La
Baronia di Posada (1431-1869)
La segnalazione di errori, imprecisioni, omissioni, commenti ci sara' davvero gradita e volentieri vi leggeremo a questo recapito di posta elettronica ARAGONA E ARBOREA - 1 Il rapporto fra Aragona e Arborea
non era, in quel tempo, dei piu' limpidi: Ugone
II si era formalmente riconosciuto vassallo del Re di Aragona, che era gia' ripartito in tutta
fretta, ma di fatto continuava ad essere uno judex autonomo, che si muoveva
liberamente, con indipendenza di sovrano. La Casa di Aragona pero'
aveva troppi fronti di conflitto per poter pensare alla
Sardegna, e delego' sempre piu' agli Arborea, in ispecie
a Pietro III, giudice, ed ai suoi
fratelli Mariano e Giovanni,
gli affari della Corona nell'Isola. Grazie alla fase di riarmo intanto, a Posada visse il periodo di massimo suo splendore militare il Castello della Fava, curato allora da tal Johan Martinez de Gurrea fino al 1338, e ulteriormente rinforzato e riorganizzato sotto l'aspetto logistico da Garcia Lopez d'Oros fra il 1342 ed il 1347. La popolazione sfortunatamente non era in
grado di apprezzare simili finezze dell'arte e dell'architettura
bellica anche perche', nel frattempo, oltre alle guerre e
guerriglie cui doveva far fronte, aveva agio di godersi
altre piacevolezze della cronaca locale come carestie,
pestilenze, e, per gradire, anche un tantino di
malgoverno. Si ebbero cosi' di conseguenza rilevanti
fenomeni di spopolamento, tanto marcati da far produrre un documento
del 1345, recentemente rinvenuto presso
gli Archivi della Corona di Aragona in Barcellona,
intitolato "Inquisicio facta contra venerabilem
Bernardum de Sancto Vincentio de dispopulatione ville de
Posatae".
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