OCRA/ARCHIVIO
Studies on the European Avant-Gardes




ASGER JORN
ORIGINALITA' E GRANDEZZA
Sul sistema di Isou

Isidore Isou, rigettando gli scritti di uno dei suoi ex amici, che chiama sobriamente "X" per non procurargli una pubblicità immeritata, dichiara nel n. 10 di "Poèsie nouvelle" (primo trimestre 1960) : "La più meschina fra le menzogne dell'autore di "Grammes" consiste nel parlare dei mio sistema filosofico generale, mentre:

  1. questo sistema io non l'ho mai divulgato;
  2. X non è nè un profeta nè un cartomante e non può quindi divinarlo.

Se alcuni fra i miei compagni, fra coloro che lavorano con me da molti anni, da Pomerand a Lemaître, hanno tentato di penetrare questo sistema generale (e, non riuscendovi tuttora, hanno almeno l'onestà di tacere sull'argomento) come avrebbe potuto impadronirsene X, superficiale qual è, conoscendomi appena?" E : "La sola cosa che Mr. Grammes può sapere del mio ordine intellettuale è che esso accorda alla creazione, in ogni ambito, un'importanza preminente rispetto agli altri valori. E' questo è appunto ciò che fanno anche i vari X, che - dopo avermi conosciuto - non provano altro desiderio al dl fuori di quello di divenire essi stessi creatori. In conclusione, l'unico lume di cui X può disporre in merito al mio sistema consiste nel suo tentativo, cosciente od inconscio, di farsene seguace, mentre nel contempo - e giustamente - l'ignoranza del sistema nel suo complesso comporta per lui l'incapacità di creare e la necessità di sostituire il talento creativo con maldicenze ed asserzioni menzognere a proposito di argomenti che ignora... Solamente accettando la gerarchia creatrice dell'unico movimento contemporaneo di avanguardia - conosciuto sotto il nome generale di lettrismo ed assimilandone senza infingimenti la verità novatrice del passato prossimo e del presente, riconoscendo apertamente le forme proprie delle futura evoluzione delle discipline estetiche, sarà realmente possibile lavorare per la storia della cultura e per l'imposizione di ciascun realizzatore nell'ambito di tale storia". (sottolineato da A.J.).

L'argomentazione di Isou è costruita sull'erronea opinione secondo cui non può aversi conoscenza di un sistema se non quando si siano apprese tutte le conseguenze che derivano dalla sua applicazione: idea spinta all'estremo, sino ad implicare la necessità di un rapporto individuale iniziatico perché divenga possibile investigare intorno al sistema ed all'importanza dell'utilizzazione peculiare che il maestro può compiere del sistema stesso. In effetti, il sistema non è che un metodo. E' il metodo di coordinamento delle posizioni, degli stati. E poiché le posizioni non mutano, i sistemi - od i metodi posizionali - possono essere investigati muovendo dall'analisi di una qualsiasi combinazione, scelta a caso nell'ambito del sistema in esame.

Il sistema di Isou non è un sistema scientifico, giacché non possono sussistere diversi sistemi scientifici. Se il sistema di Isou fosse stato scientifico non avrebbe potuto essere "il sistema di Isou" ma semplicemente l'applicazione, posta in essere da Isou, del sistema scientifico generale ad un ambito dato. Il sistema di Isou non può prescindere da Isou. Si tratta di un sistema di rapporti fra soggetto ed oggetto. Di un'"ottica". E non occorre essere profeti o cartomanti per decifrarlo: è sufficiente mantenersi completamente distaccati.

Io non conosco Isou; tuttavia mi è stato possibile pervenire alla conoscenza del suo sistema. L'ordine secondo il quale dispone gli accadimenti storici è assai divertente e non privo d'interesse, assolutamente nuovo dal punto di vista dell'ottica europea: egli misura ogni valore in base alla prospettiva cinese, mentre al contrario a partire dal Rinascimento tutti i valori sono stati misurati secondo i principi della prospettiva centrale.

 

Attualmente si ammette, in generale, che il tempo è anch'esso una dimensione come tutte le altre, che deve quindi essere considerato come la dimensione spaziale. L'esistenzialismo si oppone al sistema classico in quanto assume che l'istante sia l'unico valore. Isou si oppone ad esso fissando una piccola scala di valori fra il passato prossimo ed il presente (ossia ciò che Isou sta facendo oggi) ; si colloca come grandezza nell'ambito della prospettiva da lui stesso tracciata.

Coloro che s'interessano, con il ritardo irredimibile dell'epigono, di ciò che Isou ha già fatto appaiono ridotti e rimpiccioliscono da Lemaître a Pomarand, sino a giungere al "punto zero" ove trova collocazione lo sventurato Signor X che nel sistema di Isou è il nulla, 1' inesistente, il non-luogo storico (ed è tuttavia il non-luogo dello spazio storico di Isou, ciò che spiega l'importanza da questi accordata alla prolungata descrizione di questo nulla, di questa personificazione dell'anonimato.

