| Giovani e lavoro | Dedicato a te | Incontri parrocchiali | Le nostre esperienze | Briciole di Vita |

| HOME PAGE |



Sette giorni per la fede

Il Duemila è stato l’anno del Grande Giubileo ed al centro di questo, dal 14 al 20 agosto a Roma c’è stata la XV Giornata Mondiale della Gioventù. Le Giornate sono state ideate da Giovanni Paolo II nel 1985, si celebrano ogni anno nelle diocesi ed ogni due anni in forma straordinaria in giro per il mondo, dopo Roma (‘85) si è proseguito a Buenos Aires (Argentina, ‘87), Santiago de Compostela (Spagna, ‘89), Czestochowa (Polonia, ‘91), Denver (Colorado-USA, ‘93), Manila (Filippine, ‘95) e la penultima è stata a Parigi (’97).
Già nel viaggio d’andata tutti i giovani partiti dal molo di Cagliari si sono riuniti in coda alla nave, chi con la chitarra, chi solo con la propria voce, per cantare con gli altri, nessuna scaletta, ma tanta voglia di sentirsi parte di quel “piccolo” gruppo che sarebbe presto aumentato.
I gruppi sono stati accolti il primo giorno dalle comunità romane e dei dintorni, dalle famiglie, nelle scuole e negli istituti. Il 15 nelle parrocchie si è celebrata la S. Messa in onore dell’Assunta e la sera il Santo Padre ha salutato tutti i pellegrini in piazza San Giovanni ed in piazza San Pietro, ad ogni Paese nominato i giovani salutavano a loro volta agitando i cartoncini con i colori dei cinque continenti e le proprie bandiere, come dire “Benvenuti a tutti, anche da parte mia”!
Oltre due milioni di fedeli si sono riversati nella nostra capitale da ogni parte del mondo, con tutte le loro speranze, domande, dubbi, voglia di conferme e di sentirsi uniti ai propri coetanei, “sotto la stessa luce, sotto la Sua croce”. Spesso si analizzano solo i lati negativi delle nuove generazioni, tralasciando quelli positivi, come dice un antico proverbio: “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. Infatti non c’è solo discoteca, vestiti, telefonini, o peggio, droga, alcool, solitudine, ma c’è anche amicizia, amore, volontariato, fede, bisogno di amare e sentirsi amati da qualcuno veramente importante.
I tre giorni centrali sono stati caratterizzati da tanti incontri come le catechesi presiedute dai vescovi partecipanti alla GMG, la S.Messa al Circo Massimo e l’accostamento al Sacramento della Confessione (ognuno è stato libero di riavvicinarsi al perdono di Dio quando lo richiedeva il proprio cuore), il pellegrinaggio alla Basilica di San Pietro ed il varco della Porta Santa che ha segnato il desiderio e la consapevolezza di voler migliorare per se stessi e per il prossimo, scegliendo di seguire l’esempio di Gesù. Il tragitto per raggiungere il campus universitario di Tor Vergata è stato lungo e faticoso ed è durato tutto il giorno. Dopo il tramonto ogni “goccia” di quel fiume di giovani ha acceso il lume che gli era stato donato all’arrivo a Roma, formando un grande mare. Durante la veglia si sono ascoltati canti, la Parola di Dio, riflessioni e testimonianze sulla santità, il perdono, la libertà, la pena di morte, la giustizia; è stata molto importante la preghiera ai martiri, che hanno dato la propria vita per Dio ed il prossimo, e per prima Maria che era una giovane quando ha dato il suo si al Signore. Il più commosso e divertito era un simpatico sacerdote di 81 anni, vestito di bianco, che ha sorriso e battuto le mani durante le canzoni; il Papa ha parlato al cuore di ognuno, dicendo di seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo per divenire i Santi del Nuovo Millennio; parole “grosse” per dei ragazzi ma che toccano il profondo dell’animo, d’altronde ogni cristiano ha la vocazione alla santità.
Tor Vergata è stata definita “la Woodstock dei giovani cattolici” ma uno di quei giovani ha risposto zittendo il giornalista “a Woodstock dominava l’istinto, qui è Gesù”. È stupendo poter dire adesso di essere stato una di quelle “gocce”! L’appuntamento per la XVI GMG è a Toronto in Canada nel 2002, con la speranza di coinvolgere sempre più giovani, soprattutto quelli più poveri di fede.

Luisa Casula