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Cariati
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Altezza
s.l.m.: da 00 a 350 m.
Superficie territoriale: 2.795Ha.
Abitanti: 10.500.
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Secondo
la tradizione, il paese sarebbe stato fondato sulle rovine di Chone,
colonia magno-greca che sorgeva nei pressi del torrente Fiumenicà. Nel
sec. III a.C. passò sotto il dominio di Roma e fu nota come Paternum.A causa delle continue incursioni saracene il paese fu edificato in
collina, in un luogo più sicuro e difendibile, in modo da costituire
una postazione militare di rilevante importanza strategica specialmente ad opera di Niceforo Foca.Tutto ciò non impedì, tuttavia, la sua
conquista, nel 1050, da parte di Roberto il Guiscardo. |
Subì
gli influssi della cultura bizantina particolarmente radicata nella zona
e, nonostante gli accordi che gli Altavilla avevano intrapreso con la
chiesa di Roma, tendenti a latinizzare le terre e i casali ricadenti nei
loro domini, mantenne a lungo il rito e le tradizioni proprie della
chiesa greca. Nel 1260 vi figura, quale utile signore un tal Matteo,
padre di Boemondo il cui cognome era, forse, Cariati.Nei
primi del sec. XIV è infeudato a Gentile di San Giorgio. Nel sec. XIV
vi apparvero i Ruffo Montalto, e proprio per interessamento di Covella
Ruffo, venne innalzata a sede vescovile da papa Eugenio IV nel 1437. Nel
1479,vi subentrarono i Riario di Imola; a costoro successero i
Sanseverino, i Coppola, i Borgia e, nel 1505, gli Spinelli che vi
rimasero fino all'eversione della feudalità. Tra le numerose incursioni
turchesche che l'afflissero, si ricorda quella del 1595 ad opera di
Sinam Pascià Cigala, ossia di quel cristiano rinnegato a nome Scipione
Cicala. I cariatesi, sollecitati dal vescovo D'Alessandro, presero parte
attiva allarmata della Santa Fede guidata dal cardinale Fabrizio Ruffo
per abbattere la repubblica napoletana, nel 1799.
"L'accesso al fortilizio - scrive Giuseppe Cersosimo - avveniva
tramite un ponte levatoio nel rione che ha conservato il toponimo Ponte
a ovest, e successivamente anche da una porta a sud di innesto all'asse
viario principale a sviluppo lineare: l'attuale Via XX Settembre.La
cortina muraria, di origine quattrocentesca su preesistenze bizantine,
fortificata dai viceré spagnoli e dai principi Spinelli (sec.
XVI-XVII-XVIII), è imponente nella mole, non presenta tracce di
merlature e manca quasi ovunque il camminamento di ronda non più
identificabile.
I torrioni si alternano a bastioni a salienti denotando i vari
interventi di potenziamento e si raccordano con l'andamento a scarpa di
tutta la cinta muraria.
Al suo interno, dal mediano asse principale si diparte una fitta maglia
viaria che collega gli edifici più importanti (Seminario, Cattedrale,
Episcopio) con i vari quartieri volgarmente denominati rughe costituiti
da accorpamenti di piccole cellule abitative a formare isolati spesso
dimensionalmente notevoli" Imboccando Via XX settembre, si giunge
in Piazza Plebiscito sulla quale prospetta la Cattedrale dedicata a San
Michele Arcangelo.
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Segue |