Principali caratteristiche dei fenomeni migratori in Italia e nelle Marche

a cura di Tullio Bugari, 30 novembre 1998

Premessa
Secondo stime dell'Onu in tutti i paesi del mondo all'inizio degli anni '90 vi erano circa 120 milioni di persone che vivevano al di fuori del proprio paese; di queste circa 30 milioni erano rifugiati. In Circa 26 milioni erano in Europa, di cui la maggior parte nei paesi dell'Unione Europea. 
Le stime Onu tuttavia divergono dalle statistiche Eurostat e dalle fonti statistiche nazionali, le quali indicano in genere valori più bassi.
 


I fenomeni migratori a livello europeo
Il saldo migratorio supera per la prima volta il saldo naturale nel 1989; il saldo migratorio più elevato si ha nel 1992. La popolazione totale dei 15 paesi UE è di 375 milioni; risulta il terzo paese al mondo dopo Cina e India; il saldo naturale é in continua diminuzione.

saldo naturale
saldo migratorio
anni ' 60
24.284.900 
894.000 
anni ' 70
12.235.700 
2.361.000 
anni ' 80
6.632.600 
2.534.000 
anni ' 90
2.870.700 
6.083.000 
Nel 1995 era sceso a 290.000 unità, contro un saldo migratorio di 796.800 unità. Il saldo naturale in Germania e in Italia è diventato negativo. Secondo dati Eurostat, il 1° gennaio ?94 i "non nationals" in Europa erano 17.235.800, di cui circa 5 milioni provenienti da altri paesi della UE e circa 12 milioni non comunitari. Negli anni '90 la crescita maggiore è registrata dai "non comunitari".
Cittadini non originari dell'Unione Europea
Turchia
2.655.000 
ex-Jugoslavia
1.780.000 
Marocco
1.112.000 
Algeria 
658.000 
Polonia
409.000 
Usa
332.000 
Tunisia
283.600 
Romania
216.000 
Iran
211.100 
India
191.600 
ex-Urss
179.800 
Vietnam
155.000 
Libano
102.300 
Alla stessa data, e sempre secondo i dati Eurostat, i minori sono poco meno di 4 milioni; di cui circa 1,5 milioni in Germania e 1 milione in Francia; 300 mila nel Regno Unito, 100 mila in Spagna, 100 mila in Svezia. La maggioranza sono in età scolare; dal 1995 ha assunto un peso rilevante anche la nascita direttamente in Europa di bambini di famiglie migranti. Alcune di queste stime risultano sottostimate secondo altre fonti nazionali; in particolare per l?Italia, ove l?Eurostat stima solo 37 mila minori e un totale di circa 600 mila immigrati.


I paesi con il più alto numero di stranieri sono la Germania (6.878.100), la Francia (3.596.900) e il Regno Unito (2.034.000). La maggior parte dei migranti non comunitari proviene da paesi del Mediterraneo (Turchia, ex-Jugoslavia, Maghreb).
Il più alto numero di migranti comunitari proviene ugualmente da paesi del mediterraneo o dell?europa meridionale: italiani (circa 1.200 mila), portoghesi (circa 900 mila), spagnoli (circa 480 mila) e greci (circa 440 mila). Gli italiani si trovano in prevalenza in Germania (circa 560 mila), in Francia (circa 250 mila) e in Belgio (circa 220 mila). 

Fenomeni migratori dall'Italia verso l'estero
 
L'esodo italiano
Il saldo negativo netto degli italiani nell?ultimo secolo è di circa 18 milioni; secondo stime, i migranti e i discendenti di migranti italiani che vivono all'estero sono attualmente circa 50 milioni, di cui circa 5 milioni conservano la cittadinanza italiana.
L'Italia nell'ultimo secolo ha sempre dato origine a flussi migratori consistenti verso l'estero e a flussi migratori all'interno del paese, principalmente dalle regioni del sud verso quelle del nord o verso la città di Roma. Soltanto dagli anni '60 l'Italia inizia ad ospitare flussi migratori in entrata; solo nel 1973 si ha per la prima volta il sorpasso degli ingressi di stranieri sulle uscite di italiani (125 mila entrate contro 124 mila uscite).Tuttavia, negli anni seguenti, il saldo continuerà talvolta ad essere favorevole alle uscite; ad esempio, contrariamente alla percezione comune di paura dell'invasione, nel 1994 le uscite di italiani sono 59.402 (di cui circa 2/3 dal sud e dalle isole) contro 52.344 entrate di stranieri; alle uscite di italiani si sommano 6.146 uscite di stranieri, mentre alle nuove entrate di stranieri si sommano anche 46.761 rientri di italiani. 
L'Italia continua ad essere un paese di emigrazione e al tempo stesso è diventato anche un paese di immigrazione e anche un paese di rientri di propri cittadini.
1861-70
1.210.000 
1871-80
1.129.000 
1881-90
1.881.000 
1891-00
2.835.000 
1901-10
6.256.000 
1911-20
3.828.000 
1921-30
2.577.000 
1931-40
1.879.000 
1941-50 1.378.000
1951-60
3.105.000 
1961-70
2.634.000 
1971-80
1.139.000 
1981-85
415.000 

