NUOVE PROPOSTE DI LEGGE SUI BENEFICI PREVIDENZIALI DEGLI EX ESPOSTI ALL’AMIANTO




NUOVE PROPOSTE DI LEGGE SUI BENEFICI PREVIDENZIALI DEGLI EX ESPOSTI ALL’AMIANTO

 

   Sono state presentate al Senato della Repubblica alcune proposte di legge che riguardano l’amianto e in particolare  il problema dei benefici previdenziali. La prima per iniziativa del senatore BATTAFARANO e altri (DS): “Integrazioni alla normativa in materia di benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto, realizzazione di un programma di sorveglianza sanitaria e istituzione del Fondo nazionale per le vittime dell’amianto.”, la seconda per iniziativa del senatore MUZIO ed altri  (Comunisti Italiani), “Modifica all’articolo 13 della legge 27 marzo 1992, n. 257, in materia di pensionamento anticipato dei lavoratori esposti all’amianto ”la terza per iniziativa del senatore FORCIERI ed altri (DS): “Modifica dell’articolo 13 della legge 27 marzo 1992, n. 257, in materia di pensionamento anticipato dei lavoratori esposti all’amianto”, la quarta di iniziativa del senatore CARELLA ed altri (Verdi): “Disciplina della sorveglianza sanitaria e tutela dei lavoratori esposti all’amianto”, la quinta per iniziativa del senatore MUZIO ed altri (Comunisti italiani): “Norme per le bonifiche delle strutture e dei territori contaminati dall’amianto”, infine vi è quella per iniziativa del senatore SODANO ed altri (Rifondazione Comunista):

 

   Occorre notare che i proponenti fanno parte della minoranza, quindi le possibilità che le proposte possano essere accettate non sono molte. Ad ogni buon conto è giusto da parte nostra entrare  nel merito e dare la nostra valutazione.

  Iniziamo dalla prima  proposta del senatore Angelo Muzio perché è molto semplice. La proposta di legge fa saltare il meccanismo dei dieci anni e rende possibile il riconoscimento dei benefici per il tempo dell’esposizione, qualunque esso sia stato. In altri termini non vi sarebbe differenza fra i lavoratori ex esposti che hanno in corso una malattia da amianto e gli altri lavoratori ex esposti che non ne sono stati colpiti

Il senatore Muzio, è di Casale Monferrato, una volta era pure iscritto all’AEA, ed era proprio dall’AEA che aveva ricevuto l’input, quando era deputato di Rifondazione, di presentare una legge simile, cosa che in effetti ha fatto ed ha, come abbiamo visto, riproposto nelle successive legislature, questa volta al senato, essendo stato eletto senatore dei comunisti italiani, iscritto comunque al gruppo verde.

  La proposta rimane certamente valida per la fondamentale ragione che  il rischio di contrarre una malattia da amianto esiste anche per periodi brevi e brevissimi di esposizione. Si potrebbe però obiettare che la Corte Costituzionale, con la sentenza del gennaio 2000, ha portato fra le ragioni a dimostrazione della costituzionalità delle legge 257/92, contro i ricorrenti che affermavano la presunta mancanza di chiarezza della legge, proprio il fatto dei dieci anni di decorrenza dell’esposizione per poter accedere ai benefici. Abbiamo però visto come la “ratio” dell’articolo 13 della 257 così come successivamente modificato dalla legge 271 dell’anno successivo stava nel fatto della salvaguardia della salute dei lavoratori ex esposti: Ora è certo ed è pure di senso comune che lavorando meno ore, oppure interrompendo il lavoro, si vive meglio e si è nelle condizioni di avere più possibilità di non contrarre una malattia. E’ chiaro infatti che la tranquillità, il non essere sottoposti a stress da lavoro, favorisce la condizione di salute. Va pure considerato nello specifico che gli esposti all’amianto erano nella stragrande maggioranza dei casi operai sottoposti ad altri tipi di nocività, comunque all’interno di un’organizzazione del lavoro, il più delle volte stressante. Questi lavoratori quindi anche se hanno cessato di lavorare con l’amianto, certamente si troverebbero in condizioni ancora difficili. Lasciare prima il lavoro è per loro e per la loro salute sicuramente un vantaggio.

  La seconda proposta del senatore Muzio è più articolata e riguarda il problema delle bonifiche. La sostanza di questo testo deriva dall’AEA di alcuni anni fa, quindi è ovviamente condivisibile. Si cerca di partire dal censimento dei siti, stabilendo di fare una mappa della presenza dell’amianto in ogni comune, individuando un comitato di partecipazione quale organismo di controllo degli enti che effettuano il censimento. I sindaci poi devono informare la popolazione sui rischi da amianto presenti nel loro comune, ma il centro fondamentale di tutta l’operazione risulta essere l’A-USL nel senso che davanti alla mappa della presenza di amianto individua, dialogando con il comitato di partecipazione, le priorità della bonifica che deve essere fatta a rischio zero.

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  Passiamo dunque ad esaminare la proposta di Battafarano che, per la verità, è   diversa e migliorata rispetto alla versione precedente presentata dallo stesso, quando il suo partito stava al governo. Non è per noi però soddisfacente perché non risolve un nodo fondamentale, quello dell’INAIL, che riteniamo non dovere essere più l’ente che stabilisce i riconoscimenti delle esposizioni. Dopo di questo si potrà ragionare.

