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Premessa
Secondo stime dell'Onu in tutti i paesi del mondo all'inizio degli
anni '90 vi erano circa 120 milioni di persone che vivevano al di fuori
del proprio paese; di queste circa 30 milioni erano rifugiati. In Circa
26 milioni erano in Europa, di cui la maggior parte nei paesi dell'Unione
Europea.
Le stime Onu tuttavia divergono dalle statistiche Eurostat e dalle
fonti statistiche nazionali, le quali indicano in genere valori più
bassi.
I fenomeni migratori a livello
europeo
Il saldo migratorio supera per la prima volta il saldo naturale nel
1989; il saldo migratorio più elevato si ha nel 1992. La popolazione
totale dei 15 paesi UE è di 375 milioni; risulta il terzo paese
al mondo dopo Cina e India; il saldo naturale é in continua diminuzione. |
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saldo naturale
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saldo migratorio
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anni ' 60 |
24.284.900
|
894.000
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anni ' 70 |
12.235.700
|
2.361.000
|
anni ' 80 |
6.632.600
|
2.534.000
|
anni ' 90 |
2.870.700
|
6.083.000
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Nel
1995 era sceso a 290.000 unità, contro un saldo migratorio di 796.800
unità. Il saldo naturale in Germania e in Italia è diventato
negativo. Secondo dati Eurostat, il 1° gennaio ?94 i "non nationals"
in Europa erano 17.235.800, di cui circa 5 milioni provenienti da altri
paesi della UE e circa 12 milioni non comunitari. Negli anni '90 la crescita
maggiore è registrata dai "non comunitari". |
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Cittadini non originari dell'Unione Europea
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Turchia |
2.655.000
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ex-Jugoslavia |
1.780.000
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Marocco |
1.112.000
|
Algeria |
658.000
|
Polonia |
409.000
|
Usa |
332.000
|
Tunisia |
283.600
|
Romania |
216.000
|
Iran |
211.100
|
India |
191.600
|
ex-Urss |
179.800
|
Vietnam |
155.000
|
Libano |
102.300
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Alla
stessa data, e sempre secondo i dati Eurostat, i minori sono poco meno
di 4 milioni; di cui circa 1,5 milioni in Germania e 1 milione in Francia;
300 mila nel Regno Unito, 100 mila in Spagna, 100 mila in Svezia. La maggioranza
sono in età scolare; dal 1995 ha assunto un peso rilevante anche
la nascita direttamente in Europa di bambini di famiglie migranti. Alcune
di queste stime risultano sottostimate secondo altre fonti nazionali; in
particolare per l?Italia, ove l?Eurostat stima solo 37 mila minori e un
totale di circa 600 mila immigrati.
I paesi con il più alto numero di stranieri sono la Germania
(6.878.100), la Francia (3.596.900) e il Regno Unito (2.034.000). La maggior
parte dei migranti non comunitari proviene da paesi del Mediterraneo (Turchia,
ex-Jugoslavia, Maghreb).
Il più alto numero di migranti comunitari proviene ugualmente
da paesi del mediterraneo o dell?europa meridionale: italiani (circa 1.200
mila), portoghesi (circa 900 mila), spagnoli (circa 480 mila) e greci (circa
440 mila). Gli italiani si trovano in prevalenza in Germania (circa 560
mila), in Francia (circa 250 mila) e in Belgio (circa 220 mila). |
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Fenomeni
migratori dall'Italia verso l'estero
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Il
saldo negativo netto degli italiani nell?ultimo secolo è di circa
18 milioni; secondo stime, i migranti e i discendenti di migranti italiani
che vivono all'estero sono attualmente circa 50 milioni, di cui circa 5
milioni conservano la cittadinanza italiana.
