Niki de SAINT-PHALLE
Catherine Marie-Agnes Fal de
Saint Phalle
nata a Neuilly-sur-Seine il 29 ottobre
1930
1933. Dopo
aver vissuto per tre anni dai nonni paterni a Nievre. Torna con il fratello John
dai genitori nel Connecticut.
1937. La
famiglia si trasferisce a New York. Usa abitualmente il nome di Niki de
Saint-Phalle.
1941. E’
espulsa dalla Scuola del Convento del Sacro Cuore, si trasferisce a Princeton,
dai nonni fuggiti dall’Europa causa la guerra, dove
frequenta la locale scuola pubblica.
1942.
Ritorna a casa dai suoi genitori e frequenta la Brearley School, New York. Si
appassiona a Poe, Shakespeare e alla tragedia greca. Prende parte alle pieces
teatrali della scuola e scrive i suoi primi poemi e drammi.
1944. Nell'opinione
della sua direttrice, il comportamento di Niki è talmente negativo che i suoi
genitori devono decidere se sottoporla a trattamento psichiatrico o farle
lasciare la scuola. Decidono di spedirla a una scuola conventuale a Suffren,
Stato di New York.
1947. Si
laurea alla Oldfield School, Maryland.
1948-49. Lavora
come modella. Sue fotografie appaiono su Vogue, Harper's Bazaar e in una copertina
di Life magazine. Fugge da casa con Harry Mathews, un giovane marine americano.
1950. Si
stabiliscono a Cambridge, Massachusetts. Il marito studia musica all'Università
di Harvard, lei comincia a dipingere. Produce i primi
oli e gouaches.
1951. Nasce
la figlia Laura.
1952. Si
trasferiscono a Parigi, Niki studia recitazione.
1953. Niki
ha un esaurimento nervoso, si trasferisce a Nizza per curarsi. Il dipingere
l'aiuta a superare questa crisi. Rinuncia alla
carriera di attrice e si dedica all’arte. Allo stesso tempo il marito
abbandona gli studi musicali per scrivere il suo primo romanzo.
1954.
Tornano a Parigi dove condividono un appartamento con Anthony Bonner, musicista
jazz americano e compositore, che presenta a Niki il pittore
americano Hugh Weiss. Weiss diventa il suo mentore per
cinque anni e l'incoraggia a trattenere il suo stile di autodidatta. In
settembre Niki con marito e figlia si sposta a Mallorca in Spagna.
1955. Nasce
il figlio Philip. Niki visita Madrid e Barcelona, dove scopre Gaudi. L'esperienza
cambia la sua vita e determinerà più tardi la decisione di progettare il suo
personale parco della scultura. Ad agosto la famiglia ritorna a Parigi. Durante
l’anno Niki incontra Jean Tinguely e sua moglie, Eva Aeppli. Visita spesso il
Louvre e conosce l’opera di Paul Klee, Henri Matisse, Pablo Picasso e Henri
Rousseau. Visita anche il castello fantastico di Joseph Ferdinand Cheval, Le
Palais ideal in Hauterives.
1956. La
famiglia si trasferisce a Lans-en-Vercors sulle Alpi francesi. Prima esposizione
personale a San Gallo, Svizzera. Oggetti-rilievo in gesso e materiali diversi.
Attraverso il marito incontra molti scrittori contemporanei, come John Ashbery e
Kenneth Koch.
1959. Visita
il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris dove è introdotta al lavoro degli
artisti americani Jasper Johns, Willem de Kooning, Jackson
Pollock e Robert Rauschenberg.
1960.
Divorzia da Harry Mathews. Nello studio di Parigi continua gli esperimenti
artistici e produce assemblaggi in gesso.Primi Tiri sui suoi dipinti-bersagli.
Questi eventi coinvolgono sculture e assemblaggi che incorporano contenitori di
vernice celati sotto dell'intonaco, quando vengono colpiti da un colpo di
pistola o carabina, schizzano il loro contenuto sull'immagine in un dripping
del tutto casuale. I ritratti risultanti sono noti come Tiri.Alla fine di
1960 si trasferisce nell’Impasse Ronsin, dove condivide lo studio con Jean
Tinguely. Tinguely la presenta a Pontus Hulten, il direttore del Moderna Museet
in Stockholm. Lui l'aiuta a prendere parte alle importanti esposizioni che si
stanno tenendo in questo tempo e acquista un certo numero dei suoi lavori per il
Moderna Museet.
