Pisciarsi

Sul treno… ....”Ho bisogno di stare sola”, fa lei al telefonino. Sta scaricando un povero cristo pietrificato chissà dove. Le sono davanti, scrivo, non la guardo mai e forse è questo che la disinibisce tanto. “Ho bisogno di stare sola”, ripete. “Sai…è un momento particolare”, continua. Un brusio lontano disperato e cicaloso la interrompe. Lei guarda fuori la campagna correrle contro, non sembra molto attenta, intanto quello dall’altra parte continua a parlare; un bip avvisa che c’è un’altra chiamata in arrivo, lei schiaccia un tastino e “Scusa, puoi chiamarmi più tardi? Sono al telefono con Aldo!”, di nuovo il tastino ed ecco che si risente il gracchiare di Aldo, che nel frattempo ha continuato a parlare senza accorgersi di nulla. Le guardo le scarpe e poi salgo su fino all’incrocio delle gambe.Chissà quando sorge nella mente di una cara donna il bisogno di dire: "ho bisogno di stare sola". La solitudine è agli antipodi di qualsiasi sana aspirazione, chi vuol star solo, chi si impone questa condizione, ha qualche cosa fuori posto. Sì, si dirà che la riflessione e la contemplazione sono stati d'animo inscindibili dal raccoglimento e quindi quasi impongono il distacco sociale, ma contemplazione e raccoglimento prescindono dagli affetti e dai rapporti umani, sono attività egualmente perseguibili anche in presenza di una rete di contatti e relazioni, basta staccare la spina, raccogliersi, capire, contemplare, ma poi il nostro essere sociale ci ributta intonsi nel magma ermetico dei ciao come stai, dammi il tuo numero, ti do il mio. Una pizza? Che stai facendo ora? Una di queste sere organizziamo, ecc, ecc. L'eremitismo è incompatibile col telefono cellulare, una che ti dice che ha bisogno di stare sola mentre le squilla il telefonino e magari sta sera scarica pure la posta elettronica, probabilmente sta cercando di dirti altro. Ma cosa? L'esperienza insegna che nella maggior parte dei casi questa fatidica frase significa: "mi piace un altro e vorrei andarci a letto, allora, per fare le cose in regola, devo stare un po’ sola". Sì, un po’. Giusto il tempo di prendere un treno ed andare a ficcarsi sotto lenzuola lontane e far felici acari onanisti.

Ho bisogno di stare sola. Mah! Il bisogno è la percezione intima di una necessità che riguarda noi stessi. Logica e buon senso ci dicono che nulla che escluda un istinto può innescare questa necessità. Ogni bisogno è estensione del rapporto animalesco uomo-mondo. L'avere un compagno è una di quelle azioni ancestrali che caratterizzano l'uomo da prima ancora dell'invenzione della copula. La solitudine affettiva non è mai autoindotta, è tutto al più una punizione esogena, e dunque non mai può darsi che l'individuo scientemente voglia privarsi del suo naturale istinto a cercare l'altro. Anche chi fa voto di castità ha provveduto a colmare questa lacuna con una pratica religiosa o mistica e dunque ha trovato in Dio o nella fede quel "Altro" che tutti noi piccoli materialisti ricerchiamo in altri corpi animati, pensanti e bisognosi.

Ho bisogno di stare sola, rapportato all'affettività è un’aberrazione, una contraddizione in termini.

E' come se dicessi ho bisogno di esser cieco, oppure, ho bisogno di non amare. Intanto le cosce sobbalzano ad intervalli con tutto il treno sugli scambi.  “Scusa Aldo, ma adesso devo proprio andare, sai sono in treno da ore e dovrei andare in bagno”. Ecco qua! Un altro bisogno! Che tristezza!…Le parole… Le parole… Le parole. Che disordine! La necessità di vederci chiaro ad ogni costo. Che disordine! Quest’insulsa idea del dominio sulle cose e sugli eventi. Che disordine! Il fastidio dell'abbandono. Che disordine! Il boato adulto del ritorno. Che disordine! Che fare? Ordinarsi e orinarsi sul mondo.

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