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Indice

1) Posizione - Denominazione - La fonte d'olio - Leggenda dell'olio - Accenno di Aristotele 
2) Antiche origini della Chiesa - Decorazioni all'interno della Chiesa - Altari - Statua della Maddonna
3) Pavimenti e lapidi sepolcrali - Facciata della chiesa - Convento vecchio - Convento nuovo - Cimitero
4) Il culto della chiesa e gli eremiti - La chiesa e i Cavalieri di Malta - Il santuario e i Cappuccini.
5) Feste dradizionali - Come arrivare a Madonna dell'olio (Blufi)


 

"Appunti di storia", che depongo ai piedi della Madonna, come umile mazzolino d'intatti fiori campestri, omaggio perenne di vivo amore filiale. Così scriveva Padre Raffaele

Posizione

Il Santuario della Madonna dell'Olio sorge, come oliva speciosa dei campi, nell'aperta verde campagna, in ridente solatia posizione, sul declivio d'una estesa ubertosa collina, a 660 m. di altitudine, nel territiori del Comune di Blufi, provincia di Palermo, diocesi di Cefalù.

Denominazione

La Chiesa è stata sempre denominata col titolo di "Madonna dell'Olio".

Tale denominazione si crede derivi dal famoso olio minerale, che, da tanti secoli affiora in una vicina fonte, e viene adoperato, con devozione, come farmaco efficacissimo nelle malattie cutanene e come rimedio vermifugo.

Non si vuole escludere l'ipotesi che la denominazione possa derivare anche dall'abbondanza d'oliveti nella zona, in tempi remoti

Ammessa l'abbondanza d'oliveti nella zona, in tempi remoti, si spiega anche il motivo per cui la vicina sottostante pianura nel fiume Imera Meridionale, che forniva abbontanti ortaggi ai paesi limitrofi, è chiamata ancora col nome di" Giardini d'oliva" ; e l'antico mulino a forza idraulica, ora distrutto dai lavori per la costruzione della diga di Blufi,  era chiamato "Mulino Oliva"; e il torrente che scorre vicino al Santuario è segnato nelle Carte Topografiche col nome di "Torrente d'oliva".

La fonte dell'olio

Comunque sia l'origine del nome, la caratteristica speciale di questo Santuario è la vicina fonte di olio minerale. Di questa notissima fonte d'olio o di petrolio, misto ad altri idrocarburi, fanno menzione geologi moderni e storici antichi.

Anche Aristotele, il grande scienziato e filosofo della Grecia, pare che accenni a questa fonte minerale, in una delle sue opere scientifiche.

Anche lo stagno d'acqua dannosa per le serpi, ma salutare per gli uomini, esistente nel territorio di Petra (Petralia Soprana), di cui parla Gaio Giulio Solino, geografo e naturalista del secolo III d.C. nella sua Raccolta di cose memorabili. Alcuni storici ritengono che l'antica città di Petra delle Madonie venne in seguito chiamata Petralia, perchè nel suo territorio v'era questa sorgente d'olio. Seguendo l'opinione di altri storici anteriori, fra cui Gianbattista Caruso di Polizzi, il Catanese vito Amico, storiografo regio della Sicilia, nel suo" Lexicon topograficum Siculum ", stampato a Palermo nel 1757, così scrive col suo chiaro latino e testualmente tradotto: "Nel territorio di Petralia Soprana c'è una fonte celeberrima d'olio galleggiante, che, raccolto di mattina, viene conservato nei vasi. Vicino c'è la Chiesa rurale della Madre di Dio con custodi eremiti. L'olio è indicatissimo per curare malattie cutanee, sgorga abbontantemente e viene usato largamente nell'isola. Per questa fonte la città viene chiamata Pietra dell'olio e volgarmente Petralia."

Tanti studiosi e tecnici hanno visitato questa antichissima sorgente d'olio, e qualcuno per conto di compagie petrolifere, ha fatto delle ricerche scientifiche, rilevandone anche la quantità approssimativa del giacimento. Il centro sperimentale per l'industria mineraria di Palermo, negli anni cinquanta, fece l'analisi chimica su un campione d'olio prelevato da questa sorgente "Madonna dell'Olio", e le risultanze delle analisi vennero rese pubbliche e sono le seguenti: "Il campione osservato a luce diretta si presenta di colore tra l'ambra oscura ed il bruno; a luce riflessa presenta un colore verde molto cupo. Peso specifico a 15,5 C = 0.94 corrispondente a 18 A.P.I.

Distillazione frazionata:

Frazione fino a 200° (benzina)

1,92 in peso

Frazione da 200° a 300° (petrolio promiamente detto)

33,56

Frazione oltre i 300°

29,50

Residuo

33,34

Perdite

1,68

Sono presenti composti solforati ( alchitifeni e tifani ) acidi naftenici ed ossigeno proveniente dalle resine. il campione si potrebbe definire grezzo di tipo paraffinico-naftenico. Si sono notati, in buona parte, anelli naftenici ed asfalteni.

Legenda dell'olio

Si dice che l'olio di questa sorgente, prima, era commestibile; poi, perchè qualcuno ne attingeva, di notte, più del necessario, venne cambiato da prezioso liquido di condimento in liquido nero combustibile. La genesi di questa legenda potrebbe spiegarsi nel modo seguente.

Dagli storici sembra risultare e dalla bocca di anziane persone s'è appreso che la sorgente dell'olio,prima, era più vicino alla Chiesa. Tale sorgente si esaurì nel secolo scorso e l'affioramento dell'olio riapparve altrove, dov'e oggi a circa treccento metri dalla Chiesa. Dal cambio avvenuto dell'ubicazione della sorgente d'olio, avrebbe avuto origine la sopradetta leggenda.

Accenno di Aristotele

La leggenda dell'olio, prima commestibile, troverebbe conferma di credibbilità in alcune parole di Aristotele, che scrive esistere in Sicilia nell'agro sicanico un liquido di sorgente, di sapore salso e acidulo, adoperato come condimento in alcune specie di vivande. Tali parole si riferirebbero a una località di questa zona, secondo l'autore dei "Cenni Topografici e Storici di Petralia Soprana" editi dalla tipografia Priulla di Palermo nel 1908.

Ecco il brano dello storico Giuseppe Inguaggiato Collisani, autore dei sudetti cenni,che cita e commenta le parole dello Stagirita: "Nelle vicinanze della nostra città, tovavansi sorgenti di petrolio e di asfalto, il primo combustibile esiste presso il sud-ovest di essa, a circa km.9 di distanza, quale contrada chiamsi Madonna dell'olio (territorio di Petralia Soprana). Ivi esiste una chiesa con annesso conventino dedicato alla Madonna dell'olio".

Di tale contrada si occupa Aristotele nell'opera De Mirandis: "Est, quaedam, aqua in Sicilia Sicanico agro; ibi Nempe liquor salsi acidique saporis gignitur, quo ut aceto in quidusdam epularum generibus utuntur". Ager Sicanicus era il campo dedicato a Minerva, che nominata Sica, il campo fu detto così e trovasi fra Irosa e Avanella località vicinissime al territorio di Madonna dell'olio.

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