1961.
Durante febbraio un'esposizione di gruppo è tenuta al Musée d'Art Moderne de
la Ville de Paris dal titolo: Comparison: Peinture sculpture, Niki vi
espone il suo primo Tiro intitolato Portrait of My Love. Sedute
di Tiro a Stoccolma (organizzato dal Moderna Museet), a Parigi alla Galerie
J, (dove Rauschenberg acquista un Tiro) e a Copenaghen, galleria Koepke.
Pierre Restany invita Niki a partecipare alle manifestazioni del Nouveau
Réalisme. Espone a Bewogen Beweging (Le Mouvement dans l’art),
Stedelijk Museum, Amsterdam poi al Moderna Museet, Stoccolma e al Louisiana
Museum, Humlebaek. Partecipa ad un concerto tenuto all’Ambasciata degli Stati
Uniti a Parigi su musica di John Cage suonata da David Tudor, mentre Jasper
Johns, Robert Rauschenberg, Niki e Jean Tinguely realizzano una performance
sul palcoscenico. Pierre Restany organizza una Festa di Nouveaux Realistes alla
Galerie Muratore a Nizza. Per l'apertura ufficiale Niki organizza una seduta
di tiro all'Abbaye Roseland cui prendono parte i Nouveaux Realistes. Marcel
Duchamp presenta Niki e Jean Tinguely a Salvador Dalì. Durante un viaggio a
Spagna in agosto entrambi artisti sono invitati a prendere parte alle
celebrazioni in onore di Dalì. Realizzano per l’occasione nell'arena di
Figueras un toro a grandezza naturale fatto di intonaco e cartapesta che dopo
aver emesso molto fumo esplode in fuochi d’artificio. Espone a The Art of
Assemblage al M.O.M.A. di New York, in seguito al Dallas Museum for
Contemporary Art e al San Francisco Museum of Art. Tra Giugno e Settembre più
di cinquanta periodici internazionali e giornali riportano articoli su Niki e le
sue opere.
1962. Niki organizza due sedute
di tiro negli Stati Uniti: il primo è tenuto sulla spiaggia della casa di
Virginia Dwan a Malibu, il secondo, assistito da Ed Kienholz, sulle colline
prospicienti Malibu. Esposizione Tir Monumental, Dwan Gallery, Los
Angeles. In maggio partecipa a Construction of Boston, piece teatrale di
Kenneth Koch, messa in scena sul palcoscenico del Maidman Playhouse a New York
da Merce Cunningham, con Rauschenberg, Jean Tinguely e Fahlström. Niki vi
presenta la sua scultura-tiro Venus de Milo. Esposizione personale alla
galleria Rive Droite a Parigi: Altari, Coeurs, Cathédrales,
rilievi in gesso dove sono incorporati degli objets trouvés. Fra i
visitatori Alexander Iolas che invita Niki ad esporre ad una personale a New
York l’ottobre seguente nella sua galleria: Stand de Tir, Gorgo,
Grand relief, Cathédrales. Iolas la sostiene finanziariamente per
molti anni e le organizza numerose esposizioni. La presenta anche ai pittori
surrealisti, Victor Brauner, Max Ernst e Renè Magritte. Partecipa alla
realizzazione di Dylaby (Labirinto Dinamico) con Robert Rauschenberg,
Martial Raysse, Jean Tinguely e Per Olof Ultvedt allo Stedelijk Museum di
Amsterdam.
1963. Dwan
Gallery, Los Angeles: King-Kong, grande rilievo di sei metri di
lunghezza. Comincia la serie delle Spose, Niki
confronta i vari ruoli di donne in società e produce una serie di sculture che
dipingono donne in parto, madri divoratrici, streghe e prostitute.
