Particolare con la tettoia della
"mezzaluna".
Tempera francese del secolo XVII. |
La Torre del Porto di Bosa detta anche Torre
dellisola rossa, è la più antica e importante della zona, una delle più imponenti
della Sardegna. Secondo gli studiosi di architettura militare presenta caratteristiche
ascrivibili al XV secolo. Il riempimento e la scarpatura della base, separata dalla parte
superiore, cava ed appiombata da un toro (redentore), con la funzione di deviare eventuali
schegge di proiettili, assieme alla bertesca (caditoia a protezione del
boccaporto), rispettano le teorie del Martini, architetto della fine del 400.
Altrettanto dicono le troniere poste allinterno.
Larma che campeggia sopra lingresso (quattro pali verticali) potrebbe
appartenere ai Villamarì, signori della città fino al 1556, che accrebbero notevolmente
i diritti di commercio del porto.
Disegno altimetrico della torre del Porto di Bosa
(S.Ganga)
La Torre del Porto è citata per la prima volta nel 1572 (Relazione
Camos) ma risulta già completamente restaurata nel 1579, il che ci autorizza ad
anticipare di molti anni la data della sua fabbricazione.
Nel Parlamento del 1586, il sindaco della città chiedeva che "si perfezionasse il
lavoro della torre perchè, da alcuni anni, i barbareschi erano più frequenti in questi
mari giacchè la città ed i paesi vicini avevano fatto assai per costruirla nella maggior
parte".
Il Parlamento del 1643 accordò al consiglio cittadino di "sistemare la
cisterna" con " lapertura allinterno" della torre stessa. Il
provvedimento non fu mai attuato, come dimostra unidentica richiesta, anchessa
inevasa del 1773.
Nel 1796 vi furono imprigionati i fratelli Areddu di Mores e don Massidda di Busachi,
implicati nei moti Angioiani.
La torre era attiva fino al 1843.
I cannoni collocati come bitte nel porto sottostante sono probabilmente precedenti a
quelli in uso al momento dello smantellamento.
Oltre che come difesa contro i barbareschi, assolse a funzioni doganali, sanitarie e di
guardia del porto, con autorizzazione alla riscossione dei diritti di ancoraggio.
Considerata la sua importanza, fu sempre presidiata da un contingente di uomini superiore
alle altre torri e passò molto presto a carico del Reggio Erario.
Agli inizi del 1700 richiedeva una delle spese più alte dellisola: costava, tra
manutenzione e personale, 883 lire(Relazione Remy). Nello stasso secolo era difesa,
secondo il resoconto di varie ispezioni, da otto uomini: un alcaide, un artigliere e sei
soldati.
Alla torre erano anche assegnati sei forzati, adibiti probabilmente a lavori domestici (Relazione
Davisto). Armata sicuramente nel 1500, di petrieri che sparavano dalle troniere,
aveva, nel 1600, quattro cannoni e, nel 1700, sei cannoni due petrieri, quattro mortai, un
consistente corredo di granate e di bocce da fuoco. Vi era pure un grande numero di pietre
da lanciare dagli spalti.
Si accedeva allinterno tramite una scala che veniva calata allalba e ritirata
al tramonto. Lingresso era protetto da un boccaporto di legno rivestito di lamine di
ferro. A protezione del corridoglio dingresso calava una serraglia che, nel 1773,
dovette essere bruciata perchè, troncatasi la catena, aveva imprigionato gli stessi
torrieri.
Linterno, tramezzato, ospitava le cameredellalcaide e dellartigliere.
cera ancora una piccola prigione, mentre la nicchia di una troniera era adibita a
casamatta. Sulla piazza darmi, alla destra della garitta delle scale, una tettoria
in canne e coppi (mezzaluna) riparava i soldati e le munizioni. In posizione opposta alle
scale era la garitta della latrina, che scaricava allesterno.
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