L'Italia nell'ultimo secolo ha sempre dato origine a flussi migratori
consistenti verso l'estero e a flussi migratori all'interno del paese,
principalmente dalle regioni del sud verso quelle del nord o verso la città
di Roma. Soltanto dagli anni '60 l'Italia inizia ad ospitare flussi migratori
in entrata; solo nel 1973 si ha per la prima volta il sorpasso degli ingressi
di stranieri sulle uscite di italiani (125 mila entrate contro 124 mila
uscite).Tuttavia, negli anni seguenti, il saldo continuerà talvolta
ad essere favorevole alle uscite; ad esempio, contrariamente alla percezione
comune di paura dell'invasione, nel 1994 le uscite di italiani sono 59.402
(di cui circa 2/3 dal sud e dalle isole) contro 52.344 entrate di stranieri;
alle uscite di italiani si sommano 6.146 uscite di stranieri, mentre alle
nuove entrate di stranieri si sommano anche 46.761 rientri di italiani.
L'Italia continua ad essere un paese di emigrazione e al tempo stesso
è diventato anche un paese di immigrazione e anche un paese di rientri
di propri cittadini. |
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1861-70 |
1.210.000
|
1871-80 |
1.129.000
|
1881-90 |
1.881.000
|
1891-00 |
2.835.000
|
1901-10 |
6.256.000
|
1911-20 |
3.828.000
|
1921-30 |
2.577.000
|
1931-40 |
1.879.000
|
1941-50 |
1.378.000 |
1951-60 |
3.105.000
|
1961-70 |
2.634.000
|
1971-80 |
1.139.000
|
1981-85 |
415.000
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Fenomeni
migratori verso l'Italia |
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Permessi di soggiorno per paesi di provenienza |
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I
permessi di soggiorno superano per la prima volta il milione nel 1996;
il gruppo più consistente è formato dagli europei, tra cui
i paesi comunitari; negli ultimi anni tuttavia risultano in crescita i
cittadini dell'est. L'Africa risulta al secondo posto e costituisce il
gruppo più in crescita; poco meno dei due terzi è costituito
da nordafricani del Maghreb
Suddividendo per area di sviluppo, circa il 14% proviene da paesi a
sviluppo avanzato (Usa, Germania, Francia, ecc.): erano circa il 34% nel
1990. Al contrario, circa l'86% proviene da paesi in via di sviluppo; la
loro quota è in crescita.
L'immigrazione è sempre più "terzomondista"; negli ultimi
anni si sono avuti tuttavia anche flussi significativi provenienti dall'Albania
e dall'Est Europa.
La popolazione residente italiana è di 57.332.996 unità;
i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini stranieri costituiscono
l'1,9%; la metà circa sono rilasciati presso regioni del nord e
del centro Italia; la % più alta sulla popolazione si ha nel Lazio
(4,2). Se si escludono dai permessi di soggiorno i provenienti dai paesi
sviluppati e circa il 10% di non comunitari che sono solo di passaggio,
i non comunitari che restano rappresentano circa l'1,3% della popolazione
italiana residente.
Le province con più di 10 mila permessi di soggiorno sono 26.
Secondo calcoli del CNR la quota annuale di ingressi di non comunitari
potrebbe variare dalle 50 alle 150 mila, con sollievo delle casse dello
Stato per il contributo che verrebbe dato al PIL (stime del 3%) e consentendo
di contenere la diminuzione della popolazione italiana da circa 57 a circa
44 milioni prevista per il 2.044, a causa dal declino del tasso di fertilità.
Il decreto 23 luglio 1997 fissa tuttavia in 20 mila la quota di ingressi
annui, da riservare ai familiari che vengono per motivi di ricongiungimento
e agli immigrati per motivi di lavoro. |
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1996
|
1997
|
Marocco |
119.481
|
131.406
|
Albania |
63.976
|
83.907
|
Filippine |
57.071
|
61.285
|
Usa |
54.659
|
59.572
|
Tunisia |
44.821
|
40.454
|
ex-Jugoslavia |
44.259
|
44.370
|
Germania |
36.515
|
40.079
|
Senegal |
31.870
|
34.871
|
Romania |
31.673
|
38.138
|
Cina |
29.073
|
37.838
|
Polonia |
27.375
|
31.329
|
Sri Lanka |
24.920
|
28.162
|
Gran Bretagna |
24.779
|
26.771
|
Egitto |
23.785
|
26.171
|
Perù |
21.737
|
24.362
|
Brasile |
19.887
|
23.008
|
India |
19.417
|
22.620
|
Croazia |
18.865
|
20.464
|
Svizzera |
17.923
|
18.611
|
Prime 20 comunità |
717.785
|
830.066
|
TOTALE |
1.095622
|
1.240.721 |
|
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Lavoro dipendente |
660.045
|
60,2%
|
Lavoro autonomo |
32.853
|
3,0%
|
Motivi di famiglia, adozioni, affidamento |
204.375
|
18,7%
|
Motivi vari |
9.720
|
0,9%
|
Asilo politico |
3.902
|
0,4%
|
Inserimento non lavorativo (motivi religiosi, residenza elettiva,
studio) |
143.651
|
13,2%
|
Presenze non di inserimento (motivi giudiziari, attesa emigrazione,
salute, turismo) |
36.014
|
3,3%
|
Non specificato |
5.062
|
0,3%
|
TOTALE |
1.095.562
|
|
di cui: extra-comunitari |
943.530
|
|
di cui: donne extra-comunitarie |
399.862
|
|
di cui: donne totali |
489.634
|
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Motivi
del soggiorno
Il lavoro dipendente figura al primo posto, risulta percentualmente
in crescita negli ultimi anni e interessa soprattutto i cittadini non comunitari.
