La legge regionale del Friuli
Il Consiglio regionale della regione autonoma Friuli
Venezia Giulia ha approvato in data 26
luglio una legge regionale che riguarda i problemi legati all’esposizione
all’amianto. La legge: “disposizioni in materia di sorveglianza, prevenzione e
informazione delle situazioni da rischio amianto e interventi regionali ad esso
correlati “ è stata approvata all’unanimità; il testo cui è stato fatto più
riferimento era stato proposto al consiglio regionale dall’Associazione Esposti
Amianto (AEA) della stessa regione., tramite il consigliere regionale del PRC
Roberto Antonaz. Esistevano comunque altre due proposte ad opera del gruppo
della Lega Nord e dei Comunisti italiani.
La regione
Friuli Venezia Giulia è la seconda
regione italiana che ha il tasso più elevato di tumori maligni della
pleura (la prima è la Liguria), in
particolare l’incidenza di questa
malattia e delle altre malattie asbestocorrelate nei territori di Gorizia e di
Trieste sono fra le più elevate in Italia a causa della attività di
cantieristica navale (Monfalcone), portuale e marittima (Trieste).
Lo scopo
principale della legge è quella prevalentemente di sanare i danni e di rendere
possibile un’attività di prevenzione primaria. In pratica la regione prende
coscienza che il problema amianto è un problema di sanità pubblica che deve
essere affrontato da vari punti di vista. Prima di tutto occorre evitare che la
popolazione e i lavoratori non vengano più contaminati dall’amianto eliminandone l’esposizione. Occorre per primo, come già
prevedeva la legge 257 del 92 censire
tutti i siti in cui l’amianto si trova: dalle attività industriali dismesse
alle numerosissime coperture in cemento amianto, nonché agli altri manufatti
edili diffusissimi nel nostro paese. Basti ricordare che l’amianto aveva non
meno di 3000 impieghi e che oggi in tutto il territorio nazionale esistono
circa 23 milioni di tonnellate di amianto. Pertanto vi è la necessità, da
subito, di mettere in sicurezza tutte le situazioni che possono esporre la
popolazione alla terribile fibra killer
al fine di procedere progressivamente
e secondo priorità stabilite alla bonifica integrale ogni volta che questa sia
possibile ed utile. La massima attenzione deve essere posta per i lavoratori
che effettuano la messa in sicurezza e le bonifiche, nonché per l’eventuale popolazione
circostante, cui, secondo le norme stabilite (decreto legislativo 626/94) deve
essere garantito il rischio zero.
Correlata
all’attività di prevenzione primaria vi è quella di informazione della
popolazione e quella conoscitiva degli effetti dell’esposizione passata, cioè
l’epidemiologia delle malattie che sono attribuibili all’amianto La legge regionale prevede un’informazione generale nei confronti della popolazione
nonché una specifica per i medici di medicina generale e per gli operatori
sanitari ospedalieri ed istituisce il registro degli esposti e quello dei
mesoteliomi.
L’AEA si è
pure battuta perché la legge contenesse delle norme che prevedessero la
sorveglianza sanitaria degli ex esposti. Coloro che negli anni sono stati
esposti all’amianto e che non sono mai stati informati dei pericoli che
correvano, nonostante le leggi che questo prescrivevano in modo chiaro fin dal
1956 (D.P.R. 303 articolo 4), hanno diritto ad essere permanentemente tenuti
sotto controllo, anche se, allo stato attuale delle conoscenze, non esistono
per le patologie da asbesto (sinonimo
dell’amianto) indagini che possano rilevare l’inizio della malattia per
intervenire immediatamente (diagnosi precoce o prevenzione secondaria). Vi sono
peraltro possibilità di ricerca che la legge propone alle aziende USL imputando un apposito finanziamento. Un’altra
richiesta che la legge ha assunto, anche se in maniera diversa dalla proposta
che era stata fatta dall’AEA, è quella di occuparsi di risarcire coloro che
sono stati colpiti da malattie da amianto, oppure se deceduti, i loro
famigliari. Di notevole vi è il fatto che possono essere pagate le spese legali
di chi intende fare richiesta di malattia professionale o riconoscimento del
danno biologico. A Monfalcone ad esempio esiste un folto gruppo di vedove,
mogli di lavoratori della FINCANTIERI deceduti a causa del loro lavoro che li
aveva esposti a quantità impossibili di amianto, che hanno iniziato un
procedimento giudiziario per omicidio colposo nei confronti dei dirigenti di
quell’impresa.
Questi
processi, quando partono, sono lunghi e costosi, pertanto scoraggiano gli
aventi diritto che , nella gran parte dei casi, evitano di presentare ricorsi.
Il finanziamento stabilito dalla legge è peraltro
importante,anche se forse non sufficiente,
sia per la ricerca clinica sulle patologie asbestocorrelate, sia per i
risarcimenti a a chi è stato colpito o alle loro famiglie, sia per avere stabilito una quota anche per l’AEA
che avrà, in questo modo la possibilità di allargare la propria
iniziativa.
