OCRA/ARCHIVIO
Studies on the European Avant-Gardes




MUSIC MAN. AN ORCHESTRA OF ONE
di David Mehegan

Jean-Paul Curtay, medico, esponente dell'avanguardia poetica internazionale, è venuto - quasi inosservato - a Boston il 14 aprile scorso, per tenere una performance alla French Library.
Curtay ha fatto parte del movimento lettrista dal 1967 al 1974; ne è uscito per oltrepassarne i limiti.
I poemi lettristi risultano infatti composti di fonemi tradizionali, che suonano come vere e proprie parole. A Curtay questo metodo appariva ingannevole: come se un pittore astratto raffigurasse un maiale nell'angolo della sua tela. Ha deciso perciò di eliminare le lettere e di creare una forma di poesia in cui non fossero impiegati i fonemi in quanto tali.
Curtay ha isolato, quindi, ogni suono del corpo che gli è stato possibile identificare; ha concepito quindi un complesso sistema che gli consente non solo di comporre ma di trascrivere i propri lavori per altri esecutori. La sua idea è che tutti questi suoni elementari, prodotti principalmente (ma non soltanto) con le labbra, la lingua, la laringe, l'epiglottide, i denti, il palato, le guance, le dita, il respiro - variamente combinati fra loro - attingano (benché privi di significati convenuti) una profonda intensità emozionale, che si spinge oltre i limiti delle singole culture. Eseguiti con proprietà i suoi poemi dovrebbero quindi suscitare intense reazioni emotive negli ascoltatori.
Per rendere l'atmosfera e lo svolgimento della performance mi varrò delle brevi note tracciate allora: "Soffio sulle mani, punta delle dita sulle labbra, le succhia, ououououou, bocca coperta con le mani, ffffssss, fa schioccare la bocca, batte lievemente sulla laringe, palmo sulla bocca aperta, soffia con forza, grido rattenuto, gargarizza con variazioni - sputa a getto, tossisce, un bacio all'indietro, batte le mani (strida animalesche), sempre più basso, csì, così, COSI'! Giunge i palmi, deglutisce, inghiottisce rumorosamente, ficca le mani in tasca, trattiene il liquido, tttt, agita le dita, hmmm, hmmmm, ch ch, bbbb, dddd, brontolio".
Queste note approssimative, bisogna aggiungere, non evocano che in minima parte i suoni effettivamente percepiti che hanno fortemente impressionato gli astanti.
Al termine della performance e, in seguito, nel corso di una telefonata che gli ho fatto a New York, Curtay (che oggi ha trentadue anni) mi ha parlato della sua carriera.
"Ho seguito il tradizionale iter scolastico francese. Mio padre era un medico ungherese ed aveva una naturale disposizione per il violino. Mia madre dipingeva, da giovane, ma smise dopo il matrimonio. Entrambi hanno perduto ogni interesse per l'arte e si sono applicati unicamente alla ricerca del denaro.
I miei enitori hanno divorziato quando avevo tredici anni e sono stato messo, di conseguenza, in un collegio tenuto da religiosi. Mi piaceva ... avevo un sacco di tempo per le mie attività artistiche. Avevo fondato un laboratorio teatrale. Facevamo improvvisazioni collettive e metteano in scena dei lavori.
L'ultimo anno, poi, mi sono dedicato alla scrittura surrealista. Incontrai ad una serata di letture poetiche una persona che teneva un recital di poesia lettrista. Mi disse che i lettristi s'incontravano al Café Le Colbert, in rue Vivienne, dove si davano anche films dadaisti e surrealisti".
Curtay prese a frequentare Le Colbert. Ad un altro caffé lettrista, Le Lutèce, incontrò Isidore Isou e divenne cos', a diciassette anni, lettrista.
"Si tenevano incontri settimanali. Scoprii che molti testi di Isou erano fuori circolazione e iniziai a pubblicarli. Ho impiegato molto del mio tempo nel curare pubblicazioni, redigere riviste, tenere letture; almeno un terzo però lo dedicato a dipingere ed a comporre poesie. Avevamo molte discussioni e, a un certo punto, ho iniziato a nono condividere talune posizioni di Isou, senza però riuscire a convincere né lui né i suoi amici".
Nei primi anni '70 Curtay smise di definirsi lettrista. Iniziava ad elaborare il proprio stile.
"I lettristi impiegano, nelle loro poesie, lettere, intese come suoni fonetici o come nuove lettere. La differenza consiste nel fatto che io mi concentro esclusivamente sui suoni emessi dalla voce e dal corpo. I miei suoni sono estranei al linguaggio ... ciò che è fondamentale, per me, è far convergere l'attenzione sulle proprfietà della vita che questi suoni evocano.