Ripartizione per sesso
Tra i non comunitari gli uomini sono il 57,6%; le percentuali di uomini
e di donne variano molto a seconda del paese di provenienza e anche a seconda
della provincia italiana di arrivo.
Il 43% delle donne proviene da paesi europei (Germania, Polonia, Romania,
Albania, Francia); al secondo posto viene l?America del sud (la prima comunità
viene dal Perù) e l?Asia viene al terzo posto (la comunità
filippina però è la più numerosa in assoluto in Italia). |
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In
alcune comunità le donne rappresentano circa i 3/4 delle presenze
in Italia (Russia, CapoVerde, Eritrea, Etiopia, Ucraina, Tailandia, Repubblica
Dominicana, Cuba, Ecuador, El Salvador). Tra i gruppi africani le donne
hanno una bassa % nelle comunità nord-africane (inferiore al 20%)
e più alte nelle comunità dell?Africa nera.
Le migrazioni femminili presentano notevoli differenze rispetto a quelle
maschili.
Anche i motivi dipendono meno dal lavoro (40% delle donne contro il
65% dei maschi) e dipende di più da motivi familiari (33% le donne
contro il 17 i maschi); il 35% risulta avere un?occupazione, contro circa
il 50% dei maschi.
Stato civile
Sul totale dei permessi di soggiorno, i celibi/nubili sono il 50,9%
(557.479), i coniugati senza prole il 34,5% (378.056) e i coniugati con
prole il 9,4% (103.456); il residuo ç% risulta in altra condizione;
in totale gli stranieri con prole sono circa 120 mila. Secondo stime, il
numero dei minori stranieri è di circa 120 mila.
Minori
Non esiste una fonte di rilevazione statistica scientificamente soddisfacente;
secondo la normativa infatti il minore non ha diritto ad un permesso di
soggiorno distinto, salvo casi particolari quali l?ingresso successivo
per motivi di ricongiungimento familiare, oppure per attesa di adozione.
E? consuetudine delle questure rilasciare permessi agli ultra quattordicenni
anche indipendentemente da motivi di inserimento lavorativo.
Si stima che i minori presenti alla data di aprile 1998 siano circa
150 mila; il numero è previsto in rapido aumento, dato che non si
è ancora sviluppato del tutto il flusso dei ricongiungimenti familiari
e che appena un quarto delle persone sposate ha i figli con sé.
Al 31/12/96 erano 13.665 i ricongiungimenti familiari autorizzati,
di cui il 43% a nordafricani, l?8% altri africani, il 13% ad albanesi,
il 13% al sub continente indiano.
Inserimento scolastico |
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Stranieri iscritti nell'anno
scolastico 94/95
|
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Il
totale dei minori frequentanti la scuola italiana era nell'a.s. 94/95 pari
a 45.516 unità, di cui il 19% nella scuola materna (il 17,5% nel
'94) e il 44,4% nelle scuola elementare (il 31% nel '94). Il numero totale
risulta rapidamente in crescita negli ultimi anni., in tutti gli ordini
di scuola. La frequenza scolastica dei ragazzi stranieri è il segno
del crescente radicamento della popolazione immigrata nella nostra società,
i cui figli frequentano oramai le scuole medie e anche le superiori. Per
l'Università il discorso è diverso; si tratta in genere più
di stranieri che vengono direttamente per gli studi universitari.