1964. Esposizioni
a Londra (Hanover Gallery), Bruxelles (Palais des Beaux-Arts) e Ginevra (galerie
Iolas). Partecipazione al Salon de Mai, a Mythologies Quotidiennes al
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris ed a Figurazione e Defigurazione
nell’arte, Museo di Belle Arti di Gand. Installazione a Soisy-sur-Ecole. A
Ottobre Niki e Tinguely cominciano lavorare al Chelsea Hotel di New York, al
tempo noto luogo di riunione per artisti.
1965. Aprile,
galleria Iolas, New York: espone La Mariée, l’Accouchement blanc… Comincia
la serie delle Nanas, Niki passa l'estate a The Hamptons, Long Island
dove crea le prime Nanas in lana, cotone, cartapesta.
In settembre, esposizione Les Nanas, Galerie Iolas, Parigi. Vi sono
esposte delle Nanas in tessuto, in polyestere policromo e collages e una Nana
di circa tre metri di altezza: La Waldaff, Elizabeth o La Bagnante scultura
da giardino che resiste alle intemperie.
1966. Espone
delle Nanas alla galleria Iolas a New York e all’Art Institute di Chicago,
sono bianche e nere: Lady sings the blues, Black
Venus, Miss Black power e Black is beautiful. In
collaborazione con Raysse e Tinguely, disegna lo scenario e costumi per il
balletto di Roland Petit, Eloge de la folie eseguito a marzo al Theatre
des Champs-Elysees a Parigi. Invitata con Tinguely da Pontus Hulten a realizzare
al Moderna Museet di Stoccolma un opera monumentale, realizzano la Hon
(Lei in svedese). Si tratta di una nana sdraiata dalle proporzioni
gigantesche (27 metri di lunghezza, larga 9 e alta 6) nella quale i visitatori
sono invitati ad entrare. All’interno vi è un bar e una galleria d’arte
dove sono esposte delle sculture di Tinguely e di Ultvedt. Nell’ occasione
vengono aiutati da un giovane artista svizzero, Rico Weber che lavora su Hon
con loro e resterà loro assistente e collega per dieci anni. In ottobre, Niki
disegna le collezioni e costumi per il Lysistrata di Aristofane in una
produzione da Rainer von Diez allo Staatstheater in Kassel.
1967. Lavora
con Tinguely alla realizzazione, del Paradis Fantastique. Commissione
del governo francese per l’esposizione universale Expo
'67 di Montréal. Sul tetto del padiglione francese nove grandi Nanas
variopinte sono alle prese con sei nere macchine di Tinguely in una sorta
di combattimento erotico-ludico. Le Paradis Fantastique verrà esposto
all’Albright Knox Art Gallery di Buffalo, poi al Central Park di New York per
un anno. Nel 1970 sarà definitivamente installato all’interno del Moderna
Museet di Stoccolma. Realizzazione di Le rêve de la Mariée scultura in
più parti. In agosto, prima retrospettiva allo Stedelijk Museum di Amsterdam,
dal titolo Les Nanas au pouvoir. Per questa esibizione realizza la sua
prima Nana Dream House, una "nana-casa per sognare…,
sufficentemente grande per contenere letto, bar, biblioteca, ecc…" e
la sua prima Nana Fountain, progetta anche una Nana town. Tutti
lavori in polyestere, nuovo materiale di cui sta scoprendo le qualità. Alla
galleria Espace ad Amsterdam esposizione di Mini-Nanas. Partecipa all’esposizione
La fureur poétique esposizione al Musée d’Art Moderne de la Ville de
Paris. Espone una Nana-Maison alla Fondazione Maeght a
Saint-Paul-de-Vence.
1968. Realizzazione
di nana-ballons: Les Nanas gonflabes che sono vendute negli U.S.A.
