OCRA/ARCHIVIO |
CLAUDIO COSTA
Comincio a rispondere alle vostre
domande partendo da un mio problema.
Sono stato a lungo un artista polemico, pronto ad infiammarsi su fatti che ritenevo ingiusti o su errori che pensavo di ravvisare. Il mio ego viveva in una tensione costante, esisteva nel disagio di situazioni che sentivo non appartenermi, direi che ricercava sistematicamente le cose sbagliate, cercando di modificarle e dando per scontate quelle giuste.
Posso dire che oggi ho lasciato
cadere quel mio spirito "interventista", quando mi sono reso conto
che la sicurezza o la frustrazione dipendono dall'essere o no in sintonia
rispetto a quell'energia di cui siamo una piccola parte così come dalla nostra
possibilità di fluire o meno dentro la neutralità di questa forza. Le frizioni
avvengono quando ci si comporta in modo negativo rispetto all'alternarsi del
movimento centripeto e centrifugo, base della vita.
Non parlerò dunque delle
manchevolezze del sistema dell'arte: gli addetti ai lavori le conoscono sin
troppo bene essendone parte integrante e responsabile, mentre gli altri,
dall'esterno, difficilmente potrebbero porvi rimedio.
E' cosa molto positiva che esistano,
oggi, nella nostra città,spazi alternativi o spazi "letterari", come
il vostro, che si preoccupano di sollevare dialetticamente questi problemi,
anche perché gli artisti, troppo impegnati tralasciano volentieri i discorsi
generali: d'altra parte il "villaggio telematico" in cui ci stiamo
abituando a vivere esige una
concentrazione solitaria in alternativa agli incontri ed alle verbosità delle riunioni-fiume in voga
qualche anno fa'.
E' cosa certamente positiva che le gallerie di tendenza ristretta vadano scomparendo: lo spazio sempre maggiore dedicato alle proposte dei giovani che, abbandonato il facile ma pesante giogo delle mode, si stanno aprendo a ventaglio coincide con l'esigenza di ritrovare la diversificazione dei linguaggi, necessaria per rinnovare costantemente l'interesse sulle occasioni percettive dell'arte contemporanea.
Buona cosa recente appare il fatto
che i galleristi abbiano dato vita ad una associazione ligure: la circolazione delle idee e
delle informazioni non può
che aumentare la disponibilità alle motivazioni culturali.
Infine, ancora un breve accenno sulle motivazioni ultime del mio lavoro; dopo alcuni anni di crisi e di forti perplessità, sono convinto dell'assoluta necessità della ricerca non del nuovo ma del vero e della auspicabile rivalutazione delle avanguardie.
Con Eraclito vorrei poter dire
:"Ho cercato in prima persona ... il segreto è nello scorrere ... tutto se ne va e niente
rimane fisso...". Come una nuvola nel cielo non può scegliere la sua
direzione (la sua meta è ovunque), così so che la ricerca è il vento che mi
guida: la direzione è nel mutamento consapevole che contiene le motivazioni
armoniche della non certezza.
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