Bollettino n°7 - Aprile 2001

G8? I MEDICI E GLI OPERATORI DELLA SALUTE NON CI STANNO!


LA MEDICINA NON PUÒ OBBEDIRE ALLE LEGGI DI MERCATO SENZA FAR MALE ALLA SALUTE!


Le sottoscritte Associazioni di medici ed operatori per la salute e per la prevenzione dei rischi negli ambienti di vita e di lavoro ritengono che la salute di tutti i cittadini del mondo sia un diritto inviolabile, ovvero un bene primario da non condizionare e subordinare alle leggi del mercato, così come ad ogni altro interesse politico, sociale, religioso. Pertanto siamo fortemente preoccupati per le politiche, non democratiche, delle organizzazioni economiche internazionali (Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del commercio), di cui i G8 sono portavoce. Queste politiche, che impongono modelli liberisti ed egoistici, sono spesso alla base di conflitti militari con il loro seguito di distruzioni di vite umane, di beni ambientali e culturali. In ogni caso si ripercuotono negativamente sulle condizioni attuali e future di salute e di vita dell'intera umanità e tendono ad accrescere, invece che a sanare, i problemi sanitari e di sopravvivenza di larghi strati di popolazioni.

Equità e diritto alla salute

Condividiamo i contenuti della dichiarazione sottoscritta ad Erice il 26 marzo 2001 da scienziati, medici ed operatori sanitari sull'equità e diritto alla salute.
Negli ultimi anni sono peggiorate le condizioni di vita e di salute delle popolazioni del Sud del mondo e si sono accresciute le differenze tra quest'ultime e quelle dei paesi ricchi. La vita media si avvicina agli 80 anni nel nord del mondo, mentre è inferiore ai 40 anni nei paesi del sud. Inoltre questa speranza di vita media non evidenzia il grande divario esistente, entro la stessa comunità, tra classi sociali, livelli economici e fra persone esposte e non esposte ai rischi e alle nocività presenti negli ambienti di vita e di lavoro.
Come afferma anche il recente documento "Per l'equità (potremmo meglio dire l'uguaglianza) nella salute" del Comitato nazionale di bioetica, "fino a pochi anni fa i sieropositivi per AIDS avevano tutti uguali probabilità di morire. Oggi la speranza di vita si è divaricata enormemente tra chi ha accesso alle cure e chi invece non può avere le medicine".
Queste differenze, che obbediscono alle leggi del mercato, per cui solo chi ha soldi accede alle cure e al benessere, sono prevenibili e quindi moralmente ingiuste.


Brevetti e diritto alla salute

L'accordo TRIPS (Trade Related aspects of Intellectual Property rights) dell'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) stabilisce che tutti i paesi devono introdurre una legislazione sui diritti di proprietà intellettuale (brevetti) sui farmaci; ciò comporta l'esclusivo diritto delle industrie farmaceutiche di imporre prezzi inaccessibili per la stragrande maggioranza degli ammalati, come accade ad esempio per i farmaci usati nel trattamento dell'HIV/AIDS: anche a causa dell'alto costo - legato al brevetto - delle medicine decine di milioni di persone nel mondo non possono curarsi e sono destinate a morte certa.
Le nostre Associazioni, nel rivendicare il diritto alla salute, sostengono i diritti dei popoli e degli Stati, quali ad es. Sud Africa e Brasile, a produrre o acquistare i farmaci e vaccini essenziali, indipendentemente dai diritti di proprietà intellettuale.


Privatizzazione dell'assistenza sanitaria

L'accordo GATS (General Agreement on Trade in Services) dell'OMC mira a instaurare un sistema legislativo internazionale che favorisca l'espansione delle imprese private nel campo dei servizi, compresi quelli sanitari. Il GATS, bloccato a Seattle, sta proseguendo a porte chiuse nella totale assenza di informazione pubblica. Il GATS rappresenta una seria minaccia per i servizi sanitari pubblici in generale e per i servizi sanitari nazionali in particolare. Perfino il concetto di servizio, tradizionalmente inteso come attività finalizzata a soddisfare i bisogni umani, viene ribaltato per trasformarsi in oggetto di commercio, volto alla ricerca del massimo profitto.
Deve invece essere con forza ribadito perché eticamente corretto e perché scientificamente provato sul piano dell'efficacia e dell'economicità che i sistemi sanitari pubblici (servizi sanitari nazionali) devono essere perseguiti per tutti gli stati del sud e del nord del mondo.