Nel '75, dopo essersi distaccato dal gruppo lettrista, Curtay ha intrapreso gli studi di medicina, nel corso dei quali ha avuto occasione di lavorare, per un certo periodo, presso il Langley Porter Psychiatric Institute della California University e si è laureato lo scorso anno presso il Centro Ospedaliero Universitario di Parigi.
Ciò nonostante non ha interrotto la sua attività artistica. Ha tenuto la sua prima performance di "body music" a Parigi, nel 1980 e l'ha replicata, quello stesso anno, all'I.C.A. di Londra. Questi ultimi mesi sono stati per lui molto intensi: da gennaio ha tenuto letture e performances a Londra, Miami, Santa Fe, Albuquerque, Collorado Springs, San Francisco e Bloomington (Indiana). e a Kasas City, St. Louis, Millwaukee, Buffalo, Toronto, Montreal, Hanover (New Hampshire), Boston. Prossimamente sarà a New York, Philadelphia, Los Angeles, San Diego. Poi tornerà in Europa per alcune esibizioni in Francia, Italia, Germania, Olanda e Inghilterra.
Curtay aspira ad un'arte che sia capace di comunicare. "Ho tentato di instillare in ciò che faccio un messaggio sociale ben definito. Sottolineo l'importanza del corpo, i valori comuni a tutti gli esseri umani al di là (e al di sotto) delle differenze di carattere culturale. Credo che, anche quando improvviso, quel che faccio sia costruito in maniera coerente, idonea ad indurre ne presenti stati emozionali ben precisi".
"Una delle mie ipotesi di fondo è che questa forma d'arte abbia una carica emotiva più intensa di quella che attingiamo attraverso la poesia od il canto, perché questi suoni, queste intonazioni, questi gesti provengono dagli strati subcorticali del nostro cervello o dall'emisfero destro. Sono correlati con le nostre strutture cerebrali anziché con i codici convenzionali o con il bagaglio culturale che ci portiamo appresso".
"Un criterio che utilizzo per comprendere se una performance sia o meno riuscita consiste nell'interpretare le risposte emtive degli astanti: come stanno seduti, qual è la luminosità dei loro occhi, se appaiono turbati o felici. Sono soddisfatto quando la gente ride, il che accade sovente. A Dartmouth, mentre cominciavo a improvvisare, sopo aver letto qualche poesia, uno studente si è messo a ridere senza riuscire a fermarsi. Un compagno gli dava dei colpi perché smettesse, ma senza risultato. Più tardi mi ha detto che la performance scatenava negli spettatori reazioni emotive incontrollabili". Nel momento riservato alle domande, dopo la performance alla French Library, una signora distinta è intervenuta dicendo: "Ho trovato i vostri suoni spaventosi. Voi li definite avanguardia; a me paiono invece - più che uno spingersi avanti - un regredire ad uno stadio animale".
Curtay ha replicato cortesemente: "Mi spiace che i miei suoni l'abbiano spaventata. Ma anche il terrore può essere divertente".
In prospettiva, Curtay - che si sta occupando della prima esposizione statunitense sul Lettrismo in programma fra qualche mese presso lo Iowa University Museum - intravede per il futuro uno stadio di maggiore elaborazione del suo lavoro: "Per il momento mi piace improvvisare. Ne traggo molte idee nuove. Ma la fine di questo periodo si sta avvicinando. In futuro credo che mi dedicherò ad opere molto più complesse, insieme - spero - ad altri performers.
Un suo quintetto, inttilato "Diabelli Phonetique" già è stato eseguito - lo scorso anno - in Inghilterra da un complesso chiamato "Sing Circle". Per quanto la sua opera più ambizione, "Landscape n. 1", non sia mai stata presentata al pubblico, l'artista va progettando altri lavori "orchestrali" per un gruppo di esecutori decisamente numeroso (all'incirca sessanta), suddivisi in sezioni specifiche per i suoni iterativi (come i colpi di glottide), per le sonorotà fricative (ffff, ssss), percussive, (duh, duh, poh, tah), vibrative (zzzzz, vvvv, mmmmmmm) e così via. Tra gli esecutori vi sarann, fra gli altri, bilabialisti, glottisti, gotisti, laringo-percussionisti, nasalisti.
Curtay attualmente sta perfezionando il metodo con cui si propone di dirigere questo ensemble.



(giugno 1983)