CONTRO |
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GIORNALE PER LA CRITICA, LA LOTTA, L'ORGANIZZAZIONE DEGLI OPERAI CONTRO LO SFRUTTAMENTO |
Anno V Numero 152 |
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ASLO
Associazione per la liberazione degli operai Scopo
dell’Associazione
è
la liberazione degli operai dalla sottomissione economica, politica e
sociale in cui questa società li costringe. Gli operai sono sottoposti ad una
moderna forma di schiavitù. Sono costretti a vendere le loro braccia
ad un padrone che per arricchirsi li consuma nelle fabbriche e nei più
disparati luoghi di lavoro. Vivono una vita a malapena sopportabile
finché gli affari del padrone vanno bene, cadono sotto la soglia di
povertà appena una crisi si fa sentire, perdono il lavoro, vengono
licenziati, utilizzati saltuariamente, supersfruttati, licenziati. Nelle
fasi di sviluppo economico la loro condizione sembra migliorare, si
propaganda l’idea che ormai gli operai si trovino in una situazione
di graduale ma inarrestabile miglioramento: ma basta una crisi e tutto
torna in discussione, in forse. Ogni piccola conquista viene travolta,
i diritti di cui tanto si parlava cadono uno ad uno sotto i colpi di
nuove leggi e regolamenti. Gli operai si ritrovano a fare i conti con
la dura realtà di essere schiavi moderni. La distanza economica e sociale fra gli operai, i produttori diretti a salario, e i padroni che li impiegano diventa un abisso. Trovarsi al limite della povertà di fronte alla ricchezza che le classi superiori possono disporre ed esibire fa della società moderna, la società del più profondo contrasto fra le classi che la storia abbia prodotto. Operai
che vi siete resi conto
della situazione sociale in cui vi trovate a vivere e non siete più
disposti a sopportare oltre, aderite all’Associazione, decidete di
dare, sulla base delle vostre possibilità, un contributo diretto alla
causa dell’emancipazione vostra e degli operai che in ogni parte del
mondo vivono la stessa condizione. Attraverso
l’Associazione
ogni operaio si
addestra a lottare in quanto operaio, non più individuo fra individui
ma come componente di una classe sociale che si va ricostituendo in
tutto il mondo, la classe degli operai. L’Associazione
,
nei luoghi di lavoro, nei sindacati, nel campo della politica, ovunque
sostiene ed organizza la lotta indipendente degli operai contro i
governi dei padroni, contro i padroni al governo. Attraverso
l’Associazione
ogni operaio non è
più una marionetta nelle mani dei partiti dei ricchi che lo usano per
andare al governo e per ringraziarlo poi con una legislazione
antioperaia fatta a misura degli interessi dei padroni. L’Associazione
collega
gli operai di tutti
i luoghi di lavoro per la difesa della condizioni salariali e
normative. Una rete per rimettere l’attività sindacale nelle mani
degli operai stessi, per scalzare dalle poltrone dirigenti e
funzionari sindacali che della svendita degli interessi immediati
degli operai ai padroni hanno ricavato privilegi e buone rendite. Attraverso
L’Associazione
gli operai si preparano ad attuare un’azione politica indipendente che
punta direttamente alla questione essenziale: chi deve avere il
potere? I padroni o gli operai? Compagni
che non venite dalle fila operaie aderite all’Associazione, in
questa scelta c’è la consapevolezza che se un rivolgimento radicale
è necessario per rimettere su nuove basi la società, tale
rivolgimento si attuerà solo con la liberazione degli operai dallo
sfruttamento. Operai
militate nell’Associazione, nessuno ci libererà dalla nostra
condizione di sfruttati se non noi stessi. Associatevi. Il
giornale dell’Associazione è:
OPERAI
CONTRO Per aderire scrivere a: adesioni@asloperaicontro.org ; oppure, operai.contro@tin.it oppure, operaicontro@infinito.it oppure scrivere: Via Falck 44, 20099
Sesto San Giovanni (Mi). Fotocopiato in proprio Marzo 2004 |
2.IRAK |
UNO
SCHEMA PER L’IRAK: LAVORARE PER LA SCONFITTA DEL PROPRIO GOVERNO. Irak: “ Un giovane combattente afferma: Contro gli invasori tutto è legittimo. Vogliono rubare il petrolio ? Noi prendiamo le scatolette di carne, i giubbotti invernali e i biscotti per i loro soldati, non siamo terroristi, stiamo solo difendendo il nostro paese “. Augurarsi
la sconfitta del proprio governo è il minimo che ci si possa
augurare quando il proprio occupa militarmente un altro paese, lo
occupa con la forza militare, ne terrorizza la popolazione con
rastrellamenti, arresti. La
sconfitta del proprio
governo si realizza sul piano militare quando la resistenza infligge
gravi perdite all’esercito occupante. Ogni colpo della resistenza è
una tappa verso la liberazione dall’invasore e va salutata con
soddisfazione. La perdita di militari, la distruzione di mezzi
militari solleva problemi nelle retrovie: “per chi si va a morire ?