Tra i principali paesi di origine troviamo in ordine l'ex-Jugoslavia,
il Marocco, l?Albania, la Cina, e per le scuole materne anche la ex-Cecoslovacchia
e l'Egitto. I paesi di provenienza sono in totale più di 30, con
concentrazioni diverse e diverse distribuzioni di maschi e femmine a seconda
delle regioni italiane. |
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ITALIA |
a.s. 95/95
|
% su totale
|
var. su 92/93
|
Materne |
8.865
|
0,55
|
+39,8
|
Elementari |
20.199
|
0,72
|
+34,5
|
Medie |
9.089
|
0,47
|
+43,8
|
Superiori |
7.563
|
0,50
|
+42,1
|
TOTALE |
45.516
|
0,50
|
+38,5
|
|
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MARCHE |
a.s. 95/95
|
% su totale
|
var. su 92/93
|
Materne |
298
|
3,44
|
+65,6
|
Elementari |
613
|
3,0
|
+20,4
|
Medie |
239
|
2,6
|
+40,6
|
Superiori |
136
|
15,4
|
+80,0
|
TOTALE |
1.286
|
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Fonti:
Ministero Pubblica Istruzione; Istat . |
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Le
MARCHE
I permessi di soggiorno alla data del 31/12/97 nella regione Marche
sono pari a circa l'1,7% della popolazione residente; una cifra in linea
con i valori medi nazionali; anche la distribuzione delle comunità
presenti rispecchia in linea di massima la presenza delle varie comunità
a livello nazionale, con al primo posto una significativa presenza di paesi
europei (Albania, Jugoslavia, Macedonia, Bosnia, Polonia, Romania), cresciuta
in anni abbastanza recenti e che ha superato la consistenza delle comunità
nord africane (Marocco e Tunisia) scese al secondo posto. In totale sono
più di 30 le comunità presenti.
L'inserimento scolastico
Secondo un' indagine promossa dalla regione Marche e svolta nel novembre
1995 dal Servizio Studi dell'ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati),
gli immigrati presenti nella regione erano pari a 15.509 unità,
e tra questi gli alunni immigrati erano pari a 1.057, di cui 405 nella
provincia di Ancona.
Nello stesso anno, secondo la stessa fonte, in Italia gli alunni stranieri
erano il 2,9% degli stranieri; nelle Marche il 6,8% e nella provincia di
Ancona il 10,1% degli stranieri presenti; le marche hanno un carico migratorio
più basso della media Italia ma un carico scolastico più
alto.
Tra le comunità di alunni più presenti a livello regionale
vi era la ex-Jugoslavia (154), a causa anche in quell'anno dei contemporanei
eventi bellici; vi sono poi i marocchini (149), gli argentini (185), gli
albanesi (54), i brasiliani (35), i peruviani (29), i dominicani (24),
i polacchi (24), i rumeni (19), i tunisini (19), i cileni (16).
Molte altre comunità sono presenti con meno di 10 alunni ciascuna.
Secondo questa indagine, nello stesso a.s. 92/93 i comuni di Jesi e
di Falconara, interessati da questo progetto Comenius, avevano rispettivamente
31 e 30 alunni stranieri. |
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Permessi di soggiorno nelle Marche al
31/12/97
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Albania |
3.358
|
Marocco |
3.087
|
Macedonia |
1.493
|
Tunisia |
1.183
|
Romania |
984
|
Jugoslavia |
796
|
Polonia |
712
|
Senegal |
690
|
Germania |
685
|
Bosnia |
619
|
Croazia |
545
|
Gran Bretagna |
446
|
Cina |
425
|
Brasile |
415
|
Argentina |
389
|
Grecia |
388
|
Filippine |
378
|
CSI |
352
|
Nigeria |
351
|
Francia |
347
|
Rep. Dominicana |
328
|
Perù |
324
|
Usa |
290
|
Iran |
251
|
India |
247
|
San Marino |
244
|
Spagna |
231
|
Pakistan |
229
|
Bulgaria |
221
|
Israele |
202
|
Altri paesi |
4.004
|
Totale UE |
2.587
|
Tot. Altri paesi |
21.627
|
TOTALE |
24.124
|
|
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Lingua
Secondo l'indagine svolta dall'Anfe il 28% dei 1.057 presenti nel 1995
proveniva da paesi di lingua spagnola (15 diversi paesi del centro e del
sud America), il 18% da paesi di lingua araba (Arabia, Egitto, Marocco,
Palestina, Siria, Kuwait, Giordania, Tunisia e Qatar), il 15% da paesi
di lingua slava e il 6% da paesi anglofoni (oltre a Stati Uniti, Inghilterra,
Canada e Australia, vi sono anche Tanzania, Uganda, Nigeria, Camerun, Zambia,
Filippine e Singapore); il 5% di lingua albanese.
