p001 Sull'enigma dell'ultimo respiro di Giulio Cesare

SuperPollo:

Se hai letto *Sherlock Holmes e i misteri della scienza* di Colin Bruce, c'e' un accenno e una bella spiegazione dell'enigma (Cap. 3 - *Il caso del dottore pre-atomico*).
Se non lo hai letto, ecchiloqqua [gran bella cosa gli OCR!]...

[breve riassunto mio]
All'inizio del capitolo il dottor Watson e' alle prese con un ciarlatano omeopata [von Kranksch] che cura una sua paziente, gravemente ammalata, con *acqua fresca*.
Per convincere la paziente a non fidarsi di sostanze diluite nell'acqua cosi' tanto da non contenere piu' una sola molecola della sostanza originale, Holmes suggerisce a Watson alcuni argomenti per dimostrarle l'esistenza degli atomi, suffragando cosi' l'ipotesi *acqua fresca*. Poi si arriva all'enigma...
[da qui in poi e' copiato papale papale]
------------------------------------------------------------------------
Piu' tardi, quella stessa sera emisi un profondo sospiro.
"Anche se le sembrera' assurdo, Holmes, c'e' ancora una cosa che mi preoccupa.
Tuttavia, anche lei mi e' sembrato concordare con l'idea della mia paziente che si debba sempre essere pronti a mettere in discussione i propri confortevoli pregiudizi alla luce delle nuove evidenze". Holmes annui' con aria incoraggiante.
"L'argomento in cui mi sono trovato in difficolta' nella mia discussione con von Kranksch riguardava i cristalli. Avrei voluto non aver mai toccato quel tema! Egli sosteneva che la teoria atomica della struttura cristallina non e' stata dimostrata, affermava che molte sostanze non cristallizzano affatto e che alcune sono invece capaci di costituire cristalli di due o anche piu' forme diverse".
"Questo e' vero".
"Ma poi proseguiva sostenendo che i cristalli posseggono qualita' mistiche che la scienza moderna non riuscira' mai a comprendere. Egli crede che ogni sostanza cristallina entri in risonanza con se stessa in un modo misterioso, non limitato dai comuni confini spaziali e
temporali.
E la prova di tutto questo starebbe nel fatto che, quando una nuova sostanza chimica viene isolata per la prima volta dagli scienziati, e' molto difficile farla cristallizzare, ma quando essa viene sottoposta a un secondo esperimento, i cristalli si formano con facilita' molto maggiore."
"La spiegazione di questo fatto e' molto semplice, Watson. E' ben noto che la presenza in una soluzione di uno o piu' germi cristallini - anche di dimensioni microscopiche, cosi' piccoli da non poter essere
identificati direttamente - facilita notevolmente lo sviluppo di ulteriori cristalli. Se quindi si riesce a cristallizzare una sostanza per la prima volta, ve ne saranno ben presto tracce microscopiche in ogni recesso del laboratorio.
Quando l'esperimento viene ripetuto, anche se si pensa di aver distrutto ogni traccia del campione precedente, attenzione: il secondo tentativo e' miracolosamente piu' facile!"
"Posso capire come cio' avvenga, Holmes, ma quel tipo afferma che anche se il secondo tentativo viene effettuato in modo del tutto indipendente, dall'altra parte del mondo - per esempio, la prima volta in Inghilterra e la seconda in Australia l'effetto si verifica egualmente. Egli sostiene che un campo mistico permea tutta la materia, forse influenzato dalla mente di chi osserva l'esperimento, per esempio gli scienziati presenti, ed e' per questo che una volta che un cristallo di un certo tipo si sia formato anche una sola volta da qualche parte del mondo, diviene piu' facile che un altro simile si possa formare, a imitazione del primo, in qualsiasi occasione successiva. Certo, deve mentire, quando parla di questo cosiddetto effetto di risonanza."
Con mio grande stupore, Sherlock Holmes scosse la testa.
"Vi sono prove ben documentate che si tratti di un effetto reale, Watson, Ma non si preoccupi eccessivamente per questo. In primo luogo, quando si esegue un esperimento seguendo le istruzioni di un'altra persona che lo ha gia' effettuato con successo, esso tende a essere eseguito in modo piu' agile e sicuro. E inoltre, tutti noi riconosciamo un oggetto o una situazione piu' facilmente quando si tratta di qualcosa che e' gia' noto che non quando cerchiamo qualcosa che ci e' ignoto. Esistono quindi fattori psicologici che possono rendere conto di questo fenomeno.