 Fenomeni migratori verso l'Italia
Permessi di soggiorno per paesi di provenienza
I permessi di soggiorno superano per la prima volta il milione nel 1996; il gruppo più consistente è formato dagli europei, tra cui i paesi comunitari; negli ultimi anni tuttavia risultano in crescita i cittadini dell'est. L'Africa risulta al secondo posto e costituisce il gruppo più in crescita; poco meno dei due terzi è costituito da nordafricani del Maghreb

Suddividendo per area di sviluppo, circa il 14% proviene da paesi a sviluppo avanzato (Usa, Germania, Francia, ecc.): erano circa il 34% nel 1990. Al contrario, circa l'86% proviene da paesi in via di sviluppo; la loro quota è in crescita.
L'immigrazione è sempre più "terzomondista"; negli ultimi anni si sono avuti tuttavia anche flussi significativi provenienti dall'Albania e dall'Est Europa.
La popolazione residente italiana è di 57.332.996 unità; i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini stranieri costituiscono l'1,9%; la metà circa sono rilasciati presso regioni del nord e del centro Italia; la % più alta sulla popolazione si ha nel Lazio (4,2). Se si escludono dai permessi di soggiorno i provenienti dai paesi sviluppati e circa il 10% di non comunitari che sono solo di passaggio, i non comunitari che restano rappresentano circa l'1,3% della popolazione italiana residente.
Le province con più di 10 mila permessi di soggiorno sono 26.
Secondo calcoli del CNR la quota annuale di ingressi di non comunitari potrebbe variare dalle 50 alle 150 mila, con sollievo delle casse dello Stato per il contributo che verrebbe dato al PIL (stime del 3%) e consentendo di contenere la diminuzione della popolazione italiana da circa 57 a circa 44 milioni prevista per il 2.044, a causa dal declino del tasso di fertilità.
Il decreto 23 luglio 1997 fissa tuttavia in 20 mila la quota di ingressi annui, da riservare ai familiari che vengono per motivi di ricongiungimento e agli immigrati per motivi di lavoro.

1996
1997
Marocco
119.481 
131.406 
Albania
63.976 
83.907 
Filippine
57.071 
61.285 
Usa
54.659 
59.572 
Tunisia
44.821 
40.454 
ex-Jugoslavia
44.259 
44.370 
Germania
36.515 
40.079 
Senegal
31.870 
34.871 
Romania
31.673 
38.138 
Cina
29.073 
37.838 
Polonia
27.375 
31.329 
Sri Lanka
24.920 
28.162 
Gran Bretagna
24.779 
26.771 
Egitto
23.785 
26.171 
Perù
21.737 
24.362 
Brasile
19.887 
23.008 
India
19.417 
22.620 
Croazia
18.865 
20.464 
Svizzera
17.923 
18.611 
Prime 20 comunità
717.785 
830.066 
TOTALE
1.095622 
1.240.721

Lavoro dipendente
660.045 
60,2% 
Lavoro autonomo
32.853 
3,0% 
Motivi di famiglia, adozioni, affidamento
204.375 
18,7% 
Motivi vari
9.720 
0,9% 
Asilo politico
3.902 
0,4% 
Inserimento non lavorativo (motivi religiosi, residenza elettiva, studio)
143.651 
13,2% 
Presenze non di inserimento (motivi giudiziari, attesa emigrazione, salute, turismo)
36.014 
3,3% 
Non specificato
5.062 
0,3% 
TOTALE
1.095.562 
di cui: extra-comunitari
943.530 
di cui: donne extra-comunitarie
399.862 
di cui: donne totali
489.634 
Motivi del soggiorno

Il lavoro dipendente figura al primo posto, risulta percentualmente in crescita negli ultimi anni e interessa soprattutto i cittadini non comunitari. 
 