Vi sono poi percentuali minori di lingua francofona e portoghese, che
comprendono anche il Senegal, il Congo, Capoverde, il Ciad e la Guinea.
In totale erano di 28 ceppi linguistici, che possono aumentare di numero
se si tengono conto anche delle diversità linguistiche interne a
diversi paesi di provenienza ( ad esempio i ?dialetti? arabi, o il berbero,
il wolof, ecc.).
Il problema linguistico -si legge nell?indagine- specialmente se inerente
ad una lingua lontana dalla cultura e dal bagaglio linguistico italiano,
pone spesso in crisi gli insegnanti cui vengono affidati gli alunni parlanti
tale lingua. Gli insegnanti intervistati considerano superabili le difficoltà
di rapporto con la lingua madre degli alunni solo nel 53% dei casi; ed
esplicitamente non superabili nel 4% dei casi.
D'altra parte, solo il 34% degli alunni dichiara di conoscere molto
bene la lingua madre; il 33% dichiara un livello sufficiente. Solo il l
16% degli alunni invece conosce molto bene la lingua italiana; il 49% dichiara
una conoscenza sufficiente; il 35% la conosce poco o per nulla. Le distribuzioni
percentuali di tali valori ) non sono molto diversi nei diversi gradi di
scuola (materna, elementare, media e superiore). I ricercatori puntualizzano
che le valutazioni sulla conoscenza della lingua italiana e delle lingua
madre non si basano su prove oggettive o su test, ma soltanto sull?osservazione
empirica durante la conversazione o nel rapporto didattico.
Bilinguismo
Solo il 15% degli alunni stranieri dichiara di conoscere contemporaneamente
bene sia la lingua italiana che la lingua madre; il 48% risponde sufficiente.
Professione dei genitori
La maggiorparte dei genitori è costituita da operai (il 34,7%
degli uomini e l?11,5% delle donne); tra le altre categorie significative
vi sono i commercianti (il 5,1% degli uomini), gli artigiani (il 5,1% degli
uomini) e gli impiegati (il 3,8% degli uomini e il 2,6% delle donne). Ben
il 51,1% delle donne dichiarava di essere casalinga ; il 3,8% delle donne
è insegnante e il 3,3% collaboratrice domestica. Il resto è
suddiviso tra diverse altre professioni.
Difficoltà di inserimento
scolastico
Soltanto il 15,4% degli insegnanti dichiarava di conoscere bene le
normative nazionali e regionali in materia di immigrazione e soltanto il
15,5% ha fatto ricorso alla normativa esistente per richiedere agli enti
competenti degli interventi di sostegno; in generale solo il 27% del totale
ha ricevuto contributi da vari enti, tra i quali figurano in testa i Comuni
(15,8%), seguiti in modo più sporadico da Regione, Usl, provveditorati,
associazioni varie.
La qualità del rapporto scuola-famiglie risultava buona e costante
solo nel 12,1% dei casi, frequente nel 35,7% saltuaria o inesistente nel
48,4%.
La principale difficoltà di adattamento scolastico segnalata
dagli insegnanti risulta essere la comunicazione linguistica (48,6%), l?apprendimento
di contenuti generali e la modalità di studio (23,6%), le nozioni
matematiche e scientifiche (16,5%), la relazione con gli adulti coetanei
(il 12,0%). Gli usi, costumi, credenze e religioni viene segnalato solo
per il 6% degli alunni stranieri. La principale differenza tra maschi e
femmine stranieri riguarda la disciplina scolastica e il comportamento
(il 12% dei maschi e solo il 3% delle femmine).