"Ma vi e' anche un'altra e piu' intrigante spiegazione, che e' stata descritta nella letteratura con il titolo piuttosto buffo di 'Enigma dell'ultimo respiro di Cesare'; essa chiarisce in modo molto vivido quali siano le reali implicazioni della piccolezza delle dimensioni degli atomi.
"Immagini di essersi trovato a Roma proprio mentre Cesare, esalando l'ultimo respiro, diceva "Et tu, Brute". Secondo le sue conoscenze mediche, Watson, quale sara' stato il volume d'aria di quel suo ultimo respiro?"
"Almeno un litro, Holmes. il volume di un'inspirazione puo' variare entro limiti assai ampi, in relazione a svariati fattori. Ma che c'entra questo con i cristalli o con gli atomi?"
"Mi segua attentamente, Watson. La densita' dell'aria e' di circa 1,2 chilogrammi per metro cubo, per cui mi sembra lecito affermare che l'ultimo respiro di Cesare deve aver avuto una massa di almeno un grammo. Ora, da quanti grammi d'aria e' costituita nel suo complesso tutta l'atmosfera di questo nostro Pianeta?"
"Ma Holmes, queste sono informazioni troppo specialistiche perche' una persona comune come me le possa conoscere o calcolare facilmente." "Ah, in realta' lei conosce gia' la risposta, Watson! Qual e' il diametro della terra?"
"Quasi esattamente ottomila miglia".
"E la pressione dell'aria a livello del mare?"
"Quindici libbre per pollice quadrato".
"Ecco qua! Non resta che moltiplicare per quindici l'area della superficie della Terra in pollici quadrati e si ottiene la massa totale complessiva dell'atmosfera in libbre. Ma e' molto piu' facile utilizzare il sistema metrico in uso sul Continente. Le do' un indizio: l'area della superficie terrestre e' di circa cinquecento milioni di chilometri quadrati e la pressione dell'aria e' di un chilogrammo per centimetro quadrato".
"Bene, Holmes! in un metro ci sono cento centimetri, e mille in un chilometro..."
"Usi la numerazione scientifica, la prego: mi creda, sara' molto piu' facile".
"Allora, in un metro vi sono dieci alla seconda centimetri e in un chilometro vi sono dieci alla terza metri, per cui in un chilometro vi sono dieci alla quinta centimetri. E semplice, Holmes, per moltiplicare questi numeri e' sufficiente sommare le potenze di dieci - cioe' sommare il numero degli zeri, in effetti!"
"Una scoperta davvero rimarchevole, Watson! La prego, continui". "Per cui su ogni chilometro quadrato di superficie terrestre vi sono dieci alla quinta moltiplicato dieci alla quinta cioe' dieci alla decima - chilogrammi d'aria. Moltiplichiamo questo valore per cinque volte dieci elevato all'ottava e avremo cinque volte dieci elevato alla diciottesima".
"Certamente, ma si tratta di chilogrammi, Watson - non dimentichi mai di quali unita' di misura sta parlando".
"Moltiplichiamo allora questo valore per dieci alla terza, avremo cosi' cinque volte dieci elevato alla ventunesima grammi, o, per tornare al suo esempio, ultimi respiri. In milioni..."
"No, Watson, non converta i valori! Per dominare un nuovo linguaggio e' essenziale continuare a pensare nei suoi termini. Ora le faro' notare un fatto veramente interessante. Le molecole d'aria sono cosi' piccole che ciascuna di esse pesa solo cinque per dieci alla meno ventisei
chilogrammi.
Quante molecole vi erano, allora, in quell'ultimo respiro?" La divisione mi prese un certo tempo. "Due per dieci alla ventiduesima. cioe' venti per dieci alla ventunesima: accidenti, e' un numero quattro volte maggiore di quello del numero di respiri che compongono
l'atmosfera terrestre nella sua globalita'! Tutta l'atmosfera della Terra!"
"E se lei ci pensa per un istante, Watson, si rendera' conto che in media con ogni respiro che fa inspira quattro molecole provenienti dall'ultimo respiro di Cesare!"
"Holmes, ora e' veramente riuscito a farmi venire le vertigini, ma non ho ancora capito che cosa hanno a che fare questi calcoli con i
cristalli".