Sovranità degli Stati e diritto alla salute

Le imposizioni del libero mercato tendono a sovrapporsi e soppiantare le leggi degli Stati nazionali. Per es. il Canada (paese esportatore di amianto, cancerogeno accertato) chiama in giudizio gli Stati della UE che, per tutelare i propri cittadini, hanno vietato per legge l'uso dell'amianto; secondo il Canada, appoggiato dall'OMC, queste leggi violerebbero le regole del libero mercato e quindi debbono essere abrogate! Si tratta di una posizione inaccettabile a livello umano, etico, culturale e sociale, oltre che sanitario. Così come è inaccettabile e non etico esportare amianto - come altre sostanze cancerogene - nei paesi del Sud del mondo, battaglia già avviata da associazioni quali Ban Asbestos e che deve essere sostenuta e rafforzata.

Principio di precauzione

La ricerca nel campo della chimica, della biologia, delle biotecnologie e delle loro applicazioni in diversi settori produttivi (agricoltura, zootecnia, medicina, ecc.) proseguono con la motivazione che è necessario rispondere a bisogni fondamentali dell'umanità. In realtà oggi il sistema economico è caratterizzato da sovrapproduzione e da iniqua distribuzione ed il vero motivo di tale ricerca e delle sue applicazioni è quello di occupare settori di attività fonti di superprofitti.
Noi chiediamo che sia applicato alla ricerca e soprattutto ai suoi utilizzi il principio di precauzione, secondo cui la produzione e l'uso di sostanze, prodotti ed invenzioni deve essere subordinato alla ragionevole certezza della loro innocuità e mancanza di effetti collaterali negativi a breve e a lungo termine.
Questa certezza deve derivare da studi scientifici preventivi appropriati, verificabili, affidati ad organismi pubblici che siano autorevoli ed indipendenti, sia sotto l'aspetto culturale sia economico.
Infine riteniamo che debbano essere valutati i possibili danni sanitari, ecologici ed economici sopportati dall'intera collettività e generati dalla lunga e complessa filiera che va dalla produzione alla definitiva eliminazione (via discarica, inceneritore od altra via di smaltimento) di ogni specifico prodotto.

Salvaguardia dell'ambiente

Le emissioni in atmosfera, la distruzione della foresta tropicale, le varie forme di inquinamento, soprattutto industriale, sono un attentato alla salute e all'ambiente e portano inevitabilmente al degrado del pianeta.
Gli Stati Uniti non accettano i limiti di emissione di anidride carbonica e gas serra stabiliti negli accordi di Kyoto, perché danneggerebbero la propria struttura produttiva. Questa visione miope ed egoistica è un pessimo modello per i paesi in via di industrializzazione e peggiora progressivamente l'ambiente e la salute delle future generazioni.

Prevenzione e partecipazione

La maggior parte dei danni alla salute sono prevedibili e prevenibili attraverso una politica della ricerca e della prevenzione dei rischi e delle nocività.
Se in una parte del mondo vige il regime degli sprechi e dei conseguenti danni alla salute, per le popolazioni più povere ed escluse del Sud e del Nord del pianeta, molte malattie sono provocate dalla insufficiente igiene, qualità e quantità di cibo, acqua potabile e farmaci, oltre che dalla mancanza di istruzione, di accesso alla cultura, informazione e partecipazione alle grandi scelte politiche ed economiche.
La globalizzazione, come si è realizzata, ha trasferito interi settori produttivi nei Paesi del Terzo mondo. In questi Paesi la mancanza di garanzie sindacali, di informazione e prevenzione dei rischi e delle nocività, di tutele sanitarie, nonché la sistematica violazione dei diritti umani, tra cui il ricorso a lavoro minorile, abbattono il costo del lavoro, causando gravi danni alla vita e alla salute delle lavoratrici, dei lavoratori e delle popolazioni.
I risultati di questa manovra economica vengono poi usati per attaccare le conquiste di civiltà realizzate dalle lavoratrici e dai lavoratori nei paesi industrializzati.
Pertanto la globalizzazione insidia le condizioni di vita e di salute soprattutto al Sud, ma anche al Nord del pianeta.
L'affermazione dei diritti umani all'alimentazione, alla sicurezza, alla salute, all'ambiente salubre, all'istruzione e dei fondamentali diritti civili e sociali, come valori universali primari, porterebbe alla risoluzione di molti problemi sanitari, di vita, ambientali e sociali. Tali principi però restano lettera vuota, se non sono affidati e sostenuti dalla diretta partecipazione dei popoli del pianeta.