“ “ Quanto
costa opprimere un altro popolo ?”. Fra
gli strati più sfruttati
della società i dubbi diventano sempre più forti nella stessa misura
in cui la resistenza aumenta e il ‘proprio’ esercito, braccio
armato del proprio governo subisce sul campo dei rovesci dei militari.
La sconfitta del proprio governo diventa ancora più possibile quando
l’opposizione alla guerra si manifesta con forza nel paese che
aggredisce. Come un volano
non più controllabile è di nuovo la resistenza ad assumere un nuovo
slancio alle notizie delle manifestazioni, fino al momento che ‘o
il governo ritira le sue truppe o cada il governo’ . Questo
schema spiega perché è necessario schierarsi incondizionatamente al
fianco della resistenza irakena. SOLIDARIETA’
CON IL POPOLO IRAKENO IN LOTTA PER LA SUA AUTODETERMINAZIONE ! CONTRO
LA GUERRA DEI PADRONI !
OPERAI CONTRO-ASLO ROMA roma,
marzo 2004
e mail: operaicontroma@yahoo.it (zona di Roma)
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3.CONTRO LA GUERRA DEI PADRONI | ||
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La stangata dei comuni Secondo un’indagine di Swg, per conto dell’Associazione dei Comuni Italiani (Anci), pubblicata su “La Repubblica” del 18 marzo, la Finanziaria del 2004 ha tagliato i trasferimenti previsti ai comuni di 410 milioni di euro. Scrive il giornale: “Meno asili, Ici e tariffe più care la risposta dei comuni ai tagli…Quest’anno - quando non andrà peggio - andrà così. I comuni hanno ricevuto dallo Stato meno soldi e se vorranno far quadrare i bilanci dovranno per forza tagliare. Cominciando appunto da quelle cose che migliorano la qualità della vita delle città e dei paesi, ma che sono ancora nell’ambito del ‘non essenziale’. Il fatto è che spesso non basta e allora si passa all’aumento delle tasse, dall’Ici ai rifiuti. Non si aprono nuovi asili, ma si alzano le quote richieste per avere accesso a quelli che restano. Si fa pagare di più la mensa e lo scuolabus. Si diminuisce l’assistenza domiciliare fornita ad anziani e disabili. Peggiora, insomma, la vita di tutti. Peggiora soprattutto la vita di chi non ha soldi per pagarsi i servizi privati”. Il governo Berlusconi si vanta di aver diminuito le tasse agli italiani, dovremo quindi essere tutti più ricchi. Sicuramente le ha diminuite per i più ricchi, per gli operai e le classi più povere ci sarebbe da vedere nel merito, anche se le tariffe fiscali fossero calate, intanto sono piccolezze, tra l’altro questi “benefici” sarebbero stati vanificati dall’esoso aumento dei prezzi. Agli operai il salario vale sempre di meno, ora dovrà sopportare anche il peso delle stangate dei comuni. Aspettiamoci autobus e metrò più cari, così come asili e rifiuti, strade più dissestate, assistenze sociali sempre più rare. L’opposizione di centro sinistra è in prima fila nella critica al Cavaliere, ha vinto le elezioni anche promettendo meno tasse, le tasse nazionali sono “diminuite”, ma le tasse locali sono aumentate. Se fossero stati loro al governo cosa avrebbero fatto? Nei momenti di stagnazione se non di recessione, il gettito fiscale diminuisce per il calo della produzione, il deficit del bilancio dello stato si aggrava, si può agire in due modi, o aumentare le tasse o diminuire le spese dello stato. Non è che le ricette dei governi di sinistra europei siano molto differenti dai deprecati governi di destra. Nelle crisi comunque