SIPARIO APERTO PER LE POESIE DI
ODO TINTERI
Volevo domare un grande cavallo.
parole di sabbia parole di vento
Dove lavoro io,
c'è una campana per annunciare chi arriva.
La corda che provoca il suono è nascosta
dalle foglie e dai fiori.
Cercatela con attenzione e delicatezza,
vi prego, non sciupate le piantine.
Il mio lavoro
Il mio lavoro è, vendere a caro prezzo, la mia ansia,
Il mio lavoro è, tessere reti di sogni
per conservare la fantasia,
falciare il vento che mi mostra paura,
scavare a mani nude il mistero di ciò che mi inquieta,
correre a perdifiato per inseguire l'ombra
dei dubbi che incontro.
Il mio lavoro è, fare tutti i giorni, il conto col tempo.
Scavalcare montagne di diffidenza
aprendo le braccia al cielo.
La cecità e la malafede sono ostacolo sempre presente.
Ho imparato a sorridere tenendo i pugni chiusi in tasca.
Ho imparato a stringere i sentimenti piccoli e grandi
con una cordicella di prudenza;
Ne faccio piccolissimi rotoli che occupino
poco spazio nella mia mente.
Ho imparato a trovare virtù in ogni dove.
I miei occhi sono diventati capaci
di penetrare il grigio dell'incertezza.
Ho imparato a cavalcare corse sfrenate,
tenendo le redini in pugno di cavalli spaventati
mi è rimasto il segno nelle mani
ed il nodo in gola, del morso.
Vorrei correre incontro al tempo
con la voglia di comprenderlo al primo sguardo.
E' sempre un mostro con tante facce
e tentacoli terribili.
Occorre prudenza ed abilità per non farsi sopraffare.
Il mio lavoro è una avventura
piena di sferzante luce dorata,
vibrante di immagini rubate alla Storia.
Ladro di piaceri,
di emozioni, e del pensiero vivo che regola i giorni.
Ladro,
ed accattone, all'evenienza
di ogni briciola di conoscenza.
La regola è ignorare con coscienza,
fedele seguace del culto della possibile sapienza.
Il mio lavoro è rubare alla natura
la virtù dei colori:
Quelli trasparenti e quelli forti,
farne teoria ed uso senza economia.
Nessuna soggezione alla loro arcana magnificenza.
Bisogna armare l'entusiasmo per farli sfilare in rassegna,
come soldatini generosi ed intrepidi,
ogni ora del giorno e degli anni che si rincorrono
La pazienza è una regina sonnacchiosa
che tende a piegare il capo sul trono
per poi cadere addormentata.
Ho imparato a tenerla desta
raccontando favole trovate per caso, appese in ogni dove.
Il mio lavoro è raccontare
a chi non vede e non sente il desidero di ascesa
che c'è nell'incanto della natura.
I monti sono maestri loquaci.
Le piante hanno mille rivoli di abbandoni coinvolgenti.
Sto imparando ad entrare in essi fino a rubar loro il fiato.
Accarezzo le ombre di verde cupo e frugo fra i gialli ed i viola,
piccole chiazze sensibili nella distesa di erba tenera.
Abbraccio con sguardo divertito la macchia antica
tinta di ruggine e di corteccia terrosa.
Infilo le mani lunghe di desiderio nelle radici nodose.
Vorrei rubare l'energia che le governa,
mordendo la foglia distesa e graffiandola sul dorso
con passione sincera
Il mio lavoro è di convincere il mare
a regalarmi l'eco delle sue onde,
la trasparenza di giada e di smeraldo
dell'acqua sulla riva di granito chiaro.
Quell'acqua che vorrei stringere contro il viso
in un anelito di tenerezza.
Nell'infinita vastità del mare
vorrei scrivere i miei sogni di bambino
che mi trascino ancora nella bisaccia legata alle spalle.
Sull'acqua del mare
che corre verso l'orizzonte,
vorrei stendere la speranza
di trovare parole da dire a voce alta,
ad un oceano di occhi aperti.
Il mio lavoro è di convincere il cielo a essermi amico.
Il suo parlare in confidenza,
mi deve offrire la chiave del divenire che mi appartiene.
Rotolando abbracciato al suo mutare,
con l'oro ed viola acceso,
voglio raggiungere la sera.
L'abbraccio della luce che scappa via ,
mi lascia confuso.
Non ho ancora imparato a salutarla con lo sguardo alto
e gli occhi aperti, sui suoi di mistero.
Il mio lavoro è tener sotto controllo la luce
che tutto invade e determina.
La sfida ardua sacrifica il sonno
Il suo cangiare guadagna tutta l'attenzione
che mi è dato d'avere ,
ma non basta trovare pietra solida cui aggrapparsi
per seguirne il corso.
Il mio lavoro e di vivere tenendo sotto braccio
grande numero di persone.
Danzare con loro attorno ad una grande fiamma
luminosa e forte
che bruciando l'indegno profumi l'aria
di piacere e cortesia.
Il desiderio di comunicare
è la fiaccola che cerca il cammino,
che segna il passo,
che spinge verso l'infinita brama di concordia
Quante cose è il mio lavoro.
Quante piccole e grandi cose
devono stare nelle mie mani.
Dovrebbero essere senza misura,
intelligenti senza limite,
capaci di dire all'aria, al mare ,
al giorno ed alla notte
tutte le cose belle che si possano immaginare.
Dovrei essere, alla fine,
capace di scegliere la cornice giusta che le mostri.
Dovrei essere capace di appenderle nel punto giusto,
col giusto chiaror di lettura .
Quante cose ancora per poter fare il mio lavoro
La vita,
la vita di tutti i giorni
deve essere il faro che segna la rotta
La vita contiene il sillabario,
per scrivere nel libro delle intenzioni
La vita è lavoro d'uomo
libero lavoro di vita.
La mia vita ,
è un volo di gabbiani
che non conosce il mistero del vento
mailto:i.tinteri@tiscalinet.it
http://members.it.tripod.de/odot/tuttodo.html