TRATTO DA:


Mercato delle vetture.
Tredici persone accusate dal “dichiarante” Alberto Fusinato
A giudizio per riciclaggio di auto
Saranno processate in tribunale il 24 aprile prossimo
 

20 FEBBRAIO 2003
 
A.B.
Il mercato “parallelo” dell'automobile. Un mercato frequentatissimo e redditizio dominato, negli anni '90, da un “mago” delle truffe: Alberto Fusinato, 42 anni, oggi detenuto in semilibertà, in passato “gola profonda” senza “passaporto” da pentito. Fusinato era in grado di procurare berline Audi, Mercedes e Bmw a prezzi stracciati. Come? Reimmettendo in circolo, con tanto di documentazione apparentemente regolare, vetture provento di furto. Fu lui stesso a illustrare al pm Vincenzo Luberto, i dettagli dell'ingegnoso “giochetto” fruttato con gli anni un bel gruzzoletto. Dalle sue dichiarazioni, etero e autoaccusatorie, sono nati una miriadi di piccoli procedimenti penali costati a Fusinato una serie di condanne. L'ultima vicenda giudiziaria è stata definita ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari. Con l'accusa di riciclaggio e ricettazione di autovetture e concorso in truffa sono state rinviate a giudizio, dal gup Giusy Ferrucci, 14 persone. Si tratta di: Roberto Ambrosetti, di Cosio Valtellina; Francesco Loizzo, di Rende; Salvatore Cordò, di Rende; Carmelo Tripudio, di Bisignano; Andreas Straub, di Monaco di Baviera; Mario Gargiulo, di Cosenza; Luigi Bonari, di Pozzuoli; Corrado Cimmelli, di Napoli; Massimo Storino, di Cosenza; Francesco Misasi, di Cosenza; Ubaldo Citrtadella, di Cosenza; Franco Garofalo, pentito, di Cosenza; Marco Cariati, di Rende; Alberto Fusinato, di Rende. Dovranno comparire davanti al tribunale cittadino il prossimo 24 aprile. La loro formale incriminazione davanti a un collegio giudicante era stata sollecitata dal pm Luberto. Vana la battaglia procedurale e sostanziale ingaggiata in camera di consiglio dai componenti del collegio difensivo, gli avvocati Massimo Picciotto, Giuseppe Mazzotta, Gisberto Spadafora, Luciano Strano, Marlon Lepera, Giuseppe Bruno, Massimiliano Cilione, Francesco Tucci e Domenico Carbone. Dovranno essere i giudici di primo grado ad accertare le eventuali responsabilità penali degli imputati. Responsabilità che Fusinato ha già ammesso. Agli altri rinviati a giudizio si contesta, infatti, l'acquisto di una o due automobili “taroccate”. Il “manager” della commercializzazione illegale dei veicoli (intendiamo come tale naturalmente Alberto Fusinato) faceva stampare dei falsi documenti di circolazione esteri che produceva poi alla Motorizzazione richiedendo la immatricolazione delle auto rubate. In sostanza le Audi, Bmw e Mercedes sottratte ai legittimi proprietari in altre regioni italiane venivano rivendute nella nostra provincia come se fossero veicoli provenienti dall'estero. Le berline, cui era spesso modificato anche il numero di telaio, finivano sul mercato a metà prezzo. L'allettante offerta, alla fine, convinceva pure gli acquirenti più riluttanti...
 
 

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