In
ufficio
Mangiare pesante è lusso, la caloria è status symbol! La piazza ribolle di
stomaci in passerella e la domenica è piena di clacson che inseguono una bandiera.
Stupenda questa landa di calciomalati satolli di putrido qualunquismo, alle prese con il
salto mortale dellazienda vita. Sì! Lazienda vita, e noi qui assunti, operai
di un corpo preda dellultrabisogno. Ingolfati da un continuo rimpinzante ingrasso di
ovvietà e gorgonzola. Disposti a bere qualunque baggianata pur di sentirci parte di una
grande famiglia, pur di rincucciarci giulivi nella vulva ermetica di madre indifferenza.
Partoriti da un media che ci libera dal male relegandolo in sé, accollandoselo intonso.
Nulla di questa vita reale appare più veracemente tale. Si può assistere ebeti a gare
clandestine di formula metropolitana, tranquillamente ammassati ai bordi di
unimprovvisata pista di periferia a scommettere. Sì, a scommettere su chi dei
coglioni rombanti ci porterà via la vita uscendo di strada ai 180 orari. E solo mentre
roteiamo nel nero umido e granulare dellultima notte, sopra alla folla che fugge tra
grida e ossa rotte, solo mentre sorvoliamo il mondo piccolo di un prato spartitraffico,
scaraventati e sciolti da un urto che non avremmo
mai pensato possibile, solo allora, in quellattimo eterno del passaggio tra la vita
ed il telegiornale, capiamo quanto sarebbe stato importante agli esami di Stato rispondere
correttamente a quella domanda di fisica: Che
cosè il diodo?. Che cosè il diodo tuttun tratto ci è
chiaro, e stiamo volando, mani e piedi centrifugati dal primo principio della dinamica,
stiamo volando e ci è chiaro cosa cazzo fosse in realtà quel diodo a cui si riferiva il
presidente di commissione. Non certo il padre del cristodo, come rispondemmo blasfemi e
ribelli, meritandocela tutta la bocciatura con ammenda che ne seguì, e neppure la prima
nota del pentagramma celeste, Dio do appunto, come aggiungemmo nel disperato tentativo di
stemperare il viola delle inorridite facce dei commissari. Elemento base dei
semiconduttori, a funzione zero-uno, che consente un passaggio differenziato di corrente a
seconda della polarizzazione; ecco che ci balena in testa la risposta. Un fottutissimo
interruttore. Averlo ora un diodo, mentre strapazziamo la gravità con il nostro insulso
esservi dentro e il fresco soffio delle 02.00 sinsinua tra petto e camicia, passando
dal cavallo fin dritto al calcagno per fuoriuscire vorticando in un ritmico flap dal
calzone in tinta bazar. Averlo un dannato diodo, per fermare il tempo, per toccare lo
spazio di questattimo e carpirne il segreto che lo rende tale, unico e ultimo di una
sequenza dinfiniti uguali. E invece no! Niente potrebbe arrestare il nostro primo ed
ultimo esperimento di volo libero e notturno. Come per le formiche operaie lanciate col
dito medio caricato a scatto dal pollice di un ragazzino al parco. Niente se non un
miracolo; ma nessuno lassù si scomoderà mai per gente come noi. Allora bubbole, bubbole
e non se ne parli più della nostra porca vita rotante. Domani già li vediamo tutti, i
parenti, gli amici, la gente del nostro spazio quotidiano, della nostra università, del
nostro assurdo circolo delle scommesse; i creditori, più in lacrime degli altri, i
debitori, felici nellintimo, ma doverosamente mesti nellaspetto, e chissà,
forse anche noi stessi, già divenuti spirito, appollaiati su qualche traliccio metallico
a contare per sfizio le presenze umane al nostro estremo congedo. Che strano lUomo
coi suoi bisogni mistici dindorarsi la pillola ad ogni costo. Ma siamo ancora in
questo mondo, sì con almeno nove decine e mezza di probabilità su cento di crepare, ma
per il momento ci siamo ancora, e allora tutta la nostra volontà sattacca al
vorticoso vivere che ci distingue dal vorticoso correre di quelli di sotto, di quelle
testoline scalmanate e incoscienti che si dimenano sul prato col loro carico di pensieri e
bestemmie. Ma, cazzo! Il funerale è lultima delle disgrazie, il peggio sarà la TV,
la stampa, il chiacchiericcio increscioso dei talk show, la faccia untuosa dei
presentatori, e magari finire immortalati in qualche pubblicità alternativa di biancheria
variamente colorata
No, no. No, cazzo, questa proprio non ci voleva, timmagini
larticolo della gazzetta di provincia? E immagina il redattore, che ti piomba a casa
per scoprire dove lanciavi le tue mutande sporche e che tipo darredo caratterizzava
la tua stanza da letto, se collezionavi francobolli e se magari cera anche una donna
nella tua vita, ancor meglio se incinta. No, Cristo! Non posso morire, non posso morire,
non devo
Morire
a trentanni.
Sangue
e terrore nella notte, alla periferia nord della città durante una gara clandestina di
auto truccate. Un giovane alla guida di unautomobile impazzita ha investito un
gruppo di persone che assistevano allevento. Quindici
persone sono
rimaste ferite, alcune in modo grave, ma è andata peggio a G.D.G., un giovane trentenne
del sud, in città da qualche anno per lavoro. Il
giovane immigrato assisteva a bordo strada alle gare, incurante del pericolo. Per lui non
cè stato nulla da fare ed i medici del pronto soccorso non hanno potuto far altro
che constatarne il decesso. Hei,
dì! Hai visto la gazzetta?
Che titolo di merda! Come se la morte fosse qualcosa che ha a che vedere con
letà, come se lottantenne del necrologio a piè pagina se la fosse meritata,
la morte Fa vedere - Legge
- Sì,
impazzita, adesso vuoi vedere che la colpa è dellautomobile che ha perduto il senno.
Sennò come fanno a farlo uscire di galera più veloce della luce a
quellimbecille che si crede Prost. continua a leggere -
del
sud
se era di Voghera non moriva?... Constatarne!
-
Ma dovè che le fanno ste corse qua? Come, non lo
sai? Vicino alla centrale del Gas, verso lautostrada, dove hanno costruito
quei casermoni dello iacp. Ah sì, me ne parlava Guido, giusto
laltro giorno. Pare ci girino parecchi denari per le scommesse. - Squilla
il telefono. Sì - risponde ssssì
lufficio contabile
il dottor De Giorgi?
Sì, ma lei
ah!
Eee
pronto! Pronto! Mah! Che
cè? Strano, un tale mi ha chiesto informazioni su
Guido. E che cè di strano, sarà qualcuno
dallamministrazione che deve
. Ma quale
amministrazione, questo sè presentato come uno della Gazzetta.
La Gazzetta? E che tha chiesto? Niente, mi
fa: Guido De Giorgi lavorava lì? E basta?
Sì, e basta. Strano. Appunto,
strano.