OCRA/ARCHIVIO |
SERGIO PAVONE
Affrontare anche solo talune delle tematiche proposte in una sola cartella è compito arduo: a Genova in questi ultimissimi anni sono accadute moltissime cose positive grazie all'impegno di "giovani" forze sia nel campo degli operatori artistici che in quello della critica, dando così luogo ad una dinamica di stimolo reciproco, di collaborazione, di scambio d'idee, che ha portato la scena artistica genovese a livelli nazionali ed internazionali, risvegliando altresì l'attenzione di galleristi e mercanti sia genovesi che di altre località notoriamente più attente ai fenomeni artistici.
Si è giunti ad organizzare mostre
come "GE.MI.TO!", come "Giovani pittori in Liguria" o
"Entro dipinta gabbia", tutte cose, queste, che solo pochi anni fa'
sarebbero state impensabili.
Nello stesso tempo, pur consapevole degli sforzi che occorrono per organizzare una mostra di alto livello, mi viene fatto di notare come carenza il totale scollegamento con il mondo dell'informazione, da cui dipende anche (cosa non del tutto trascurabile) il mondo del mercato, verificatosi ad esempio nel caso della mostra pisana da ultimo citata. E' - direi -antieconomico produrre eventi di tale qualità senza dar loro un adeguato risalto.
Per quanto concerne il senso del mio
lavoro degli ultimi anni mi ci vorrebbe parecchio spazio e, d'altronde,compete piuttosto alla
critica estrapolare i significati del nostro continuo fare. In questo momento
mi occupa molto la preparazione della mostra che terrò in gennaio alla Polena:
si tratta di una mostra-installazione che diventa una "macchina" computerizzata
dove oggetti
(pittosculture?), computer-music, elaborazioni video-grafiche e pubblico
costituiscono un "campo" di energie che determinano, attraverso una
continua interazione vissuta per così dire "in diretta", l'autonomia
ed una rinnovata coscienza dello spazio. Sarà un'installazione piena di oggetti, di computers, di monitors,
cui lavorerò insieme a Giuliano Palmieri, un vero genio nel campo della computer
music.
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