CHAT THERAPY: L'ANTI-INTERNET

 

                    

  

  Negli ultimi anni i ricercatori hanno visto crescere notevolmente i  casi di "Internet Addiction Disorder" ,sindrome individuata da Ivan Goldberg nel 1995, caratterizzata da una forma di dipendenza compulsiva. Si tratta di un rituale ossessivo a compensazione del malessere interiore che questi soggetti non riescono a governare. Per affrontare irrisolte problematiche affettive, relazionali, psicofisiche, sociali, "spostano" sul mondo virtuale esperienze e confronti che non riescono a vivere sul piano della realtà. Altre problematiche che affliggono tali persone, i ricercatori hanno trovato solitudine, paura di invecchiare, crisi di coppia, problemi sessuali.Di solito a questi problemi le persone in difficoltà danno spesso soluzioni provvissorie, confusive, invischianti, tra le quali varie forme di dipendenza farmaci, droghe, alcol, fumo, cibo, gioco. Secondo i ricercatori, la rete sembra alimentare una sorta di vita parallela. Nell'interazione dialettica di una chat, coperto dalla rassicurante maschera del nikname, il soggetto riesce ad esprimersi e a rivelarsi per quello che è. In risposta ai suoi imput, egli riceve poi un'ampia serie di feedback, che avverte come utili alla ricerca e alla conoscenza di se stesso e degli altri. Proprio partendo da queste caratteristiche di sostegno e autorivelazione della rete, i ricercatori hanno avuto l'idea di intraprendere, parallelamente alla raccolta dei casi clinici, una sperimentazione terapeutica appoggiata alle chat. I primi risultati sembrano incoraggianti. In più di trenta casi trattati, l'utilizzo della chat, guidato e mirato dal terapeuta, si è rivelato una buona modalità di recupero e di liberazione dalla "rete-dipendenza". Accanto al paziente il terapeuta si pone come compagno di viaggio (una sorta di "navigatore"), graduando con il suo consenso l'accesso e la durata della presenza in chat. Alternando l'esperienza chat ai dialoghi terapeutici, si è visto che il paziente comincia progressivamente a saper gestire la sua dipendenza dalla rete. Dal 1998 la SIPA, Società Italiana di Psicoanimazione, sta conducendo un'ampia ricerca di impostazione clinica sui casi di uso compulsivo da internet.

 

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