Ripartizione per sesso
 

Tra i non comunitari gli uomini sono il 57,6%; le percentuali di uomini e di donne variano molto a seconda del paese di provenienza e anche a seconda della provincia italiana di arrivo. 
Il 43% delle donne proviene da paesi europei (Germania, Polonia, Romania, Albania, Francia); al secondo posto viene l?America del sud (la prima comunità viene dal Perù) e l?Asia viene al terzo posto (la comunità filippina però è la più numerosa in assoluto in Italia). 

In alcune comunità le donne rappresentano circa i 3/4 delle presenze in Italia (Russia, CapoVerde, Eritrea, Etiopia, Ucraina, Tailandia, Repubblica Dominicana, Cuba, Ecuador, El Salvador). Tra i gruppi africani le donne hanno una bassa % nelle comunità nord-africane (inferiore al 20%) e più alte nelle comunità dell?Africa nera. 
Le migrazioni femminili presentano notevoli differenze rispetto a quelle maschili.
Anche i motivi dipendono meno dal lavoro (40% delle donne contro il 65% dei maschi) e dipende di più da motivi familiari (33% le donne contro il 17 i maschi); il 35% risulta avere un?occupazione, contro circa il 50% dei maschi.


Stato civile
Sul totale dei permessi di soggiorno, i celibi/nubili sono il 50,9% (557.479), i coniugati senza prole il 34,5% (378.056) e i coniugati con prole il 9,4% (103.456); il residuo ç% risulta in altra condizione; in totale gli stranieri con prole sono circa 120 mila. Secondo stime, il numero dei minori stranieri è di circa 120 mila.
 


Minori
Non esiste una fonte di rilevazione statistica scientificamente soddisfacente; secondo la normativa infatti il minore non ha diritto ad un permesso di soggiorno distinto, salvo casi particolari quali l?ingresso successivo per motivi di ricongiungimento familiare, oppure per attesa di adozione. E? consuetudine delle questure rilasciare permessi agli ultra quattordicenni anche indipendentemente da motivi di inserimento lavorativo.
Si stima che i minori presenti alla data di aprile 1998 siano circa 150 mila; il numero è previsto in rapido aumento, dato che non si è ancora sviluppato del tutto il flusso dei ricongiungimenti familiari e che appena un quarto delle persone sposate ha i figli con sé. 
Al 31/12/96 erano 13.665 i ricongiungimenti familiari autorizzati, di cui il 43% a nordafricani, l?8% altri africani, il 13% ad albanesi, il 13% al sub continente indiano.


Inserimento scolastico

Stranieri iscritti nell'anno scolastico 94/95
Il totale dei minori frequentanti la scuola italiana era nell'a.s. 94/95 pari a 45.516 unità, di cui il 19% nella scuola materna (il 17,5% nel '94) e il 44,4% nelle scuola elementare (il 31% nel '94). Il numero totale risulta rapidamente in crescita negli ultimi anni., in tutti gli ordini di scuola. La frequenza scolastica dei ragazzi stranieri è il segno del crescente radicamento della popolazione immigrata nella nostra società, i cui figli frequentano oramai le scuole medie e anche le superiori. Per l'Università il discorso è diverso; si tratta in genere più di stranieri che vengono direttamente per gli studi universitari.

Tra i principali paesi di origine troviamo in ordine l'ex-Jugoslavia, il Marocco, l?Albania, la Cina, e per le scuole materne anche la ex-Cecoslovacchia e l'Egitto. I paesi di provenienza sono in totale più di 30, con concentrazioni diverse e diverse distribuzioni di maschi e femmine a seconda delle regioni italiane.

ITALIA
a.s. 95/95 
% su totale 
var. su 92/93 
Materne
8.865 
0,55 
+39,8 
Elementari
20.199 
0,72 
+34,5 
Medie
9.089 
0,47 
+43,8 
Superiori
7.563 
0,50 
+42,1 
TOTALE
45.516 
0,50 
+38,5 
MARCHE
a.s. 95/95 
% su totale 
var. su 92/93 
Materne
298 
3,44 
+65,6 
Elementari
613 
3,0 
+20,4 
Medie
239 
2,6 
+40,6 
Superiori
136 
15,4 
+80,0 
TOTALE
1.286 
Fonti: Ministero Pubblica Istruzione; Istat .