"Watson, supponga ora che io prepari una provetta contenente, per esempio, dieci grammi di una qualche strana nuova sostanza; supponga inoltre che io distrattamente lasci questa provetta sul davanzale della finestra finche' una parte di essa sia evaporata".
"Se e' per questo, Holmes, non e' certo necessario fare alcuna supposizione, e stia ben sicuro che, se non cambiera' le sue abitudini, uno di questi giorni la signora Hudson, per quanto sia tollerante nei suoi confronti, finira' senza dubbio per..."
"Ora, Watson, lasci passare qualche giorno perche' l'atmosfera si possa miscelare: quante molecole della mia sostanza vi saranno in ogni litro dell'atmosfera di tutto il mondo?"
"Ebbene..., buon Dio, Holmes, la sua schifosa miscela avra' inquinato ogni litro d'aria di tutto il Pianeta!"
"E se un chimico di Adelaide cercasse di far cristallizzare la medesima sostanza?"
"E' incredibile, Holmes, ma sembrerebbe che le molecole provenienti dal suo esperimento dovrebbero cadere dall'aria nella sua storta e innescare la germinazione dei cristalli!"
"Proprio cosi', Watson. E la probabilita' che cio' avvenga e' ulteriormente accresciuta se oltre alla miscelazione casuale
dell'atmosfera vi e' stato un qualsiasi contatto piu' diretto tra i due laboratori - per esempio un pacco spedito da me, la cui superficie sarebbe inevitabilmente contaminata da molti milioni di atomi. C'e' sempre un grande traffico tra i centri di ricerca di tutto il mondo." Meditai per qualche minuto, finche' mi resi conto di dovere delle scuse al mio amico.
"Devo confessarle, Holmes, che pensavo che esistessero pochi interrogativi altrettanto futili quanto le speculazioni sull'esistenza degli atomi. Poiche' essi sono troppo piccoli perche' si possa anche solo immaginare di vederli, avevo posto le discussioni sugli atomi nella medesima categoria di quelle sull'esistenza della vita su Marte o se sia comparso prima l'uovo o la gallina: indovinelli irresolubili, o la cui soluzione sarebbe comunque priva di importanza. Pensavo che il suo gingillarsi negli ultimi due giorni fosse una totale perdita di tempo per un adulto con un lavoro importante da portare a termine". "In un certo senso era proprio cosi', Watson: il lavoro era gia' stato eseguito in modo piu' abile del mio, e le mie capacita' sono rivolte piu' all'investigazione che alle scienze pure". Holmes sorrise. "Ma, in qualita' di medico, lei avrebbe dovuto immaginare l'importanza
dell'argomento; non ha mai sentito parlare della teoria 'miasmatica' dell'origine delle malattie?"
"Certamente, Holmes. All'ospedale dove ho studiato molti se non tutti i medici piu' anziani credevano in questa teoria. E' noto sin dai tempi piu' antichi che le malattie possono essere trasmesse da una persona all'altra: deve quindi esistere un agente di trasmissione. Si sospettava che questo agente fosse un campo o un gas intangibile, a cui era stato dato il nome di miasma".
"Un po' come il calorico, non e' vero?"
"Vedo l'analogia. Ma naturalmente, una teoria alternativa era che la malattia fosse causata da minuscoli organismi parassitari. Cio' e' stato oggi dimostrato per certo, poiche' con i moderni microscopi possiamo vedere questi organismi, a cui e' stato dato il nome di batteri". "Quindi, il problema se la malattia fosse nella sua essenza una sostanza continua, o miasma, o fosse invece costituita da minuscoli corpi discreti aveva un'importanza pratica?"
Un'importanza enorme. Holmes: tutte le speranze della medicina di oggi dipendono da questo. Ma, a quel che vedo, mi sta prendendo in giro, e questo non e' leale da parte sua: non ho appena ammesso che anche gli atomi sono importanti?"
"Lo ha ammesso con molto fair play", disse Holmes alzandosi dalla poltrona, ma vi e un'ulteriore morale da ricordare. L'arcano mistero dell'esistenza degli atomi si e' dimostrato importante non solo per i filosofi della scienza, ma anche per una donna del tutto comune che non aveva mai avuto in precedenza interesse per questi argomenti. Se non avesse capito chiaramente questo problema, avrebbe rischiato la vita. Buona notte, Watson!"