 

Se si prolungano le linee prospettiche oltre il punto zero, la storia si dilata nuovamente verso il passato pre-isouiano e quanto più le grandezze affondano nel passato, tanto più agevolmente vengono riconosciute da Isou, senza la menoma critica, e caratterizzate secondo la loro reputazione grossolanamente scolastica (Omero, Descartes ecc.). Questo è l'ordine gerarchico fissato da Isou per quanto concerne il passato e, circa il futuro, in cui brama comunque di vedersi riconosciuta una collocazione creativa centrale sub specie aeternitatis, deve soltanto attendere che un sistema ancora più vasto rimpiazzi il suo e, al tempo stesso, lo confermi. Sicché finisce con l'ammettere "onde meglio fondare le possibilità di persistenza di una componente dell'avanguardia" la famosa asserzione di Breton sulla "nascita di un movimento più anticipatore". Nulla può dare maggior conforto dell'attendere i propri successori . Ma ogni avanguardia si avvia al declino ed alla morte senza intravederli, poiché la successione non si verifica in linea retta, bensì attraverso la contraddizione.

Precisato in tal modo sistema di valori di Isou occorre porsi una questione essenziale : si tratta d'un sistema artistico ovvero d'un sistema religioso? Se Isou non ha sinora pubblicato le battute finali del proprio sistema, ciò accade probabilmente perché non gli riesce di prendere una decisione su quest'ultimo punto. A leggere (a ripercorrere gli svi1uppi del suo pensiero sembra si possa discernere uno slittamento per cui l'aspetto religioso e cultuale tende a sostituirsi progressivamente a quello artistico; l'elemento gerarchico prevale sul movimento della prospettiva cinese.

Occorre sempre, per orientarsi e per effettuare misure, reperire, nell'ambito di qualsivoglia dimensione, un punto zero, il punto di partenza o di origine, da cui procede ogni gradazione. Si pone pertanto la domanda: il punto zero di Isou è fissato nella storia, così come la nascita di Cristo rappresenta il punto d'avvio del nostro calendario? Ne consegue che Isou diverrà sempre più grande quanto più progredirà il tempo. Od invece la sua prospettiva cinese si sposta, storicamente, attraverso il tempo? In questo caso Isou si vedrà rimpicciolire vieppiù sino a divenire il punto zero di una nuova avanguardia e soltanto in seguito potrà accedere all'accrescimento caratteristico del passato remoto.

Il problema consiste, essenzialmente, in questo: il sistema di Isou può essere utilizzato come metodo da altri, ciò che ne accrescerebbe l'importanza ma farebbe scemare il rilievo della persona dell'ideatore? Si ha l'impressione che Isou vorrebbe beneficiare di entrambi i vantaggi, ma si tratta di cosa impossibile quando non abbia, prima, distrutto e completamente rinnovato questo disgraziato sistema. Si tratta di un'eventualità che, da un punto di vista meramente teorico, non può essere esclusa. Isou si approssima al riconoscimento di questa esigenza nelle sue recenti riflessioni in materia di prodigalità, in forza di cui si trova costretto ad ammettere la superiorità delle pratiche situazioniste sul sistema lettrista. La contraddizione insormontabile circa questa professione religiosa ed il correlativo, inevitabile, doppio gioco, hanno contribuito a disperdere più celermente l'avanguardia che si era effettivamente raggruppata attorno ad Isou, verso il 1950. Avanguardia che si ritrova, degradata a farsa, nell'eterna discussione fra Isou e Maurice Lemaître (cf.. lo stesso numero di Poèsie Nouvelle) che costituisce ormai da anni, da solo, l'intero "gruppo lettrista".

L'inconveniente del sistema di Isou consiste nel situare il punto zero, come punto divino, nel passato e di porre sé stesso come oggetto sacro. Non è un caso che la prospettiva cinese venga ad emergere in un sistema ideologico segretamente tentato dal buddismo. Il sistema classico, al contrario, collocava il punto zero, divino, al centro della prospettiva del futuro, ed il sacro nell'anti-mondo, irradiantesi verso l'infinito, oltre il punto estremo della realtà.