sono gli operai che ci rimettono. O c’è qualcuno che pensa veramente che Prodi Fassino o D’Alema, possano tassare di più i ricchi invece dei poveri, o diminuiscano le spese dello stato diminuendo i loro salari e quelli degli alti dirigenti, i trasferimenti di soldi ai padroni, diminuendo le spese militari, per la polizia, la giustizia, le spese dei ministeri. Sarebbe un altro modo per diminuire i debiti dello stato senza toccare le tasche degli operai. Ma questa è pura fantasia. Agli operai non resta che mandare a quel paese i loro cosiddetti attuali rappresentanti e organizzarsi tra di loro, per superare questa società che li sfrutta. Per l’abolizione dello sfruttamento del capitale. |
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Le fabbriche della
multinazionale francese Alstom
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FIAT: CONTINUA IL RISANAMENTO SULLE SPALLE DEGLI OPERAI
Dal 12 al 25 aprile andranno in cassa
integrazione |
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INTERVISTA AD UN
OPERAIO EX GOOD YEAR, IN PRESIDIO NELLA PIAZZA PRINCIPALE DI CISTERNA
DI LATINA SABATO13/03/04, PER DENUNCIARE LA SITUAZIONE DI STALLO IN CUI SI
TROVANO CON LA MECCANO HOLDING SUBENTRATA ALLA GOODYEAR. D) Come mai siete in piazza? R)Il motivo è molto semplice alla luce degli ultimi avvenimenti, siamo convinti che il 19 di marzo c’è qualcosa che non va(scadenza della cassa integrazione ndr). Cisterna Sviluppo, Sviluppo Italia, la Meccano Areunatica, tutto quanto è stato strumentale per poter finalizzare la Meccano Holding che gestirà la Meccano immobiliare. Non per niente la diatriba che c’è tra Veneruso e Bombacci mi sembra soltanto uno svuotare le scatole, perché mi sembra strano che Veneruso dica all’ultimo momento che Bombacci aveva i soldi giocava in borsa, gioielli , case, sembra strano che un presidente non gli dava garanzie per portare avanti il progetto. D)Stai dicendo che al momento c’è uno scontro interno, che voi pensate artificiale tra Veneruso e Bombacci, che sarebbero l’amministratore delegato e il presidente della Meccano Holding? R) Si esattamente. Per tergiversare sull’impiego di 212 dipendenti (ex Goodyear) in via Nettuno 288 entro il 19 marzo 2004 . D) Nonostante la fine della cassa integrazione il 19 marzo non si vede alcuna prospettiva per questi operai? R) No! anche perché di tutte le promesse fatte, che erano la bonifica, la costruzione di un capannone, non c’è assolutamente niente, l’unica cosa reale che c’è è che hanno “ripulito “, i tubi, tutto ciò che era della Good Year e non hanno fatto niente di quanto concordato per riprendere il lavoro, cioè la bonifica del sito e la rimozione del tetto in eternit-amianto (40.000 mq ndr). D) Che cosa avete intenzione di fare ora? R) essenzialmente dichiarare fallito il piano perché dopo tre anni e mezzo non è stato fatto niente, c’è solo un piccolo capannone di 500 metri quadri dove sono impiegati 26 dipendenti, un’altra parte degli operai è presso l’azienda Avion Rail di conseguenza il loro piano è fallito. A questo punto si ricomincia da capo. Dovremmo cercare di rendere legale ciò che non è stato legalizzato, principalmente un appalto pubblico per identificare l’azienda che realmente può fare qualche cosa, un nuovo compratore ,o più precisamente un nuovo ente a cui noi dipendenti ex Good Year porteremo ciò che dopo duecento giorni di presidio