  Nel merito la proposta Battafarano equipara tutti i lavoratori dal punto di vista previdenziale al di là dell’ente previdenziale cui fanno riferimento. Per la verità anche se la legge parlava di lavoratori afferenti all’INAIL non intendeva esclusivamente rifarsi ad esso, tanto che non siamo a conoscenza di giudici che abbiano dato torto a quei lavoratori che non erano sotto l’INAIL e l’INPS, solo per questa ragione. Infatti si tratterebbe di una chiara discriminazione costituzionale, contro l’uguaglianza di tutti i cittadini. Come si può dire di sì ad un lavoratore esposto di una centrale termica e no ad un marittimo esposto all’amianto in una sala macchine  di una nave?

  La precisazione dell’articolo 1 del testo di Battafarano, anche se teoricamente inutile, è comunque praticamente inopportuna.

  Del tutto inaccettabile, sempre all’articolo 1, è invece la norma che stabilisce un termine di presentazione della domanda fissata in 180 giorni dalla data di promulgazione della legge. Sembra qualcosa che porti a volere chiudere al più presto la partita. Ancora oggi riceviamo richieste di informazione da parte di lavoratori che vagamente e con imprecisione hanno saputo della possibilità di andare in pensione prima se hanno lavorato o comunque se sono stati esposti all’amianto. Tale norma è dunque del tutto discriminatoria, quindi va, da parte nostra, respinta.

  Sempre nello stesso articolo sta il nodo più grosso ed ancora più inaccettabile, quello di affidare all’INAIL l’accertamento e la certificazione delle condizioni che danno diritto alla prestazione previdenziale. Abbiamo visto come ha operato ed opera l’INAIL, cioè nel modo più subdolo e sofisticato per riconoscere il più basso numero di lavoratori possibile. La critica maggiore che noi portiamo all’INAIL è che si tratta di un ente assicurativo che - per natura sua - deve  minimizzare il danno. E poiché  si tratta di lavoratori, di persone, non di automobili o altre merci, si deve agire in tutt’altra direzione. Il compito del riconoscimento degli infortuni e delle malattie professionali era stato stabilito dalla legge 833 del 1978 come compito delle Unità Sanitarie Locali. Si sarebbe dovuto operare un passaggio, con una norma attuativa, entro l’anno successivo la promulgazione della 833 dall’INAIL alle USL. Questo non è mai avvenuto, non solo, ma è stata pure fatta una deroga, in una legge finanziaria successiva (n. 67 del 1988) che confermava i compiti dell’INAIL. Se però è necessaria una nuova legge per abrogare la deroga e passare al regime vero (quello delle USL), si sarebbe già potuto, con un atto amministrativo ministeriale ad hoc affidare il riconoscimento dell’esposizione all’amianto, alle USL. La nostra richiesta fatta nell’incontro con il sottosegretario Guerrini del precedente governo, è stata presa in considerazione, ma non accolta.

  Facciamo pure presente che nella legislatura precedente il senatore Giovanni Russo Spena (Rifondazione Comunista) e in questa legislatura il senatore Tommaso Sodano ha  presentato una proposta di legge per il passaggio delle funzioni di riconoscimento delle malattie professionali e degli infortuni, sottolineando il problema degli ex esposti all’amianto, dall’INAIL alle USL.  .

 In conclusione la norma proposta da Battafarano su questo argomento va respinta.

  Anche l’articolo 2 è poco convincente e va eliminato. Stabilire tutte le attività lavorative che hanno comportato l’impiego di amianto è pressoché impossibile a causa dei tremila usi che l’amianto ha avuto. Non serve fare un elenco perché è possibile che vi siano lavoratori che sono stati esposti all’amianto per lavori non contemplati in esso. 

  L’articolo dovrebbe dire che tutti i lavoratori che sono stati impiegati in quelle lavorazioni, di cui all’elenco, sono stati  esposti all’amianto e che per altre attività è necessario dimostrare l’esposizione.

  L’articolo 3 riguarda la sorveglianza sanitaria degli ex esposti. L’argomento è senz’altro corretto, ma non ci sembra che sia trattato correttamente. Al solito il problema è rinviato ad un decreto del ministero della sanità. Al contrario occorre dire all’interno della legge cosa è e come si deve svolgere la sorveglianza sanitaria. Possiamo in proposito attingere alla nostra proposta di legge che è già stata approvata in Friuli-Venezia Giulia ed è in via di presentazione in altre regioni. Non si capisce poi che c’entra l’INAIL con le USL: occorre entrare finalmente nell’ottica che i compiti sanitari sono svolti dalle USL e che l’INAIL è un ente che al compito di erogare le rendite ai lavoratori o ai superstiti che hanno contratto durante il loro lavoro infortuni e malattie professionali.

  L’articolo successivo è più corretto in quanto viene fatto svolgere all’INAIL il suo ruolo. Ci sembra però che l’indennizzo vada esteso anche a persone (o superstiti) di ex  esposti che per varie ragioni non hanno ottenuto la rendita e che tuttavia sono in grado di dimostrare e ricostruire l’esposizione come origine di una malattia, o della morte, asbestocorrelata.

  Per rendere più concreta la nostra iniziativa e chiarire meglio il nostro pensiero abbiamo presentato degli emendamenti al testo Battafarano che, prima della uscita del sottosegretario Brambilla, risultava essere il più importante: (tali emendamenti sono stati presentati dal senatore Gigi Malabarba)

 

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