Scheda. 1
Legge
regionale sull’amianto del FVG
Disposizioni in materia di sorveglianza, prevenzione
ed informazione delle situazioni da rischio amianto e interventi regionali ad
essi correlati.
1.
Le
finalità della legge sono quelle di sorvegliare tutte le situazioni legate alla
presenza di amianto e alle patologie da esso derivanti, di coordinare
l’attività dei soggetti che intervengono in merito, di promuovere la ricerca,
di istituire una commissione regionale sull’amianto, di organizzare una
conferenza regionale annuale sull’amianto-
2.
Le
competenze della regione riguardano il monitoraggio dell’incidenza delle
patologie da amianto, l’individuazione della prevalenza delle asbestosi e delle
patologie pleuriche e polmonari, il coordinamento dell’attività di tutti gli
operatori coinvolti.
3.
Vengono
definiti gli esposti all’amianto in maniera diretta e indiretta facendo
riferimento alla letteratura scientifica sull’argomento
4.
Viene
stabilito di istituire una commissione regionale che ha il compito di
coordinare e soprasiedere a tutta l’attività connessa all’amianto, in
particolare di predisporre i registri degli esposti, dei mesoteliomi e delle
altre patologie asbestocorrelate, di
verificare le proposte di ricerca clinica, di sorveglianza sanitaria,
gli interventi di recupero e la formazione degli operatori.
5.
La
commissione è formata da non più di dieci membri di cui 4 esperti nel campo
delle patologie da amianto e della bonifica, 3 esperti dei territori
maggiormente colpiti, 3 rappresentanti dell’AEA, delle organizzazioni sindacali
e dell’associazione dei mutilati ed invalidi.
6.
Viene
stabilita una conferenza regionale annuale che analizza, espone e critica tutto
il lavoro svolto in tema di amianto.
7.
Viene
deciso un sostegno alle persone colpite da patologia da amianto per le spese
sanitarie e per l’assistenza legale. I ticket per gli ex esposti sono a carico
delle A-USL.
8.
Vengono
finanziati progetti predisposti delle A-USL in tema di ricerca clinica sulle
patologie asbestocorrelate. Viene pure finanziata l’AEA dietro presentazione di
progetti di ricerca e assistenza ai soci.
9.
I
dipartimenti di prevenzione delle A-USL stabiliscono progetti di prevenzione
primaria e di diagnosi precoce, nonche di sorveglianza sanitaria per gli
esposti e gli ex esposti.
10.
Viene
stabilita un’iniziativa di informazione alla popolazione e ai lavoratori sui
problemi relativi al rischio amianto, nonché vengono definiti corsi di
formazione per gli operatori addetti.
11.
Viene
stabilito per quello che può essere al di fuori del normale finanziamento della
sanità pubblica un finanziamento
regionale che per il 2001 raggiungerà i 400 milioni.
Scheda 2
Che cosa è
l’Associazione Esposti Amianto (AEA)
L’AEA è
un’associazione, fondata nel 1989, per iniziativa di Medicina Democratica a
partire dai lavoratori dell’Officina Grandi Riparazione (OGR) di Santa Maria La
Bruna (NA) delle FS e dai famigliari delle vittime da amianto di Casale
Monferrato. Successivamente si sono aggiunte molti altri lavoratori e
popolazioni coinvolti nel problema..
Il nome è
stato scelto con l’intento preciso di determinare il punto di vista di coloro
che hanno subito l’esposizione e che nella stragrande maggioranza dei casi non
sono stati informati sui suoi effetti. L’AEA si occupa del problema generale dell’amianto e delle
patologie ad esso correlate; in particolare della : la ricerca epidemiologica,
della sorveglianza sanitaria, del
risarcimento dei danni, del riconoscimento dei benefici previdenziali, delle
bonifiche, della messa a dimora dei rifiuti, dela ricerca tecnica ed
impiantistica, dei sostituti dell’amianto, dell’applicazione della legge
sull’amianto (n.257/92), di fare altre eventuali proposte di legge sia
nazionali che regionali.
L’AEA riafferma il fondamentale principio che per
l’amianto come per qualsiasi altra sostanza o agente cancerogeno non esiste
altro valore limite che il valore limite zero.
L’AEA allo stato attuale è organizzata in Friuli
Venezia Giulia (Trieste, Monfalcone, Nogaro), in Veneto (Venezia-Mestre), In
Lombardia (Milano), In Emilia-Romagna (Bologna e Ravenna), in Piemonte (Casale
Monferrato), in Liguria (Genova e Savona), in Toscana (Firenze), in Lazio
(Roma, Ferentino – FR ,Pagliano – FR-), in Puglia (Bari, Foggia, Brindisi e
Taranto), in Basilicata (Ferrandina –MT-).
L’AEA fa parte del network internazionale BAN
ASBESTOS che raccoglie associazioni di tutto il mondo che operano per la messa
al bando totale dell’amianto.
La sede dell’AEA è a Milano, in via dei Carracci,
2 (CAP. 20149), telefono 024984678 fax
0248014680, E-MAIL ed ha un sito
internet.
L’AEA edita un bolettino a scadenza trimestrale.
Ci si può iscrivere prendendo contatto diretto con
l’associazione nella sede nazionale.