Partecipa all’esposizione Dada, Surrealism and Heritage
al Museum of Modem Art di New York. Realizza le scene e costumi di una pièce
scritta da lei stessa in collaborazione con Rainer von Diez intitolata Ich
e recitata allo Stadttheater di Kassel. In marzo, comincia le sue prime
serigrafie. Ad aprile, esposizioni personali alla Galerie Gimpel-Hanover di
Zurigo poi a Londra alla Hanover Gallery. In ottobre, Niki esibisce diciotto
rilievi murali, Last Night I Had a Dream, alla Galerie Alexandre Iolas a
Parigi. Verso la fine dell’anno soffre di serie difficoltà respiratorie
dovute all’inalazione di fumi e polveri di polyestere.
1969. Al
ritorno di un suo viaggio in India Niki inizia i lavori del suo primo progetto
di architettura, tre Maison-Sculpture nel sud della Francia per Rainer
von Diez: Le RÃ ve de l’Oiseau, La Sorcière e Big Clarice.
Il Whitney Museum of American Art in New York acquista la scultura Black
Venus, e la espone in aprile nell’esposizione: Contemporary American
Sculpture, Selection 2. Settembre, Galerie Iolas Ginevra: Nana Fontaine
e serigrafie di Ich. Inizia i lavori di La tête (Il Ciclope),
progetto collettivo nella foresta di Fontainebleau iniziato da Jean Tinguely che
coinvolge un grande numero di amici artisti.
1970.
Esposizione alla galleria Iolas di Parigi: Le Rêve de Diane e Le pêché
originel. A Les Halles, esposizione di un assieme di grandi Nanas. Al
Salon de Mai: grande Testa in poliestere. A Colonia, Galerie Der Spiegel,
esposizione di mini-nanas e di serigrafie. Partecipa al decimo
anniversario del Nouveau Réalisme a Milano. Esposizione personale al Musée des
Beaux-Arts a Lille. Installazione di una Nana-maison nei giardini dell’Ecole
des Beaux-Arts a Marsiglia.
1971. In
luglio si sposa con Jean Tinguely. Disegna i suoi primi gioielli. Esposizioni ad
Amsterdam, Stoccolma, Roma, New York e Düsseldorf.
1972.
Esposizioni alla Galerie Iolas, Parigi: Les Funérailles du pére e alla
Gimpel Gallery a Londra: The Devouring Mothers.
A Gerusalemme per un parco giochi per bambini, costruzione del Golem: "mostro"
di 9 metri d’altezza con tre scivoli. Inizia la lavorazione della prima
versione di Daddy, film prodotto assieme a Peter Whitehead e mostrato al
pubblico al London's Hammer Cinema in novembre.
1973.
Costruzione del Dragon a Knokke-le-Zoute, in Belgio, casa per bambini.
Costruisce una Nana-piscina a Saint-Tropez.
1974.
Installa tre sculture monumentali al centro della città di Hannover: The
Nana conquer the city. Esposizione alla Galerie Iolas, Parigi di Projets
et réalisations d’architecture. Le Poète et sa muse: commissione
architettonica di 5 metri di altezza per la Università di Ulm. E’ di nuovo in
ospedale per problemi ai polmoni dovuti all’uso del polyestere. Incontra una
vecchia amica di New York, Marella Caracciolo, cui rivela il sogno di progettare
un parco della scultura. Il fratello dell’amica offre un suo terreno in
Toscana per la realizzazione di questo sogno.
1975. Niki
dirige e scrive la sceneggiatura del film: Un rêve plus long que la nuit.
Molti amici artisti sono coinvolti nella realizzazione del film. Disegna varie
parti delle strutture e arredi del set. Esposizione ad Arles, Musée d’Art et
d’Industrie. Comincia il film Camélia et le dragon con la
collaborazione di Tinguely, Eva Aeppli, Bernard Lunginbò hl, Spoerri.
1976.
Trascorre tutto l’anno sulle montagne svizzere progettando il suo parco della
scultura.
1977.
Assieme a Constantin Mulgrave, Niki disegna il set per il film, The
Travelling Companion, basato su una fiaba di Hans Christian Andersen. Visita
il Messico e il New Mexico. Ricardo Menon diventa suo assistente, continuando a
lavorare per lei per dieci anni a seguire.
1978. Niki
inizia i lavori del Giardino dei Tarocchi nella tenuta di Carlo e Nicola
Caracciolo a Garavicchio in Toscana. I suoi disegni, ispirati dalle carte dei
Tarocchi, saranno usati come modelli per le monumentali sculture del parco.