Le difficoltà linguistiche riguardano principalmente l'italiano
scritto, la comprensione della lingua madre da parte dell?insegnante o
dell'italiano da parte dell'alunno, l'espressione orale.
Le modalità di studio riguardano lo scarso e incostante impegno,
la mancanza di alunni della stessa lingua madre per esercitare la stessa
lingua, l?adattamento ad una scuola diversa da quella originaria, la scarsa
assistenza scolastica, la difficoltà di concentrazione, la diversa
metodologia didattica rispetto alla precedente, l'inadeguato controllo
familiare, la lentezza nel lavoro scolastico.
Nel comportamento scolastico troviamo l'inadeguatezza della struttura
scolastica italiana in termini di programmi, compiti ed orari, mancata
frequenza regolare, una concezione educativa precedente diversa.
Difficoltà di adattamento all?ambiente sociale esterno alla scuola
Soltanto il 12,3% dichiara esplicitamente difficoltà extrascolastiche;
tra i motivi maggiormente segnalati troviamo la timidezza di alcuni alunni,
la mancata frequenza di gruppi di coetanei, l'isolamento marcato delle
famiglie rispetto al quartiere o alla comunità, il limitato possesso
della lingua italiana, l'inesistenza di amicizie, problemi abitativi e
finanziari, effetti di disadattamento familiare, il senso di diffidenza
e sfiducia negli altri, l'estraneità alle manifestazioni locali,
gli effetti di pregiudizi razziali, la mancanza della figura paterna, iperprotezionismo
dei genitori, reazioni esagerate nei contrasti con gli altri coetanei o
adulti, condizionamenti religiosi, morali e culturali, mancanza di attività
ludiche.
Interventi considerati necessari
dagli insegnanti per linserimento scolastico
Il 42,3% degli insegnanti considera prioritario il sostegno individualizzato
nella lingua italiana; il 19,6% propone invece come prioritari interventi
di sostegno pluridisciplinare e l'8;6% il sostegno della lingua madre dell'alunno.
Tra le altre proposte vi sono: sostegno specialistico psicopedagogico,
interventi didattici specialistici; il 26,7 % non considera necessario
alcun i interventi particolare.
Tra gli interventi a sostegno degli insegnanti invece, il 23,2% propone
corsi di intercultura, il 10,2% corsi interlinguistici e interculturali
e il 4,3% corsi di lingua straniera. Il 31,5% però non risponde
nulla e il 33,2% non considera necessario alcun intervento. |
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Alunni
stranieri iscritti nelle scuole della provincia di Ancona - anno scolastico
1998/99
fonte: Provveditorato agli Studi di Ancona
paese
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Elementari
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Medie
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%
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Macedonia |
78
|
21
|
20,50
|
Albania |
67
|
19
|
17,81
|
Marocco |
35
|
19
|
11,18
|
Bosnia |
20
|
5
|
5,18
|
Tunisia |
17
|
6
|
4,76
|
Cina |
12
|
6
|
3,73
|
Jugoslavia |
12
|
4
|
3,31
|
Nigeria |
12
|
1
|
2,69
|
Romania |
12
|
1
|
2,69
|
Rep. Dominicana |
8
|
3
|
2,28
|
Argentina |
6
|
3
|
1,86
|
Croazia |
5
|
3
|
1,66
|
Iran |
7
|
0
|
1,45
|
Zaire |
5
|
2
|
1,45
|
Brasile |
5
|
1
|
1,24
|
Filippine |
4
|
2
|
1,24
|
Colombia |
4
|
1
|
1,04
|