ritorna a inizio thread

intervento di Giovanni Ravesi
SuperPollo wrote
> Se hai letto *Sherlock Holmes e i misteri della scienza* di Colin Bruce,

Non ho avuto la ventura!

> Se non lo hai letto, ecchiloqqua [gran bella cosa gli OCR!]...

Concordo appieno!

> "E se lei ci pensa per un istante, Watson, si rendera' conto che in media con ogni respiro che fa inspira quattro molecolep rovenienti dall'ultimo respiro di Cesare!"

OK! Però ha sicuramente un fondamento l'obiezione di Paolo Licheri nel post successivo.
Gran parte delle rocce sono ossidi o sali di ossiacidi. Non solo, l'aria che si emette in espirazione è ricca di anidride carbonica ed il Carbonio è un altro elemento che viene scambiato tra atmosfera e corpi solidi.
Cmq, forse almeno una molecola ci sarà.

ritorna a inizio thread

intervento di Paolo Licheri

> "E se lei ci pensa per un istante, Watson, si rendera' conto che in media con ogni respiro che fa inspira quattro molecole provenienti dall'ultimo respiro di Cesare!"

Senza voler togliere nulla all'elegante esposizione di Sherlock Holmes e di Claudio, mi chiedo:
"Ma sara' vero?"

Possiamo davvero ritenere che le molecole di Ossigeno e Azoto di quel respiro si siano diffuse nell'atmosfera in modo omogeneo?
Certamente il Tempo (sia in senso cronologico, che in senso meteorologico) gioca a favore delle omogeneizzazione, ma piu' sotto si fa notare:

> "Proprio cosi', Watson. E la probabilita' che cio' avvenga e' ulteriormente accresciuta se oltre alla miscelazione casuale dell'atmosfera vi e' stato un qualsiasi contatto piu' diretto tra i due > laboratori - per esempio un pacco spedito da me, la cui superficie sarebbe inevitabilmente contaminata da molti milioni di atomi.

pero', se nel laboratorio di Adelaide la concentrazione aumenta (rispetto alla distribuzione omogenea), da qualche altra parte deve diminuire, anche se forse la diminuzione e' percentualmente insignificante.

Credo pero' che ci sia un altro problema:
I congiurati che uccisero Cesare erano armati di pugnali; dove sono ora quei pugnali? Non sono certo conservati in qualche museo, ma molto probabilmente si sono trasformati in ruggine, cioe' in ossido di ferro, combinandosi con alcune di quelle molecole espirate dal Nostro.

Allora le molecole che compongono l'atmosfera non sono sempre le stesse, alcune si legano ad altre sostanze, formando magari composti solidi, molto meno mobili dei gas, mentre altre sostanze si decompongono,liberando ossigeno che non e' stato ancora respirato da Chicchessia.
In questo caso il tempo gioca contro la diffusione; nei 2000 e passa anni trascorsi da quell'evento, quante di quelle molecole sono ancora libere di vagare per l'atmosfera?

Qualcuno sa se e' possibile confrontare la velocita' di diffusione dell'aria, con la velocita' di rigenerazione della stessa?