1979.
Trascorre la maggior parte del suo tempo in Toscana nella realizzazione del Giardino
dei Tarocchi. In marzo, prima esposizione in Giappone alla Watari Gallery di
Tokyo. La Gimpel & Weitzenhoffer Gallery di New York organizza l’esposizione
dei modelli e fotografie dei suoi progetti di architettura. L’esposizione
intitolata, Monumental Projects, girerà, durante l’anno, nel
resto degli Stati Uniti.
1980. In
aprile, Niki de Saint Phalle inizia le prime sculture del Giardino dei
Tarocchi: Il Mago e La Pretessa. Utilizzazione di nuovi
materiali (specchi, ceramiche, vetro). Da luglio a settembre il Centre Georges
Pompidou in Paris le consacra una retrospettiva. L’esposizione in seguito
proseguirà in Germania, Austria, Gran Bretagna, Svezia e Israele. Yoko Masuda
organizza la prima esposizione allo Spazio Niki de Saint Phalle in Tokyo.
Comincia a lavorare sulla presenza dello spazio all’interno della scultura.
1981. La
Stuart Foundation commissiona una scultura, Sun God (Dio del Sole), per
il campus dell’University of California a San Diego.
1982. My
Skinnys, Gimpel Gallery (New York poi Londra). Sculture di soggetti spesso
mitologici leggere e trasparenti. Alcune sono dotate di
lampade elettriche. Realizzazione della Fontaine
Strawinsky con Tinguely, Place Saint-Merri davanti al Centre
Georges Pompidou a Parigi.
1983. Niki
è impegnata nella realizzazione dell’Imperatrice nel Giardino dei
Tarocchi. La costruzione ha la forma di sfinge.
Per le sculture fa ora uso delle ceramiche in aggiunta degli specchi e vetri.
1984. Prima
esposizione del suo lavoro sui Tarocchi alla Gimpel Gallery (New York e in
seguito a Londra). In questa occasione, pubblicazione di un piccolo libro: Tarot
cards in sculpture by Niki de Saint Phalle.
1985. Gli
edifici Il Mago, La Torre, L’imperatrice e la Pretessa sono
completati. Jean Tinguely costruisce una macchina per la Torre di
Babele.
1987. In
marzo, la Kunsthalle Hypo-Kulturstiftung in Monaco organizza una grande
esposizione di lavori di Niki, Niki de Saint Phalle - Bilder - Figuren -
Phantastische Gaerten. Prima retrospettiva in America al Nassau County
Museum of Fine Arts di Roslyn, Long Island, dal titolo, Fantastic
Visions: Works by Niki de Saint Phalle.
1988. Niki e
Jean Tinguely ricevono una commissione dal Presidente Mitterand per realizzare
una fontana a Chateau-Chinon, paese di cui era stato sindaco per molti anni.
Mitterrand stesso inaugura la fontana, in fronte al municipio, in marzo.
1989. Niki ha due esposizioni a Parigi, JGM Galerie
e Galerie de France dal titolo, Oeuvres des annees 80. Lavora con il
bronzo per la prima volta e disegna una serie di Egyptian gods. Ricardo
Menon muore per Aids. Assieme a suo figlio, Philip Mathews, produce un film d’animazione,
basato sul suo libro, AIDS: You Can't Catch It
Holding Hands.
1990. In giugno, Niki espone lavori che datano
dagli anni 60 contemporaneamente alla Galerie de France e alla JGM Galerie a
Parigi. L’esposizione è intitolata: Tirs...et
autres revolts 1961-64.
1991. Jean
Tinguely muore in agosto. Niki produce le sue prime sculture cinetiche che
chiama Meta-Tinguely.
1995. Peter Schamoni realizza il
film documentario su Niki dal titolo: Niki
de Saint Phalle: Wer ist das Monster ... Du oder ich?
