Ottiolu.net - La Storia della Baronia di Posada (1431-1869)

      La Storia della Baronia di Posada
 

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E' assai probabile che il Clement abbia fatto fronte ai debiti della Baronia con l'imposizione di nuove tasse e con qualche manovra finanziaria di lungo respiro che in qualche modo potesse rendere produttiva la proprieta' e valorizzare quindi l'investimento. 
Ma e' stato anche ipotizzato che, dato il suo ruolo alla corte aragonese, il nuovo Barone avesse anche la funzione di soffocare uno scandalo che con grande imbarazzo politico coinvolgeva il fisco, cioe' le tasche della Corona, e gli Ospedali, intimamente legati al clero.
Ad ogni modo, la Baronia di Posada versava in grave poverta'.

 

Nel 1570 una barca fece naufragio sulla spiaggia di Posada, ed i solerti sacerdoti locali si impossessarono prestamente del suo contenuto. Poiche' cio' era vietato (la proprieta' spettava in questi casi al Re), di nuovo il Parragués dovette intervenire personalmente per recuperare quanto indebitamente "acquisito" e restituirlo alla Corona.

 

elmo di soldato spagnolo dell'epocaNel 1572 gli atti del parlamento del regno registrarono una vibrata protesta dei rappresentanti baroniesi (poi ribadita anche due anni dopo) perche' l'impegno che i popolani di Posada e dintorni dovevano porre nella vigilanza delle coste, ormai con regolarita' assaltate da predoni tunisini ed algerini, sottraeva energie alla produzione; cosi' come si segnalava, con fastidio, che le uccisioni riducevano di fatto anche il numero dei braccianti disponibili.
Quantunque a fini essenzialmente utilitaristici, la Casa di Aragona finalmente si interessava di questo grave problema.

 

Il Barone Clement fu dunque chiamato ad avallare una richiesta di riduzione delle tasse feudali e invitato a fornire contributi per le fortificazioni (era in pratica un caldo suggerimento); inoltre, per favorire la ripresa degli scambi, fu sollecitato a favorire una non applicazione, per questa Baronia, di alcune norme di commercio interno (una sorta di calmiere vigente) e quindi a non applicare certuni dazi.
Due anni dopo, pero', la reiterata supplica non ebbe altrattanto successo: la richiesta di miglior protezione militare fu si' esaudita con l'invio di ben due compagnie di fanteria, ma... di stanza a Oliena!

 

Con il timore dell'arrivo dei Turchi, nel 1575 fu imposta una tassa per la costruzione di una flottiglia di galere; l'anno dopo il barone don Giovanni Fabrizio Manca Guiso, che da Cagliari coordinava le armate isolane, distribui' archibugi e polvere da sparo, preparandosi alla difesa dalle invasioni.
L'arcivescovo di Cagliari dispose prudentemente l'ammasso del grano a Cagliari.
Ma i Turchi non vennero, e il ricavato della tassa per la costruzione delle galere venne impiegato per costruire il seminario di Cagliari.

 

Non ci volle molto, a queste condizioni, perche' il morbido Clement, chiamato ad occuparsi in prima persona di questioni spinose, si disfacesse della Baronia: con atto del 22 maggio 1579 del notaio Pietro Franqueza (dal rassicurante nome, vista la professione), la vendette per 16.500 fiorini catalani a Cristoforo Portugues, un buon borghese di Cagliari del quale non si hanno molte altre notizie.

 

I Turchi non erano venuti, In compenso, nel febbraio del 1581 i Barbari sbarcarono in forze presso Santa Lucia (dove ancora non c'era la torre, la cui costruzione inizio' poco dopo) e depredarono, uccisero, fecero prigionieri. Ma sulla via del ritorno alle loro navi, trovarono le squadre armate di Bernardino Puliga, giustamente poi divenuto il principale eroe locale siniscolese (anche se il dotto Salvatore Italo Deledda lo vuole nobile posadino), che li sconfisse, li mise in fuga, recupero' il bottino, libero' i prigionieri e, gia' che c'era, ne catturo' tre bandiere.

 

Il Portugues lascio' disposto nel testamento (1597) che suo erede nel titolo fosse nominato il figlio primogenito Michele, ma ove questi fosse morto senza prole, gli sarebbe succeduto il fratello Francesco. Ignorando la clausola testamentaria, che in pratica vincolava la proprieta', Michele Portugues intavolo' delle trattative autonome con il cavalier Onofrio Fois, di Bolotana, per la vendita della Baronia. Il fratello Francesco si oppose giudiziariamente, arrivando a vincere i ricorsi di questa lunghissima causa sino al Supremo Consiglio di Aragona che annullo' definitivamente tutti gli atti di cessione gia' stipulati.

 

 


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