Meditate, gente

P.S.
Con questo non intendo certamente dire che mi faccia senso dovere inspirare aria gia espirata da Cesare, oltre tutto siamo lontani parenti, come dimostrai circa due anni fa in un post che vado a riproporre con il titolo "Genealogia"
Direi che tra i due temi c'e' una certa affinita'; come le molecole d'aria, anche i geni tendono a distribuirsi in modo omogeneo:-)

ritorna a inizio thread

intervento di SuperPollo

> "Ma sara' vero?"

Condivido le obiezioni. Vero? non lo so... ma lo darei per sufficientemente buono...

> Possiamo davvero ritenere che le molecole di Ossigeno e Azoto di quel respiro si siano diffuse nell'atmosfera in modo omogeneo?

Se lo intendi trascurando completamente gli aspetti *chimici* del problema, mi pare si possa rispondere tranquillamente: si'.

> pero', se nel laboratorio di Adelaide la concentrazione aumenta (rispetto alla distribuzione omogenea), da qualche altra parte deve diminuire, anche se forse la diminuzione e' percentualmente insignificante.

Non so che dire. Il problema dell'URC [Ultimo Respiro di Cesare] riguarda la diffusione di molecole d'aria in aria. Nell'altro caso, invece, la miscelazione puo' essere davvero meno uniforme. Possono esserci, insomma, dei canali preferenziali.

> Allora le molecole che compongono l'atmosfera non sono sempre le stesse...

Io non lo so, di chimica non ho mai capito granche' :-(((.
Cosi' mi sono affidato al *sapere enciclopedico*...
Ho trovato questo per il ciclo dell'ossigeno.

I tre principali *serbatoi* sono:
Atmosfera - 1.2E18 kg
Biosfera - 1E16 kg
Rocce sedimentarie - 6E19 kg

Le *velocita' di trasporto* fra questi serbatoi [in pratica la massa di ossigeno scambiata]:
Atmosfera/Biosfera - 1E14 kg/anno
Atmosfera/Rocce sedimentarie - 3E11 kg/anno

Mi pare, da questi dati, che le molecole di ossigeno dell'URC ancora libere devono essere una parte decisamente rilevante delle originali.
Per l'azoto, la parte piu' importante, non ho trovato niente.

ritorna a inizio thread

intervento di Paolo Licheri
Uhllala', grazie per le informazioni e complimenti per la ricerca!

> Mi pare, da questi dati, che le molecole di ossigeno dell'URC ancora libere devono essere una parte decisamente rilevante delle originali.

Sono d'accordo, quindi le obiezioni di tipo chimico dovrebbero essere non rilevanti.
Se non ci sono obiezioni di altro genere, le affermazioni di Holmes dovrebbero essere vere.

> Per l'azoto, la parte piu' importante, non ho trovato niente.

Non mi preoccuperei piu' di tanto.
Pur non essendo neanche io esperto di chimica, credo che la velocita' di scambio per l'azoto sia minore che per l'ossigeno, almeno per gli scambi Atmosfera/Biosfera (i piu' importanti), considerando che gli esseri viventi sono fatti per lo piu' di H2O.
Per gli scambi con la Litosfera non saprei, ma penso che l'ossigeno sia piu' *reattivo* dell'azoto, ed abbia maggior facilita' di combinarsi con le rocce.

ritorna a inizio thread


indice paradossi

home


p002 Genealogia

intervento di SuperPollo

> Cosa ne pensate?

Boh! :-( Ti diro' che sarei prontissimo a scommettere su questa
parentela, ma trovo davvero difficile trovarne una dimostrazione sufficientemente convincente.

