OCRA/ARCHIVIO
Studies on the European Avant-Gardes


 

 

GIANCARLO GELSOMINO

"Su un'idea dei fatti attuali"

 

A distanza di anni si può, col senno del poi, riprendere in esame quella determinazione (spesso fraintesa con vanità e presunzione) di chi si impegnava a tentar di reagire a quella pratica tradizionalmente intimista che l'arte locale ha lasciato in eredità.

E' sicuramente opportuno evitare le trappole campanilistiche e saggio oltrepassare metodologie obsolete per addentrarsi nel ragionamento dei fatti. E di fatto una manciata di uomini ha provato a sperimentare la vocazione di sentirsi appartenenti al mondo al punto che le espressioni stolte inneggianti ai fuochi fatui si trovano oggi a rincorrere idee d'altri (per altro già abbandonate per gli ulteriori sviluppi del frattempo).

Rotte le barriere geografiche e ridimensionata la logica della interminabile stagnazione artistica (i rari casi d'eccezione, come Giannetto Fieschi, servono a confermare la regola) non rimane che indagare sui possibili sviluppi senza prescindere dal concetto perno del nuovo corso: solidarietà.

Ben venga allora il recupero del giovane artista, figura top negli indici dei potenti (nonché degli uffici di collocamento), grati si dovrebbe essere alle istituzioni pubbliche e private che aprono spiragli, ai galleristi che si alleano per affrontare temi comuni, ai collezionisti che si arrischiano a investire su scommessa, alla stampa che tiene presente il problema e agli addetti ai lavori più giovani che frequentano finalmente l'Europa.

Ho usato il termine "si dovrebbe essere grati" come condizionante in un presupposto di reciproco rispetto, in realtà, proprio perché è opportuno evidenziare fatti al di là dei buoni propositi ad oltranza, il rispetto continua imperterrito ad essere a senso unico, tanto che, se si preferisce lavorar fuori e il meno possibile sul territorio ciò vorrà ben dir qualcosa. 

Sarà compito del critico spiegarne le ragioni, allo storico spetterà probabilmente il compito di ricomporre l'insieme valutando quelle personalità, luoghi e opinioni lasciate ai margini degli eventi ufficiali, così come sarà dovere del tempo scremare l'ormai insopportabile quantità per salvaguardare il termine di qualità.

A me può ben rimanere il dire per un ricordo : dopo mesi passati alla ricerca di spazi ove poter esporre il proprio pensiero senza pregiudiziali e vincoli di origine mercantile, si trovò ciò che faceva al caso: un oratorio semisconosciuto agibile in settembre. Da quel momento, come sempre, cominciò il combattimento con l'esiguo tempo disponibile, con l'ottusità dei politici, con i costi detratti dai salti mortali quotidiani, con i ritmi tipografici e le solite storie. 

Il "come fare" era considerato in una domenica d'agosto quando sostanzialmente non ci si riusciva a rendere conto del perché l'arte d'estate vada in ferie.  Poi, ragionando su quei treni che partivano per Kassel, Roberto (Anfossi) ci mostrò un vecchio libro francese, dicendoci: "... ma capite ? ..."

 

P.S. - Proprio mentre ho appena concluso quest'ultima versione, più soddisfacente delle precedenti come sintesi di ciò che andrebbe detto, mi compiaccio di trovare i colori di Antonio (Porcelli) e i nomi di Crosa e Pavone riprodotti sull'Espresso attualmente in edicola. La superficiale faziosità di Barilli passa in secondo piano innanzi alla conferma che le tesi qui abbozzate riscontrano verità.