Le MARCHE

I permessi di soggiorno alla data del 31/12/97 nella regione Marche sono pari a circa l'1,7% della popolazione residente; una cifra in linea con i valori medi nazionali; anche la distribuzione delle comunità presenti rispecchia in linea di massima la presenza delle varie comunità a livello nazionale, con al primo posto una significativa presenza di paesi europei (Albania, Jugoslavia, Macedonia, Bosnia, Polonia, Romania), cresciuta in anni abbastanza recenti e che ha superato la consistenza delle comunità nord africane (Marocco e Tunisia) scese al secondo posto. In totale sono più di 30 le comunità presenti.
 
 



 
 

L'inserimento scolastico

Secondo un' indagine promossa dalla regione Marche e svolta nel novembre 1995 dal Servizio Studi dell'ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), gli immigrati presenti nella regione erano pari a 15.509 unità, e tra questi gli alunni immigrati erano pari a 1.057, di cui 405 nella provincia di Ancona. 

Nello stesso anno, secondo la stessa fonte, in Italia gli alunni stranieri erano il 2,9% degli stranieri; nelle Marche il 6,8% e nella provincia di Ancona il 10,1% degli stranieri presenti; le marche hanno un carico migratorio più basso della media Italia ma un carico scolastico più alto.

Tra le comunità di alunni più presenti a livello regionale vi era la ex-Jugoslavia (154), a causa anche in quell'anno dei contemporanei eventi bellici; vi sono poi i marocchini (149), gli argentini (185), gli albanesi (54), i brasiliani (35), i peruviani (29), i dominicani (24), i polacchi (24), i rumeni (19), i tunisini (19), i cileni (16).

Molte altre comunità sono presenti con meno di 10 alunni ciascuna.
Secondo questa indagine, nello stesso a.s. 92/93 i comuni di Jesi e di Falconara, interessati da questo progetto Comenius, avevano rispettivamente 31 e 30 alunni stranieri.

Permessi di soggiorno nelle Marche al 31/12/97
Albania
3.358 
Marocco
3.087 
Macedonia
1.493 
Tunisia
1.183 
Romania
984 
Jugoslavia
796 
Polonia
712 
Senegal
690 
Germania
685 
Bosnia
619 
Croazia
545 
Gran Bretagna
446 
Cina
425 
Brasile
415 
Argentina
389 
Grecia
388 
Filippine
378 
CSI
352 
Nigeria
351 
Francia
347 
Rep. Dominicana
328 
Perù
324 
Usa
290 
Iran
251 
India
247 
San Marino
244 
Spagna
231 
Pakistan
229 
Bulgaria
221 
Israele
202 
Altri paesi
4.004 
Totale UE
2.587 
Tot. Altri paesi
21.627 
TOTALE
24.124
Lingua
 

Secondo l'indagine svolta dall'Anfe il 28% dei 1.057 presenti nel 1995 proveniva da paesi di lingua spagnola (15 diversi paesi del centro e del sud America), il 18% da paesi di lingua araba (Arabia, Egitto, Marocco, Palestina, Siria, Kuwait, Giordania, Tunisia e Qatar), il 15% da paesi di lingua slava e il 6% da paesi anglofoni (oltre a Stati Uniti, Inghilterra, Canada e Australia, vi sono anche Tanzania, Uganda, Nigeria, Camerun, Zambia, Filippine e Singapore); il 5% di lingua albanese.
Vi sono poi percentuali minori di lingua francofona e portoghese, che comprendono anche il Senegal, il Congo, Capoverde, il Ciad e la Guinea.
 

In totale erano di 28 ceppi linguistici, che possono aumentare di numero se si tengono conto anche delle diversità linguistiche interne a diversi paesi di provenienza ( ad esempio i ?dialetti? arabi, o il berbero, il wolof, ecc.). 
Il problema linguistico -si legge nell?indagine- specialmente se inerente ad una lingua lontana dalla cultura e dal bagaglio linguistico italiano, pone spesso in crisi gli insegnanti cui vengono affidati gli alunni parlanti tale lingua. Gli insegnanti intervistati considerano superabili le difficoltà di rapporto con la lingua madre degli alunni solo nel 53% dei casi; ed esplicitamente non superabili nel 4% dei casi.
 