Ho una proposta di ultrasemplificazione, pero', che dovrebbe permettere di trovare risposte almeno qualitativamente indicative.
Prendiamo una popolazione di n maschi ed n femmine... per evitare qualsiasi tipo di protesta sul seguito, consideriamola una popolazione di puffi.
Ad ogni generazione ogni maschio si accoppia con una ed una sola femmina e viceversa, ed ogni coppia genera un puffo ed una puffa dopodiche' sparisce da qualsiasi statistica.
Inoltre le generazioni sono sincronizzate... tutti i figli di ogni coppia nascono contemporaneamente.
Ad ogni generazione avremo quindi sempre n puffi ed n puffe.
Cosi' facendo dovremmo riuscire a dare risposte univoche ad alcune domande.
1) Che probabilita' ci sono, dopo k generazioni, che ogni puffo/a sia imparentato con tutti i 2*n puffi originali?
2) Se all'inizio manteniamo isolati due gruppi di puffi e dopo p generazioni prendiamo un/una puffo/a da un gruppo e lo scambiamo con uno/a dell'altro, alla (p+q)-esima generazione che probabilita' ci sono che siano tutti imparentati?

Puo' essere, anzi e', un approccio troppo riduttivo, ma si puo' rendere piu' realistico in seguito con l'aggiunta di altri parametri.

> P.S.
> il ragionamento sarebbe lo stesso se anziche' ad Augusto mi fossi
> riferito ai suoi contemporanei:
> _ Wang Mang. Imperatore della Cina dall'A.D. 9?
> _ L'allora imperatore dei Maya?
> _ Il capo di una tribu' di aborigeni australiani?
> _ eccetera...

Il fatto che i caratteri somatici siano ancora fortemente distinguibili testimonia a sfavore di quest'ipotesi, ma mica poi troppo... un/una cinese giusto/a al momento giusto e potremmo ritrovarci tutti
discendenti di WM.
Penso che gia' dal modello ultrasemplificato [in particolare dal punto 2] si possano trarre indicazioni su quanto debbano essere separate due civilta' per rendere improbabile un'eventuale parentela.


indice paradossi

home


p004 Boy girl and dog

Paolo Licheri

Un ragazzo, una ragazza ed un cane partono contemporaneamente, nella stessa direzione, dal Km zero di una strada rettilinea.
Il ragazzo marcia ad una velocita' costante di 4 Km/h, la ragazza ad una velocita' costante di 3 Km/h.
Il cane procede, alla velocita' costante di 10 Km/h, nel seguente modo: avanza fino a raggiungere il ragazzo, poi inverte il senso di marcia e torna indietro fino a raggiungere la ragazza, inverte ancora e avanza fino al ragazzo, e cosi' via. Consideriamo tutte le inversioni di marcia istantanee, quindi i relativi tempi trascurabili.
Si chiede:
Dove si trova il cane dopo un'ora, e in quale verso sta procedendo?


Mura

Sta' ancora nell'origine, morto.
Infatti in quel punto, a t=0, deve compiere infinite inversioni di marcia in un intervallo nullo, per cui impazzisce e muore.


Paolo Licheri

> Sta' ancora nell'origine, morto.
> Infatti in quel punto, a t=0, deve compiere infinite inversioni di marcia in un intervallo nullo, per cui impazzisce e muore.

Mi sembra una risposta valida.
vedi anche la mia replica alla risposta di Enrico Torlone


Enrico Torlone

Partendo contemporaneamente ed avendo dog una velocità superiore a quella di boy, in qualunque istante (piccolo quanto si vuole) successivo alla partenza si troverà comunque davanti a boy e, dunque, fedele al compito assegnatogli, continuerà a correre in avanti rincorrendo un boy che è invece dietro di lui.

Così è dopo un secondo, dopo un'ora e dopo un anno, energie pemettendo.

Se invece dog, arbitrariamente, prende l'iniziativa di partire con un certo ritardo, riservandosi di recuperare il gap nei confronti di girl e, da quel momento, iniziare il suo andirivieni boy-girl-boy...... ecc., allora la cosa diventa possibile ma è un'altro gioco nel quale la sua posizione dopo un'ora è ciclica e dipende esclusivamente dall'entità del ritardo.

Domanda:
quanto tempo deve dare di vantaggio ai ragazzi affinché lo scoccare dell'ora (dalla partenza dei ragazzi, non della sua) lo colga esattamente nell'istante della sua prima inversione di marcia?