Organizzazione Nazioni Unite (ONU) ed Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)

Oggi a decidere le sorti del mondo sono le organizzazioni economiche internazionali (Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del commercio) ed i governi degli otto Stati più potenti (spesso subordinati agli interessi delle multinazionali e spesso al solo predominio degli Stati Uniti).
La maggior parte dell'umanità è espropriata da ogni partecipazione a decidere sul proprio presente e sul proprio futuro.
Rivendichiamo che una sede come l'ONU, opportunamente riformata - a partire dall'abrogazione del diritto di veto detenuto da sole cinque superpotenze - per permettere una effettiva partecipazione decisionale a tutti i popoli di tutti gli Stati, sia quella che stabilisce le linee politiche per i problemi dell'umanità.
Rivendichiamo che le politiche di prevenzione dei rischi e delle nocività in ambito lavorativo ed extralavorativo, così come quelle sanitarie, abbiano come sede di dibattito e di decisione strutture come l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ampliando le possibilità di intervento e di partecipazione ai suoi lavori anche alle Organizzazioni Non Governative (ONG), che operano nei diversi campi della prevenzione dei rischi, della salute e dell'ambiente e non l'Organizzazione mondiale del Commercio.

* Perché la salute non sia più una merce, ma un diritto inviolabile di tutti
* Perché la tutela delle persone cominci dalla salubrità degli ambienti di vita e di lavoro
* Perché vi sia una reale salvaguardia dell'ambiente
* Perché si affermi la "Carta dei Diritti delle Lavoratrici, dei Lavoratori e delle Comunità alla Salute, alla Sicurezza, all'Ambiente" promossa dal Tribunale Permanente dei Diritti dei Popoli nel 1994
* Perché le leggi dell'etica, della solidarietà, della fisiologia e della natura siano rispettate e perché i diritti umani siano affermati in tutto il pianeta e non siano subordinati alle leggi del mercato, causa di sofferenza, malattia e morte.

le sottoscritte Associazioni di medici ed operatori della prevenzione e della salute aderiscono al GENOA SOCIAL FORUM e alle iniziative di mobilitazione democratica in programma nei prossimi giorni a Genova in occasione della riunione dei G8. Invitano le altre Associazioni e i singoli operatori della salute ad aderire a questo documento, sviluppandolo attraverso ulteriori contributi, e a partecipare ai dibattiti e alle manifestazioni in programma.

Associazione Medici per l'Ambiente
International Society of Doctors for Environment (ISDE)
Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute
Società italiana di Medicina generale (SIMG) - Sezione Genova
Società Nazionale Operatori della Prevenzione (SNOP)



Per informazioni:

International Society of Doctors for the Environment (ISDE)
President Werner Nussbaumer
Head Office: CH-6929 Gravesano (TI), Switzerland
Phone: +41-91-605 33 44 fax +41-91-605 33 84
http://www.gn.apc.org/noharm/isde E-mail isde@dial.eunet.ch

Associazione Medici per l'Ambiente (ISDE-Italia)
Dr. Robero Romizi
Via della Fioraia, 17/19 - 52100 Arezzo
Tel.: +39 - 575 - 22256 Fax: +39 - 575 - 28676

Associazione Medici per l'Ambiente (ISDE-Genova)
Dott. Valerio Gennaro
c/o Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST)
Tel.010.5600957 - 010.310260 - Fax-010.5600501
E-mail: gennarov@hp380.ist.unige.it

Società italiana di Medicina generale (SIMG) - Sezione di Genova
Referente: dott. Pierclaudio Brasesco
Piazza della Vittoria 12/20 16129 Genova
Tel.: +39 335 8233010 E-mail: brasesco@tin.it

Medicina Democratica-Movimento di Lotta per la Salute
Presidente: Tonino D'Angelo
Via dei Carracci 2 - 20149 milano
Tel. 02/498.46.78 - Fax 02/480.14.680
http://web.tiscalinet.it/medicinademocratica/ e-mail medicinademocratica@eudoramail.com

Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP)
via Prospero Finzi, 15 20126 MILANO
tel. 02.27002662 fax 02.27002564
http://www.amblav.it e-mail : ma.gu@iol.it
Referente genovese Dr. Antonio Manti
e-mail: antoniomanti@libero.it

pagina modificata il 23 agosto 2001

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