| Verso la fine del XVIII secolo il Castello d'Ischia aveva smesso da tempo la sua funzione di "città d'Ischia". L'antistante antico "Borgo di Celsa", (attuale Ischia Ponte), aveva finalmente la sua piccola rivincita sociale: per secoli aveva fatto capo alla turrita cittadella, non solo amministrativamente, ma anche religiosamente, ivi si trovavano la cattedrale, l'episcopio e la "Casa dei Parlamentari". All'epoca i vari comuni isolani si chiamavano Università. L'intera isola era soggetta ad un sovrintendente del Re oltre che ad un Governatore Militare, di stanza sul Castello e a un Giudice Civile. Vi era un Parlamento Generale formato dai Sindaci più i Deputati di tutta l'Isola e da 24 parlamentari dell'Università di Ischia (12 nobili e 12 plebei). Il Parlamento generale badava agli affari che interessavano l'intera Isola. Lo presiedeva un Rappresentante del Re: il "Prefetto della Real Camera di Santa Chiara", sovrintendente generale dell'isola o in sua sostituzione il Governatore dell'Isola. Altro importante organo erano i Parlamenti delle rispettive Università, presieduti sempre dal Sovrintendente e dal Sindaco. Dal 1787, i parlamentari presero ufficialmente il nome di Decurioni. Fin dalla fondazione il Palazzo dell'Orologio ha sempre espletato la sua funzione di Casa Municipale. Nel 1898, in una planimetria - progetto per il riordino dell'intero borgo, veniva menzionato come "Municipio". Nei primi del 900, verso gli anni '20, la sede municipale traslava nel dirimpetto "Palazzo Mazzella". I locali della Torre, finirono per essere adibiti ad aule di scuola elementare e lo sono stati fino al 1967. Il 15 dicembre 1996, è stato inaugurato il Museo del Mare. L'attuale conformazione del palazzo comunemente denominato "Palazzo dell'Orologio", risale al 1759. In questi anni i Decurioni ristrutturavano la "Torre", con tutte le varie strutture quali la Sala Consiliare, i vari uffici, adibendo il piano terra a carcere. Fino al 1730, questi Parlamenti Generali si tennero nella Torre del Borgo. Nel 1759, si dotava la Torre di un Orologio Municipale. Un tempo esso aveva il quadrante in marmo; nel 1960 venne sostituito da uno luminoso. Sempre nel 1759, presso la torre fu collocata dall'Amministrazione una vasca in pietra tiburtina. Ancora oggi sul frontespizio del palazzo possiamo leggere, oltre ad una lapide del XIX che commemora la morte del Re Vittorio Emanuele II, quella più antica e piccola dettata dal Barone Antonini per la detta fontana: Aquam ex fonte buceti a.d. ivmp publico aere derivatam la broque ex tiburtino lapide ornatam et turri in qua concilia fierent adpositam addito orario decuriones pthaecusani utendam fruendam civibus dedurunt ad 1759 traduzione del testo della lapide: "Le autorità hanno dato ai cittadini l'acqua perchè ne usufruiscano con gioia. Essa col denaro di tutti è stata tratta dalla fonte di Buceto e fatta zampillare nella bella vasca di pietra tiburtina..".
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