Paolo Licheri

"Enrico Torlone" ha scritto
> Partendo contemporaneamente ed avendo dog una velocità superiore a quella di boy, in qualunque istante (piccolo quanto si vuole) successivo alla partenza si troverà comunque davanti a boy e, dunque, fedele al compito assegnatogli, continuerà a correre in avanti rincorrendo un boy che è invece dietro di lui.

invece, Mura ha scritto
>Sta' ancora nell'origine, morto.
>Infatti in quel punto, a t=0, deve compiere infinite inversioni di marcia in un intervallo nullo, per cui impazzisce e muore.

Accidenti, con due risposte opposte, ma a mio parere entrambe valide, avete smontato il paradosso che mi pare fosse contenuto nel problema originario. Forse cio' dipende da una mia imprecisione nella traduzione del testo inglese (che e' riportato nel mio primo msg), o forse da un eccesso di precisione nella descrizione del percorso del cane (...*avanza* fino a raggiungere il ragazzo...) mentre il testo originario, forse volutamente piu' ambiguo, si limitava a dire (...the dog trots back and forth between them...).

In ogni caso la risposta proposta dall'autore e' che "il problema e' indeterminato"; possiamo sapere solo che il cane si trova tra il Km 3 ed il Km 4, ma la posizione esatta ed il senso di marcia possono essere qualsiasi. Ci si puo' rendere conto di cio' invertendo il problema: se al tempo t=1 il cane si trova in un punto P arbitrario, tra i Km 3 e 4, andando a ritroso nel tempo si trovera' comunque al Km 0 dopo un'ora, cioe' al tempo 0, indipendentemente da come sia stato scelto il punto P.

Se invece dog, arbitrariamente, prende l'iniziativa di partire con un certo ritardo, riservandosi di recuperare il gap nei confronti di girl e, da quel momento, iniziare il suo andirivieni boy-girl-boy...... ecc., allora la cosa diventa possibile ma è un'altro gioco nel quale la sua posizione dopo un'ora è ciclica e dipende esclusivamente dall'entità del ritardo.

Esatto, se il cane parte con un ritardo piccolo quanto si voglia, ma *finito*, il problema diventa determinato (e banale).
Ma attenzione, se vogliamo essere pignoli, il cane, partito in ritardo, ad un certo momento raggiunge la ragazza, e, fedele alla consegna, inverte il senso di marcia e procede all'infinito in senso opposto ai due giovani:-)

Per concludere, una considerazione che forse non c'azzecca...
Ho letto che si potrebbe arrivare a conoscere cosa e' accaduto un nanosecondo dopo il Big Bang, ma non cio' che e' accaduto nel preciso istante dell'evento. Non avevo mai afferrato il significato di questa affermazione, ora forse comincio a intravederlo...
Bhe, mi sembra che ci sia una certa affinita' con questo problema; forse al tempo zero le leggi della fisica non valevano, ed i cani potevano compiere infinite inversioni di marcia in un tempo nullo. :-)


Mura

> Accidenti, con due risposte opposte, ma a mio parere entrambe valide, avete smontato il paradosso che mi pare fosse contenuto nel problema originario.

Ma io, ad essere onesti, all'inversione temporale neanche c'avevo pensato. E' solo che quando vedo problemi che mi sembrano un po' troppo "poco realistici" mi diverto a smontarli con "lateral". Poi ho passato mezz'ora a scambiare sistemi di riferimento....


Dan

Io ci provo...(spero di non spararla grossa:-)

> Attenzione: NON e' una riedizione dei due treni e un uccello.
Però forse ci è parente stretto :-)

La ragazza avra' percorso 3 Km, il ragazzo 4 Km, ed il cane, dopo aver percorso i suoi 10 Km, si trovera' tra la ragazza ed il ragazzo...in una qualsiasi delle infinite possibili posizioni; anche il verso di percorrenza sara' indeterminato.
Il fatto che la posizione (e il verso) del cane possa essere indeterminata si puo' forse giustificare invertendo l'asse dei tempi: dovunque il cane si trovi alla fine, purche' tra i due ragazzi, tornando indietro nel tempo esso,
dopo aver percorso a ritroso i suoi 10 Km, risultera' inevitabilmente schiacciato (come la mosca tra i due treni).


