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CLIMA, FLORA e FAUNA Il paese di Barrali, situato su di un piano umido in seno alla falda del Monte Uda (dove non altro vento passa che il ponente) la temperatura è condizionata assai dall'umidità che soprattutto verso di notte diventa sensibile: causa di questa umidità è il fiume che scorre nelle vicinanze del paese, ad un centinaio di metri dalla linea ferroviaria. Nonostante le pioggie siano scarse le campagne vengono irrigate per la maggior parte dalle acque del fiume "Riu Mannu". Sul monte Uda è di grande estensione una pineta, unico polmone verde della Trexenta e del Campidano di Cagliari; questa si estende nel nord-ovest dell'agro barralese, confinando con i territori d Ortacesus, Sant'Andrea Frius e Donori per un totale di 300 ettari circa. Le terre della parte di ponente sono più idonee delle altre ai semi,in essi vi fruttica bene il frumento, l'orzo, le fave e le cicerchie. Gli orti producono cocomeri, zucche, cavoli, pomodori, fagioli, cipolle e tanti altre varietà di verdura. E' presente qualche vigna con diverse varietà di uve. Le piante più comuni a Barrali sono: agrumeti, meleti, prugneti, mandorli ed altre varietà, tra cui gelsi e cotogni. Tutti i poderi, come nella maggior parte del Campidano, sono assiepati a fichi d'india, che vi vegetano senza particolari problemi. Sono fruttuosissimi, e quindi per alcuni mesi la gente ne mangia, lasciando il resto ad animali di allevamento come i maiali. Nel monte Uda è sede di lentischio, cisto, mirto e corbezzoli, praticamente quasi tutte le piante rinomate della cosiddetta macchia mediterranea. Gli animali che si allevano sono soprattutto pecore e maiali. La cacciagione si esercita contro conigli, lepri e pernici. Il vicino fiume durante l'inverno è popolato di anatre e di galline acquatiche, in esso si possono pescare anguille, tinche e persino delle trote. RESTI ARCHEOLOGICI Il paese di Barrali è ricco di resti archeologici nella maggior parte ancora da scoprire. Nel monte Uda è possibile ammirare un nuraghe mentre verso la località di Donori è possibile visitare "sa domu 'e s'orcu", un'altra torre nuragica. Questi edifici nuragici si trovano in luoghi alti con vista verso il vicino villaggio di "Onigu". Sicuramente vi si trovano solo le torri di avvistamento, e non villaggi, perché la valle dove sorge oggi Barrali anticamente era occupata da una laguna. Questi nuraghes servivano quasi certamente ai popoli della Trexenta per sorvegliare il sito punico-romano di Onigu. Ancora oggi nel salto vicino di Donori si possono ammirare i pochi resti di un tempio e a pochi metri di distanza, un cimitero quasi certamente destinato ai bambini. Come già accennato anticamente Barrali era una malsana laguna e proprio per questo l'imperatore romano Vespasiano vi esiliò degli ebrei, con la speranza che vi morissero. Gli ebrei, invece, sopravvissero e prosperarono attribuendo al villaggio l'attuale nome (Barrali in aramaico può significare "figlio di Abi", figlio del maestro o figlio del Principe) e alla collina vicina il nome di Uda (dall'ebraico Juda). Sicuramente questi antenati lasciarono alcune tracce lungo il fiume Riu Mannu nel luogo detto "sa Rocca 'e sa Trinidadi". Si dice che nel medioevo questo luogo fosse teatro di una festa religiosa dedicata alla Trinità, molto certamente potrebbe trattarsi della cristianizzazione di una festa ebraica al Dio unico. Barrali è ancora ricca oltre che di numerosi resti nuragici anche di resti punici, ebraici e romani, e non è detto che il suo salto non sia ancora ricco di sorprese. ARCHITETTURA CIVILE e RELIGIOSA
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