L'approccio artistico rappresenta un modo di sistematizzare i fatti che ignora il suo stesso sistema. Quando quest'ultimo viene fissato, il valore artistico trasmigra altrove (la visione innocente sè rovesciata in principio teorico). Nello stesso modo in cui le feconde ricerche "lettriste" (nel senso comune del termine) dei manoscritti tardomedievali sono state soppresse dalla stampa (diffusione quantitativa della scrittura raggiunta a prezzo di una riduzione delle variabili), così la scoperta - operata dal Rinascimento - della prospettiva centrale ha concluso definitivamente l'arte cristiana, in cui le variabili erano state eliminate dall'organizzazione-tipo dello spazio cristiano. In effetti, la prospettiva centrale, trasposta nel tempo, riproduce esattamente la metafisica cristiana, nella quale l'al di là è posto in un futuro immaginario, in cui vengono fatti risaltare due eventi successivi : la morte ed il Giudizio Finale. Gli utopisti hanno trasferito questa prospettiva in un ambito terrestre (nel futuro storico) e l'ispirazione artistica dell'epoca moderna consiste essenzialmente in un utopismo futuristico.

Si potrebbe altresì paragonare la prospettiva cinese di Isou alla prospettiva dell'"io-zero" (identità divino sacro), l'ottica del soggettivismo radiante di Vilhelm Bjerke Petersen, così tipica del pensiero scandinavo e riconoscere gli importanti punti di vantaggio del sistema di Isou su questo terreno.

 

Si può, infine, evocare una prospettiva moderna che consideri lo sviluppo quantitativo della grandezza. Si tratta dell'ottica scientifica pura, caratterizzata da un punto di origine posto nel passato, punto zero costituito dall'inizio del tempo. E' questa ottica che vediamo attualmente confermata, a livello cosmico, dalla teoria dell'universo in espansione. Ad essa si riconnette il socialismo scientifico. Ma la questione appare, nel suo insieme, troppo vasta, giacché si vanno, oggi, definendo molte altre ottiche nuove.

Il problema religioso di Isou è d'altronde più complesso da un ulteriore dilemma : "Sono Dio, o, in quanto Dio, possiedo la giovinezza". Od altrimenti: "Poiché sono Isou, rappresento il punto d'origine?".

Occorre che Isou compia una scelta fra l'originalità personale e quella del sistema ch'eglì ha creato (che lo esclude automaticamente, al termine della giovinezza, dalla sfera dell'originalità). Le riserve che s'iniziano a percepire, da parte di Isou, nei confronti del suo stesso sistema, si spiegano, così, anche troppo facilmente. S'invecchia, amico mio! La divinizzazione del passato recente è la divinizzazione delle generazioni anziane, che si associa, nella prospettiva cinese di Isou, al concetto di gioventù sacra ("Entreremo nella carriera...") Così dunque, avanzando l'età Isou vede la nuova gioventù prendere ad abbatterlo, in virtù del suo stesso sistema, e si volge verso lidi più sicuri, al riparo dei libri di Breton. E' agevole cogliere in ciò un motivo drammatico: era stato appunto il lettrismo ad oltrepassare il surrealismo. E il lettrismo viene ora a rivendicare la sua parte di rendita nell'immortalità letteraria. Che festa! Spudorata gioventù! Muta perennemente ed è sempre la stessa. E' un meccanismo che ho illuminato ne "La Ruota della Fortuna", composto nel 1948.

E' giunto il momento di prendere coscienza di tutti i sistemi prospettici edificati a partire dalla geometria classica. Moltissimi errori derivano da un grande abbaglio degli eruditi moderni: ritenere che, stabilita la distinzione fra geometria "classica" e "moderna" si possa preservare l'autonomia della geometria classica ed insegnarla come se questa e la geometria che l'ha superata potessero essere entrambe vere. Nella geometria di Euclide (e ciò si è trasmesso ai sistemi non euclidei) il punto viene definito come un luogo dello spazio privo di dimensione spaziale. Si è trascurata la considerazione che il punto, privo di dimensione spaziale, rappresenta nondimeno - a motivo della sua durata - la dimensione del tempo. Il punto viene, in tal modo ad introdurre la dimensione tempo nell'organizzazione spaziale. E ciò costituisce la base di una nuova geometria dello spazio. (E' attraverso questa nuova concezione del punto che si può comprendere la "situazione" come opera spazio-temporale estranea alle antiche proprietà dell'arte).

Quando il punto era considerato pura idea la geometria era infettata dalla metafisica e si prestava alle più vacue costruzioni per l'appunto metafisiche. Di ciò non resterà nulla. La creazione umana non somiglia a questa specie di giardino francese che Isou desidera rispettosamente abbellire e di cui ritiene di esser giunto ad occupare in via definitiva il centro, poiché, predicando instancabilmente nel vuoto, esorta (secondo la sua terminologia si tratterebbe della "instaurazione di una "amplique" nuova") ad eseguirne la riproduzione simmetrica, dall'altra parte rispetto al punto ove egli stesso si colloca.

 

(da "Internationale Situationniste", n. 4, 1960)