fuori dai cancelli con la lotta abbiamo strappato alla G. Year una regalia. Una dote: fabbrica, terra,e otto miliardi e mezzo, da dare ad imprenditori seri, vagliati non a licitazione personale ma bensì pubblica. D)Avete intenzione di chiedere conto anche alle istituzioni, che hanno fatto da garanti nei confronti di Veneruso e Bombacci? R) Si certo a tutte le istituzioni e a coloro che ad esempio riguardo all’esposto fatto al TAR da 62 dipendenti lo hanno archiviato, stanno avvenendo cose che noi avevamo predetto, chiediamo conto al sindaco di Cisterna che ha dato in anticipo il sito e la fabbrica dicendo che lui doveva mantenere questa situazione di pubblico e non regalare, chiederemo conto anche a lui degli errori commessi Noi non vogliamo solo delle scuse ma degli impegni concreti seri per poter fere una reindustrializazione non arrivare a fare una speculazione murando le scatole cinesi e arrivare a fare la Mecccanno immobiliare. D) In Tutto questo marasma il ruolo del sindacato quale è stato? R)Essenzialmente di silenzio più assoluto non si sono mai espressi o impegnati, sostenendo che l’impegno per poter garantire l’occupazione c’è, ma quale occupazione se la fabbrica non c’è sembra che rincorrano le situazioni, andando a chiedere la cassa integrazione, gli ammortizzatori sociali e non chiedere invece ad un imprenditore di dimostrare dopo tre anni e mezzo se realmente ha in mano un piano produttivo di reindustrializzazione, imponendogli anche delle penali, perché non può essere che le penali siano solo e sempre per gli operai.. D) Se non sbaglio in più occasioni hanno avvallato l’azione di Bombacci e Veneruso e quella del sindaco. R) Il 25 gennaio del 2001, è stato presentato un accordo introduttivo in cui si diceva ,che dopo un breve periodo di appoggio presso l’Avion e la Rail si sarebbe creata una autonomia imprenditoriale, e un’autonomia lavorativa, adirittura si parlava di effettuare la revisione delle scalette dell’Alitalia Nell’accordo del 22 febbraio, che ci tengo a precisare è stato sotto scritto senza l’avvallo delle maestranze e rigettato da 112 persone che hanno scritto ai vari sindacati , non si parlava più delle scalette e si diceva che il piano produttivo si limitava a fornire particolari all’ Avion Rail, di conseguenza non c’era più quella autonomia . Al momento risulta da notizie date dal giornale e da una nota diffusa dal presidente della Meccano Holding Veneruso, alle maestranze, che a lui spettava solo il compito di riqualificare il personale, quindi quello che lui ha dato, il lavoro, l’ impegno produttivo,è solo un di più, questo sta a dimostrare che la Meccano era nata essenzialmente su una favola. D) Sull’accordo di cui hai parlato non è stato fato alcun referendum? R) No, quando ne abbiamo chiesto conto al sindacato, questi ci hanno risposto che quelli che erano contrari dovevano andare da loro, che avrebbero chiesto le scuse scritte in cui si diceva che erano sbagliati i metodi ma era giusto il principio. Il sindacato si sta solo adoperando ad allungare l’agonia degli operai, invece di stare con noi qui oggi in piazza a denunciare la Meccano” Hai fallito vattene a casa”. A cura della sezione Lazio Marzo 2004
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Via Falck, 44 CAP 20099 Sesto San Giovanni (MI) E - mail : operai@hotmail.com |
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