D'altra parte, solo il 34% degli alunni dichiara di conoscere molto bene la lingua madre; il 33% dichiara un livello sufficiente. Solo il l 16% degli alunni invece conosce molto bene la lingua italiana; il 49% dichiara una conoscenza sufficiente; il 35% la conosce poco o per nulla. Le distribuzioni percentuali di tali valori ) non sono molto diversi nei diversi gradi di scuola (materna, elementare, media e superiore). I ricercatori puntualizzano che le valutazioni sulla conoscenza della lingua italiana e delle lingua madre non si basano su prove oggettive o su test, ma soltanto sull?osservazione empirica durante la conversazione o nel rapporto didattico.

Bilinguismo

Solo il 15% degli alunni stranieri dichiara di conoscere contemporaneamente bene sia la lingua italiana che la lingua madre; il 48% risponde sufficiente.

Professione dei genitori
La maggiorparte dei genitori è costituita da operai (il 34,7% degli uomini e l?11,5% delle donne); tra le altre categorie significative vi sono i commercianti (il 5,1% degli uomini), gli artigiani (il 5,1% degli uomini) e gli impiegati (il 3,8% degli uomini e il 2,6% delle donne). Ben il 51,1% delle donne dichiarava di essere casalinga ; il 3,8% delle donne è insegnante e il 3,3% collaboratrice domestica. Il resto è suddiviso tra diverse altre professioni.

Difficoltà di inserimento scolastico
Soltanto il 15,4% degli insegnanti dichiarava di conoscere bene le normative nazionali e regionali in materia di immigrazione e soltanto il 15,5% ha fatto ricorso alla normativa esistente per richiedere agli enti competenti degli interventi di sostegno; in generale solo il 27% del totale ha ricevuto contributi da vari enti, tra i quali figurano in testa i Comuni (15,8%), seguiti in modo più sporadico da Regione, Usl, provveditorati, associazioni varie.

La qualità del rapporto scuola-famiglie risultava buona e costante solo nel 12,1% dei casi, frequente nel 35,7% saltuaria o inesistente nel 48,4%.

La principale difficoltà di adattamento scolastico segnalata dagli insegnanti risulta essere la comunicazione linguistica (48,6%), l?apprendimento di contenuti generali e la modalità di studio (23,6%), le nozioni matematiche e scientifiche (16,5%), la relazione con gli adulti coetanei (il 12,0%). Gli usi, costumi, credenze e religioni viene segnalato solo per il 6% degli alunni stranieri. La principale differenza tra maschi e femmine stranieri riguarda la disciplina scolastica e il comportamento (il 12% dei maschi e solo il 3% delle femmine).

Le difficoltà linguistiche riguardano principalmente l'italiano scritto, la comprensione della lingua madre da parte dell?insegnante o dell'italiano da parte dell'alunno, l'espressione orale.
Le modalità di studio riguardano lo scarso e incostante impegno, la mancanza di alunni della stessa lingua madre per esercitare la stessa lingua, l?adattamento ad una scuola diversa da quella originaria, la scarsa assistenza scolastica, la difficoltà di concentrazione, la diversa metodologia didattica rispetto alla precedente, l'inadeguato controllo familiare, la lentezza nel lavoro scolastico.
Nel comportamento scolastico troviamo l'inadeguatezza della struttura scolastica italiana in termini di programmi, compiti ed orari, mancata frequenza regolare, una concezione educativa precedente diversa.

Difficoltà di adattamento all?ambiente sociale esterno alla scuola
Soltanto il 12,3% dichiara esplicitamente difficoltà extrascolastiche; tra i motivi maggiormente segnalati troviamo la timidezza di alcuni alunni, la mancata frequenza di gruppi di coetanei, l'isolamento marcato delle famiglie rispetto al quartiere o alla comunità, il limitato possesso della lingua italiana, l'inesistenza di amicizie, problemi abitativi e finanziari, effetti di disadattamento familiare, il senso di diffidenza e sfiducia negli altri, l'estraneità alle manifestazioni locali, gli effetti di pregiudizi razziali, la mancanza della figura paterna, iperprotezionismo dei genitori, reazioni esagerate nei contrasti con gli altri coetanei o adulti, condizionamenti religiosi, morali e culturali, mancanza di attività ludiche.

Interventi considerati necessari dagli insegnanti per linserimento scolastico

Il 42,3% degli insegnanti considera prioritario il sostegno individualizzato nella lingua italiana; il 19,6% propone invece come prioritari interventi di sostegno pluridisciplinare e l'8;6% il sostegno della lingua madre dell'alunno. Tra le altre proposte vi sono: sostegno specialistico psicopedagogico, interventi didattici specialistici; il 26,7 % non considera necessario alcun i interventi particolare.
Tra gli interventi a sostegno degli insegnanti invece, il 23,2% propone corsi di intercultura, il 10,2% corsi interlinguistici e interculturali e il 4,3% corsi di lingua straniera. Il 31,5% però non risponde nulla e il 33,2% non considera necessario alcun intervento.

