"Tutto in guerra si basa sull'inganno, se il tuo nemico è superiore eludilo, se è irato irritalo, se è di pari forza lotta altrimenti sparisci e riconsidera" - Sun Tzu, "l'arte della guerra".

 

I cavalieri avanzarono in linea fino alla sommità della collina. Il cielo era color cenere e la vallata sottostante sembrava agitata come un oceano verde sotto la tempesta.Ovunque il cielo diventava più cupo e la luna Yllia presto avrebbe nascosto tutto Lahn, l'astro solare.Il confronto tra i due astri presagiva la lotta che stava per accadere...

Urland de Montvert si coprì con l'elmo dall'effige del reame d'Alahan, prima di estrarre dal fodero la spada dei suoi antenati. Fulmini squarciavano il cielo. Svelavano la nobiltà della sua statura.Il suo intero corpo era coperto da una pesante armatura e la sagoma sembrava fatta di bronzo, mentre gli occhi scrutavano intensamente l'oscurità.

La pioggia adesso colpiva le pesanti bardature, mentre Urland osservava ancora il paesaggio che mutava intorno ai suoi occhi. L'orizzonte sembrava in movimento come turbato da un soffio irreale.Più giù nella vallata, un'onda si propagava mano a mano che la tempesta diventava più forte. L'onda diventò poco a poco più spessa, poi solida,ed il portale apparve,sotto questa pioggia glaciale e di cattivo augurio. Si aprì finalmente, come un pozzo di tenebre dall'odore fetido, vomitando masse senza forma : una marea innumerevole di zombie di scheletri, di golem di carne e di guerrieri Cràne.

Una vasta legione sorgeva dagli abissi...

Urland accarezzò il collo del suo destriero prima di tornare verso i suoi uomini. Diede rapidamente gli ordini ai capitani. poi mandò un messaggero presso il forte più vicino, affinchè dei rinforzi venissero al più presto. Con un sguardo circolare percorse il lungo rango di Cvalieri, i quali, uno dopo l'altro, lo salutarono alzando le loro lance. I loro visi erano impassibili, parzialmente mascherati dai loro grandi elmi di metallo. Urland alzò molto in alto il suo braccio armato, dando così il segnale della carica. L'impressionante schieramento si mise lentamente in marcia e ben presto l'intero distaccamento si lanciò all'assalto della legione dei dannati, chiamando forza e luce sulle loro larghe spade e sulle armature finemente scolpite.

I guerrieri Cràne, dominavano l'orda, invocavano le tenebre impenetrabili affinchè le loro lame da Macello dalle forme torturate,con più favore potessero colpire al cuore ed alla gola i loro nemici. Tanto tempo fa i guerrieri Cràne erano stati grandi uomini, ma il loro funesto destino li aveva portati su vie oscure, e dopo la morte, vili maestri stregoni dalle strani arti li avevano trasformati. I loro copri avevano aumentato la loro forza, ma dalle loro coscienze era scomparsa ogni traccia di umanità. Erano ormai dei perfetti servitori per i loro cupi padroni : i Necromanti dell'Ariete.

I primi ranghi dei cavalieri falciarono l'avanguardia dei non morti. L'impatto fu rapido, mortale. L'acciaio colpiva l'acciaio. Le spade si alzavano e ricadevano pesantemente, riempiendo l'aria col fracasso metallico delle armi e delle armature. Le lance penetravano le carni disseccate, spaccavano le ossa. Le armature dei guerrieri deviavano i colpi, ma la lotta era diseguale poiché per ogni creatura distrutta, altre due avanzavano per sostituirla.

Uno dopo l'altro i Cavalieri cedevano il terreno e cadevano inesorabilmente sotto il numero crescente della spaventosa legione. Nel cuore della mischia, Urland, il viso bagnato di sudore, respingeva gli attacchi di un gigantesco golem di carne. La creatura urlò il suo odio e schiaffeggiò l'aria con i suoi artigli affilati scavando solchi nel metallo dell'armatura. Mano a mano che il suo destriero indietreggiava sotto gli assalti ripetuti del golem, una terribile paura consumava lo spirito d'Urland , istillando il dubbio e penetrando lentamente nella sua anima. Un'ultima resistenza, un ultimo baluardo di coraggio e di volontà, ma ormai l'esito del combattimento diventava incerto, anche se il suo spirito resisteva ancora. Circondato da ogni parte, disarcionato e sommerso, egli vacillò prima di crollare inconscio ai piedi dei suoi nemici. Dal portale il richiamo maledetto di Belial, Principe degli Abissi, si fece sentire. Portando le nere corna, emblema dei necromanti, veniva a prendere il suo dovuto, il potere della morte sulla vita. Quando i rinforzi arrivarono in cima alla collina, prima verdeggiante, la cupa legione si era ancora ingrandita di centinaia di esseri, il quale nome da solo, sarebbe bastato a far tremare l'anima dei più valorosi. Preparandosi ad un nuovo assalto, i cavalieri del Leone contemplarono per un istante la pianura rossa del sangue dei loro guerrieri. Dei lampi lasciavano intravedere il viso della Morte le cui truppe brulicanti invadevano la pianura, in un silenzio agghiacciante come la notte. La battaglia era a questo punto perduta...     ma la guerra era appena iniziata...                        

                                                                                                      continua