In questo periodo, nell'Isola che fu
indipendente, caduti in mano forestiera gli altri 3,
sopravviveva autonomo ormai il solo Giudicato di Arborea, la cui indipendenza si nutriva in
realta' del solo disinteresse aragonese e di una probabile divergenza
interpretativa.
Arborea
combatteva comunque contro i Doria, che lo costringevano a ripetuti
interventi (bellici) in difesa degli interessi dell'Aragona
(Bonorva, Sassari), mentre ad Oristano, sede del
Giudicato, cresceva la rivalita' fra Mariano, nominato Conte di
Goceano e Signore della
Marmilla,
ed il fratello Giovanni (meglio accetto agli iberici) per questioni ereditarie.
Nel nostro borgo, nel 1352
divenne Castellano (titolare del sorgente feudo di
Posada) Pere de So.
Con lui si stabili' una definizione geografica del
territorio feudale che sarebbe restata grosso modo immutata
per molto tempo.
La Baronia di Posada cominciava ad assumere quella
consistenza che ne sarebbe restata a lungo caratteristica
sia politicamente, che socialmente e culturalmente.
L'anno successivo, nel 1353,
sull'altra costa, le truppe aragonesi e quelle arborensi sconfiggevano
insieme i
genovesi nella battaglia di Porto Conte,
presso Alghero; qui iniziava la particolarissima storia
della comunita' catalana algherese, che ancora oggi e' un'isola
etnica e linguistica (.pdf)
dove tuttora si parla il catalano.
Ma qui iniziavano anche i guai per l'Aragona; o forse per
la Sardegna: il Giudice Mariano IV d'Arborea
si attendeva infatti una migliore riconoscenza da parte
degli iberici, in cambio dell'aiuto offerto, ed in
particolare si sarebbe atteso il dominio su Alghero
appena conquistata; sarebbe stata in effetti una equa
ricompensa.
Da parte Aragonese, invece, non si riconosceva al Giudice
altro titolo che quello di un qualunque feudatario, il
quale avrebbe quindi fatto soltanto il proprio dovere.
Se l'argomento delle ricompense non era stato affrontato in precedenza
con Pietro III, Mariano IV era pero' ben deciso a
restituire dignita' al suo ruolo e non avrebbe accettato immobile questa oltraggiosa
e sprezzante ingratitudine.