Alunni stranieri iscritti nelle scuole della provincia di Ancona - anno scolastico 1998/99

fonte: Provveditorato agli Studi di Ancona
paese
Elementari 
Medie 
Macedonia
78 
21 
20,50 
Albania
67 
19 
17,81 
Marocco
35 
19 
11,18 
Bosnia
20 
5,18 
Tunisia
17 
4,76 
Cina
12 
3,73 
Jugoslavia
12 
3,31 
Nigeria
12 
2,69 
Romania
12 
2,69 
Rep. Dominicana
2,28 
Argentina
1,86 
Croazia
1,66 
Iran
1,45 
Zaire
1,45 
Brasile
1,24 
Filippine
1,24 
Colombia
1,04 
Gran Bretagna
1,04 
Russia
1,04 
Germania
0,83 
Messico
0,83 
Montenegro
0,83 
Bangladesh
0,62 
Bulgaria
0,62 
Francia
0,62 
Perù
0,62 
Ucraina
0,62 
Ungheria
0,62 
Uruguay
0,62 
Angola
0,41 
Cile
0,41 
Egitto
0,41 
Polonia
0,41 
Sri Lanka
0,41 
Svezia
0,41 
Thailandia
0,41 
Turchia
0,41 
Belgio
0,21 
Bielorussia
0,21 
Capo Verde
0,21 
Cekia
0,21 
Cuba
0,21 
Giordania
0,21 
Grecia
0,21 
India
0,21 
Lettonia
0,21 
Libano
0,21 
Libia
0,21 
Lituania
0,21 
Madagascar
0,21 
Paraguay
0,21 
Senegal
0,21 
Sud Africa
0,21 
Togo
0,21 
Uganda
0,21 
TOTALE
365
118
100

 

Altri dati statistici disponibili sulla presenza degli stranieri nel Comune di Jesi e sugli stranieri iscritti nei registri sanitari della Asl di Jesi
Bibliografia consultata:

ANFE, La scolarizzazione degli alunni immigrati nella regione Marche, a cura di Rodolfo Pomioli, novembre 1995.
Caritas di Roma, Immigrazione, dossier statistico '97, Edizioni Anterem, ottobre 1997.
Caritas di Roma, Immigrazione, dossier statistico '98, Edizioni Anterem, ottobre 1998.
Michael Parfit, L'esodo infinito, National Geographic, Edizione Italiana, ottobre 1998.
Erla Zwingle, La scelta delle donne, National Geographic, Edizione Iotaliana, ottobre 1998.
Mohamed El Hasani, Immigrati e mercato del lavoro nelle Marche; Prisma, n. 36, dicembre 1994
Giovanni Mottura, Movimenti migratori e mercato del lavoro; Prisma, n. 36, dicembre 1994
Tullio Bugari, I pescatori tunisini di San Benedetto del Tronto; Prisma, n. 36, dicembre 1994
Fracesco Carchedi , La presenza marocchina in Italia; Prisma, n. 36, dicembre 1994
Francesco Carchedi, Il processo di insediamento della colonia tunisina in Italia; Prisma, n. 36, dicembre 1994
Giovanna Vicarelli, Il lavoro per il mercato e il lavoro per la famiglia, Prisma n.31, settembre 1993;
Giovanna Altieri, Donne immigrate e mercato del lavoro tra nord e sud dell?Italia, Prisma n. 31, settembre 1993;
Jean Francois, Profughi, fardello del mondo, in 'Un mondo in crisi', Medici Senza Frontiere, rivista Limes, Editrice Periodici Culturali, 1996;
Julia Groenewuld e Stephan Van Praet, Emarginati e reietti nel mondo sviluppato, in 'Un mondo in crisi', Medici Senza Frontiere, rivista Limes, Editrice Periodici Culturali, 1996.
M. Maciotti e E. Pugliese, Gli immigrati in Italia, Laterza, 1991
G. Michele Pozzolan, Emigrazione e minoranze, stranieri e scuola in Germania, Franco Angeli, 1995
Michele Caputo, Scuola laica e identità minoritarie, la via francese all'interculturalità, Editrice La Scuola, 1998
Graziella Giovannini (a cura di), Allievi in classe e stranieri a scuola, Franco Angeli, 1998


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