Gran Bretagna |
5
|
0
|
1,04
|
Russia |
5
|
0
|
1,04
|
Germania |
4
|
0
|
0,83
|
Messico |
3
|
1
|
0,83
|
Montenegro |
4
|
0
|
0,83
|
Bangladesh |
2
|
1
|
0,62
|
Bulgaria |
1
|
2
|
0,62
|
Francia |
2
|
1
|
0,62
|
Perù |
1
|
2
|
0,62
|
Ucraina |
3
|
0
|
0,62
|
Ungheria |
2
|
1
|
0,62
|
Uruguay |
3
|
0
|
0,62
|
Angola |
1
|
1
|
0,41
|
Cile |
1
|
1
|
0,41
|
Egitto |
0
|
2
|
0,41
|
Polonia |
1
|
1
|
0,41
|
Sri Lanka |
2
|
0
|
0,41
|
Svezia |
0
|
2
|
0,41
|
Thailandia |
1
|
1
|
0,41
|
Turchia |
2
|
0
|
0,41
|
Belgio |
1
|
0
|
0,21
|
Bielorussia |
1
|
0
|
0,21
|
Capo Verde |
1
|
0
|
0,21
|
Cekia |
0
|
1
|
0,21
|
Cuba |
1
|
0
|
0,21
|
Giordania |
1
|
0
|
0,21
|
Grecia |
0
|
1
|
0,21
|
India |
1
|
0
|
0,21
|
Lettonia |
1
|
0
|
0,21
|
Libano |
1
|
0
|
0,21
|
Libia |
0
|
1
|
0,21
|
Lituania |
0
|
1
|
0,21
|
Madagascar |
0
|
1
|
0,21
|
Paraguay |
1
|
0
|
0,21
|
Senegal |
1
|
0
|
0,21
|
Sud Africa |
1
|
0
|
0,21
|
Togo |
1
|
0
|
0,21
|
Uganda |
1
|
0
|
0,21
|
TOTALE |
365
|
118
|
100
|
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Altri
dati statistici disponibili sulla presenza degli stranieri nel Comune di
Jesi e sugli stranieri iscritti nei registri sanitari della Asl di Jesi |
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Bibliografia
consultata:
ANFE, La scolarizzazione degli alunni immigrati nella regione Marche,
a cura di Rodolfo Pomioli, novembre 1995.
Caritas di Roma, Immigrazione, dossier statistico '97, Edizioni Anterem,
ottobre 1997.
Caritas
di Roma, Immigrazione, dossier statistico '98, Edizioni Anterem, ottobre
1998.
Michael Parfit, L'esodo infinito, National Geographic, Edizione Italiana,
ottobre 1998.
Erla Zwingle, La scelta delle donne, National Geographic, Edizione
Iotaliana, ottobre 1998.
Mohamed El Hasani, Immigrati e mercato del lavoro nelle Marche; Prisma,
n. 36, dicembre 1994
Giovanni Mottura, Movimenti migratori e mercato del lavoro; Prisma,
n. 36, dicembre 1994
Tullio Bugari, I pescatori tunisini di San Benedetto del Tronto; Prisma,
n. 36, dicembre 1994
Fracesco Carchedi , La presenza marocchina in Italia; Prisma, n. 36,
dicembre 1994
Francesco Carchedi, Il processo di insediamento della colonia tunisina
in Italia; Prisma, n. 36, dicembre 1994
Giovanna Vicarelli, Il lavoro per il mercato e il lavoro per la famiglia,
Prisma n.31, settembre 1993;
Giovanna Altieri, Donne immigrate e mercato del lavoro tra nord e sud
dell?Italia, Prisma n. 31, settembre 1993;
Jean Francois, Profughi, fardello del mondo, in 'Un mondo in crisi',
Medici Senza Frontiere, rivista Limes, Editrice Periodici Culturali, 1996;
Julia Groenewuld e Stephan Van Praet, Emarginati e reietti nel mondo
sviluppato, in 'Un mondo in crisi', Medici Senza Frontiere, rivista Limes,
Editrice Periodici Culturali, 1996.
M. Maciotti e E. Pugliese, Gli immigrati in Italia, Laterza, 1991
G. Michele Pozzolan, Emigrazione e minoranze, stranieri e scuola in
Germania, Franco Angeli, 1995
Michele Caputo, Scuola laica e identità minoritarie, la via
francese all'interculturalità, Editrice La Scuola, 1998
Graziella Giovannini (a cura di), Allievi in classe e stranieri a scuola,
Franco Angeli, 1998 |
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- --
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