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John Ashbery
Niki de Saint-Phalle (1962)
Per il solo ricorso ad una particolare forma di sterminio,
Niki fa sua tutta la vulnerabilità dell’arte. L’opera d’arte, come
l’animale, ha bisogno di essere ferita per ferire a sua volta. Ogni nuova
tela di Niki de Saint-Phalle riveste così la solennità del martirio.
L’innovazione che consisteva nell’utilizzare un fucile, ha fatto passare
in secondo piano il fatto che si trattasse, prima di tutto, di un rituale.
Quel che viene in mente quando si pensa al martirio, non è tanto la crudeltà
e la sofferenza ma piuttosto il senso di una metamorfosi in corso. Incrostando
i suoi grani di piombo nella pittura, Niki autorizza questa a mostrare il suo
vero volto, a soddisfare le sue potenzialità e i suoi desideri.
L’attitudine di Niki de Saint-Phalle a deificare è più
che mai evidente nelle sue cattedrali che sembrano essere il risultato di una
collaborazione con Lautréamont, Huysmans e Cellini; Sade, Giotto, Jarry e César
Frank.
Le messe bianche, come le messe nere, diventano delle messe
dorate. Tutti i materiali sono salvati, - una statuetta religiosa e un
topo impagliato sono rivestiti di uno strato d’oro e sono destinati allo
stesso firmamento.

Un austerità tutta gotica si trova qui riconciliata con il
vitello d’oro. A similitudine di colui che riconcilia i suoi gusti
contradittori, queste cattedrali scandalose ospitano in una prossimità
angusta il cielo e l’inferno. Vi sono delle ali di vampiri simboli d’amore
e di morte; tutto diventa sacro nell’attimo che il suo sguardo lo bacia.
Tutto si trasforma in oro, nell’attimo che la sua mano lo sfiora. L’oro è
per eccellenza, il materiale che si addice al Re del Sacro. Domina i suoi
pensieri. Così, le nuove opere sono religiose e forse sono la spiegazione
della nuova libertà di composizione e d’improvvisazione che le
caratterizza. Poichè la sua utilizzazione dello spazio richiama
essenzialmente l’arte religiosa - le cattedrali, Mantegna, il Martirio
di San Matteo del Caravaggio, l’Eliodoro cacciato dal tempio
di Delacroix.
Se così è, la teologia è, con il pittore, la chiave di
uno spazio in espansione, il pieno significato dell’alto e del basso, il
valore del momento perduto e i numerosi angeli che l’hanno potuto far
stare su una capocchia di spillo. Come recuperare ed avvalorare alcuni
centimetri quadrati d’oscurità?. Le cattedrali di Niki offrono queste
innumerevoli potenzialità spaziali. Niki de Saint-Phalle ci costringe ad
apprezzare l’importanza delle distanze e delle altezze, del movimento e del
riposo, della luce e delle tenebre; la maniera in cui tutti questi elementi
coesistono per il nostro piacere e il nostro sapere, e quanto questi, piacere
e sapere, siano una cosa sola.
Pubblicato in NIKI DE SAINT-PHALLE, catalogo esposizione al
Centre G. Pompidou, M.N.A.M. di Parigi - luglio 1980, tradotto dal francese.
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Niki De Saint-Phalle
La Hon
Nel 1966, Pontus Hulten, direttore del Moderna Museet di
Stoccolma, invita Jean Tinguely, Claes Oldenburg, Martial Raysse, Per Olof
Ultvedt e me a realizzare, in collaborazione, delle sculture nella grande
sala del museo. Oldenburg e Raysse declinano l’invito all’ultimo
momento, Jean non appare troppo entusiasta, ma io sono decisa ad andare, e
così partiamo. Durante i primi tre giorni facciamo lunghe discussioni,
prove, ma tutto a vuoto, finchè ad un certo punto Pontus suggerisce di
costruire un enorme Nana, simile alle mie sculture. Ultvedt non è
d’accordo e preferirebbe realizzare una forma maschile per distinguerla
dalle mie opere. Votiamo e la Nana vince. Iniziamo a lavorare
entusiasticamente all’enorme scultura. Jean assume la direzione del team
tecnico di volontari trovati da Pontus. Uno di loro è un giovane artista
svizzero, Rico Weber, cuoco allo snack bar del Moderna Museet, rimasto poi
per lunghi e fruttuosi anni nostro collaboratore e amico. Abbiamo a
disposizione sei settimane per creare e completare l’enorme gigantessa. Un
compito certamente non facile.
