e altri (Pisa, University Press, 2001) pubblicato nei prossimi giorni, questa nel periodo 1971-'94 risulta particolarmente alta in quest'area, tanto da allinearsi a grandi città, come incremento di mortalità.
Si passa infatti dai 58 decessi annui (per la Asl fiorentina Nord-ovest) del 1971-'79 ai 79 del periodo 1980-'89, sino ai 96 per il 1990-'94, e senza considerare la zona inserita nella Asl di Firenze.
«Non siamo ancora in grado — spiega Gino Carpentiero di Medicina Democratica — di dimostrare un rapporto di causa effetto fra le strutture inquinanti e l'aumento dei vari tipi di tumore, manca uno studio epidemiologico approfondito sull'area, ma la somma di possibili cause aggrava il rischio e l'idea di realizzare un nuovo termodistruttore ci sembra errata. Ammettere l'idea dei limiti di emissione per sostanze cancerogene come la diossina è assurdo: rischio 0 corrisponde a emissione 0. Non pensiamo solo ai vantaggi economici, ma anche alla salute dei cittadini».

Stefano Bagnoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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