Paolo Licheri

> il cane... si trovera' tra la ragazza ed il ragazzo...in una qualsiasi delle infinite possibili posizioni; anche il verso di percorrenza sara' indeterminato.

Complimenti! Questa e' la risposta esatta secondo l'autore dell'enigma (non e' mio), ed e' esatta anche la dimostrazione tramite inversione dell'asse dei tempi (a parte lo schiacciamento del cane-mosca, che l'autore non cita:-)

Vedi comunque anche la risposta di Enrico Torlone e la mia replica (che avevo appena postato quando ho scaricato il tuo messaggio).


ecco la soluzione proposta in rec.puzzles:

Solution to the /analysis/boy.girl.dog problem

The dog's position and direction are indeterminate, other than that the dog must be between the boy and girl (endpoints included). To see this, simply time reverse the problem. No matter where the dog starts out, the three of them wind up together in one hour.

This argument is not quite adequate. It is possible to construct problems where the orientation changes an infinite number of times initially, but for which there can be a definite result. This would be the case if the positions at time t are uniformly continuous in the positions at time s, s small.

But suppose that at time a the dog is with the girl. Then the boy is at 4a, and the time it takes the dog to reach the boy is a/6, because the relative speed is 6 mph. So the time b at which the dog reaches the boy is proportional to a. A similar argument shows that the time the dog next reaches the girl is b + b/13, and is hence proportional to b. This makes the position of the dog at time (t > a) a periodic function of the logarithm of a, and thus does not approach a limit as a -> 0.


indice paradossi

home


p005 Il paradosso di Russell

Jookie Cardigan

Un insieme di case editrici ha pubblicato un catalogo di tutti i libri pubblicati da loro fino a quel momento. Alcune case editrici hanno inserito il catalogo stesso come libro citato nel catalogo, altre no.
Si può costruire un nuovo catalogo che descriva tutti i cataloghi che non citano se stessi?


Giovanni Ravesi

No! Perchè sarebbe impossibile stabilire se mettere o no il catalogo stesso.

Infatti, mettendolo, citerebbe se stesso e quindi non andrebbe messo, ma omettendolo, non citerebbe se stesso e quindi andrebbe messo.

Questo è senz'altro un problemino logico di prima grandezza, ma è talmente noto (almeno agli acculturati) che dovrebbe essere inserito nelle FAQ


Roland

Il paradosso viene a crearsi per il nuovo catalogo stesso: se lo si inserisce cita se stesso, quindi non dovrebbe essere inserito. Viceversa, se non lo si inserisce non viene citato quindi dovrebbe essere inserito.


Sturmtruppen

Questo non è il lemma:

L'insieme di tutti gli insiemi non esiste perchè non conterrebbe se stesso ?


Giovanni Ravesi

> L'insieme di tutti gli insiemi non esiste perchè non conterrebbe se stesso ?

L'insieme di tutti gli insiemi contiene anche se stesso per definizione!

E' per l'insieme degli insiemi ordinari, che non si sa se debba o no contenere se stesso.

(N.B.: Dicesi insieme ordinario un insieme che non contiene se stesso. Dicesi straordinario se, al contrario, contiene se stesso.)


Alessandro Mura

No, altrimenti il topic non sarebbe "Il paradosso..." ecc.


Enrico Torlone

Che ne dite se strutturiamo il nostro catalogo in due volumi, inserendo nel primo tutti i cataloghi già esistenti che non citano loro stessi ed inserendo nel secondo volume solo il primo volume del nostro catalogo?

Considerate che l'arte di arrangiarsi, ancorché ricorra a metodi non rigorosi, è però in grado di aiutarci talvolta a risolvere problemi pratici altrimenti irresolubili.

Russell, suppongo, non fosse granché italiano .........


indice paradossi

home


 


indice paradossi

home


 


indice paradossi

home


 


indice paradossi

home