Preparo il modellino in scala ridotta e lo dipingo. Jean
le inserisce un planetario nel seno sinistro, un milk bar e una macchina per
distruggere le bottiglie in quello destro. La HON (così decidemmo di
chiamarla, significa Lei in svedese) giace sul dorso con le gambe
piegate, per entrare si deve passare attraverso il sesso, e all’interno il
visitatore puo trovare svaghi di vario genere. In una gamba una galleria di
falsi Paul Klee, Matisse ecc., tutti eseguiti per l’occasione dal critico
d’arte svedese Ulf Linde. In una delle ginocchia Jean colloca la
panchina degli innamorati, un vecchio divano di velluto piuttosto
comodo, trovato al mercato delle pulci sotto il cui sedile colloca alcuni
microfoni per registrare le conversazioni e trasmetterle in altre parti
della scultura. Realizza anche una radio-scultura molto divertente. Pontus
vuole proiettare nel braccio sinistro il primo film di Greta Garbo, della
durata di quindici minuti; i posti a sedere sono dodici, dentro la testa Per
Olof Ultvedt costruisce un cervello in legno animato da motori.
La Nana è sdraiata e incinta e, per una serie di scale e
gradini, si può giungere alla terrazza sopra il pancione da dove si gode
una vista panoramica dei visitatori pronti ad entrare e delle gambe
vistosamente dipinte. Nulla di pornografico, la HON è dipinta come un uovo
di Pasqua, con quegli stessi colori squillanti che ho sempre usato e amato.
E’ come una grande dea della fertilità comodamente adagiata nella sua
immensità, pronta ad accogliere generosamente migliaia di visitatori che
assorbe, divora e ripartorisce. Giunge quasi al soffitto e occupa gran parte
dell’enorme sala.
Crearla è un’incredibile esperienza. Siamo tutti
assolutamente galvanizzati, pressochè morti di lavoro, almeno diciotto ore
al giorno. Pontus Hulten decide di tenere rigorosamente segreto l’intero
progetto, temendo il veto delle autorità.
Costruiamo pertanto un enorme schermo, al riparo del
quale lavoriamo senza mostrare quanto stiamo facendo.
Hulten, uomo di straordinario coraggio, rischia il posto
di direttore del museo, non soltanto autorizzando la realizzazione di un
progetto tanto pazzesco e controverso, ma anche partecipandovi. Ricordo di
aver riso molte volte con lui dicendogli di approfittare delle sue ultime
ore al Museo, prima che il Ministro della cultura, indignato, gli
imponga di rassegnare le dimissioni. Pontus è deciso a prendere il rischio,
come sempre del resto quando crede davvero in qualcosa.
Jean crea, all’ingresso del seno della HON, una grande,
misteriosa scultura nera.
Lo shock e la sorpresa prodotti dalla HON sono enormi,
ma nessuno osa protestare; bisogna ricordare che si era in Svezia, dove
regnava una libertà sessuale sconosciuta altrove.
Quella gioiosa, enorme creatura per molte persone è il
sogno del ritorno alla grande Dea Madre. Intere famiglie vengono a vederla
con i loro bambini. Uno psichiatra di Stoccolma scrive sui giornali che i
sogni della gente saranno cambiati dalla HON, cui viene attribuito
l’aumento del tasso di natalità registrato proprio in quell’anno.
La HON ha vita breve, solo tre mesi, poi viene distrutta.
I maligni la definiscono la più grande puttana del mondo, avendo accolto
centomila visitatori in tre mesi.
Ai miei occhi non è così, al contrario essa è
l’incarnazione dell’antico culto della Dea Madre, ha qualcosa di magico.
Fa sentire felici e chiunque, al vederla, sorride.
Pubblicato in: TINGUELY - UNA MAGIA PIU’ FORTE DELLA
MORTE, di P.Hulten.
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